Deficit motorio post intervento ernia discale metodo idet

Deficit di forza ma senza dolore, del piede destro, lato esterno, con ripetute slogature, insorte appena alzato dal letto, dopo intervento di ernia disco l4/l5 e l5/s1 con tecnica "IDET" . Non riesco a ruotare il piede verso l'esterno, ed tirandolo verso il ginocchio le dita hanno poca forza. Ho eseguito Elettromiografia con parere di normalità. Preciso che tale sintomatologia non era mai comparsa. Durante la tecnica non appena è iniziato il riscaldaMENTO MI HA PROVOCATO UN FORTISSIMO BRUCIORE, DOLORE, E SOPPRATUTTO UNA FORTE SCOSSA , sono preoccupato che sia stato lesionato la radice nervosa: sè così può guarire? come? grazie a tutti
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Il deficit di forza nel movimento di versione all'esterno del piede è di competenza dei mm. peronieri mentre la dorsiflessione di piede e dita è di competenza dei mm. tibiale anteriore ed estensore lungo dell'alluce. Entrambi i gruppi muscolari hanno una innervazione radicolare L4 e soprattutto L5.
Curioso che l'esame elettromioneurografico non abbia evidenziato alcuna sofferenza radicolare.
A meno che non abbia effettuato l'esame a meno di 3-4 settimane dalla procedura chirurgica: in questo caso la emg-eng sarebbe potuta risultare nella norma e pertanto vi sarebbe la indicazione a ripeterla dopo il suddetto periodo.
Valutata tipologia ed entità della eventuale sofferenza radicolare sarà possibile avere una idea circa la prognosi.

Cordialmente.

Dr. Otello Poli, MD
Neurologo-Algologo-Esperto in Medicina del Sonno
email: otellopoli@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
In effetti per la preoccupazione, ho eseguito Elettromiografia solo dopo 5 giorni dall'intervento. Ad oggi ancora il deficit di forza permane, adesso indosso un tutore per evitare slogature. Ho fatto oggi una visita neurologica, facendomi camminare in punta di piedi, il piede destro subito mi cedeva ruotando verso l'esterno, mi hanno detto che la sofferenza del nervo è temporanea e di aspettare almeno 15 giorni e poi nel caso rifare l' Elettromiografia. distinti saluti. grazie
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Bene, se crede, mi faccia sapere il risultato della prossima elettromioneurografia.
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dopo
Utente
Utente
Pare che il problema sia rientrato, anche perchè dopo 45 giorni dall'intervento all'ernia del disco, sono stato operato di varici alla stessa gamba (ero in programma da mesi), e sono stato costretto a stare più fermo; poco dopo l'intervento di varici ho cominciato ad avere dolore alla caviglia ed alle dita del piede, cosa che cercando di camminare tende a ridursi, ma non del tutto, se mi fermo o siedo per pochi minuti, il dolore si riacutizza e riprendere a camminare è doloroso nuovamente, inoltre la gamba si presenta edematosa nella parte anteriore da sotto il ginocchio fino alla caviglia. Il medico che mi ha operato, ha rifatto il doppler e dice che il circolo profondo va bene. Io sono molto preoccupato, sembra la gamba di un vecchio cardiopatico e diabetico.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
"...Pare che il problema sia rientrato..." ritengo voglia dire che il deficit di forza è progressivamente regredito. Se è così il dato clinico è assolutamente positivo, come è ovvio.
Circa il dolore non so: "visto da qui" difficile giudicare quale sia la causa.
Ed il problema, forse, ora potrebbe divenire quello che il neurochirurgo tenderà ad affermare come la causa del dolore sia la procedura chirurgica vascolare e viceversa.
Verosimilmente è stato poco prudente eseguire due procedure chirurgiche interessanti, seppur per motivazioni differenti, il medesimo arto inferiore.
Rappresenti le sue preoccupazioni ad entrambi e ne raccolga le opinioni.
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dopo
Utente
Utente
l' 08/10/2014, esame EMG-Eng indicativo per radicolopatia attualmente cronica L5-S1 a dx, con danno axonotmesico più marcato su L5: segni di degenerazione motoria cronica sui miomeri L5-S1 a dx, più marcati su L5, associati a denervazione motoria in atto sui mm. distali (ECD e ELA);
NormaliVCM e VCS agli arti inferiori;
Chiaramente ridotta l'ampiezza dei CMAP per stimolazione del n. peroniero com. ed in minore misura del n. tibiale posteriore di dx;
Lievemente aumentata la latenza dell'onda F a dx;
Normale a sn.
Risposta asso.assonica per stimolazione del n. peroneo com. di dx;
Assente la risposta H a dx, normale a sn.

Ho rifatto altro esame EMG in data 17/06/2017:
Esame migliorato rispetto al prededente del 2014, attualmente indicativo per pregressa radicolopatia L5-S1 a dx, con danno axonotmesico su L5 (denervazione motoria cronica sui miomeri L5-S1 a dx, più marcati su L5, attualmente in assenza di denervazione motoria in atto;
Ridotta l'ampiezza del CMAP sul m. EBD dx; Aumentata la latenza dell'onda F con risposte asso-assoniche per stimolazione del n. peroneo com. di dx).
Concomitano lievi segni di denervazione motoria cronica sui miomeri L5-S1 a sn.
Normali VCM e VCS agli arti inferiori;
Normale la latenza della risposta H bil.te, con ampiezza lievemente ridotta bil.te.
Ad oggi nel camminare devo sempre stare attento, perchè il piede destro se si trova in terreno leggermente inclinato favorente una storta, tende a cedere, inoltre mi è rimasto costante un dolore tra i diti 2°, 3° e 4°.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,intervengo esclusivamente sull'EMG in quanto il Collega Le ha già esposto con estrema chiarezza gli aspetti clinici
La sequenza degli EMG eseguiti è quella classica di una sofferenza di una radice nervosa:
1)radicolopatia acuta(presenza di denervazione nei muscoli innervati dalla radice interessata;L5 nel suo caso)
2)radicolopatia cronica attiva(denervazione associata a reinnervazione cioè a potenziali volontari caratteristici per forma e durata che indicano che alcune fibre danneggiate sono"ricresciute"raggiungendo i muscoli ipovalidi).Tenga presente che la reinnervazione richiede tempi precisi ( la fibra cresce di 1-2 mm al giorno fino a raggiungere il muscolo).E'facile quindi predire i tempi della eventuale ripresa misurando la distanza tra sede del danno e muscolo( se ovviamente la guaina del nervo è integra e quindi in grado di costituire un"tubo direzionale".per le fibre in ricrescita)
E' ovvio quindi che i muscoli più lontani recuperano più tardi come si evince dall'ultimo EMG
3)radicolopatia cronica(non c'è più la denervazione in atto;permangono le alterazioni dei potenziali)
4)radicolopatia cronica stabilizzata(non denervazione;potenziali volontari modificati ma in maniera diversa rispetto ai punti precedenti)Queste 2 ultime fasi richiedono più tempo.
Cordialmente .
Non trascuri la riabilitazione!!

Prof. VINCENZO ROSSI

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dopo
Utente
Utente
Molte grazie, quindi facendo riabilitazione posso riprendere la totale forza?.
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
La riabilitazione é certamente inficsta. Presso centri più che qualificati.

Circa quanto possa essere la entità del suo recupero ritengo come su ciò nessuno possa esprimersi con precisione.

Questa é la risposta più onesta che può avere.

La riabilitazione in qualità e quantità dopo la visita del medico fisiatra che firige il centro.
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dopo
Utente
Utente
grazie mille
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Dr. Otello Poli Neurologo, Algologo, Esperto in medicina del sonno 7.1k 199 45
Grazie a Lei pet aver consultato Medicalia.
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Dr. Vincenzo Rossi Neurologo 100 1 19
Gentile Utente,
è ovvio che non è possibile prevedere se , quando ed in che misura possa esserci un ulteriore recupero,considerando il lungo tempo intercorso.La riabilitazione resta però un presidio irrinunciabile in quanto evita che i muscoli ipovalidi lo diventino ancora di più e si riducano di volume(ipotrofia "da non uso")o che subentrino complicanze(anchilosi,retrazioni tendinee....)Perciò si affidi ai fisiatri che la seguono,come Le suggeriva il Collega
Cordialmente