Il soggetto borderline non ama davvero?

Che differenza c'è fra un soggetto ossessivo e uno borderline? Entrambi, per quanto riguarda le relazioni, passano dall'idealizzazione alla svalutazione del partner come se niente fosse, ma cosa fa la differenza?
Mi è stato diagnosticato un funzionamento ossessivo (con compulsioni più o meno subdole), ma mi è sorto un dubbio: ho paura di essere borderline.
Mi riconosco nei sintomi, ho eccessi d'ira che fatico quasi sempre a controllare, passo da periodi di totale dipendenza dal mio ragazzo ad altri di apatia, spesso mi abbuffo e accumulo oggetti, rubandoli.
La mia terapeuta mi conosce, sa di questi miei comportamenti, ma non mi ha detto nulla a riguardo.

Ho paura che il sentimento per il mio ragazzo sia solo frutto dell'ansia e non reale, voglio essere sicura di non essere borderline, mi sento malata e voglio uscire da questa convinzione.
Purtroppo, non vedrò la mia psicologa fino a settembre e mi sento persa, non so a chi rivolgermi.
Ho paura che non me l'abbia voluto dire per non spaventarmi.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

sarebbe opportuno che lei rivolgesse queste sue perplessità alla Collega che la segue, on-line non è possibile fare una diagnosi differenziale e discriminare se ci sia o meno una componete "borderline".

Mi sembra di aver capito che la Collega ha già fatto una diagnosi e se non ha parlato di tratti borderline non le dovrebbe venire questo "dubbio" (che verosimilmente rispecchia un funzionamento ossessivo).

Le suggerisco di parlarne direttamente con la Collega per il semplice fatto che è lei che conosce meglio la sua storia clinica. Cerchi di evitare l'auto-diagnosi, le crea soltanto confusione.

Sente molto la separazione con la Collega per la pausa estiva? Ci sono dei timori a riguardo?



Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Valentina Visani Psicologo, Psicoterapeuta 13
Gentile utente, come ha già anticipato il collega, non è possibile effettuare on-line una diagnosi differenziale circa i suoi malesseri; per farla, infatti, è necessario che lo specialista sia a conoscenza di una serie di elementi, specifici della sua personalità. Da quanto lei scrive, tale valutazione è già stata effettuata da una psicologa che ha riscontrato in lei un funzionamento ossessivo. Il suo dubbio relativo alla “paura di essere una borderline” e la sua necessità di “essere sicura di non essere borderline” potrebbero essere un’ espressione di tale funzionamento ossessivo: cioè, il fatto che lei abbia un dubbio (per esempio: è possibile che la dottoressa si sia sbagliata e che io abbia un disturbo borderline di personalità?) genera in lei uno stato di ansia, ma ciò non significa che ciò che lei teme sia reale. È molto probabile che cercando informazioni su internet, i suoi dubbi possano trovare alcune conferme (in quanto spesso certi criteri diagnostici possono essere comuni in disturbi diversi); ma purtroppo, tale ricerca non le consentirà di avere risposte specifiche per il suo caso ma, al contrario, servirà ad alimentare e mantenere i suoi dubbi, incatenandola in un circolo vizioso. La collega durante la terapia o prima di andare in ferie, le ha indicato alcuni esercizi da svolgere per affrontare efficacemente la sua ansia? Impegnarsi su questo lavoro potrebbe esserle utile nell’attesa di ritornare in terapia e poter affrontare con la sua terapeuta le problematiche sorte durante la sua assenza.
Un sincero in bocca al lupo

Dr.ssa Valentina Visani
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - Palermo
visanivalentina@virgilio.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

anch'io ti rimando alla terapeuta per discutere sui quesiti che poni qui, ma mi sembrano più dei dubbi ossessivi che forse fanno parte del disturbo ossessivo (ad es. "a mi è sorto un dubbio: ho paura di essere borderline." oppure "... ho paura che il sentimento per il mio ragazzo sia solo frutto dell'ansia e non reale").

E' probabile che ciò che ti fa passare "dalla idealizzazione alla svalutazione" del tuo ragazzo sia solo il dubbio ossessivo: quando vai in ansia ti pare di non amarlo più e quindi tendi a fare dei tentativi di soluzione del problema che tu leggi come "svalutazioni".

Posso chiederti che tipo di psicoterapia stai facendo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile
Il tipo di disturbo che le é stato diagnosticato é sempre difficile da trattare e pone spesso anche problemi diagnotici per l'insieme di sintomatologie che si intrecciano e che si presentano con quadri clinici complessi che generano una disorganizzazione emozionale, del pensiero, dell'umore.
Sostenere tutto questo nella quotidianità genera senz'altro frustrazione che poi si manifesta con scoppi d'ira, quelli stessi che lei lamenta.
Come le hanno consigliato i colleghi, provi a contattare la sua psicologa che la conosce e sa in quale momento della terapia lei si trova. Le linee guida per il trattamento e le strategie psicoterapeutiche sono strettamente individuali e, per non creare confusione, non ci dobbiamo sovrapporre al suo percorso.
Ció che posso dirle intanto é di cercare tutte quelle cose che sente più adatte a lei e consideri che é un piacere condividere con lei un "pezzettino" del suo arduo cammino e pertanto non é sola.
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

[#5]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
eviti di cercare diagnosi cliniche ulteriori, non le servono ed aggravano il suo umore, settembre è vicino e la sua psicologa, potrebbe diventare uno strumento interno per lavorare anche senza di lei...

Se le va, provi a tenere un diario di quello che le crea disagio, al rientro dalle ferie della sua terapeuta, potrà leggere con lei i punti salienti, le darà la sensazione di occuparsi del suo mondo interno, senza obbligatoriamente "agire" i disagi

Lei scrive:

"Mi riconosco nei sintomi, ho eccessi d'ira che fatico quasi sempre a controllare, passo da periodi di totale dipendenza dal mio ragazzo ad altri di apatia, spesso mi abbuffo e accumulo oggetti, rubandoli."

L'assenza di equilibrio, sia nel cibo, che nell'affettività, unitamente alla cleptomania, fanno pensare ad una problematica relativa alla regolazione degli impulsi, è come se non sapesse realmente di cosa necessita per stare bene, di quanto cibo, affettività, oggetti, altro....

Il lavoro psicoterapico, l'aiuterà a ritrovare il baricentro smarrito ed a mettere la giusta distanza tra lei ed il mondo.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie a tutti, chiedo scusa per il ritardo, ma sono stata via alcune settimane senza internet sotto mano.

Intanto, rispondo dicendo che la distanza con la terapeuta l'ho vissuta abbastanza male, solo all'inizio. Pensavo: "Ce la farò da sola? Sì, ce la devo fare, è una sfida con me stessa. Come farò senza rassicurazioni per due mesi? Sarà cambiato qualcosa, quando la rivedrò? Sarò impazzita? Sarò cambiata tanto da prendere la decisione che tanto temo? (cioè quella di lasciare il mio ragazzo, nonostante il dubbio non sia mai stato reale, ma solo frutto delle mie ossessioni)".

Ad ogni modo, avete ragione. Non è possibile delineare appieno un determinato disturbo, senza una base. Lo dirò direttamente a lei.

Non mi ha assegnato nessun esercizio per gestire l'ansia, anche perché ce l'ho solo a periodi e non ne avevo da tempo. Pensavo non fosse più un problema. Di solito, più che discutere a proposito dell'ansia e quindi dei sintomi, discutiamo delle cause.
Siamo arrivate a capire che alla base sta la paura dell'abbandono, che poi ha generato tutto il resto. Avrebbe dovuto assegnarmi determinati esercizi?

Non so che terapia stia facendo, non me lo ha detto.

Dottoressa Randone, << L'assenza di equilibrio, sia nel cibo, che nell'affettività, unitamente alla cleptomania, fanno pensare ad una problematica relativa alla regolazione degli impulsi, è come se non sapesse realmente di cosa necessita per stare bene, di quanto cibo, affettività, oggetti, altro.... >> che cosa potrebbe voler dire? I miei sentimenti rimangono reali, o vengono alterati dal mio squilibrio nel vivere?
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non tutti i clinici assegnano esercizi, dipende dal tipo di orientamento e non è detto che gli esercizi l' avrebbero acquietata.

Non so risponderle, la sua domanda cela quote d' ansia importanti, che a mio avviso andrebbero inquadrate all' interno di una problematica più ampia, ben oltre il suo legame con il suo fidanzato.

Evitiamo di fare pasticci ed interpretazioni fantasiose, aspetti la sua terapeuta, è la soluzione migliore, settembre è vicino
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

a mio avviso è molto importante chiarire con la terapeuta quale tipo di orientamento terapeutico stai seguendo: deve essere indicato anche sul contratto terapeutico.

In ogni caso, è importante sapere che per i disturbi d'ansia esistono approcci terapeutici più indicati di altri, che prevedono proprio la prescrizione di compiti da eseguire tra una seduta e l'altra per favorire l'esposizione allo stimolo

"La mia terapeuta mi conosce, sa di questi miei comportamenti, ma non mi ha detto nulla a riguardo. "
Non ti ha dunque aiutata a gestire meglio la situazione?
Nelle forme di psicoterapia più attive, come ad es. quella cognitivo-comportamentale, è possibile aprire dei frame psicoeducativi su come funzionano le emozioni e sulla spiegazione di alcuni comportamenti, in modo tale che il pz. sia già più consapevole e inizi a spaventarsi meno.

"più che discutere a proposito dell'ansia e quindi dei sintomi, discutiamo delle cause. "
In genere nei disturbi d'ansia/ossessivi parlare delle cause, che potrebbero anche non esserci dal momento che in psicoterapia non esiste la causalità lineare, non fa altro che amplificare il problema.
Un lavoro efficace prevede di lavorare sulle credenze e idee disfunzionali che generano e mantengono il problema.

Saluti,
[#9]
dopo
Utente
Utente
Avete ragione, quindi dovrei chiederle quale terapia sto facendo? Per il resto, non mi ha assegnato esercizi, o consigliato strategie per combattere l'ansia in sé, mi ha portata a capire cosa veramente temo, il perché, quanto il rapporto con i miei abbia contribuito al continuo alimentarsi delle ossessioni.

Quando sono con lei "correggo" molti dei miei comportamenti e pensieri ragionando sul fatto che non hanno senso, perché non mi portano a nulla. Non faccio nessun tipo di terapia, dovrei preoccuparmi?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

è un tuo diritto sapere quale tipo di terapia stai facendo e deve essere indicato anche sul contratto terapeutico sottoscritto.

Ribadisco che per l'ansia sono più indicate terapie attive e prescrittive: sapere cosa temi e perchè lo temi non è utile per risolvere il problema. E' decisamente più utile mettere in pratica tutte le indicazioni per NON evitare ciò che temi, in modo tale da abituarti a fare anche ciò che adesso temi.

Ho capito che molti comportamenti non portano a nulla, ma non basta parlarne per i disturbi d'ansia, bisogna agire!

Direi che più di preoccuparti, devi valutare se la terapia è utile o no e capire quali obiettivi, tra quelli che vi siete dati, sono stati raggiunti.

Saluti,
[#11]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> ho paura di essere borderline
>>>

>>> Ho paura che il sentimento per il mio ragazzo sia solo frutto dell'ansia e non reale
>>>

>>> voglio essere sicura di non essere borderline
>>>

>>> Ho paura che non me l'abbia voluto dire per non spaventarmi
>>>

>>> Quando sono con lei "correggo" molti dei miei comportamenti e pensieri ragionando sul fatto che non hanno senso
>>>

>>> dovrei preoccuparmi?
>>>

Secondo me è probabile che la diagnosi di ossessioni sia azzeccata. Se c'è paura e forte preoccupazione, siamo in presenza di ansia, il disturbo borderline di personalità è una cosa diversa. Aver PAURA di una malattia è cosa completamente diversa dall'avere davvero quella malattia. L'unica cosa CERTA è che ne ha paura. Quindi: paura = ansia.

Se la diagnosi è corretta, dal punto di vista di terapie come la breve strategica o la comportamentale dovrebbe ricevere prescrizioni (compiti) per imparare a disinnescare le preoccupazioni e gestire la sua ansia. Deve riferirsi alla sua terapeuta.

Resistere al distacco estivo fa parte della cura, perciò eviti di cedere alla tentazione di cercare altre figure alle quali attaccarsi in cerca di rassicurazioni, nel frattempo, perché questo non solo non le riduce l'ansia, gliela fa aumentare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#12]
dopo
Utente
Utente
Metterò in atto i vostri consigli, grazie a tutti.
[#13]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Una terapia più attiva e focalizzata sarebbe indicata.
Pensaci.

Cordiali saluti,
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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