Depressione mascherata ed acufene

Buonasera,
ho 52 anni e sono un professionista nel settore della consulenza aziendale. Negli ultimi 8 mesi ho subito un forte stress causato sia dagli impegni di lavoro che da due eventi negativi congiunti. Il primo causato dalla morte di mio padre, malato di Alzheimer, che ho vissuto in tutto il decorso della malattia. Il secondo evento è stato causato dall'innamoramento di una donna, amica di mia moglie. Ho mantenuto per circa un mese un rapporto extraconiugale che mi ha completamente assorbito (un vero amore) poi siamo stati scoperti ed è stato un vero trauma. Ho scelto di rimanere con mia moglie ma da circa 3 mesi ho iniziato ad accusare astenia, acufeni, nervosismo e groppo alla gola. Mi sono rivolto ad uno psicologo (amico di famiglia) che mi ha prescritto un'ansiolitico; il Rizen (2 volte al giorno). Ho notato qualche miglioramento ma continuo ad avere momenti di depressione specialmente nel week end e forte astenia, specialmente al mattino. Faccio attività fisica, non fumo e non bevo alcool. Ho eliminato i 6/7 caffe giornalieri e ogni tanto faccio qualche massaggio Shiatsu. Lo psicologo mi ha spiegato che la scelta di curarmi con un ansiolitico anzichè un antidepressivo è stata dettata dal fatto che ho la necessità di rimanere mentalmente attivo. Dirigo una team di 10 persone e non posso permettermi di essere inefficiente mentalmente. In merito all'acufene ho fatto un test audiometrico. L'acufene (che si accentua nelle giornate lavorative e si attenua nei week end) è causato dal mio stato emotivo.La mia domanda è questa: se la depressione è stata causata dalla rinuncia ad un amore importante terminerà solo quando dimenticherò questa donna? Inoltre la scelta di curami con un'ansiolitico rispetto ad un antidepressivo è corretta? Grazie.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
Gentile utente, se il suo stato depressivo dipende dall'allontanamento di questa donna, deve dare il tempo di elaborare la cosa, proprio come se fosse un lutto. Tuttavia non è detto che il suo malessere abbia un'unica matrice. Lo psicologo non serve solo a capire le cause ma a cercare soluzioni funzionali per riprendere la propria vita. Ne parli con lui.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Gentile utente,
Sembra che lei non si sia dato il tempo di elaborare una doppia perdita, quella di suo padre e quella della donna amata. La depressione sembra essere, infatti, una reazione e non passerà se non quando chiarirà a se stesso il suo attaccamento ad entrambe le figure, che cosa esse hanno significato per lei in quel momento della sua vita. Non si tratta di dimenticare, anche perche' non sarebbe possibile per un individuo sano, ma elaborare, ovvero integrare nella sua vita attuale quello che ha perso. Un percorso psicoterapeutico sarebbe consigliato. Relativamente ai farmaci, non posso esprimermi, tuttavia non mi risulta che gli antidepressivi limitino le facoltà cognitive.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa clinica

Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia
Psicologa. Psicoterapeuta. Analista Transazionale

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Utente
Utente
Ringrazio sia il Dr De Vincentis che la Dr.ssa Scolamacchia per la velocità e precisione delle risposte.
Credo che un percorso di psicoterapia possa aiutarmi nel elaborare la doppia perdita.
Cordiali Saluti.
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Utente
Utente
Buongiorno,
Ho iniziato la psicoterapia. Sto assumendo da 2 mesi l'ansiolitico Rizen (2 compresse al giorno).
Vorrei chiedere se prolungare l'assunzione del farmaco può determinare dipendenza. Sul bugiardino è indicato un tempo limite di 8/12 settimane.
Grazie.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Non possiamo dare pareri sui farmaci. Per questo, può rivolgersi alla sezione psichiatria. Per la psicoterapia, invece, come si trova? Quali obiettivi vi siete dati?
Un cordiale saluto
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Utente
Utente
In realtà ho fatto un primo incontro diagnostico. La terapia inizierà questo mecoledì. Inoltrerò la richiesta sulla durata massima del farmaco alla sezione psichiatria. Grazie.
Cordiali saluti.
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Utente
Utente
Buonasera,
ho fatto la prima seduta di psicoanalisi nella quale ho capito che ho ancora un forte conflitto interno. Tale conflitto (amore per una amica di mia moglie che razionalmente rifiuto) unitamente ad un forte stress lavorativo ed al lutto per la morte di mio padre hanno generato in me uno stato d'ansia, depressione e acufene (che dura da 5 mesi). Non nego che la prima seduta mi ha sconvolto. Il giorno dopo ero nervosissimo. Sono convinto che sia però l'unica strada percorribile per allentare l'ansia e il fastidiosissimo acufene.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Credo anche io che sia il percorso da fare. Auguri, quindi, e un cordiale saluto.
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Utente
Utente
Buonasera,
ho effettuato 4 sedute di psicanalisi e posso dire di aver preso consapevolezza delle cause che hanno generato ansia e depressione. I sintomi (nervosismo, astenia, acufeni, groppo alla gola e costrizione toracica) stanno riducendo la frequenza e l'intensità. Ho una visione più ottimistica della mia vita e desidero socializzare di più. La psicoanalisi mi sta aiutando a capire chi sono veramente e ciò che desidero. Serve tanto coraggio e voglia di cambiare, senza maschere ed ipocrisie. Spero che il percorso sia veloce ed i sintomi possano scomparire. A suo avviso i tempi di "guarigione" sono lunghi? Il mio corpo deve ritrovare un equilibrio psico-fisico? Faccio attività fisica, non fumo, non assumo alcool e caffè. Seguo una dieta e dedico più tempo a me stesso (meditazione e relax).
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Credo davvero che lei sia sulla strada giusta e la riduzione dei sintomi la dice lunga sull'efficacia della terapia. E' vero, ci vuole coraggio, soprattutto per stare bene. Continui a prendersi cura di se stesso come sta facendo e si affidi alla relazione terapeutica, oltre a darsi tempo e spazio per attività gradevoli e rilassanti! Auguri!
Un caro saluto
Dott.ssa E. Scolamacchia
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Se il percorso intrapreso è di tipo psicoanalitico, il lavoro non è proprio di breve durata e non si basa sul sintomo.
Non ho ben capito se sta effettuando una terapia combinata , cioè farmacotapia e psicoterapia, ma 4 sedute sono davvero pochissime....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
Buongiorno,
il lavoro e' psiconalitico freudiano (mi scusi se mi esprimo con termini non corretti). Sto assumendo da circa 3,5 mesi Rizen 5mg (una compressa alla sera ed un alla mattina). Il lavoro che sto facendo con lo psicologo non è sui sintomi ma sulle cause che hanno generato i sintomi i quali, comunque continuano a manifestarsi anche se in forma ridotta. Ho capito che devo cambiare alcuni miei atteggiamenti nella vita. Essere sincero con me stesso, dedicare più tempo a ciò che mi piace. Fino ad oggi ho dedicato tutto me stesso al lavoro tralasciando tutto, poi all'età di 52 anni ho scoperto un grande amore che ha sconvolto tutto, ma non ho avuto il coraggio di seguirlo per tanti motivi. Capisco che serve tempo e coraggio e che devo continuare le sedute. Ho un po timore per quanto riguarda l'uso del Rizen, non vorrei che provocasse dipendenza. Il mio medico mi ha detto che è un ansiolitico non troppo forte e che posso assumerlo per mesi.

Grazie per la Sua risposta e quella della Dr. Scolamacchia.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
L' amore destabilizza e non poco, ma apre la strada alla conoscenza di parti di sè stessi, a volte mai nate prima....
Il lutto che lei prova adesso é naturale e conseguenziale la perdita e la " scelta obbligata" , si dia tempo per elaborarlo e mettere ordine tra il " sentire e volere" .

Vedrà che grazie al percorso intrapreso, con calma ed il tempo necessario, ritroverà l' equilibrio smarrito, con un valore aggiunto: la conoscenza di sé, grazie alla depressione.
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Utente
Utente
La ringrazio di cuore.
Queste parole mi danno un grande conforto e confermano ciò che, con molta fatica- è difficilissimo guardarsi dentro - sto pensando di quanto mi è accaduto.
Grazie ancora!
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Utente
Utente
Buonasera,
vorrei aggiornare i consulenti che mi hanno gentilmente risposto.
Dopo circa 2 mesi di psicoterapia (una volta a settimana) e l'assunzione di Limbtryl (2 compresse da 12,5 mg al giorno) il mio stato di salute è migliorato notevolmente. Riesco a lavorare tranquillamente ed i sintomi (astenia e depressione) sono quasi scomparsi. So' potranno esserci ricadute, quindi continuerò la psicoterapia (una volta ogni 15 gg) e la cura farmacologica finchè lo psichiatra lo riterrà utile.
Cordiali saluti e Grazie nuovamente.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Gentilissimo,
E' con grande piacere che leggo la sua ultima email. La ringrazio personalmente per averci dato sue notizie e non le nascondo la soddisfazione di sapere che il nostro piccolo contributo abbia dato l'avvio per un percorso che sta già dando i suoi frutti.
Le faccio i miei migliori auguri!
Cordialmente
Dott.ssa E.Scolamacchia
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Utente
Utente
Buonasera,
dopo circa 5 mesi di cura (antidepressivo e terapia psicoanalitica) posso dire di aver fatto miglioramenti. La nevrosi mi è passata, il sibilo alla testa invece permane. Inoltre ogni mattina ho un senso di malessere e stanchezza che continua fino alle ore 10/11. Il mio medico dice che sono ai 2/3 dalla guarigione, ma le ricadute sono sempre in agguato. Quindi non sospenderò l'antidepressivo (Adepril una compressa da 25 mg al giorno - io peso 88 kg e sono alto 178 cm). Esistono stime sui tempi di guarigione. Questa sensazione di stanchezza che provo appena sveglio è preoccupante? Come posso curarla? mi dicono di assumere miele alla sera, ma non ho riscontrato alcun beneficio.
Grazie.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Gentilissimo,
Intanto sono lieta di sapere che si sente meglio e che la terapia sta funzionando. E' vero, le ricadute sono sempre in agguato, ma vedrà che ogni momento di crisi sarà gestito sempre meglio, avendo lei acquisito alcune strategie funzionali e mirate. La stanchezza di cui parla può avere diverse cause e, magari, un controllo medico potrebbe essere indicato. Tuttavia, sarebbe bene chiedersi se, ultimamente, ci sono stati eventi ed impegni che l'abbiano affaticata, se non dal punto di vista pratico, da quello emotivo. La stanchezza, infatti, può essere il segno di un esaurimento energetico dovuto anche a emozioni, sentimenti e pensieri su fatti accaduti. Con il suo terapeuta, indaghi su quello che è' successo ultimamente ma soprattutto su come lei si è' rapportato a quello che è' successo. Mi spiego; spesso, non succede nulla di particolare, oggettivamente, ma nel nostro mondo interno sta accadendo qualcosa di importante. Quel qualcosa va portato in terapia, compreso, trasformato ed integrato.
I miei migliori auguri
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Utente
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Egr.Dott.ssa,
a dire il vero ho deciso di interrompere la psicoterapia da circa un mese, questo perché ho capito qual' è l'origine della mia depressione ed ansia. L'obiettivo che mi sono posto è pensare al presente ed al futuro cercando di non "analizzare" ulteriormente il mio inconscio. Se ne sentirò il bisogno riprenderò le sedute. Ho fatto diverse analisi mediche, compreso un ecodoppler alle arterie, e non risulta nulla di patologico.
La stanchezza, unita a nervosismo, che provo ogni mattina credo sia da addebitare alla fase notturna durante la quale il mio inconscio, probabilmente, è in conflitto. Non ho incubi ma nel momento in cui mi sveglio mi pervade un senso di angoscia. Forse anche la particolare situazione economica mi crea preoccupazioni (sono il titolare di una piccola azienda composta da 10 persone). Il quadro generale è migliorato anche se l'acufene e questo senso di "nervosismo" mattutino continuano a manifestarsi. Non le nego che a volte sono preso da sconforto e penso che non mi "libererò" mai più da questa situazione. Poi prendo coraggio e riparto.
Grazie per la disponibilità.
Cordiali saluti.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Mi dispiace sapere che ha interrotto, forse prematuramente, la terapia, ma spero che abbia concordato l'interruzione con il suo terapeuta. Non è' detto che non potrà riprenderla in un altro momento. Se ha smesso, questo ha sicuramente un senso, sempre che, ripeto, sia stata una decisione preceduta da confronto ed elaborazione.
Lei, di coraggio, ne ha, questo sembra confermato da quello che scrive, ma, a volte, se la stanchezza prevale, forse ci sta dicendo che dobbiamo dare spazio ad altri elementi, più legati alla sfera delle emozioni, dei sentimenti, degli affetti e del piacere. Per rendere la vita un po' meno grigia e pesante. Ha hobby, interessi extra lavorativi? Qualcosa che le piace fare e le da' soddisfazione a prescindere dai risultati? Coltivare questa sfera e' un modo di rimanere in contatto con la propria energia vitale che tende a esaurirsi ogni volta che ci sforziamo nel campo del dovere e degli impegni.
Le auguro una buona giornata!
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Utente
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Gentile Dott.ssa,
ho deciso di interrompere la psicoterapia perché sentivo che era giunta ad una fase di "stand-by". Se avrò la necessità riprenderò sicuramente le sedute con lo psicologo. Sicuramente la stanchezza che sento è direttamente collegata alla sfera delle emozioni ed anche all'impegno lavorativo (al quale mi dedico con maggior intensità; forse per distogliere la mente da pensieri negativi). In effetti non ho altri "hobbies" se non le attività sportive come il nuoto e la bicicletta. Le faccio presente che svolgo un lavoro molto creativo che mi appaga moltissimo e che mi permette di conoscere diversi settori e persone interessanti sotto il profilo culturale. Sono molto interessato alle dinamiche emotive e vorrei capirne di più. Può consigliarmi un testo di facile lettura? Grazie.
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Cerco in giornata tra la mia bibliografia e le faccio avere qualche indicazione!
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Dr.ssa Elisabetta Scolamacchia Psicologo, Psicoterapeuta 740 20 3
Allora, le do alcuni titoli tra i testi che, penso, possano darle una prima idea del mondo emozionale.
C. Darwin, L'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali ( basato sulla teoria evoluzionistica e della sopravvivenza della specie)
J. Le Doux, Il cervello emotivo. Alle origini delle emozioni. ( testo di neurobiologia di scorre ole lettura )
V. D'Urso, R. Trentin, Introduzione alla psicologia delle emozioni ( testo accademico ma comprensibile e chiaro)
E. Evans, Emozioni. La scienza del sentimento.
D. Goleman, Intelligenza emotiva. Che cos'è' . Perché può renderci felici. ( best seller sull'argomento, ma solidamente fondato).
Questi sono solo alcuni suggerimenti tra le migliaia di libri, divulgativi ed accademici, sull'argomento. Veda lei cosa può interessarle ed, eventualmente, ci tenga aggiornati!
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dopo
Utente
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Buongiorno,
la ringrazio tantissimo per la segnalazione dei testi.
Cordiali saluti.
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Utente
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Buonasera,
sono passati circa 5 mesi dalla mia ultima richiesta di consulto.
Ho cessato sia l'assunzione di psicofarmaci da circa 2 mesi che la psicoterapia (ero arrivato ad un punto "morto").
Purtroppo l'acufene continua ad esserci, inoltre, quasi ogni mattina, mi sveglio con una forte sensazione di nervosismo e con la punta della lingua molto sensibile. Come se, durante la notte, il mio inconscio avesse"campo" libero per farsi sentire. Nelle ore pomeridiane e verso sera sto meglio. Ogni mattina si ripete la situazione. Ho ancora momenti di sconforto quando penso che l'acufene e il senso di intontimento alla testa non mi passerà mai. A volte penso di dover fare esami in ambito neurologico anche se il mio psicanalista mi ha detto che i miei disturbi sono dovuti ad una somatizzazione d'ansia e depressione. Vorrei, come tutti, risolvere il problema definitivamente ma non so cosa fare. Il mio psicoanalista mi dice che dovrei "ascoltare" di più il mio inconscio e che dovrei diventare indipendente dalla mia famiglia ma è una cosa che non voglio assolutamente fare.
Grazie.

L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.

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