Terapia ipotensiva con ace inibitore

Pregiatissimi Signori Medici,
Sono una in cura per diabte tipo 2 dal l'anno 2010 ;
Assumo Metaformina 1000 2cp/dì;
l'Ecodoler TSA eseguito nel 2013 segnalano stenosi non critica del bulbo sx e aumentato spessore intimale( compatibili anche con ipertensione) mentre le analisi del sangue davano atto che colesterolo LDl è ai limiti superiori.
La terapia prescrittami dalla cardiologa è la seguente:
1 cp Seacor al dìe (da circa due mesi)
A seguito
10 mg. Sinvacor Statina la sera (da circa due mesi)
Il monitoraggio pressorio delle 24 ore eseguito circa un mese dava atto di:

- elevati valori notturni di pressione sistolica media
- valori sistolici medi nelle 24h di tipo borderline
- normali valori di pressione diastolica media nelle 24h
- inadeguato calo pressorio notturno sistolico (non dipper)
- elevato carico pressorio sisto-diastolico nelle 24h
- normale variabilità sisto-diastolica
- normali valori di pressione differenziale media
- normali valori di frequenza cardiaca media.

Alla luce del sopra citato esito diagnostico - dietro indicazione del cardiologo - assumo terapia ipotensiva con ACE inibitore (15 mg la sera da circa un mese);
Gli effetti ad oggi riscontrati sono apprezzabili durante il giorno (max 110-125 min. 62/70 ); mentre la notte va ad aumentare stabilizzandosi intorno ai max 130-135 min. 70-75.
Dunque, i valori notturni son tendizlamete medio/alti ma soprattutto instabili , come del resto lo erano anche prima della terapia ed aumnetare il dosaggio potrebbe creare degli scompensi durante il giorno .
A questo punto secondo un Vostro pregiato parere la terapia va modificata ?
Grazie di cuore!
[#1]
Dr. Mariano Rillo Cardiologo, Cardiologo interventista 10.1k 278 16
Cara Signora
non comprendo le modalità con le quali ha misurato la PA dopola modifica della terapia ???? Se non l'ha fatto dovrebbe ripetere un Holter pressorio e se si conferma che i valori sono elevati solo di notte e soli i sistolici, forse la mogliore terapia è ritornare al betabloccante della mattina e introdurre un calcioantagonista periferico alla sera (per coprire i soli valori notturni).
Cordialmente

Dr. Mariano Rillo
Specialista in Cardiologia con Perf. in Aritmologia
Clinica e Elettrofisiologia Interventistica

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Preg.mo Dott. Mariano Rillo
la misurazioine della PA è stata effettuata per mezzo di un misuratore autom. da braccio. L'Holter delle 24 h. è stato eseguito in corso di terapia ovvero 15 giorni fa.
La cardiologa non mi a ha mai prescritto il betabloccante ma solamente l' ACE 20 mg/dìe essendo orientata sulla prevenzione della nefropatia, infatti, l'uso degli ACE-inibitori sono normalmente indicati per la nefropatia diabetica e, in generale, la coesistenza di diabete e ipertensione. Questi farmaci, infatti, migliorano l'emodinamica a livello renale riducendo la proteinuria e stabilizzando la funzione renale.

E' interessante l'indicazione sulla terpaia in associazione con il calcioantagonista (per coprire i soli valori notturni); cosa che invece la mia cardiolog
[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Scusi l'interruziuone è partito l'invio per sbaglio... dunque Le spiegavo che la misurazioine della PA è stata effettuata successivamente per mezzo di un misuratore autom. da braccio. L'Holter delle 24 h. è stato eseguito in corso di terapia ovvero 15 giorni fa.
La cardiologa non mi ha mai prescritto terapia con il betabloccante ma solamente con l' ACE 20 mg/dìe essendo orientata sulla prevenzione della nefropatia. Infatti, Lei mi insegna che l'uso degli ACE-inibitori sono normalmente indicati per la nefropatia diabetica e, in generale, la coesistenza di diabete e ipertensione. Questi farmaci, infatti, migliorano l'emodinamica a livello renale riducendo la proteinuria e stabilizzando la funzione renale.

Dunque, sulla scelta terapeutica adeguata è da considerarsi l'indicazione della terapia associativa con il calcioantagonista "per coprire i soli valori notturni" . Su tale aspetto invece la mia cardiologa consigliava di anticipare l'orario di assunzione della monoterapia con ACE, ma poiché i calcioantagonisti Lei mi insegna risultano più efficaci di questa classe di farmaci nel prevenire la progressione dei l'aterosclerosi e l'aumento dello spessore medio-intimale o la presenza di placca a livello carotideo la domanda sorge spontanea: sarebbe dunque opportuna la terapia associativa ACE + CALCIONATGONISTA ??
Attendo Sue cortesi e La Saluto Cordialmente .
Giancarla R.

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