Mi ha per ora sconsigliato l'intervento ma non mi ha indicato nessuna cura alternativa

Buonasera ,

Ho 40 anni e nel lontano 1994 mi è stata diagnosticata una ernia del disco in posizione L5/S1. Sino a circa un anno fa non ho avuto particolari problemi. Sciavo, giocavo a calcetto e altro senza sopportare altro che qualche sporadico mal di schiena. Da circa un anno la situazione ha cominciato a peggiorare. Nel novembre dello scorso anno sono rimasto bloccato per circa 10 giorni con un forte dolore alla schiena. Superato questo con 10 somministrazioni di muscoril e feldene, il dolore si è spostato alla gamba. Ho pertanto rifatto sia RM che TAC.
Gli esiti sono i seguenti:
RM L5-S1 senza contrasto:
Il canale spinale ha normali dimensioni. Perdita della fisiologica lordosi. Modificazioni degenerative osteocondristiche interessano il tratto compreso tra i metameri L4 ed S1 ove i dischi interposti presentano riduzione di spessore, iposegnale nelle immagini T2-dipendenti e debordamento circonferenzale dell'anello fibroso. Ad L4-L5, ernia discale sottolegamentosa posteriore mediana determina netta impronta sul versante anteriore del sacco durale. Ad L5-S1 ulteriore voluminosa ernia discale posterolaterale sinistra determina netta impronta sulla radice nervosa S1 omolaterale. Parziale impegno da parte discale delle porzioni caudali dei forami di coniugazione a prevalenza sinistra ad entrambi i livelli. Normale aspetto delle restanti unità disco-somatiche, del rigonfiamento lombare del midollo spinale, delle radici nervose della cauda equina e della muscolatura paravertebrale.
TAC da L3 a S1: ad L4-L5 ernia discale posteriore mediana e paramedica bilaterale determina modesta impronta sul sacco durale. Ad L5-S1 si rileva la presenza di voluminosa ernia discale posterolaterale sinistra che determina netta impronta sulla radice nervosa S1 omolaterale all'emergenza del sacco durale.
Oggi il dolore alla parte posteriore della coscia e' sopportabile solo con la somministrazione di antidolorifici e comunque ho completamente interrotto qualsiasi attività, compresa una gita in bicicletta con i miei figli. Non ho deficit di sensibilità.
Il neurochirurgo che mi ha visitato, mi ha per ora sconsigliato l'intervento ma non mi ha indicato nessuna cura alternativa.
La mia domanda e' la seguente. A 40 anni devo convincermi che dovrò convivere con questo dolore ed essere impossibilitato a svolgere tutte quelle attività che facevo prima o, in alternativa all'intervento chirurgico e' possibile esplorare soluzioni alternative.

Ringrazio in anticipo chiunque mi dia qualche informazione o suggerimento sulla strada da percorrere per tornare ad una vita normale.

Cordiali saluti
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Se il Neurochirurgo non ha rilevato deficit di forza agli arti inf. nè altri tipi di disturbi, si può ancora attendere tenendo presente che le algie rispondono abbastanza bene al trattamento conservativo/sintomatico (e fin quando rispondono).
Viceversa, bisognerà prendere in seria considerazione l'opportunità di decomprimere la/le radici nervose che possono essere interessate.
A distanza, direi che il livello interessato sia il 5-1, ma l'obiettività clinica, la visura delle immagini e, ancor più, l'esito di un'infiltrazione nel punto maggiormente sospettato dovrebbero definire la zona di maggior sofferenza.
Una volta stabilito ciò, si potrà discutere sulla migliore via da percorrere.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottor Della Corte. Innanzitutto la ringrazio molto della sua cortese risposta.
Approfitterei ancora della sua pazienza per una domanda e un paio di chiarimenti relativi alla sua risposta.

In queste settimane mi sto sottoponendo a delle manipolazioni da parte di un chiropratico. Le opinioni al riguardo sono molto controverse. Lei cosa ne pensa?

In merito alla sua risposta vorrei chiederle cosa intende per "trattamento conservativo/sintomatico" . Io sto prendendo dell'aulin alla mattina e alla sera. Vorrei capire se vi sono farmaci più indicati e se non si possa approciare in maniera più strutturata il problema verificando con un medico l'efficacia del trattamento antinfiammatorio Tra l'altro avevo sentito che l'aulin poteva avere controindicazioni importanti.

Quando parla di decomprimere le radici nervose intende un intervento o ci sono tecniche differenti?

Cosa intende per infiltrazione nel punto maggiormente sospettato?

Nel ringraziarla in anticipo della sua risposta, le auguro buona sera
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Dr. Nicola Boari Neurochirurgo 3
Buona sera,
innanzitutto desidererei chiederle se il dolore è irradiato nell'arto inferiore sinistro, e quindi con un lato congruo con la compressione radicolare esercitata dell'ernia discale L5-S1 evidenziata delle indagini effettuate.
In relazione a quanto racconta e, se non sussitono controindicazioni relative ad altre patologie, riterrei indicato un ciclo di terapia cortisonica di 15 giorni. In caso di beneficio potrebbe continuare con al terapia fisica per 'consolidare' il risultato. Se non avesse alcun beneficio nè dalla terapia steroidea nè dalla terapia fisica e ritenesse l'attuale sintomatologia fortemente invalidante nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, ritengo che dopo visione della documentazione radiologica e valutazione clinica diretta, andrebbe ragionevolmente preso in considerazione l'intervento chirurgico di microdiscectomia.
Cordiali saluti
Nicola Boari

Dott. N. Boari - Neurochirurgo
Dirigente Medico Senior
U.O. di Neurochirurgia e Gamma Knife - I.R.C.C.S. Ospedale San Raffaele - Milano

[#4]
dopo
Utente
Utente
Dott. Boari,

Ringrazio molto anche lei per la sua risposta. Il dolore si sviluppa nella parte posteriore della gamba sinistra, direi sino dietro il ginocchio.

Mi rimane il dubbio della chiropratica. Non so se continuare o interrompere le sedute. Premesso che è necessaria una visione degli esami ed una visita approfondita, ho letto della coblazione. È una tecnica che si può prendere in considerazione, qualora non funzionasse la terapia antidolorifica?

In merito all'intervento chirurgico, quali sono i rischi legati ad esiti cicatriziali o recidive?

Ringrazio e saluto cordialmente
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Dr. Nicola Boari Neurochirurgo 3
Buona sera,
il dolore radicolare sembra quindi congruo con l'ernia che è stata documentata dalla RMN.
Per quanto riguarda la chiropratica pur non essendone un sostenitore, ritengo che su un problema lombare in alcuni casi possa dare dei benefici. Valuti lei con un criterio molto empirico, se soggettivamente trova beneficio dopo le sedute a cui si sottopone prosegua, se non vede miglioramenti interrompa. Io sono solito consigliare la classica fisioterapia e ginnastica posturale attiva, anche se non ho preconcetti assoluti verso altre forme di terapia fisica.
Per quanto riguarda l'intervento chirurgico, in assenza di deficit neurologici, come le avevo specificato, è da ritenersi indicato solo in caso di una sintomatologia fortemente invalidante non responsiva alle terapie conservative.
Il rischio stimato di recidiva sul livello operato è intorno al 5%; il rischio legato ad una recidiva è la eventuale necessità di un reintervento.
Il rischio di aderenze cicatriziali condizionanti una radicolopatia cronica è basso, per quanto non nullo, in quanto nell'approccio microchirurgico l'incisione di 3-4 cm e la dissezione tissutale è veramente ridotta.
Come le avevo consigliato prima di considerare l'opzione chirurgica eventualmente proverei con un ciclo di breve durata di terapia cortisonica.
Cordiali saluti
Nicola Boari
[#6]
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Utente
Utente
gent.mi dottori,

ultime mie riflessioni prima di prendere una decisione. Vi ringrazio sin d'ora per i chiarimenti che mi vorrete fornire.

cosa intendeva il dott. Della Corte con decompressione delle radici nervose? è l'operazione o vi sono altri metodi?. Cos'è la coblazione? è una tecnica che si può prendere in considerazione?

Per trattamento cortisonico si intentendo delle punture intramuscolari o infiltrazioni più specifiche?

Grazie della vostra pazienza e cordiali saluti,
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
L'intervente di decompressione della radice nervosa spinale si esegue con tecnica mininvasiva (un cm scarso di incisione sulla cute, prosecuzione per via smussa ed introduzione dello strumentario nel forame di coniugazione dove si trova la radice nervosa).
La coblazione è un'altra cosa e non ritengo utile che venga eseguita nel Suo caso.
le infiltrazioni sono più specifiche ed hanno anche il vantaggio di individuare il punto di maggior sofferenza. Quelle intramuscolari hanno una minore pretesa di riuscire nel loro intento anche se quest'ultimo trattamento ha dato dei buoni, ma quasi sempre temporanei, risultati.
Cordialmente.
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signore,
nei referti sia della RM che della TC è descritta una voluminosa ernia discale in L5-S1 con compressione della radice nervosa.
Se Lei ha necessità di controllare il dolore con farmaci antiinfiammatori e cortisonici e di essi ha sempre maggior necessità, personalmente non vedo quali siano i motivi di perplessità ad intervenire chirurgicamente.

Attendere che compaiano deficit della sensibilità o,peggio, della forza muscolare, non mi sembra un atteggiamento clinicamente e terapeuticamente giustificabile, per due motivi principali:
1) il deficit di forza può instaurarsi improvvisamente e il necessario intervento d'urgenza può non essere sufficiente alla ripresa della funzionalità muscolare
2) l'uso prolungato di farmaci può esporre a rischio di effetti collaterali di cui non vedo i motivi per correre tale rischio.

L'intervento, al di là dei rischi generici (sicuramente inferiori ai potenziali rischi del non intervento), se indicato, non ha terapie alternative.
La tecnica microchirurgica inoltre riduce quasi a zero le complicanze di recidiva e di reazioni cicatriziali.

Queste mie considerazioni,comunque, vanno ritenute generiche e non necessariamente applicabili al Suo caso, in quanto una indicazione terapeutica, medica o chirurgica, può essere formulata solo a seguito della valutazione clinica diretta del paziente.

Cordialmente

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dopo
Utente
Utente
Gent.mi dottori,

Ringrazio tutti voi dei preziosi interventi che mi hanno permesso di prendere una decisione.

Cordiali saluti