Un pò in confusione, ho letto poco fa di un signore con prostata di 110 cc al quale è stato

Salve,
vi scrivo perchè sinceramente sono un pò in confusione, ho letto poco fa di un signore con prostata di 110 cc al quale è stato risposto che co nquelle dimensioni difficilmente si sfugge alla terapia chirurgica. Allora, per farla breve, ho 54 anni sono ormai 9 anni che l'urologo mi segue, i disturbi urinari ci sono tutti inutile rammentarli, tra l'altro ultimamente ho un cronico senso di bruciore, di dolenzia nel basso ventre ed urino molto spesso. L'anno scorso avevo fatto una eco addominale completa, la vescica vuotava residuo trascurabile ma la specialista ha scritto prostata di volume circa 100 cc, poi quando mi ha visto l'urologo il residuo urine era 10 cc e mi disse che era Ok; se non ho capito male disse che la prostata, probabilmente intendeva la parte adenomatosa, era poco più di 50 cc - ovvio che una differenza simile di valutazione in grandezza è inammissibile. Quando gli ho chiesto se era in caso di operare, lui mi ha detto che al momento no, magari un domani (quando gli ho chiesto? lui, a grandi linee, "mah, una decina di anni, e probabilmente ci saranno tecniche ancora migliori"), inoltre quando gli ho detto che sapevo che c'erano tecniche mininvasive (turp, laser), lui mi ha detto che nel mio caso la prostata è grande e verrebbe meglio facendo un taglietto...alla faccia, ma allora dico io, perchè non si è provveduto qualche anno fa quando la prostata era di dimensioni tali da rendere congruo un intervento che so, laser, o endoscopico? perchè aspettare??.Una ultima cosa. nella vescica già da tempo ci sono (una volta piccoli, ora chissà..) diverticoli, ma siamo sicuri che questa prostata non me la rovini cioè che la vescica riesca, nel tempo, a sopportare i miei sforzi urinari??
Ringrazio per la cortese attenzione, grazie.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Gentile Signore,
le indicazioni all'intervento disostruttivo non dipendono dal volume della prostata (ovvero della sua parte ingrossata, colloquialmente definito "adenoma") quanto piuttosto dai disturbi presenti, dai risultati della flussometria (o meglio ancora dell'indagine urodinamica) e - non ultimo - dalla comparsa di situazioni complicanti. La presenza di diverticoli vescicali è fra le più evidenti riprove che vi sia un consistente ostacolo al deflusso, con lo sviluppo nella vescica di notevoli pressioni durante la minzione. Se le sue condizioni sono quelle che ci riferisce, diremmo che, nonostante l'età non avanzata, le indicazioni a "porre mano" alla situazione siano più che evidenti. Per quanto riguarda la tecnica operatoria, in questi anni sta rapidamente maturando un'evoluzione epocale, legata alla disponibilità di vari tipi di laser per uso endoscopico. Questi permettono di eseguire interventi efficaci, con ottimi margini di sicurezza, con degenze e tempi di cateterizzazione nell'ordine delle 24 ore. Generalmente parlando, oggigiorno le indicazioni all'intervento chirurgico classico (che per oltre un secolo è stato il vessillo di tutti gli urologi) sono ridotte a rari casi limite di adenomi giganti, oltre i 6-7 cm di diametro. Ma anche questi limiti saranno probabilmente superati tra non molto tempo. Ovviamente le dotazioni tecnologiche e la competenza degli specialisiti non sono ancora così uniformemente diffuse, ma la maturazione è molto veloce. Riteniamo che lei non tarderà ad individuare un Collega della sua zona che possa risolvere il problema nel migliore dei modi.

Saluti

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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Utente
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Gentile Dottor Piana
La ringrazio molto per il consulto, io come dico, certo questa mia situazione mi dà disturbi e disagi che un pò deteriorano la qualità della vita, ma a parte questo - che poi l'individuo si organizza e reagisce - il mio terrore è che questa situazione determini un deterioramento degli organi troppo marcato e di non ritorno. Rimango un pò interdetto, come avevo scritto, in "confusione", perchè questo urologo che mi conosce e segue da tanti anni, anche se può magari dare l'idea di essere "rapido", forse gli deriva dalla padronanza, dalla conoscenza dei pazienti, voglio dire è uno molto conosciuto in zona, e che gode anche piuttosto credito, insomma è molto stimato e da lui c'è la fila...capisco bene però che ci possono essere anche "scuole" diverse.
Non l'avevo scritto, sto assumendo Teraprost 1cp alla sera da 5 mg, e al mattino mezza cp. Sino a qualche anno fa ok i soliti disturbi, ricordo avevo anche urgenze però poi in bagno urinavo più o meno subito e sentivo il flusso, adesso c'è sempre questo "ritardo" ad iniziare la minzione, e parlare di flusso, lasciamo perdere....non so, io mi sono chiesto perchè lo stimato urologo non mi abbia mai parlato di interventi chirurgici, forse perchè (unico fatto positivo) il residuo nella vescica risulta sempre minimo o esente, insomma trascurabile? ma non so se è sempre così, cioè alle rilevazioni strumentali certo (infatti anche l'esperta dottoressa della ecoaddominale mi disse "ecco, quando gli urologi vedono così che la vescica vuota, poi....come dire, già è positivo" , però mi chiedo come mai che a volte dopo aver urinato poi dopo un pò di tempo devo tornare e finire di urinare, forse non si era scolata tutta....o come mi disse il mio medico, a volte sono i reni che mandano a "mandate"....
Ultima cosa. A suo avviso io potrei ancora beneficiare di queste soluzioni d'intervento miniinavsive di cui Lei scrive?
Cercherò di accogliere il Suo consiglio, spero di individuare un altro parere di Suo Collega, capire chi mi può ben consigliare.
La saluto cordialmente
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Gentile Signore,
tutti i sintomi che ci riferisce sono coerenti con una situazione di ostruzione, evidentemente ancora compensata, nel senso che la vescica, seppure sforzandosi (vedi formazione di diverticoli), riesce bene o male ancora a svuotarsi. A rigore, questa situazione dovrebbe essere oggettivata da un'indagine funzionale (indagine urodinamica - studio pressione/flusso), ma basandosi sui sintomi e sul volume della prostata buona parte degli specialsiti considererebbero questa indagine non strettamente indispensabile. Nella nostra eseprienza diretta invece, considerata la sua relativamente giovane età non disdegneremmo affatto che l'indagine urodinamica venisse effettuata, questa ci tranquillizzerebbe molto nel porre delle indicazioni definitive. Oggigiorno in linea di massima quasi tutti gli ingrossamenti prostatici possono essere trattati per via endoscopica, l'impiego del laser permette di risolvere anche adenomi abbastanza voluminosi, che fino a pochi anni fa sarebbero stati certamente destinati all'intervento chirurgico. Come le abbiamo detto, le indicazioni dipendono poi ovviamente dalle preferenze e dalle disponibilità tecnologiche del centro o del singolo specialista cui si fa riferimento.

Saluti
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Utente
La ringrazio molto dottor Piana, per la gentilezza e la pazienza a replicare; giusto domani vedrò il mio urologo per un controllo. Mi conforta un pò l'asserzione che oggi giorno quasi tutti gli ingrossamenti possono essere trattati per via mini invasiva. Gliene farò cenno all'urologo, cercando di capire il perchè della sua contrarietà all'intervento.
Già 54 anni da pochi giorni compiuti, e tra l'altro fisicamente e di aspetto molto giovanile, tranquillamente me ne danno una decina di meno, e anche oltre; aspetto snello, viso giovanile e capelli bianchi zero, visus grosso modo perfetto da vicino e lontano. Righe per introdurle che pare proprio che la natura si sia accanita anzitempo penso giusto sulla prostata. Due righe con una battuta. Avevo sui 48 anni e alla visita l'urologo mi disse: "hai una prostata come un vecchio"; poi due o tre anni dopo, sui 50 - 51 anni mi disse "hai una prostata come un buon sessantenne": "ah beh dottore" - gli dissi - "allora sto migliorando!", ricordandogli cosa mi disse pochi anni prima..
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Gentile Signore,
non deve stupire che un chirurgo tenda a spingere le indicazioni verso la tecnica con la quale si sente più familiare e sicuro di ottenere dei buoni risultati. Oggi l'evoluzione tecnologica è molto veloce e non tutti gli specialisti riescono a tenersi al passo, questo è prevedibile ed accettabile, specialmente per quelli meno giovani. Inoltre, la diffusione di queste nuove tecnologie non è uniforme sul territorio, quindi le fasi di transizione possono essere molto lunghe. Questo ad esempio è avvenuto per il trattamento dei calcoli delle vie urinarie nel corso degli ultimi 15 anni ed acora oggi non tutti i centri dispongono delle attrezzature e competenze per applicare le attuali linee guida internazionali. Si apre quindi l'annoso discorso di individuare dei centri di riferimento per patologie specifiche ... ma questo è un altro discorso ... molto spinoso soprattutto in Italia.
Concludendo, si può comunque affermare che talora vale di più per la persona assistita un buon rapporto di fiducia e comunicazione con il suo specialsita che la tecnica adottata per l'intervento. Valutare opzioni diverse, e poi decidere, resta comunque la miglior cosa da farsi.

Saluti
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La ringrazio dottor Piana
Saluti Cordiali
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