Ipocondria, ossessioni. come gestirle?

Buon giorno,
Non scrivo per mio conto, bensì per conto del mio ragazzo (che ha la mia età). Questo perché è una persona molto ansiosa e preferisce che vi ponga io questo quesito, cercando di descriverlo nel modo più razionale possibile.

Il mio ragazzo è cambiato nel tempo: da ragazzo spensierato crescendo (stiamo insieme da quasi 8 anni) è diventato sempre più ansioso.
Questo emerge in modo rilevante quando si tratta della sua salute. Me ne sono resa sempre più conto dal momento in cui si è resa evidente la sua perdita di capelli. Da lì ha iniziato a fare ricerche, consultare esperti, ma ovviamente nulla da fare a riguardo.
Segue una dermatite alla pelle delle mani che ha iniziato a lavare sempre più spesso, poi l'ossessione per l'epatite (che ha suo nonno che una volta al mese soggiorna a casa sua per il fine settimana) e, peggio ancora, l'orticaria colinergica (calore e prurito insopportabile su tutto il corpo, per cui prende ansiolitici in certe occasioni).
L'ultima ossessione è l'herpes: ha da poco avuto quello labiale ed ora è ossessionato dal fatto che possa essersi autocontagiato in altre parti del corpo (non è stato particolarmente attento, si è informato solo dopo la guarigione). Non trova pace dato che su internet non trova risposte certe (spesso di parla di probabilità e a lui non bastano per calmarsi).
Ogni tanto sorgono queste ossessioni che durano per un periodo più o meno lungo.
Più si informa più ha dubbi. Vede tutto in modo molto negativo e questo influisce notevolmente sulla sua qualità della vita. Ha pensieri costanti e negativi che gli abbassano l'umore.
Finché non fa un test o non ha la certezza di non avere nulla, queste ossessioni non passano (salvo eventi che lo distraggono).

Di tutto questo è consapevole, ma non riesce a controllare e a gestire la situazione in modo razionale, nonostante non siano problemi di salute insormontabili o particolarmente gravi.

A me tocca il ruolo di colei che deve tranquillizzarlo, ma non ho un'autorità in ambito medico per cui i miei discorsi lasciano il tempo che trovano.
Cerco di fargli capire che un po' tutti abbiamo i nostri problemi di salute ma non per questo ci abbattiamo o diventano ossessioni che durano per tutto il giorno per giorni. Con un po' di obiettività si comprende se è necessario un consulto medico oppure (come nel caso dell'herpes) una volta che emerge il problema (che per quanto mi riguarda ha minime probabilità di esistere) lo si affronta.
Ma sono quasi parole al vento, lo calmano per qualche secondo e appena dico una parola che non lo soddisfa riprende con le sue "paranoie" come se il discorso fatto fin'ora non fosse mai avvenuto.

Vorrei avere un vostro parere riguardo questa situazione.
è necessario un sostegno psicologico?

Ogni consiglio è ben accetto.


Vi ringrazio per l'attenzione



Coridali saluti
[#1]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
il fatto che scriva lei al posto del suo compagno lo ritengo molto indicativo.
Lei sembra descriversi come una sorta di "crocerossina" che si occupa del compagno malato. Probabilmente questo suo atteggiamento non fa altro che acuire il problema.
Il suo compagno non può risolvere il problema, che è diventato un conflitto di coppia, attraverso le sue rassicurazioni ma soltanto rivolgendosi ad uno specialista della salute mentale, psicologo o psicoterapeuta.
Cerchi di sottrarsi dal ruolo che ha acquisito.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Intanto la ringrazio per la risposta a dir poco tempestiva.

Io in realtà ad ogni problema che emerge periodicamente cerco di non espormi troppo nell'aiutarlo fungendo da sua ancora di salvezza (anche perché come ho detto non serve, non è mai servito, dubito servirà), in linea di massima cerco di analizzare con lui le informazioni che trova in internet valutando quindi eventuali rischi.
Cerco di fargli vedere anche il lato positivo (non solo negativo), ascoltandolo quando lo ritiene necessario.

Sono arrivata al punto di scrivere io, 1° per una sua esplicita richiesta, 2° perché ritengo che la situazione inizi ad aggravarsi volta per volta, e se non legge da uno specialista a chiare parole cosa fare, non si arriverà mai a un punto.

Infatti le assicuro che sono la prima a dirgli di rivolgersi ad uno specialista (studio l'ambito educativo e so quali sono le competenze per ogni problematica), sono estremamente consapevole di non essere in grado di risolvere il suo problema.
Ma, da un lato la questione economica, dall'altro il fatto che deve essere lui il primo a rendersi conto di tutto questo, nel mio piccolo cerco di non portare all'estremo queste sue ossessioni, considerando il fatto che credo di essere l'unica a cui ne parla in modo così esteso (sottolineo che non viviamo insieme).


Lei mi sta quindi dicendo che in questo caso è necessario rivolgersi uno specialista, ho capito bene?



Grazie ancora
[#3]
Dr.ssa Maddalena Mancioli Psicologo, Psicoterapeuta 39 4 1
Gentile Utente,
da quello che lei descrive, sembra che il suo ragazzo abbia sviluppato nel tempo una sindrome ansiosa, focalizzata sul corpo che sta diventando sempre più rilevante ed invalidante nella vita quotidiana. In ottica costruttivista, il sintomo viene considerato la migliore scelta possibile che il soggetto è in grado di prendere; detto in altri termini il suo ragazzo "sceglierebbe" sintomi somatici, seppur dolorosi, perchè più tollerabili e meno minacciosi. L'ipotesi che si può fare è che al suo ragazzo sia accaduto qualcosa che ha livello emotivo ha turbato i suoi equilibri e che lui tenta di elaborare attraverso i sintomi somatici. Le stesse malattie dermatologiche sono spesso correlate a problemi di tipo psicologico.
Il consiglio che dò al suo ragazzo è quello di prendere un appuntamento con uno psicologo per valutare nel dettaglio la situazione: sarà lui a darvi indicazioni sulla necessità di un supporto psicologico, di un percorso psicoterapico oppure se vi sia la necessità di un consulto psichiatrico per un'eventuale terapia farmacologica.

Rimango a disposizione per chiarimenti
Cordiali saluti

Dr.ssa Maddalena Mancioli
www.studiopsicologiamancioli.com

[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Più si informa più ha dubbi."

Gentile ragazza,

questo -secondo l'ottica cognitivo-comportamentale- è scontato, perchè l'ansioso ricerca le rassicurazioni con l'idea di sedare l'ansia, ma in realtà le rassicurazioni aumentano l'ansia e l'amplificano.
Ecco perchè i Colleghi che Le hanno risposto prima di me hanno suggerito di rinunciare a questo ruolo. Perchè, sebbene messo in atto con le migliori intenzioni, in realtà ottiene effetti contrari a quelli sperati.

Anche io Le suggerisco una consulenza psicologico presso uno psicologo psicoterapeuta: nella Sua zona può rivolgersi a qualunque ospedale per avere un colloquio.

Chieda al medico di base come fare per accedere a tali servizi.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio tutti per le risposte, che già avevo immaginato.

Rimane il problema economico, per cui starà a lui valutare la questione, io comunque riferirò il vostro parere in quanto esperti.


Vi ringrazio nuovamente



Cordiali saluti
[#6]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Se il problema è economico, rimane ferma l'indicazione di una struttura pubblica cui rivolgersi.

Un cordiale saluto,
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