Paura del matrimonio

Gentili medici,

da circa 16 anni frequento un ragazzo che ha 10 anni meno di me. Andiamo molto d'accordo nonostante la differenza di età. Dall'anno scorso abbiamo deciso di sposarci, ma da quel momento per me è iniziato un periodo di grande agitazione e ansia che si è manifestata in diversi modi. Sposarmi è la cosa che più ho desiderato in tutta la mia vita, e invece adesso mi fa davvero paura. Stiamo preparando la casa, stiamo comprando i mobili, eppure non riesco a vivere questo momento con l'entusiasmo che avevo immaginato di poter avere. La cosa che trovo più preoccupante è che sono davvero "bloccata" davanti ai miei genitori ai quali tengo nascosto ogni preparativo, anche se sanno della nostra intenzione di sposarci. Loro avvertono il mio disagio e non me ne parlano. Forse questo è ancora peggio: un incoraggiamento da parte loro mi aiuterebbe.
Credo che la mia paura possa venire dalla differenza di età, oppure dalla paura di lasciare la mia casa con tutte le cose a me più care o di lasciare i miei adorati genitori per i quali nutro un amore profondo. A volte penso che è inutile sposarmi dal momento che per me sarà impossibile avere dei figli: se non posso formarmi una famiglia completa, a che serve andarmene via di casa? Mi sento davvero male anche perchè mi sembra che tutti mi possano deridere o giudicare. E allora mi vergogno: mi vergogno di parlarne con i miei, con mia sorella, con tutti. Se mi capita di presentare il mio fidanzato, lo presento come un amico perchè mi vergogno di dire perfino la parola "fidanzato". Mi sembra come se io non avessi alcun diritto ad avere un compagno e a sporsarmi.
Vi chiedo scusa se mi sono dilungata, ma forse è la prima volta che ne parlo apertamente... Se poteste aiutarmi a capire il mio comportamento e a trovare una soluzione, Vi sarei molto grata.
Ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentie sIgnorina,
IL matrimonio e' certamente un passo importante e diventa pesante quando lo si e' desiderato tanto a lungo , caricandolo di fantasie, aspettative che si teme possano diventare dei fardelli anziche' delle risorse.
Ma il suo inconscio le sta inviando dei segnali e forse e' il caso che gli dia ascolto.
Ha pensato di chiedere una consulenza psicologica di persona, proprio per elaborare tutte le rapprestazioni circa la sua ipotetica vita matrimolniale e che si sono straificate negli anni ?
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Sara Ronchi Psicologo 559 8 14
Gentilissima,

se avete deciso di sposarvi vuol dire che la vostra relazione ha bisogno di riconoscimento.
Se questo passo cosi' decisivo è stato desiderato, perchè non comunicarlo ai propri cari?
da quello che scrive trapelano molte paure, disagi, preoccupazioni e non vedo la gioia nelle sue parole;
ansia, agitazione, cose non dette, piccole bugie.....
mi sembra un'inizio molto sofferto da parte sua, il mio consiglio è quello di fermarsi e pensare razionalmente:
è quello che voglio?
perchè non riesco a dirlo in casa?
perchè mi vergogno così tanto....?

Cordialmente

Dr. Sara  Ronchi
sara71ronchi@gmail.com -3925207768
www.psicologa-mi.it









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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signorina,
se ha piacere di dare un nome alla sua relazione e farla trasnitare verso l'altare, forse il primo passo verso il riconoscimento dovrebbe farlo lei con se stessa, dopo con i suoi genitori e dopo con il mondo intero.
Cosa la turba?
La differenza d'età?
La possibile non approvazione della sua famiglia?
Altro?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Dr.ssa Alice Candia Longo Psicologo, Psicoterapeuta 16
Gentile Utente,
da quanto scrive si evince chiaramente una condizione di confusione e trapela anche una certa ansia nell'affrontare un nuovo evento nella sua vita, che implica un passaggio di status, da figlia a compagna e moglie.
Emergono vari aspetti che andrebbero meglio analizzati e compresi: il vedere il matrimonio come una perdita, sia di oggetti ("paura di lasciare la mia casa con tutte le cose a me più care") che persone ("lasciare i miei adorati genitori per i quali nutro un amore profondo"); il rapporto con il suo compagno (<Se mi capita di presentare il mio fidanzato, lo presento come un amico perchè mi vergogno di dire perfino la parola "fidanzato">), anche se sembra chiara l'importanza che riveste per lei questo rapporto (storia lunga che sta per condurla al matrimonio).
Concordo con quanto detto dalla Dr.ssa Esposito in merito alle fantasie e pensieri che possono accompagnare l'idea del matrimonio, che nel suo caso è un progetto concreto e stabilito ("Stiamo preparando la casa, stiamo comprando i mobili").
Dovrebbe analizzare gli eventi che le procurano maggiormente disagio e timore, per poterli comprendere e capire, prima di affrontare tale passo.
Le consiglio, pertanto, di rivolgersi ad uno psicologo che possa aiutarla a fronteggiare tale situazione ed a fare chiarezza in merito a ciò che realmente vuole e per accettare le differenze tra ciò che si era immaginata, come fantasia, e quello che realmente comporta il matrimonio, ad un livello sia concreto, che personale. Consideri che sottacere tali pensieri e paure di certo non potrà aiutarla, deve capire cosa la spaventa e farvi fronte.
Cordialmente,

Dr.ssa Alice CANDIA LONGO
Psicologa-Psicoterapeuta, Messina

[#5]
Dr.ssa Laura Mirona Psicologo, Psicoterapeuta 627 6 1
Cara utente,
il matrimonio è un passo importante, volto ai cambiamenti, questo è vero, ma la natura delle relazioni non cambia. Nel senso che, se siete stati insieme per 10 anni con il suo compagno come mai lei prova tutto ciò adesso, in prossimità del matrimonio? Cosa è cambiato? I suoi genitori non sono stati sempre al corrente della vostra relazione?

Dr.ssa Laura Mirona

dottoressa@lauramirona.it
www.lauramirona.it

[#6]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentilissime dottoresse,
prima di tutto ringrazio per le Vostre celeri risposte.
Ho cercato di leggere con molta attenzione le Vostre parole e di rispondere agli interrogativi che mi ponete.
A proposito delle fantasie e aspettative sul matrimonio che mi sono poste sin da piccola, posso dire che mi destano gioia e desiderio di realizzare al più presto questo progetto soprattutto quando mi trovo nella mia futura casa e guardo i mobili con cui la stiamo arredando: pregusto i momenti felici di vita familiare che spero di potervi trascorrere insieme al mio compagno.
Allora, perchè non comunicarlo ai miei cari? Non so, forse perchè il loro silenzio mi fa dedurre che vorrebbero tenermi sempre con loro. Una volta ho sentito mia madre parlare al telefono con un'amica alla quale diceva proprio queste cose. E' per questo che con lei non ne parlo mai, a differenza di mio padre a cui di tanto in tanto parlo dei nostri preparativi.
In quanto alla vergogna che provo, credo che mi venga dal fatto che, purtroppo, nella mia famiglia certi argomenti sono stati sempre tabù: molte cose le ho imparate con l'esperienza e l'informazione personale. Lo so che ormai sono grande per certi comportamenti, ma è anche vero che i miei genitori sono altrettanto grandi e non vorrei deluderli proprio ora.
Il problema della differenza di età forse l'ho già superato sia perchè lui è più maturo di me, sia perchè i miei ne sono al corrente e non mi hanno mai detto di essere contrari. Anzi devo ammettere che qualche volta mio padre mi chiede come procedono le cose tra noi, per cui penso che, almeno lui, sarebbe contento di vedermi finalmente accasata.
Grazie ancora a Voi tutte.
[#7]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Allora, perchè non comunicarlo ai miei cari? Non so, forse perchè il loro silenzio mi fa dedurre che vorrebbero tenermi sempre con loro. Una volta ho sentito mia madre parlare al telefono con un'amica alla quale diceva proprio queste cose
>>>

Questa riflessione mi pare renda conto bene del suo vissuto: lei si sente probabilmente ancora più figlia che donna adulta. Ritiene che ciò che desiderano i suoi genitori (o sua madre) sia più importante di ciò che desidera lei.

Se a 47 anni ancora non è riuscita a emanciparsi dalla sua famiglia d'origine, e per questo non è riuscita a formarne una propria, capire razionalmente che fare questo passo la aiuterà a cambiare di "status" potrebbe essere un buon primo passo. Decidere di attraversare le tappe che la vita ci sottopone, anche se fanno paura, in genere è un ottimo modo per crescere. Tenga tuttavia presente la possibilità di un aiuto psicologico se i dubbi dovessero rimanere.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Il "timore di deludere" i suoi e' un sentimento molto pervasivo su cui dovrebbe fare un pensiero, perche' lascito agire indisturbato potrebbe nuocerle agend a livello inconscio su varie diimensioni.
Ha gia' dedicato loro la maggior parte della sua giovinezza, sacrificando forse anche il suo desiderio di diventare mamma a sua volta. Anche su questo dovrebbe fare un pensiero.
Ha forse "colluso" con un loro appello a non distaccarsi dalla loro rappresentazione di lei:?
E se questo e' accaduto, perche'?
Le sarebbe di giovamento un aiuto specialitico o una consulenza per realizzare tale elabrazione.
I migliori auguri per tutto.
[#9]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentilissimi dottori,
penso anche io che sono rimasta troppo infantile e che diventare "adulta" con questo passo importante forse non mi trova ancora preparata.
Come dice la dott.ssa Esposito, forse è vero che questo forte legame con i miei mi ha impedito di diventare mamma. La dottoressa ha toccato un tasto dolente: vivo ogni giorno con il senso di colpa per non aver dato loro un nipotino, pur sapendo quanto essi lo avessero voluto. Quando potevo non ho fatto nulla perchè ancora non ci pensavo, ma adesso è troppo tardi. Non che i miei me lo rinfaccino adesso apertamente! Hanno sempre rispettato ogni mia scelta! Neppure mia sorella (più grande) ha avuto figli, anche se si è sposata giovanissima e, dopo qualche tempo, si è separata. Io che sono rimasta sempre a casa con loro, sono stata trattata come la "piccola" della famiglia, con tutte la più grandi attenzioni.
Come si può immaginare vivo in un clima familiare molto sereno dove c'è rispetto e comprensione.
Continuo a ringraziarVi per l'aiuto che mi state dando, anche perchè, come ho precedentemente detto, è la prima volta che ne parlo con qualcuno. Rifletterò ancora molto sulle Vostre parole e, se sarà necessario, accetterò il Vostro consiglio di rivolgermi a uno psicologo. Voglio ritrovare la serenità interiore che ho sempre avuto e che ultimamente pare si stia dileguando. Grazie ancora!
[#10]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentili dottori,
dopo alcuni mesi torno a scriverVi. Ho seguito i vostri consigli e ho svolto un periodo di psicoterapia che mi ha aiutata a fare luce nel mio cuore e nella mia mente. Sono passata da momenti in cui non volevo più sposarmi ad altri in cui il matrimonio è la cosa più importante per me. Ho capito che, come anche Voi avevate detto, non sono "cresciuta" nonostante la mia età: in fondo sono rimasta sempre una bambina che ha bisogno dei suoi genitori.
Ho capito che voglio percorrere una nuova tappa della mia vita e stavolta con la piena consapevolezza non solo di volerlo sinceramente, ma anche con la serenità e la gioia che normalmente c'è in questi momenti speciali.
Però devo ammettere che non sono guarita del tutto. Non riesco a capire perchè ancora mi sento bloccata davanti alla mia famiglia e non riesco a dire loro che, con il mio compagno, abbiamo deciso una data del nostro matrimonio. Lui, che è molto più "grande" di me, mi ha messa alle strette: la sua pazienza sta per finire e mi ha imposto di dirlo io personalmente, nonostante io gli avessi chiesto di aiutarmi lui.
Adesso vi chiedo: perchè ancora non riesco a venire fuori da questa situazione che mi sta ormai stremando? Mi sento combattuta dentro. A volte non sento più le forze di andare avanti e vorrei lasciare il mio fidanzato per poter riavere la mia serenità. Ma questo mi fa stare ancora peggio perchè so che non è quello che voglio.
Grazie.
[#11]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Quanti mesi di psicoterapia ha effettuato? 2 o 3?
Purtroppo un tempo cosi' breve non e' sufficiente a rimuovere dei blocchi che imedisciono di vivere certe situazioni.
Ha gia' fatto una parte significativa del percorso da quanto ci riferisce, ma non sufficiente.
Ripreda la sua terapia e la seguiti per un tempo sufficiente a risolvere i suoi disagi .
I migliori salut
[#12]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Cara dottoressa,
non ho ancora finito la mia terapia. Ho fatto 8 sedute, le prime 6 settimanalmente, le altre a settimane alterne. La mia dottoressa vuole che continui e, se sentissi la necessità di vederla prima, di chiamarla per anticipare l'incontro.
Pensa che riuscirò a superare del tutto questo mio problema? Ho paura di non farcela e di rovinare la mia vita per sempre.
[#13]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina
Non ha specificato che tipo di psicoterapia stia seguendo (analitica? Psicodinamica? Cognitiva)?
La frequenza mi sembra un po' scarsa e non saprei dirle di questo passo che tipo di obiettivo possa raggiungere e in quanto tempo.
Ma non posso interferire in alcuun modo con il piano terapeutico che avra' stabilito e concordato con la sua terapeuta.
Faccia il punto con lei anche alla luce di questa "domanda" che le viene rivoltga sul piano di realta' dal suo fidanzato.
I migliori saluti

[#14]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Dottoressa,
mi fa delle domande a cui non so rispondere. Non so di che tipo sia la mia terapia. Quando ci vediamo parliamo di quello che mi è successo durante la settimana, di come ho vissuto io quegli accaduti, e lei mi accompagna nelle mie scelte.
Abbiamo già parlato della "domanda" del mio fidanzato poichè lui me l'ha posta già più volte: come le dicevo ha una pazienza infinita e aggiungerei anche tanto amore, altrimenti non sarebbe ancora accanto a me!
Grazie.
[#15]
Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile signora, se lei dicesse ai suoi "Mamma papà, giorno tot ci sposiamo", cosa immagina che proverebbe, che accadrebbe, che sentirebbe? Cosa si sta sforzando di evitare? Dei sentimenti che non vuol provare, delle emozioni che giudica negative, dei pensieri che non vuol avere in mente?
[#16]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentile dottore Calì,
non so nemmeno io che risposta potrei dare alle sue domande. Una cosa è certa: non sono in pericolo di morte se dico la fatidica frase! Cosa sto cercando di evitare? Forse di far soffrire i miei con la mia separazione da loro e da questa casa. Ma, con la mia psicologa, mi sono convinta che così non sarà. La vita è mia e lascerò posto anche ai miei sentimenti per loro.
Adesso posso dirle questo: penso che parlando con loro mi sentirò meglio, perciò ho deciso che proprio questa sera dirò che io e il mio fidanzato abbiamo pensato a una data. Spero di farcela. Vi farò sapere come è andata e cosa ho provato.
Grazie a tutti.
[#17]
Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Una cosa è certa: non sono in pericolo di morte se dico la fatidica frase!

^___^

>>penso che parlando con loro mi sentirò meglio, perciò ho deciso che proprio questa sera dirò che io e il mio fidanzato abbiamo pensato a una data. Spero di farcela. Vi farò sapere come è andata e cosa ho provato.

Forse chi parlerà stasera non sarà solo una figlia, ma anche una partner ed una futura moglie...
Non è detto che dirlo ai suoi la farà star meglio. Ma può essere importante per lei farlo, ANCHE se non dovesse sentirsi meglio?

Auguri, se le andrà ci aggiorni!
[#18]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentilissimi dottori,
ce l'ho fatta!! Sono riuscita a parlare con mio padre. Per il momento mi sono rivolta solo a lui perchè è la persona che mi ha incoraggiata di più in tutta questa storia. Ieri sera ho trovato il coraggio di iniziare il discorso e, appena cominciato, le parole mi sono venute spontanee. E' stato un momento breve ma intenso. Per la prima volta, dopo tanti e tanti gesti, ho potuto dire a mio padre stavolta con le parole tutto l'immenso bene che provo per la mia famiglia. Ci siamo abbracciati e abbiamo anche pianto insieme. Lui mi ha rassicurata sul fatto che non si tratta di un "abbandono", che io sarò sempre con loro, ma che devo farmi una mia casa e una famiglia.
Adesso come mi sento? Non so, sicuramente più "leggera", sento che adesso posso muovermi più agevolmente senza le mie paure perchè so che lui è contento. Gli ho chiesto di dirlo lui a mia madre da cui ho avvertito segnali di ostilità. Lui dice che mi sbaglio (e lo vorrei sperare). Gli ho chiesto di aspettare dopo Pasqua. Forse ho ancora bisogno di un poco più di tempo....
Ho fatto un grande passo e ora voglio continuare.
Grazie a tutti.
[#19]
Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Gli ho chiesto di dirlo lui a mia madre da cui ho avvertito segnali di ostilità. Lui dice che mi sbaglio (e lo vorrei sperare). Gli ho chiesto di aspettare dopo Pasqua. Forse ho ancora bisogno di un poco più di tempo....

Gentile signora, innanzitutto auguri e complimenti per la comunicazione!

Soltanto una piccola "provocazione": se anche sua madre fosse ostile, vuol continuare a 48 anni a rifugiarsi dietro le gambe di papà?

Cordiali saluti
[#20]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Dottore,
ha perfettamente ragione. No, stavolta voglio "crescere" veramente: sono ormai decisa a intraprendere una nuova vita. Il tempo di cui ho bisogno mi serve solo ad abituarmi.
Mi sembra già sorprendente quello che sono riuscita a fare. Le sembrerà strano, ma per me è stato veramente difficile. A volte non ci conosciamo bene fino in fondo, così come io non conoscevo bene me stessa anzi pensavo di essere un'altra. E invece vengono fuori tante sorprese.
Grazie come sempre.
[#21]
Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Mi sembra già sorprendente quello che sono riuscita a fare. Le sembrerà strano, ma per me è stato veramente difficile

E pensi a quello che ancora potrà fare... ^___^

Non mi sembra strano che sia stato difficile, per lei. Affrontare le cose che maggiormente temiamo è difficile per tutti noi. Ma è a volte l'unico modo per rendere la nostra vita più ricca e significativa.

Tanti auguri per le sue scelte, e felicitazioni per il matrimonio!
[#22]
dopo
Attivo dal 2009 al 2016
Ex utente
Gentili medici, è passato un pò di tempo e dovrei dire che molte cose sono cambiate. Ma forse devo aggiungere che molte cose sono pure rimaste! In effetti adesso i miei rapporti con mio padre e mia sorella sono migliorati riguardo alla comunicazione del mio matrimonio. Resta, invece, bloccato totalmente quello con mia madre. Io e il mio fidanzato abbiamo fatto qualche passo: siamo già stati al comune e abbiamo fissato il giorno del nostro matrimonio, ma mia madre ancora non ne sa niente. Anzi, per la precisione, proprio la data l'ho taciuta anche a mio padre. L'altro giorno gli ho solo accennato a qualche possibile mese, ma non mi sono sbilanciata e lui resta sempre in attesa, anche perchè è l'unico della famiglia che mi chiede ogni tanto come procedono i preparativi. Quindi, come potete immaginare, non mi sento ancora del tutto bene. Sento che mi manca qualcosa e continuo a vivere questo momento come un macigno o come un clamoroso errore della mia vita. Adesso che so la data e che ancora non l'ho comunicata, mi sento peggio. Mi sembra di trovarmi in una situazione dalla quale non posso più venirne fuori. Qualche volta penso se non sto sbagliando tutto. Poi, quando sto con il mio fidanzato, mi sento bene e mi torna il piacere di organizzare con lui. Guarirò mai? Come posso uscirne da questa situazione? Sto sciupando quello che dovrebbe essere il periodo più bello della mia vita e mi vergogno per questo. Chissà quante persone vorrebbero essere al mio posto, perchè tutto sommato sono stata fortunata ad avere quello che ho! Scusate tanto il mio sfogo e grazie per avermi ascoltata. Cordiali saluti.
[#23]
Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Adesso che so la data e che ancora non l'ho comunicata, mi sento peggio.

Gentile signora, vede quanto sia amaramente ironica la situazione in cui si è andata a cacciare?

Evitare di comunicare la data la fa star male, ma ha paura di star male anche non comunicandola...

Cioè, cercando di evitare la sofferenza se ne sta procurando mooolta di più, e rischia di mettere in discussione anche le decisioni già prese...