Prostatite batterica acuta

Gentili Dottori, Vi chiedo un consulto riguardo la mia attuale situazione. Ho 24 anni, e ho accusato, circa 15 giorni fa, i primi sintomi di quella che poi è stata diagnosticata come una prostatite batterica acuta. I sintomi erano bruciore alla estremità del glande (anche se abbastanza lieve), minzione fastidiosa e frequente, senso di pesantezza al perineo. In quell’occasione mi è comparsa un’alterazione della temperatura, fino a 39° che è poi andata scemando nei successivi 2 giorni. Mi sono fatto prescrivere il Bassado data l'incertezza nella diagnosi, il quale mi è sttato somministrato per una settimana, per poi continuare, in seguito ad una visita dell’urologo, per una durata di 10 giorni, con Ciproxin, 2 volte al dì.
La mia anamnesi presenta alcuni fastidiosi seppur iposintomatici episodi di quelle che io ho riconosciuto come prostatiti iposintomatiche; mi spiego meglio: da che ho memoria, mi è successo alcune volte sin dall’adolescenza, dopo il coito, di accusare dolori al perineo e bruciore al glande e minzione molto frequente, sintomi che poi sparivano nel giro di una decina minuti. In quei casi li ho ricondotti, probabilmente facendo una scemenza, a fattori di natura meccanica, data la fugacità dei fastidi.
In questi giorni ho avuto un rapporto, ovviamente dopo aver consultato l’urologo, ed a parte un leggero fastidio avvertito durante l’eiaculazione, subito sparito, non ho avuto altre noie. Mi chiedo se sia normale o se sia segnale di un recupero troppo lento.
Temo che la mia intensa vita sessuale mi abbia provocato dei danni all’apparato, e che questi si siano ormai cronicizzati in seguito a questo episodio acuto.
Vi chiedo pertanto se questa mia triste tesi possa essere veritiera, e se una frequenza quasi quotidiana di rapporti, possa aver irrimediabilmente compromesso la mia salute. Vi chiedo inoltre come mi dovrò comportare in futuro, sottintendendo fattori dovuti a dieta e stile di vita, concentrandosi cortesemente più sull’aspetto della sessualità, ovvero se tramite il raggiungimento di coiti frequenti (come già detto quasi quotidiani) ma regolari si arrechi danno alla situazione, se possa incorrere perciò nel rischio di frequenti acutizzazioni della patologia, e se questa rischi peggiorare sconvolgendo quindi la mia vita sessuale futura.
Dovrò ridurre la frequenza dei rapporti?
RingraziandoVi in anticipo per la cortese attenzione, colgo l’occasione per porgerVi cordiali saluti.
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Dr. Diego Pozza Andrologo, Endocrinologo, Chirurgo generale, Oncologo, Urologo 15.9k 467 2
caro lettore,

un urologo è in grado di trattare una prostatite baterica o non batterica in maniera adeguata.
Senta e segua i suoi consigli e non cerchi pareri alternativi da chi non potendola visitare non può avere tutti i dati necessari per trattare beme la cosa
In fase acuta le eiaculazioni non fanno bene, in fase di cronicizzazione sono invece positive
cari saluti

Dott. Diego Pozza
www.andrologia.lazio.it
www.studiomedicopozza.it
www.vasectomia.org

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto La ringrazio per la celere risposta.
Probabilmente non mi sono spiegato bene, non ho in alcun modo intenzione di scavalcare o denigrare il lavoro, la diagnosi, o la terapia prescrittami dal mio urologo, persona che stimo molto professionalmente ed umanamente. Solo ho pensato di chiedere a Voi un parere riguardo il mio problema, dato che non ho potuto approfondire a dovere durante la visita alcuni aspetti (più o meno tecnici) che in quell'occasione avevano assunto come ovvio una minore rilevanza.
Mi spiace che la mia curiosità dovuta in primis al fatto che non avrò modo nei prossimi giorni di rivolgere tali domande al mio urologo, sia stata fraintesa. Desidero porLe se posso un'altra domanda, derivante da quanto ho potuto apprendere dalla Sua risposta, se fosse cioè possibile quantificare, in base alla prassi, nonchè in base ai pochi dati da me forniti, le tempistiche necessarie in media affinchè scompaia completamente l'infezione (o se il tempo sia un fattore del tutto soggettivo in questo genere di situazioni), cosicchè possa venire a conoscenza di quando potrò riprendere il mio normale stile di vita, o se non altro avere un rapporto, senza rischio di far regredire la patologia.
Infine vorrei chiedere gentilmente per curiosità personale, sperando di non approfittare della Sua cortesia, a che frequenza si riferisce l'espressione "vita sessuale regolare", tanto usata da Voi medici in questa sede e nei manuali. Spero di non essere stato in alcun modo inopportuno.
Rinnovo il ringraziamento per il prezioso consiglio datomi. Le porgo i miei più cordiali saluti.
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