Crisi esistenziale?

Credo di essere nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Proverò a ripercorrere le varie tappe senza perdermi e senza essere troppo contorta. Ho 19 anni e ho sempre avuto una vita normale, senza lutti particolari o violenze, ho una bella famiglia che mi ha sempre seguita e sono sempre andata bene a scuola. Ho passato una bella infanzia e una bella adolescenza, priva di quelle tipiche tensioni e crisi che di solito turbano quella fase della vita. Adesso ho quasi 20 anni e mi ritrovo a scrivere a questo forum nella speranza di scoprire veramente cosa mi sta succedendo! Il 2007 è stato un anno di cambiamenti e sfide per me: la maturità, la patente, l'inizio dell'università... tutto sembrava scorrere liscio come l'olio. E' stato difficile scegliere il corso di laurea, alla fine ho optato per un compromesso tra passione e possibilità di trovare lavoro, ma il primo trimestre mi ero trovata bene sia come compagni di corso sia come materie e pensavo veramente d'aver fatto la scelta giusta. Poi, verso novembre, ho iniziato a calare di tono, ma all'inizio sembrava un momento di sconforto passeggero senza un vero motivo, come ne ho passati altri. Verso dicembre la situazione si aggrava e comincio ad individuare, sebbene con non molta nitidezza, quel senso di straniamento che mi accompagnerà poi per molti mesi. Agli inizi di gennaio seguo una cura di antibiotico e cortisone per circa una settimana, a causa di una mia negligenza. Guarisco in fretta, ma subito dopo crollo emotivamente. Comincio a soffrire d'ansia, senso di straniamento, palpitazioni, depressione, non riesco più a stare da sola e devo assolutamente dormire con i miei, pena l'insonnia. Il mio medico di base sostiene che si tratta di un insieme di cose: il passaggio dal liceo all'università, la pillola anticoncezionale che avevo cambiato quell'inverno, la cura al cortisone, il periodo invernale che non aiuta con le scarse ore di luce, e mi prescrive alcune punture di ricostituenti, mezza pastiglia di sereupin al giorno per una settimana e melatonina per dormire. Per quella settimana le cose sembrano migliorare, ma appena smetto il sereupin si torna ancora al punto di prima. Faccio qualche crisi di pianto incontrollato, non riesco a preparare gli esami e ciò mi fa stare ancora più in ansia, non mi piacciono più le cose che mi piacevano un tempo, mi sento spaesata anche in casa mia e non ho voglia di uscire con gli amici. Torno alla pillola anticoncezionale che prendevo precedentemente ma le cose non migliorano. I miei non mi vogliono portare da uno specialista, nonostante le mie richieste, dicendo che ce la posso fare anche da sola, che è una forma di depressione di cui soffre anche mio padre e di cui soffrì mio nonno, e che si può tenere sotto controllo. Allora comincio ad uscire con gli amici, ad andare in palestra, a prendere i fiori di Bach Rescue Remedy, continuo con la melatonina e le cose sembrano migliorare, ma noto un sensibile calo delle difese immunitarie: sto sempre male e mi basta una goccia in testa per avere la febbre. Con la primavera le cose sembrano migliorare veramente, ho ancora delle crisi ma più leggere, riesco a dormire anche da sola e anche senza melatonina, e tutto sembra sparire quando esco con gli amici e mi diverto. Comincio a riscoprire qualcosa che mi piace, con l'omeopatia ripristino le difese immunitarie e per un mesetto (da fine marzo a una settimana fa) mi sembra veramente di stare di nuovo bene. Ma da una settimana a questa parte, ecco che quel fastidioso senso di straniamento ritorna. E' come se non fossi più me stessa, non ritrovo più le mie coordinate, le cose che mi piaceva fare, le cose in cui credevo, è come se mi avessero preso e messo su un pianeta su cui non sono mai stata. Nel frattempo, con una nuova consapevolezza, realizzo che mi manca terribilmente il liceo, il clima intimo di una classe di 20 persone, il rapporto che avevo con i miei compagni e con i professori, totalmente assente all'università. Adesso ho paura di non essere all'altezza, di non superare gli esami, di aver scelto il corso di laurea sbagliato, di non riuscire nella vita, nel lavoro, e mi chiedo cosa ne sarà di me, il futuro mi spaventa tantissimo e mi sento terribilmente una bambina, nonostante la mia età. Tutto ciò crea ansia su ansia. Tutti mi dicono che è una fase di transizione, che passerà, che devo avere pazienza, ma sento che qualcosa in me è irreversibilmente cambiato, a partire dalla consapevolezza che la mia psiche, che sono sempre riuscita a dominare, adesso mi abbia giocato questo brutto scherzo, e che il mio cervello può ammalarsi esattamente come si ammala il mio corpo. Non posso ignorare che anche se guarissi un giorno, nel corso della vita potrei ricadere in una crisi del genere e ciò mi spaventa moltissimo, al punto che non riesco più a distinguere quanto quest'ansia, questa depressione e questo senso di spaesamento derivino da un reale disagio o siano solo frutto della mia paura di ricadere in una crisi ormai passata. Sono sempre stata una ragazza molto sensibile ed emotiva, ma allo stesso tempo ho sempre attraversato grandi cambiamenti senza perdere la voglia di vivere, anzi, ho sempre amato viaggiare e cambiare. Cosa mi sta succedendo allora? Scusate la prolissità ma ho bisogno più che mai di parlare.
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Dr. Mariano Indelicato Psicologo, Psicoterapeuta 124 4 1
Gentile utente,
malgrado le resistenze dei suoi genitori deve consultare al più presto uno specialista che possa meglio individuare e classificare i suoi problemi ed individuare un percorso di cura.

Indelicato Dott. Mariano
idm@dottindelicato.it
www.dottindelicato.it
www.psicoterapiacoppia.it

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Dr.ssa Maria Francesca Basoni Psicologo, Psicoterapeuta 32 6
Gentile utente,

non sottovaluterei i suoi sentimenti travagliati e le sue reali difficoltà: è vero che si trova in una fase della vita contraddistinta da passaggi forti e importanti, che richiedono sforzo e coraggio a chi li affronta, ma è anche vero che le persone sono diverse e affrontano con risorse diverse i momenti della vita.
Proprio per questo motivo non banalizzreri o generalizzerei il suo malessere, prima di aver consultato personalmente uno specialista. Esistono consultori pubblici o Centri di Igiene Mentale dove potrà effettuare colloqui con psicologi, pagando soltanto il ticket, oppure rivolgersi ad un professionista privatamente. Visto la motivazione e il desiderio di parlare con qualcuno dei suoi problemi, non esiterei a chiedere aiuto...proprio come ha fatto attraverso questo sito.
Brava.

In bocca al lupo
dott.sa Maria Francesca Basoni
b.mariafrancesca@email.it

[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
gentile ragazza,
dev'essere proprio brutto avvertire di non essere più se stessi, di aver perso "le coordinate", come dici tu

Sembri una ragazza molto insicura, e sembra che il tuo umore negli ultimi anni abbia un poco "altalenato"

Per questi motivi il primo consiglio che ti posso dare è quello di fare una consulenza psichiatrica: con l'aiuto del medico potrai capire come inquadrare la situazione dal punto di vista dell'umore

Questa sarà una buona base di partenza per affrontare tutto il resto con una maggiore serenità: se infatti avverti te stessa meno ansiosamente sarai anche più motivata ad affrontare un eventuale lavoro, proprio come ti hanno consigliato prima i miei Colleghi

ma quello che non farei più è aspettare e soffrire inutilmente

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#4]
dopo
Attivo dal 2008 al 2011
Ex utente
Sì è vero l'umore ha altalenato ma perché, come ho spiegato, sono sempre stata molto sensibile e ho sempre "captato" sensazioni e dettagli a cui la maggior parte delle persone di solito non fa caso e magari a volte sono stata male per sciocchezze. Ma ormai avevo imparato a conoscermi e la cosa non mi dava fastidio: per ogni momento di tristezza c'era una causa, ed eliminata la causa, eliminato l'effetto. Preciso comunque che così come ci voleva poco a sconfortarmi, altrettanto poco ci voleva per tirarmi su di morale, e ho sempre trovato piccoli espedienti per rallegrarmi in un momento di sconforto. Adesso non riesco ad individuare una causa precisa da eliminare e comunque i sintomi sono ben diversi da un momento di sconforto. E mi viene da pensare a quante volte ho abusato della parola "depressione" senza sapere nemmeno lontanamente cosa significasse e sembra quasi che qualcuno abbia voluto mandarmela per farmene rendere conto. Non sono mai stata una campionessa di autostima ma nella vita ho sempre saputo stare in compagnia e stare da sola, ho sempre saputo sbarazzarmi delle situazioni in cui non mi sentivo a mio agio, ho cambiato giri d'amicizie e ragazzi quando non mi sentivo più bene con loro, ho superato varie sfide in vari ambiti della mia esistenza e non ho mai avuto dubbi che in futuro avrei potuto fare grandi cose. Adesso che sto per entrare in questo "futuro", però, mi sento veramente persa e mi chiedo chi si prenderà cura di me quando i miei non ci saranno più e io vivrò ancora crisi come questa. L'ultima cosa che voglio è dipendere da qualcuno e vorrei tanto tornare ad essere quella di un tempo. Mi chiedo se, prima di provare con gli psicofarmaci (sono così giovane! E una volta ho provato una pastiglia intera di Sereupin perché mi sentivo malissimo e sono stata peggio ancora per tutto quel giorno! Non ho toccato cibo, il cuore mi sembrava scoppiasse e non riuscivo a stare ferma!), potessi passare da qualcosa di più naturale. Ho sentito parlare di yoga e training autogeno molto bene. Cosa ne pensate?
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Sicuramente le tecniche di rilassamento hanno un ruolo fondamentale, ma solo in un processo terapeutico ben definito

Non avere paura, parlane con una persona in carne ed ossa però