Certi farmaci (in specie: antidepressivi) indeboliscono le difese immunitarie?

Egregi Dottori, buongiorno.
Ho avuto da poco un rapporto sessuale con una escort con rottura del preservativo verso fine rapporto.
Ho chiesto informazioni su cosa fare in un centro mts e, essendo al momento sano, mi hanno detto di tornare per degli esami tra 30 giorni.

Dal momento che, già precedentemente a quel fatto, avevo un pò di problemi di ansia e giù di morale a causa della fine di un rapporto sentimentale, un dottore mi aveva prescritto un antidepressivo l'Efexor 37,5 mg (venlafaxina), uno SNRI.
(preciso che ntanto io stavo già prendendo ogni tanto dell'alprazolam, 0,25 x 3 al giorno)

Prima che iniziassi a prendere l'efexor ho avuto quel rapporto a rischio.

La domanda è se tale farmaco può avere effetti indebolenti sul sistema immunitario, non solo per l'HIV, ma in generale per le MTS e dunque può alterare le mie difese in questo periodo, e in tal caso se sia meglio rimandarne l'assunzione solo una volta fatti gli esami.

Già che ci sono se in generale ci sono farmiaci che indeboliscono le difese immunitarie e di che tipo?

Cordialmente ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non risulta, ma che c'entra di dover rimandare l'assunzione in associazione agli esami ? Sembra che esprima due dubbi, uno sul fatto di poter essere più vulnerabile (a eventuali infezioni), l'altro che prendendo i farmaci la risposta immunitaria (ad una infezione già contratta) sia meno visibile con gli esami. Sono due cose diverse comunque.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Egr. Dottore, la ringrazio.
Credo di essermi espresso male nella chiusura della mia richiesta, che ha provocato il conseguente legittimo suo dubbio interpretativo.

La domanda era se quel farmaco indebolisse o meno le difese immunitarie (e se in generale esistono farmaci che provocano tale effetto).
Visto che non ho ancora iniziato ad assumerlo, se mi si dicesse "sì" quel farmaco indebolisce le difese, chiaramente aspetterei a prenderlo. (per quanto riguarda il possibile sfalsamento degli esami potrebbe certo avere la sua rilevanza, anche questo non lo so, comunque in primis mi preoccupo di eventuali effetti indebolenti sull'organismo).

So che probabilmente per un medico è una domanda insensata, ma, chiaramente, non conoscendo io minimamente i meccanismi che scattano nel nostro corpo al momento in cui si contrae un'infezione, l'interrogativo nasceva dal fatto che ho fatto questo (rozzo s'intende) ragionamento: mettiamo il caso che io abbia contratto qualche infezione, ora immagino che il mio sistema immunitario stia cercando di alzare le mura contro "l'ospite" indesiderato, e per farlo dovrà avere le truppe al massimo delle forze, dunque evitiamo di indebolirle. Ecco, tutto qui.

Ma se lei mi dice che l'efexor non ha ripercussioni sui miei anticorpi il discorso è chiuso e inizio a prenderlo tranquillamente.

Se posso approfittare della sua competenza e cortesia a questo punto mi permetterei anche di chiederle questo: sto assumendo da 2 mesi e mezzo l'alprazolam 0,25 x 3 volte al die, ora vorrei iniziare ad abbandonarlo per non rischiare la dipendenza.
Come mi consiglia di fare per diminuirlo senza avere ripercussioni?
(anche considerando che inizierei a prendere l'efexor?)

Ho già provato a togliere mezza delle 2 palline contenute nella capsula da 0,25 di valeans (dunque toglievo la metà di 0,125 mg, ossia 0,0625) alla settimana, e quella successiva prendevo solo 1 pallina 3 volte al die (dunque 0,125 x 3), ma a volte sentivo vertigini, sbandamenti, "svuotamenti" del capo, ripercussioni di tremore agli arti (il tutto nelle classiche situazioni in cui compare l'ansia e il panico).
E' un po' difficile da spiegare la sensazione concreta, comunque in sostanza mi parevano essere sintomi da astinenza.

La ringrazio nuovamente.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La terapia antidepressiva non immunodeprime, in ogni caso non deve ragionarci in termini così generici, perché i meccanismi dell'immunità sono diversi e non sempre per ogni virus o batterio gli stessi, ad esempio pare che nella progressione di alcune infezioni che si localizzano nel sistema immunitario (come l'hiv), le frequenti reazioni immunitarie favoriscano il proliferare del virus.
Detto questo, segua la cura prescritta dal suo medico, e naturalment esponga anche a lui questo suo dubbioo. Per lo xanax, dopo 2 mesi è già assuefatto, per cui va ridotto con una certa gradualità, non richiede molto tempo la cosa, ma è bene farla quando si sta meglio per azione della terapia antidepressiva, il medico le indicherà come di preciso.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La ringrazio Dottore.
Ad ogni modo sono 3 settimane che prendo l'efexor 27,5 mg e, come effetti, non mi pare di avere avuto miglioramenti su quelle sensazioni di sbandamento, vertigini e capogiri, anzi, mi pare siano aumentate.
E' normale nei primi periodi, oppure può essere un farmaco non adatto a me?
Faccio anche fatica a ridurre il valeans, mi pare di sentire sintomi da astinenza.
[#5]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
La ringrazio Dottore.
Ad ogni modo sono 3 settimane che prendo l'efexor 27,5 mg e, come effetti, non mi pare di avere avuto miglioramenti su quelle sensazioni di sbandamento, vertigini e capogiri, anzi, mi pare siano aumentate.
E' normale nei primi periodi, oppure può essere un farmaco non adatto a me?
Faccio anche fatica a ridurre il valeans, mi pare di sentire sintomi da astinenza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
E' normale nei primi periodi (di solito nelle prime 2-4 settimane). Non è necessario procedere subito ad una riduzione dell'ansiolitico, in questo la guiderà il suo medico, di solito si attende di star meglio.
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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie ancora Dottore.
Mi chiedevo se un uso prolungato dell'alprazolam, oltre le 8/12 settimane indicate nel bugiardino come periodo massimo, possa poi dare problemi di dipendenza, oppure se anche oltre tale periodo si riesce poi ad abbandonarlo.

Consideri che prendo una dose bassa, 0,25 mg x 3 al giorno e, come lei sopra diceva, dopo 4 mesi mi pare di essere ormai assuefatto perchè non sento particolari benefici, ma ho anche paura a prolungarlo o ad aumentarne il dosaggio a 0,50 sempre per la questione dipendenza.

Un'ultima cosa: con l'efexor (ora 37,5, a rilascio prolungato, poi passerò al 75mg) l'alcol è assolutamente da evitare oppure (almeno ogni tanto) un bicchiere di vino a pasto si può bere?
Non ho capito, infatti, se, come ho sentito dire, è un'assunzione da evitare in assoluto, oppure se è cosa soggettiva e posso magari provare a bere appena 2 dita di vino e vedere se mi dà interferenze.

Io non sono un assuntore di alcool, ma chiaramente ogni tanto può capitare di trovarsi a cena e volevo capire se anche un semplice bicchiere può dare problemi.
Tanto per dire, qualche anno fa ho preso per alcuni mesi il cipralex 10 mg, ma non ho mai sentito disturbi con un'assunzione moderata di l'alcool, dunque mi domandavo se fosse un pericolo comune a tale categoria di farmaci, o se è l'efexor a risentirne di più di altri.

La ringrazio.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Un uso prolungato determina assuefazione, ovvero necessità di sospensione graduale, la "dipendenza" si sviluppa per usi autogestiti e non necessariamente regolari, se mai l'uso regolare è una conseguenza di una dipendenza che si è sviluppata.

L'associazione di alcol e benzodiazepine è sconsigliata.

Con gli antidepressivi le reazioni possono a volte essere di agitazione o disinibizione eccessiva, questo varia da persona a persona.
[#9]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Nuovamente grazie Dottore; però mi scusi ma per mia ignoranza medica non credo di aver capito bene.
Io pensavo che assuefazione significasse una mancanza o perdita di effetti a quel dosaggio, e che quindi per avere i medesimi benefici esso dovesse essere aumentato.
Se ho ben capito, invece, lei mi sta spiegando che l'assuefazione è più che altro un campanello d'allarme indicante la necessità di sospensione, per non indurre dipendenza?
E mi dice anche che il rischio di dipendenza non deriva tanto da un uso regolare, ma più da una cura "fai da te" per ciò che riguarda i dosaggi e i tempi?

Ad ogni modo spero che l'Efexor faccia i suoi effetti prima possibile, perchè anche se sono solo 4 mesi che prendo l'alprazolam non vorrei che mi avesse già creato dipendenza (con questo magari confermo di non aver capito nulla di quello che mi ha detto, ma chiaramente è un timore che vorrei esprimere).

Cordiali saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
"Io pensavo che assuefazione significasse una mancanza o perdita di effetti a quel dosaggio, e che quindi per avere i medesimi benefici esso dovesse essere aumentato."

Si, infatti, esattamente così. Ma la dipendenza non è questo. Due cose diverse, assuefazione e dipendenza.

Chi è assuefatto non è dipendente da qualcosa, per staccarsene è sufficiente che provveda a una riduzione graduale. Molte terapie inducono assuefazione, ma questo è solo un aspetto collaterale, non è una dipendenza.



Il rischio di dipendenza significa rischio di attaccamento ad un farmaco non per la sua funzione terapeutica ma per l'aspettativa di benessere che invece non si verifica: questo di solito corrisponde ad un uso frequente e pesante, quindi spesso chi è dipendente è anche in una condizione di assuefazione.


[#11]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie Dottore, ho capito meglio. L'unica cosa è che mi rimane il dubbio se un uso di 4 mesi di alprazolam possa già avermi reso dipendente, seppur a dosi basse di 0,25 x 3.
In tal caso si riuscirebbe comunque in qualche modo ad abbandonarlo?

Ora comunque sento che l'Efexor dopo 1 mese sta facendo qualche effetto (sono passato da pochi giorni al 75 mg) e dunque sto provando quindi a diminuire il valeans poco per volta, prendendo 2 pastiglie durante il giorno, oppure altalenando minimamente le dosi (nel senso che magari non lo prendo alla sera e lo assumo poi piuttosto quando durante la giornata sento più il bisogno di stare tranquillo).


Però c'è un però: come immaginavo l'Efexor mi dà qualche riflesso sulla sfera sessuale e precisamente erezione più debole, piacere ritardato e solo a seguito di stimolazione molto vigorosa.

Dal momento che ciò capitava già col 37,5 mg e ora sono passato al 75mg, sento di avere un deficit erettivo per un normale rapporto completo, con costante turgore minore e episodi di cali erettivi.

Mi chiedevo allora se fosse il caso di provare, magari anche a dosi minimissime, qualche aiuto farmacologico, viagra o simili per intenderci.
Consideri che comunque non ho rapporti frequenti, dunque mi capiterebbe raramente di assumerlo, magari 1 volta a settimana.

Mi imbarazza persino un po' a chiederlo al mio medico, perchè sono giovane e normalmente non avrei mai bisogno di ricorrere a ciò, dunque chiedo prima a lei, ma mi creda che non riuscire ad avere un rapporto normale, non tanto per la durata quanto per un'erezione normale, crea non pochi dispiaceri.

Cordialmente.
[#12]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Sì, dopo 4 mesi c'è assuefazione a quella dose, più al valeans che è della stessa famiglia. Va operata una riduzione graduale secondo quel che il medico le indica.
Il viagra si può usare in associazione agli antidepressivi, ma per averne conferma bisogna che chieda al medico stesso. Non c'è motivo per non dirglielo, può darsi che abbia anche altre soluzioni.
[#13]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Grazie nuovamente Dottore, sentirò il mio medico, come Lei dice magari ha altre soluzioni.

Come sa, l'efexor - almeno a me - provoca un minore tono erettivo e anche minore sensibilità con conseguente allungamento del tempo per l'orgasmo.

Gentilmente, nel caso dovessi poi ricorrere a quei farmaci, vorrei chiederLe, anche se so che non prescrivete terapie online, se riuscirebbe a dirmi quale potrebbe essere a Suo avviso il farmaco più adatto tra i vari viagra, cialis, levitra ed altri se ve ne sono, considerando che mi pare che alcuni di essi abbiano anche proprio l'effetto di allungare i tempi del piacere, cosa che certamente non cerco, cerco solamente un migliore tono erettivo.

Un cordiale saluto e ancora grazie per i chiarimenti e tutto questo tempo che mi sta dedicando gratuitamente.
[#14]
dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Dottore, giusto per completezza d'informazione le faccio sapere che dopo 1 mese di Efexor a 37,5 e 10 gg a 75 mg inizio a sentire i benefici della cura, ma l'erezione va e viene durante il rapporto e la difficoltà a raggiungere l'orgasmo è molto alta.
Inoltre come altro effetto collaterale ho notato una sudorazione elevata, ma quello mi preoccupa minimamente rispetto al problema sessuale.

Secondo lei andando avanti con la cura i disturbi potrebbero attenuarsi?

Cordiali saluti.
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

I farmaci tipo viagra in generale si possono associare a queste terapie. Se sì, cosa e come deve indicarglielo il suo medico.
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