Ansia preparazione esami

Gentili,
sono una studentessa all'ultimo anno della Magistrale di Psicologia. Purtroppo un anno fa ho iniziato ad avere problemi nella preparazione degli esami. Solitamente quando preparavo un esame non impiegavo molto tempo, comprendevo e ricordavo l'argomento senza molte difficoltà e non impiegavo molto tempo prendendomi molte soddisfazioni. Come stavo dicendo prima, da un anno qualcosa si è interrotto. Nelle due settimane precedenti alla data dell'esame inizio a diventare ansiosa, riconosco che mentre studio ho pensieri ricorrenti del tipo "Questo non me lo ricorderò!" e continuo a rileggere la stessa frase una decina di volte. I giorni prima dell'esame (se decido di non rimandarlo) piango molto, alla mattina mi sveglio molto presto e rimango nel letto continuando a rimuginare su che cosa dovrò studiare e se ce la farò. Finora ho cercato di fare il possibile, ma mi sono accorta che da sola non riesco a trovare una soluzione. Ormai è un ciclo che continua a ripetersi e non riesco a interromperlo, neanche davanti all'evidenza che ero riuscita a passare l'esame. Non ho più la consapevolezza di quello che so, ho pochissima fiducia in me stessa invece prima ero totalmente l'opposto. Cioè ero ansiosa ma nella norma mentre ora non riesco più a controllarla.

Ringrazio chi mi risponderà

Saluti
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazza,
il fatto che ci sia un "prima è un dopo" fa pensare alla presenza di un evento che ha contribuito a minare la fiducia che aveva in se stessa; dopodiché sembra essere entrata in una spirale di pensieri negativi e profezie che si "auto-avverano (dirsi continuamente "non ricordo", "non riesco", ecc., non produce altro che ciò che ci si aspetta...).
Credo sarebbe importante rivolgersi ad uno psicologo di persona per lavorare sia sulle cause alla base del problema, sia sui meccanismi che si sono attivati.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Cioè ero ansiosa ma nella norma>
Gentile Ragazza,
le chiedo cosa significa per lei essere ansiosi nella norma?
Quali eventuali difficoltà/sintomi esperiva?

Non ci dice molto sulla sua vita in altri ambiti (relazioni, famiglia, amici)eventuali eventi stressanti/critici che possano essere intervenuti ultimamente, forse il carico di studi, la preoccupazione del termine prossimo del ciclo universitario o qualche esperienza relativa al suo curriculum di studi, fattori che potrebbero avere concorso a determinare una condizione che sembrerebbe legata a una problematica di natura ansiosa.

L'ansia è nemica dello studio, della concentrazione, di performance soddisfacenti, sarebbe opportuno spezzare il circolo vizioso che sta inficiando il suo benessere e la serena prosecuzione dei suoi studi.

Sarebbe opportuno che si rivolgesse direttamente a un nostro collega per una valutazione di quanto le sta accadendo e per roflettere sul modo migliore per risolvere le problematiche esposte.

Dall'ansia, se di questo si trattasse, si può uscire con i trattamenti adeguati e anche in tempi non necessariamente lunghi.

Potrebbe rivolgersi al servizio pubblico, ad esempio presso il Consultorio Familiare ASL del suo territorio.
Che ne pensa?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi risposto,
in realtà c'è stato un evento particolare, un esame nel quale mi sentivo preparata ma durante la prova orale il docente ha avuto con me modi pochi carini tanto che io mi sono agitata pregiudicando l'esito. Il livello di ansia di cui parlavo precedentemente era quello funzionale, non avevo sintomi di natura fisica, mi faceva studiare di più per prepararmi al meglio, insomma era adattiva. Adesso invece inizia qualche giorno prima e pregiudica la mia preparazione. Tante volte rende difficile la comprensione di quello che sto leggendo. Ho cercato più volte di superarla da sola, mi sono presentata anche agli esami sperando di ritrovare la fiducia, ma nulla ogni volta mi ritrovo sempre allo stesso punto. Mi fa male sentirmi così, non mi riconosco davvero. Non sono mai stata una studentessa con grandi pretese,voglio solo ritornare a vivere serenamente queste sessioni perchè so che non è un esame a pregiudicare la vita professionale di una persona. La mia famiglia mi supporta, si è sempre fidata di me e delle mie scelte. Le mie amiche mi dicono che con tutte le soddisfazioni che ho avuto dal percorso universitario, dovrei essere più che fiduciosa. Purtroppo non è così.
Provvederò a contattare il consultorio famigliare per parlarne.
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Dr.ssa Giovanna Tatti Psicologo, Psicoterapeuta 41
gentile futura collega,
alcune università forniscono un servizio di consultazione per i propri studenti, provi a informarsi se la sua è tra queste.
la fine di un ciclo di studi è già di per se possibile fonte d'ansia: riuscirò a laurearmi? la tesi? il tirocinio? riuscirò a inserirmi nel mondo del lavoro? etc... forse queste domande più o meno consapevoli unite al "fallimento" o percepito tale di quell'esame che fa da spartiacque, possono avere concentrato e intensificato pensieri disturbanti che lei definisce ossessivi.
un passetto per volta vedrà che capirà cosa succede: ne guadagnerà in consapevolezza del suo funzionamento, che per chi vuol fare questo mestiere è tutto di guadagnato.
ci faccia sapere, se crede.

Dr.ssa Giovanna Tatti
psicologa-psicoterapeuta-terapeuta EMDR-milano
giovannatatti@gmail.com
www.psicologamilano.net

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dopo
Utente
Utente
Ho chiamato e purtroppo i tempi sembrano andare per le lunghe, tipo tra 2 settimane per il primo incontro avete altri consigli? Adesso mi sento in una sorta di impasse, perchè sono bloccata. Non so come rimettermi a studiare portandomi questo stato d'animo con me, dall'altra la sensazione di "perdere" giorni che potrebbero essere utili per prepararmi mi fa stare male, ma nel frattempo non riesco a fare nulla. Non so è il momento in cui non vedo più le mie risorse, so di averne, ma non riesco più ad attingere da loro. Forse il perpetuare di questa situazione dicendomi che sarebbe passato tutto non ha fatto altro che peggiorare la mia situazione.
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Dr.ssa Giovanna Tatti Psicologo, Psicoterapeuta 41
certo, quando si sta così male 15 giorni sembrano un tempo infinito..
cerchi di concentrarsi su di sé e non solo sul suo sé studente.
rispetto ai consigli, come capirà non possiamo darle indicazioni specifiche su professionisti che lavorano in privato, però potrebbe essere un'alternativa da considerare.
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio, spero che tutto questo si possa risolvere al più presto perchè mi sento un motore ingolfato. Purtroppo meno faccio e meno farei. Cercherò di pensare di più a me stessa anche se il mio sè studente (e tutti gli obiettivi, i termini che ne comportano) è molto presente nella mia vita. Non dico che il momento più gioioso dell'anno debba diventare la sessione degli esami :-) però non dovrebbe essere nemmeno una tragedia.
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Dr.ssa Giovanna Tatti Psicologo, Psicoterapeuta 41
sono d'accordo. ma si dia un pochino di tempo. non aspettando che passi, ma facendo qualcosa perchè passi la sensazione di ingolfamento probabilmente migliorerà. almeno nella mia esperienza è così: iniziare un percorso psicoterapeutico è di per sé un grande sostegno, anche perchè aumenta la consapevolezza di potere realmente fare qualcosa per sé, anche affidandosi a altri.
ci faccia sapere, se crede, noi siamo qui
[#9]
dopo
Utente
Utente
Gentili,
sono ancora qui per dirvi che non mi sono data tempo, mi sono rimessa sui libri come ho sempre fatto erroneamente e adesso a 5 esami dalla fine mi ritrovo a dover dire di voler lasciare l'Università.Mi sono recata dalla Psicologa, purtroppo per ora abbiamo fatto solo il primo colloquio che è stato più conoscitivo. La situazione non è migliorata. Continuo ad avvertire difficoltà a memorizzare, pensieri mentre studio, crisi di pianto. Ho deciso per questo di prendermi una pausa, accompagnata da forti sensi di colpa e di fallimento. Purtroppo sono diventata un'evitante, sono entrata in un bruttissimo circolo vizioso. Come se mi ritenessi perdente già in partenza. Ho notato questa cosa successa proprio ieri, l'ansia attivata nel non riuscire a portare a termine il piano giornaliero che mi ero fatta. Anche se non era così oneroso, sono diventata terribilmente lenta nello studio. Da un lato c'è la voglia di finire, di andare avanti, dall'altro vivo la mia vita da studentessa a 24 anni come un peso. Sento come se non fossi fatta più solo per quello. Dentro di me mi dico farò questo dopo la laurea, ma questa fine non arriva.....
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Dr.ssa Giovanna Tatti Psicologo, Psicoterapeuta 41
cara Ragazza,
lei scrive una cosa davvero interessante:"Sento come se non fossi fatta più solo per quello."... meno male. rimettersi sui libri in sé, non è ne male né bene.. ma forse bisogna che lei possa recuperare la passione per ciò che legge. magari concentrandosi, per quanto possibile farlo, su esami che possono essere più affascinanti e interessanti, per lei, almeno in linea di principio.
ha già pensato alla tesi?
detto questo, che è un aspetto molto pratico, sicuramente dopo un primo colloquio non ci saranno delle rivoluzioni immediate..
il controllo è però evidentemente un'area centrale, se non riesce a mantenere l'ideale della prestazione stabilità, l'ansia rischia di essere davvero troppa per lei, paralizzandola.
nel leggerla mi veniva in mente la cosi detta Triade maledetta: Impotenza, Onnipotenza, Colpa. alla sensazione di impotenza (non riesco, non posso, non sono all'altezza, etc..) si risponde in modo opposto con difese onnipotenti (tutto dipende da me, etc...) e all'ovvio fallimento si esperisce la Colpa, per il fallimento stesso, appunto.
sia tollerante.. e dia tempo alla sua psicoterapia che è ancora agli albori.
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dopo
Utente
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Dottoressa,
mi ritrovo molto nelle sue parole, è come se ogni volta ad un esame avessi dato un po' di me, senza ottenere la ricarica. Purtroppo il discorso tesi è un tasto dolente.. è stata un'ulteriore fonte di preoccupazione e ansia. Iniziato a cercare il relatore un anno fa e trovato, ad oggi mi ritrovo ancora senza argomento per difficoltà con comitati etici, test con risposte insufficienti. Anche in quello a poco a poco mi sono svuotata. Non mi sono costruita nessuna certezza, anzi ha contribuito ad alimentare il senso di insoddisfazione e incapacità che mi porto dietro. Dalla serie non c'è niente che va bene. Poi ieri mentre ero triste, combattuta, per questo senso di fallimento che mi porto ormai sempre con me ho capito che mi manca qualcosa...la manualità. Vorrei dipingere i balconi, fare un orto, vorrei arrivare alla sera e prima di andare a dormire dire: "quante cose ho fatto oggi, che bello!!! ".Invece ultimamente quando vado a letto penso solo a quello che non faccio.
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