Aggressivitá di mio figlio di 5 anni

Gentile Dottore, sono la mamma di uno splendido bambino di 5 anni figlio unico. Mio marito ed io -siamo entrambi quarantenni- cerchiamo di ragionare con lui su molte cose. A volte dobbiamo imporre un no categorico, al quale nostro figlio, di solito affettuoso, reagisce con violenza: sia fisica che verbale. Botte, spintoni, ci urla e grida che siamo dei cattivi genitori (cosa che ci duole nel piú profondo dell'anima). Noi siamo contrari alla violenza e ai castighi, ma a volte ci dobbiamo rassegnare con non fargli vedere la televisione o giocare con l'iPad (sempre con misura, preferiamo giochi al parco con gli amici). Questi scoppi di rabbia sono sempre piu frequenti e realmente nel nostro tran tran familiare non sono cambiate molte cose, che giustifichino questa escalation. Le reazioni peggiori ci sono quando é presente mio marito. Verso il quale mio figlio ha una reazione stranta tant'è che gli rinfiaccia che lui in casa non comanda, che comando io. A mio marito e me sembra di non essere particolarmente rigidi, in casa non ci sono tante regole, siamo abbastanza flessibiili nei suoi confronti e sempre cerco di tranquilizzarlo dicendo a Ettore che gli voglio bene ma che deve cercare di controllare la rabbia. Che anche noi ci arrabbiamo, ma che non ci si puó sfogare con gli oggetti (povere porte, sedie, giocattoli) e con le persone. Dove stiamo sbagliando?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> ci urla e grida che siamo dei cattivi genitori (cosa che ci duole nel piú profondo dell'anima)
>>>

Evidentemente il bambino dev'essere piuttosto sveglio e perspicace nel capire quali sono i bottoni emotivi su cui mettere il dito.

>>> Le reazioni peggiori ci sono quando é presente mio marito. Verso il quale mio figlio ha una reazione stranta tant'è che gli rinfiaccia che lui in casa non comanda, che comando io.
>>>

Lei cosa ne pensa, qual è la sua opinione al rigurado? Sente di comandare più lei in casa o più suo marito?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11 2
Gentile mamma,
le reazioni rabbiose di suo figlio non sono necessariamente correlate alla preseunta rigidità di voi genitori, anzi!

E' molto difficile categorizzare in maniera immediata quali siano i comportamenti genitoriali che possano scatenare determinate reazioni nei figli... soprattutto perchè di fatto significherebbe banalizzare eccessivamente comportamenti che invece risuonano come richieste di ascolto!

Questo per dire che le comunicazioni aggressive messe in atto da un bambino non sono collegate esclusivamente alle scelte educative dei genitori, al loro modo di declinare il proprio ruolo (madre/padre) o al fatto che siano successi eventi particolari in famiglia o meno.

Non bisogna dimenticare, inoltre, il profondo valore simbolico tipico di alcuni atti più "forti" da parte dei genitori (come un secco "no"): si tratta di imporre al bambino dei limiti che hanno sì un significato educativo, ma soprattutto che gli trasmettono sul piano psicologico un senso di sicurezza, di interesse profondo da parte dei genitori, di accoglimento emotivo.

Provate a essere risoluti, ma in maniera affettuosa. Ditegli di no e contenete le sue richieste prima di arrivare a essere troppo arrabbiati con lui perchè vi sta mettendo alla prova.

Cordialità,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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Effettivamente, gentile dottore, Ettore è molto sveglio. Ha un carattere forte, carismatico. Io penso di essere abbastanza condiscendente nei suoi confronti. So che un no diretto a volte non ottiene il risultato che voglio, quindi cerco come le dicevo di non avere troppe regole. Mio marito è sicuramente più conciliante di me sulle cose importanti, ma a volte mi sembra intransigente su cose che per me non sono così importanti. Per esempio io non sono rigida sul fatto che a tavola bisogna state seduti finché tutti hanno finito di mangiare. Qui in Spagna dove vivo questo si può prolungare sui 45 minuti, capisco per un bambino è molto tempo seduto e se si vuole alzare ( quando ha finito) sono più comprensiva. Ho come la sensazione che mio figlio percepisca questo come mamma comanda di più. Forse vuol dire che comanda meglio. Con più efficacia. Questo mio marito ed io lo abbiamo parlato spesso. Cerchiamo di far vede ad Ettore che io è papà siamo una squadra. È lui ci deve ascoltare perché lo facciamo per il suo bene.. Ma a volte come in questo caso, Ettore ci deve aver colto in fallo. Deve aver notato una breccia e forse usa la sua rabbia per ottenere quello che vuole.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Deve aver notato una breccia e forse usa la sua rabbia per ottenere quello che vuole
>>>

È una spiegazione plausibile, ma ciò che mi dà da pensare - e che dovrebbe far riflettere anche voi - è che sembra che lei ci stia dicendo che Ettore sta riuscendo effettivamente a ottenere quello che vuole. E capirà che a 5 anni ciò non è proprio possibile. Anche perché, se non riuscite a farglielo capire adesso, il bambino potrebbe crescere con la convinzione di aver diritto davvero a tutto ciò che vuole, e ciò potrebbe creargli problemi da adulto.

>>> Mio marito è sicuramente più conciliante di me sulle cose importanti, ma a volte mi sembra intransigente su cose che per me non sono così importanti
>>>

Questo non va bene. Anche se andrebbe definito meglio cosa intenda lei con "cose importanti", uno dei ruoli importantissimi nell'educazione consiste proprio nel far capire bene ai bambini ciò che è importante e ciò a cui si può passare sopra. Se si fa confusione su questa distinzione, il bambino può confondersi a sua volta.

Legga qui:

http://www.giuseppesantonocito.it/art_educazione.htm

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Gentile Dottor Santocito,

ho letto attentamente le sue risposte (rapidissime) e ho giá provato a metterle in pratica questa mattina. Per negargli l'uso del iPad prima di andare a scuola come tutte le mattine da un pó di tempo a questa parte, ho usato un suo pupazzetto a mó di gioco, facendo in modo che fosse il pupazzo a dirgli che non é ora di giocare ma di prepararsi per andare a scuola. Come dice lei in maniera piú affettuosa che impositiva. Sembrerebbe che malgrado i suoi tentativi -assolutamente non aggressivi- di persuadermi sono riuscita a fargli fare colazione e vestirlo senza storie anzi perfino ridendoci sopra. (Devo ammettere che gestire l'ora giornaliera dell'iPad é uno dei principali motivi di "frizione"). Spero di aver capito il meccanismo cercando di sdrammatizzare un po' e prevenire che si accelleri e raggiunga los stato di non ritorno (che é quando poi non riesco a fermarlo).

Ho anche letto il suo articolo ed effettivamente dovremmo cercare di essere sempre piú accurati nel riprenderlo (io cerco sempre di respirare profondamente tre volte prima di rimproverargli qualche cosa perché so che a volte la rabbia -o peggio la fretta- é cattiva consigliera). Sicuramente né mio mario né io vorremmo che Ettore sia una persona tirannica e dispotica, di solito non lo é (gli piace comandare questo si, ma noi stiamo ben attenti che questo si limiti). Spero che sdrammatizzare e rendere piú ammissibile il NO cartegorico permetta a Ettore di capire che lui resta sempre un bambino e che per il momento il criterio da seguire é il nostro.

Una ultima domanda e non la disturbo piú: riuscirá cosí Ettore a gestire la sua rabbia? Come si insegna ad un bambino a gestire i propri impulsi (naturali) violenti per non danneggiare né se stesso né gli altri (penso magari ai bambini che vanno con lui a scuola)?

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
Molto dipende da voi. Perciò la risposta l'avrete da soli strada facendo. La regola principe è: se qualcosa funziona, continua a farla, altrimenti cambia. Se ciò che ha iniziato a fare sta funzionando, prosegua. Se poi dovesse incagliarsi di nuovo potrà sempre chiedere una consulenza psicologica di persona. Per voi, non tanto per il bambino.

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Mille grazie per le vostre risposte, seguiremo il cammino. Un saluto. Elena.