Frattura scomposta esposta tibia e perone

Salve sono una ragazza di 21 anni.il 2 giugno a causa i un incidente in moto ho riportato una frattura da scoppio scomposta esposta di tibia e perone. Dato che la ferita era tutta aperta e sono caduta in mezzo alla strada, tra terra,fango e foglie, il rischio di infezione era molto elevato. Mi hanno operato d'urgenza con diagnosi di osteosintesi tibiale e toilette, con perdita di sostanza.
Poi sono stati fatti tamponi sulla ferita che hanno dato esito negativo, ma a causa di febbre x infezione sto facendo una forte cura di antibiotici e dopo un mese non ho più febbre.
Ora sn a letto con un tutore che immobilizza la gamba e ogni giorno la ferita viene medicata.Una parte sta ricrescendo uno strato di carne, mentre proprio sulla tibia c'è ancora il "buco" mentre intorno sta granuleggiando.
Ho fatto anche una visita dal chirurgo platico e mi ha detto di continuare con le medicazioni, poi quando rimarrà solo una piccola parte si potrà procedere con una plastica ricostruttiva.
Per ora la gamba è immobilizzata, il 31 luglio farò una visita con rx di controllo.
Secondo Lei la terapia adottata è giusta?
I tempi di recupero quali sono?ma fino a quando non farò la plastica non potrò cominciare la riabilitazione?
Vorrei un po di notizie in merito
La ringrazio
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Dr.ssa Maria Morena Morelli Chirurgo generale 719 12
Gentile Utente,
in base a quanto da Lei riferito è una ferita che sta guarendo per ‘seconda intenzione’;
Ritengo che il trattamento adottato sia corretto (“…cura di antibiotici.. ogni giorno la ferita viene medicata..”).
Per quanto riguarda la Sua domanda sui ‘tempi di recupero’ non ho ben capito se si riferisce al recupero funzionale dell’arto – post frattura da scoppio, scomposta, esposta di tibia e perone – o alla ferita cutanea (?).
Nel caso si riferisse alla frattura, chiaramente una risposta adeguata le potrà essere data soltanto dal Suo ortopedico e non prima di avere visionato la radiografia di controllo.
Nel caso in cui si riferisse alla ferita, in base a quanto la Lei scritto (“..una parte sta ricrescendo uno strato di carne....intorno sta granuleggiando…” ) e non avendo descritto segni di infezione, ritengo che vi sia una buona reazione tissutale di cicatrizzazione.
Ma, anche in tale caso, soltanto la valutazione diretta potrà darle indicazione sui tempi di chiusura della ferita stessa ( “..una visita dal chirurgo plastico e mi ha detto di continuare con le medicazioni..”).
Inoltre, ci chiede: ma fino a quando non farò la plastica non potrò cominciare la riabilitazione ?.
Concettualmente la “plastica” non dovrebbe condizionare la riabilitazione (fermo restando il responso del controllo radiografico del 31 luglio !).
Considerando comunque le motivazioni che indurrebbero l’esecuzione della plastica stessa.
Vale a dire:
1) chiusura del buco (“..sulla tibia c'è ancora il ‘buco’…”)(?)
2) plastica per migliorare l’estetica della ferita (?)

Nella speranza di esserle stata d’aiuto

Dott.ssa M.M.Morelli