Tachicardia da ansia

Riassumo brevemente la mia situazione:
dopo il secondo aborto spontaneo e con tutte le conseguenze fisiche/psicologiche dovute anche a battutine di parenti di mio marito in merito alla mia fertitilità, procedo con gli accertamenti della poliabortività. Sembra tutto ok tranne il TSH leggermente alto al fine di un eventuale concepimento e di una gravidanza. Procedo con l'eutirox e dopo nemmeno 20 gg di trattamento ho un forte episodio di tachicardia. In realtà anche nei giorni prima non mi sentivo in forma. Il problema ora sta nel fatto che continuo a monitorare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca. Sarà l'ansia, sarà la paura di assumere il nuovo farmaco con stesso principio attivo, sarà lo stress del lavoro (non solo per me ma anche per i miei colleghi vista la situazione aziendale), sarà il mal contento di incontrare i parenti di mio marito con cui non ho legato per nulla (vorrei sfidare chiunque legare con persone che ti trattano da sterile oppure di prendono in giro dopo poco tempo dall'aborto) a volte riscontro una frequenza cardiaca alta. Il cardiologo afferma che il cuore non ha problemi. Io vorrei tanto uscire da questo incubo anche grazie a Vs. dritte. Fino ad ora e dopo due aborti sono riuscita, non senza tanta difficoltà, a continuare a camminare con le mie gambe. Grazie e cordiali saluti.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
...continuo a monitorare la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca...

gentile utente probabilmente certe azioni non fanno altro che mantenere la concentrazione sul problema incrementandolo di più. forse con l'aiuto di un terapeuta riuscirebbe a superare alcune preoccupazioni che costruiscono e mantengono vivo il problema.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr. Sandro Lingua Psicologo 47 2
Gentilissima utente,
ritengo che al di là del sintomo fisico, aspetto che innanzitutto le consiglio di riportare al suo medico di base o a chi la segue per la tiroide (che lei non ha citato, ma spero vi sia), dal punto di vista psicoterapico, vale la pena di affrontare gli aspetti legati ai suoi aborti, ai suoi sentimenti ed immagini che ha di sè a riguardo, ed alle difficoltà con i suoi parenti. Il fatto che fino ad oggi ce l'abbia fatta sulle sue gambe è un buon predittore per un lavoro psicologico d'altronde se vi sono difficoltà con le persone che ha attorno, chiedere un aiuto è un ipotesi da tenere presente.
Non credo invece che alcune 'dritte' via internet possano esserle di particolare aiuto, se non come spunti di riflessione che però potrebbero lasciare il tempo che trovano
Cordialmente

Dr. Sandro Lingua
psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
perfezionato in sessuologia clinica

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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

mi associo a quanto risposto dal dr. Lingua e vorrei aggiungere qualcosa circa i parenti di suo marito.
Lui è al corrente di come la stanno trattando?
Ne avete parlato?

I due aborti sono eventi luttuosi che necessitano di tranquillità per una completa elaborazione e la vicinanza nefasta di persone che mantengono un atteggiamento non solo irrispettoso del suo legittimo dolore, ma anche stupidamente sarcastico, non le fa di sicuro bene.
Suppongo che, se in una situazione delicata com'è quella attuale si comportano così, non le riservino un trattamento particolarmente affettuoso nemmeno in momenti meno critici e che lei possa accumulare una dose non indifferente di stress a causa del contesto familiare nel quale sta vivendo.
Lo stress rende più difficoltoso il concepimento, oltre ad avvelenarle la vita, e sarebbe importante che suo marito prendesse posizione in suo favore per ottenere un cambiamento di atteggiamento da parte dei propri parenti.

I sintomi di iperattivazione che la stanno colpendo devono quindi essere contrastati sia per il suo bene, sia nella prospettiva di cercare una gravidanza:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1532-lo-stress-ostacola-il-concepimento.html

Le consiglio di chiedere maggiore sostegno a suo marito e, se la situazione non cambiasse, di appoggiarsi ad uno psicologo per ricevere l'aiuto che le serve.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio Dott.ssa Massaro,
ha centrato il punto della situazione. Purtroppo la famiglia di mio marito è composta da persone egoiste e maligne. Dopo tre mesi dal primo aborto un parente di mio marito dice con un'altra persona nei miei confronti e quelli di mio marito: "non so cosa aspettino quei due ad avere un figlio".
Mia risposta: "che battuta di m...". Scusi per la volgarità, ma mi è venuta dal cuore. Ed ecco che entra in scena mio marito. Lui cosa fa? Niente, perchè ha letteralmente PAURA della sua famiglia. Si figuri che un Natale si è beccato in faccia da "cretino" solo per aver fatto gli auguri di Natale. Ed anche lì ha fatto silenzio. Io ho più volte manifestato i miei sentimenti, ora faccio di tutto per evitare i suoi parenti. Cosa ne pensa lui? Dice che le battute devono entrarmi da un'orecchio e farle uscire dall'altro immediatamente. Sarà una tecnica, ma alla base resta il mancato rispetto. Oltre tocca quasi sempre a mio marito fare i lavori in casa per i genitori, mentre i fratelli "FATICANO" appoggiando il sedere sulla sedia per pranzare e/o cenare dai genitori (miei suoceri). Arrivata a questo punto sto riflettendo seriamente sul mio matrimonio. Non voglio soffrire e come io rispetto gli altri, anche questi devo portarne a me?
Cosa ne dice Lei?
Grazie e cordiali saluti.
[#5]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Penso che sia fondamentale che le famiglie d'origine mantengano un atteggiamento equilibrato e rispettoso nei confronti di ognuno dei due coniugi, e che se questo non avviene sia necessario prendere dei provvedimenti prima che l'ingerenza dei genitori/suoceri rovini il matrimonio.

Se suo marito non è mai riuscito a farsi rispettare dai propri genitori e ad oggi continua a servirli - al contrario dei propri fratelli - sta forse cercando di ottenere dell'approvazione da loro, approvazione che non arriverà mai, indipendentemente da quanto lui possa impegnarsi per conseguirla, perché le umiliazioni che gli infliggono non possono certo portare i suoi a vederlo sotto una luce diversa e a capire che merita rispetto e riconoscenza.

Sopportare di tutto non ha alcuna utilità e non condurrà mai ad un miglioramento della situazione, ma solo al suo incancrenirsi e all'accumulo di un'intensa rabbia da parte di ognuno di voi due rivolta sia contro la famiglia di suo marito, sia potenzialmente contro il coniuge.
Lei può sentirsi infuriata con suo marito che non prende posizione, lui può sentirsi infuriato con lei perché non accetta di passare sopra a quello che sta accadendo e lo mette di fronte alla propria incapacità di farsi rispettare.

Se sta già pensando che la separazione potrebbe essere una soluzione le consiglio sicuramente di richiedere una consulenza psicologica di coppia in maniera tale da poter discutere con suo marito in un contesto protetto di quello che vi sta succedendo e trovare insieme una soluzione.
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Dr. Sandro Lingua Psicologo 47 2
Gentile utente,
E' importante rivedere i fatti alla luce del proprio punto di vista, ma anche ponendo l'attenzione sul fatto che essendo un punto di vista, mette a fuoco alcuni aspetti (per lei cogenti e pregnanti), mentre altri restano nascosti.
Ribadisco l'importanza di affrontare il significato che ha per lei ciò che accade, qual'è il suo vissuto relativo al giudizio altrui ed alle critiche, qual'è il livello di autorevolezza e stima che dà a osservazioni che possono essere frutto di un atteggiamento anche superficiale e gretto e quindi, seppur decisamente sgradevoli di poco interesse.

Credo sia importante che si renda consapevole di quelle che sono le emozioni, le ferite, le sensibilità che vanno a toccare queste persone, poichè al di là dell'irritazione legata ad un comportamento del genere, è poi il suo personalissimo modo di sentirlo dentro di lei ciò che è importante andare a vedere e lenire.

Credo anche io sia importante affrontare con suo marito i vissuti che lei ha di fronte alla di lui passività al fine di comprendervi vicendevolmente.


In conclusione, concordo con la dr.ssa Massaro sull'opportunità di recarvi in psicoterapia di coppia, al fine di comprendere ed affrontare questo aspetto relazionale deteriorante

Cordialmente

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