Perimplantite retrograda

Vorrei cortesemente domandare che cosa è la perimplantite retrograda, quali sono le cause, i sintomi, dopo quanto si può manifestare dall'inserimento di un impianto, se dipende da una errata distribuzione dei carichi masticatori, se si può manifestare anche sui pilastri di "all on 4", pur ben posizionati e come si può prevenire o far regredire, una volta che sono apparse le primissime avvisaglie.
Grazie
[#1]
Dr. Marcello Fantini Dentista 786 25
La perimplantite retrograda è una forma di infezione implantare a partenza esclusiva dalla zona di tessuto osseo intorno all'apice dell'impianto. Può essere causata dalla presenza di focolai infettivi presenti nel sito di inserimento dell'impianto, ad esempio granulomi di radici estratte in precedenza o al momento dell'intervento oppure infezioni diffuse dall'apice di qualche dente infetto adiacente all'impianto.
Si può manifestare subito con infezione acuta purulenta o a distanza di tempo in maniera quasi asintomatica, non dipende dal trauma occlusale o dal tipo di intervento implantare. La terapia varia in funzione di vari fattori, e va dalla rimozione dell'impianto alla resezione del solo apice.
Per evitarla si dovrebbe evitare di inserire l'impianto in siti infetti o adiacenti a granulomi dentari.
Un saluto.

Dr. Marcello Fantini
Chirurgia orale - Implantologia

www.studiofantini.jimdo.com

[#2]
Dr. Giuseppe Oscar Muraca Dentista, Odontostomatologo 4k 84 6
1- che cosa è la perimplantite retrograda: è una infezione focale periapicale dell'impianto
2- quali sono le cause: inserimento di impianto in zona con residua infezione apicale non asportata. Caratteristico degli impianti post-estrattivi immediati o ritardati.
3- i sintomi: dolore spontaneo e alla palpazione, gonfiore e possibile fistola
4- dopo quanto si può manifestare dall'inserimento di un impianto: entro 30 giorni
5- dipende da una errata distribuzione dei carichi masticatori: no
6- si può manifestare anche sui pilastri di "all on 4": se con le premesse di cui sopra, certo.
7- come si può prevenire o far regredire: inserendo impianti in zone sane. Si può tentare con terapia antibiotica o anche con il disinserimento dell'impianto, la revisione chirurgica dell'alveolo implantare, la detersione con antibiotico locale ed il reinserimento di un nuovo impianto.

Nella speranza di essere stato di ausilio, la saluto.

Dr.Oscar G.ppe Muraca

La risposta ha carattere puramente informativo.

[#3]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio vivamente per le dettagliate ed esaurienti risposte, tuttavia in un documento a cura dell'Istituto Superiore di sanità "Studio in vitro sulle connssioni implantari dentali - 1123-3117 - Rapporti ISTISAN" si riporta la seguente definizione:
"1.2.1. Perimplantite retrograda
L’impianto può fallire per via di un sovraccarico, di un trauma o di fattori occlusali (parafunzioni). Si può avere sovraccarico, quando l’osso in cui si trova è di scarsa qualità o di quantità inadeguata, quando l’impianto si trova in una posizione tale per cui il carico è
direzionato fuori asse con una conseguente squilibrata distribuzione delle forze occlusali sulla superficie implantare, quando il numero totale degli impianti è insufficiente rispetto alla superficie masticatoria offerta dalla sovrastruttura protesica, quando la sovrastruttura stessa non combacia perfettamente con gli impianti stessi. Questo tipo di problematiche portano ad un quadro clinico caratterizzato da riassorbimento osseo periapicale senza che compaia
infiammazione dei tessuti molli perimplantari. Da qui il nome di perimplantite retrograda che si differenzia nettamente dalla perimplantite infettiva perché è associata ad una flora batterica
intrasulculare più coerente con uno stato di salute gengivale (prevalentemente Streptococchi).
Anche intorno al dente naturale carichi eccessivi possono causare una riduzione dell’osso mineralizzato, ma, in assenza di infiammazione parodontale di origine infettiva, si ha una regressione del fenomeno al venire meno del sovraccarico."
Quindi, una situazione del genere, con riassorbimento osseo periapicale può essere complicata da un'infezione, vera e propria perimplantite apicale e una volta installato l'impianto, come si può prevenire?
Grazie ancora.

[#4]
Dr. Armando Ponzi Dentista, Anatomopatologo, Gnatologo, Medico estetico 2.1k 56 18
Gentile paziente,
bisogna intanto conoscere i sintomi che manifesta:
-dolore spontaneo
-dolore alla masticazione
-ascessi o fistole
-valutazione della stabilità dell'impianto
-stato della gengiva marginale
Inoltre andrebbe segnalata la diagnosi radiologica rispetto a:
-rapporto tra apice implantare e osso vestibolare
-eventuale rapporto col seno mascellare
-possibile studio radiologico in 3D per una migliore definizione anatomotopografica.di impianto e lesione.
Poi andrebbe conosciuto lo stato del sito prima dell'impianto
Infine se l'uso di antibiotici modfica il quadro.
Ritenere che una definizione generica pur formulata da ISS debba necessariamente applicarsi al suo caso può essere un errore o indurlo.
Cordiali saluti

Dr. Armando Ponzi
www.sgfmedical.it

[#5]
Dr. Marcello Fantini Dentista 786 25
Che io sappia, ad oggi, la perimplantite può essere schematicamente divisa in:
-infettiva precoce: il sito chirurgico si infetta subito e l'impianto viene espulso;
-infettiva tardiva: ha la stessa genesi della parodontite, con simile composizione batterica all'interno delle tasche
-da trauma occlusale: è causata da errori protesici e/o da bruxismo
-retrograda: non dipende assolutamente dal trauma occlusale, ma da infezioni croniche già presenti nel sito chirurgico.

Le specifico che la perimplantite traumatica ha un quadro radiografico caratterizzato da un riassorbimento osseo verticale e lineare intorno a tutto l'impianto e non solo all'apice. Naturalmente possono esserci quadri radiografici misti dove al trauma occlusale si aggiunge la perimplantite infettiva.
Un saluto.
[#6]
Dr. Giuseppe Oscar Muraca Dentista, Odontostomatologo 4k 84 6
Potrebbe riportare, per completezza, anche gli autori del lavoro di cui sopra? Poi, sempre per completezza, questa sua domanda, alla quale mi sembra abbiamo risposto in modo coerente e dettagliato, è dettata da una sua esigenza personale (problemi con impianti nella sua bocca) o per mera curiosità?
Cordialmente
[#7]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
"cosa è la perimplantite retrograda, quali sono le cause, i sintomi"

Non aggiungo a quanto già riferito dai miei colleghi e al testo da lei citato.
Devo congratularmi con lei per la capacità che ha avuto di trovare una "perla" in mezzo a tanta spazzatura mediatica.




"dopo quanto si può manifestare dall'inserimento di un impianto"

Dipende dalle cause, ma può manifestarsi durante tutta la vita degli impianti, esattamente come la periodontite si può manifestare durante tutta la vita dei denti naturali.




"se dipende da una errata distribuzione dei carichi masticatori"

E' la causa decisamente più probabile.





"se si può manifestare anche sui pilastri di "all on 4", pur ben posizionati"

Descisamente si.
All-on-four ha una scarsa quantità di superficie implantare a contatto dell'osso.
In caso di carico masticatorio non ben calibrato, o in caso di parafunzioni come il bruxismo , questo contatto osseo piò rivelarsi insufficiente.
La metodica "all on four" è stata presentata per la prima volta alla comunità scientifica nel 2003; gli studi di sopravvivenza nel tempo sono quindi limitati.
Personalmente preferisco una altra strategia di approccio: la palizzata elettrosaldata.
Ne parlo diffusamente nel mio sito www.caricoimmediato.com.





"come si può prevenire o far regredire, una volta che sono apparse le primissime avvisaglie."

A volte si riesce, correggendo la protesi o lisciando le spire eventualmente esposte a causa della retrazione ossea, a contenerla.
Spesso però non è arrestabile e l'impianto deve essere rimosso.
Nel caso dell' All-on-Four questo è un grave problema, in quanto non esistono "ruote di scorta"; se un impianto "salta", ne vanno aggiunti altri.



Impossibile dirle di più on-line, senza una visita "di persona".

www.studioformentelli.it
Attività prevalente: Gnatologia e
Implantologia (scuola italiana)

[#8]
dopo
Utente
Utente
Egregi Colleghi, sono un medico anch'io quindi mi viene abbastanza facile distinguere nel web la spazzatura mediatica dalle cose un pò più serie, basta utilizzare PubMed o Google Scholar, ad esempio. In effetti mi rendo conto però, che di fronte ad una entità nosografica relativamente recente ci siano problemi di unanimi classificazioni eziologiche e questo è dimostrato anche dalle parziali difformità nei Vostri pareri: alcuni di Voi sostengono una genesi infettiva altri meccanica.
Ma visto che ognuno di Voi mi ha voluto pazientemente rispondere e, a sua volta domandarmi qualcosa, credo che tocchi a me dare delle risposte.
Al Dr. Ponzi e al Dr. Muraca dico che la mia non è mera curiosità, ma essendo portatore di un "all on 4", vorrei proprio prevenire spiacevoli complicanze, pur al momento non manifestando alcun problema. Come richiesto cito anche gli A.A. del testo riportato:
Rossella Bedini (a), Pietro Ioppolo (a), Raffaella Pecci (a),
Francesco Rizzo (b), Fabio Di Carlo (b), Manlio Quaranta (b)
(a) Dipartimento di Tecnologie e Salute, Istituto Superiore di Sanità, Roma (b) Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Roma.
Ringrazio tutti quanti, perchè se non altro ho capito che, in assenza di sintomi, il modo migliore di valutare un eventuale eccessivo riassorbimento osseo, quindi prevenire, è un accurato studio radiografico, come suggerisce il Dr. Fantini.
Chiudo con una ultimissima domanda al Dr. Formentelli, che pare l'unico a credere in una eziologia traumatica della perimplantite retrograda: ma sei veramente sicuro che i pilastri di all on 4 abbiano una scarsa superficie di inerfaccia con l'osso? Forse globalmente, ma singolarmente le viti sono piuttosto lunghe e saldamente ancorate.
O no? Lo domando ovviamente non in modo provocatorio, ma con umiltà, non essendo l'Odontoiatria la mia branca specifica.
Ancora grazie a tutti.

[#9]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
Si.
Secondo me è insufficiente.
Infatti NON LI FACCIO e NON LI HO MAI FATTI.
Metto almeno 8 impianti per arcata, meglio 10 e anche qualcuno in più, se ci stanno.
L'ideale teorico è un impianto a dente.
Se invece contiamo di quante radici ci ha fornito il Signore (o madre natura per i non credenti), vediamo che ci ha dato anche due o tre radici per dente.
Ma noi dentisti vogliamo fare di meglio: mettiamo 4 impianti per una intera arcata...
Ma non importa: aspettiamo gli studi longitudinali di sopravvivenza...
Malò ultimamente sta un pò ripensando alla sua metologia, e riserva ora gli all-on-four alle situazioni ottimali.

Ti dirà di più, caro collega.
L'implantologia elettrosaldata (scuola italiana) ha 40 anni di esperienza, ma si è sviluppata in ambito privato.
La casistica longitudinale esiste, ed è soddisfacente.

Io mi sono occupato di gnatologia e di bruxismo in particolare, anche se "nasco" come implantologo.
E sai perchè?
Perchè mi sono stufato di vedere alcuni lavori implantari, correttamente eseguiti, naufragare nel tempo.
Ne parlerò fra un mesetto in una conferenza serale in provincia di Cuneo, di questo rapporto fra impianti e bruxismo.
Contattami in privato, che ti manderò l'invito.

Se sei bruxista (e questo NON LO PUOI SAPERE), sei probabilmente fregato, con l'All-on-four".

Un anticipo qui:
www.medicitalia.it/minforma/Gnatologia-clinica/1363/Bruxismo-diagnosi-e-terapia
Leggilo.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Volentieri Dr. Formentelli, ti contatterò per mail, se mi giri l'invito farò il possibile per venire, ma una curiosità: se io non posso sapere di essere bruxista, allora chi lo è... come fa a saperlo?
A presto.
[#11]
Dr. Sergio Formentelli Dentista, Gnatologo, Ortodontista, Odontostomatologo 7.5k 226 18
Leggi il mininforma che ho linkato...
Salute orale

Igiene dentale, carie, afte e patologie della bocca: tutto quello che devi sapere sulla salute orale e sulla prevenzione dei disturbi di denti e mucosa boccale.

Leggi tutto