Ernia l4-l5 e protrusione l5-s1 che improntano il sacco durale

A gennaio 2011 sono stato colpito dall'ennesimo dolore alla schiena. RM rivela un'ernia paramediana centrale L4-L5 contenuta e protrusione L5-S1 che improtano il sacco durale. A differenza degli episodi precedenti, risolti nel giro di qualche mese, questa volta sono ancora qui a combattere con un fortissimo dolore sciatico sx, che parte dal gluteo, gira sull'esterno del polpaccio e termina sull'alluce. Ho fatto tutto, credo: cicli di cortisone, FKT, chiropratico, massaggio miofasciale, antinfiammatori. A novembre 2012 Ho ripetuto la RM, che a differenza della prima rileva un'ernia L4-L5 espulsa. A dicembre del 2012, provo quindi con infiltrazione peridurale di cortisone sotto fluoroscopia e radiofrequenza delle faccette articolari. Il dolore "articolare" è migliorato, molto, ma quello di natura sciatico persiste. Contatto un neurochirurco che mi propone intervento di rimozione ernia e, credo, disco, con stabilizzazione della colonna con viti e barre di titanio. Terrorizzato, provo di nuovo con FKT e posturale, ma dopo 5 sedute devo interrompere in quanto il dolore sciatico è troppo forte. Passo quindi al lyrica (300 mg al giorno), che mi fa stare meglio nell'arco di copertura del farmaco. Premetto che non ho mai interrotto il nuoto (tassativamente dorso) durante questo periodo. A metà aprile 2013 ripeto la RM e il quadro non risulta diverso rispetto alla RM di novembre 2012. A corredo faccio anche una EMG, che rileva sofferenza delle radici nervose L4-L5 e L5-S1, ma nessun deficit motorio. Agli inizi di maggio, il dolore sciatico diventa ingestibile (nonostante lyrica e antinfiammatori) e molto intenso, soprattutto la mattina. Contatto quindi un altro neurochirurgo, il quale mi precisa che la mia ernia è alquanto voluminosa e comprime fortemente le radici nervose. Nonostante l'assenza di deficit motori e sensori e la buona tonicità muscolare, visto il tempo intercorso e i pochi o inesistenti risultati ottenuti con l'approccio conservativo, mi propone un intervento in microchirurgia con rimozione dell'ernia, senza inserimento di viti e barre al titanio o altri dispositivi. Sono molto confuso e impaurito dalla varietà di opinioni e tecniche illustratemi. Quest'ultimo professionista (opera a Perugia) al quale mi sono rivolto mi è parso il più coscienzioso e conservativo rispetto agli altri. Secondo lei sono maturo per l'intervento? Ho esaurito tutte le altre vie conservative? La ringrazio infinitamente per il feedback che potrà darmi.
Ross McKormack
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Dr. Giovanni Migliaccio Neurochirurgo 13.6k 398 77
Egr. signor Ross,
penso che l'intervento sarà necessario, ma non posso confermarlo a distanza senza un esame clinico e senza le immagini di RM.
Anche sulle diverse indicazioni di tecnica chirurgica non posso esprimermi. I pareri, a tal proposito, non è detto che siano contrastanti, ma vanno considerati in base a diversi elementi clinici di cui io qui, ovviamente, non dispongo.


Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo Dott. Migliaccio,

La ringrazio innanzitutto per l'ultra celere risposta. Chiaramente, come giustamente lei osserva, senza elementi clinici e immagini da poter valutare, il parere non può che essere indicativo.

Vorrei approfittare ancora della sua gentilezza per chiederle un parere sull'assunzione di alcuni farmaci in attesa di fare l'intervento.

Per gestire meglio il dolore, il neurochirurgo mi ha prescritto Contramal (1 fiala iniettabile 1 volta al giorno per 7/10 giorni).

Volevo chiederle se il Contramal crea problemi/va in conflitto con Lyrica e con Orudis, che sto attualmente assumendo nelle seguenti dosi:
- Lyrica 150mg al mattino e 150mg alla sera
- Orudis compresse da 200mg una volta al giorno.

Nel caso in cui Lyrica sia in conflitto con Contramal, con quali modalità dovrei smettere di assumere Lyrica (so che va fatto gradualmente)?

La ringrazio infinitamente per le indicazioni che potrà fornirmi e la saluto cordialmente.
Ross McKormack