Gravissima crisi d'identità

Salve a tutti. Da circa un anno e mezzo sto attraversando un periodo estremamente difficile. é possibile che non riesca a spiegarvi la mia situazione in poche righe, comunque, cercherò di essere chiaro ed esauriente. Ho lasciato la scuola molti anni fa, nel 2001, per la precisione, subito dopo aver conseguito la licenza media. Negli anni successivi mi sono appassionato alla musica, all'arte e alla lettura. Ho letto, ascoltato e osservato centinaia di opere. Nel 2012 decisi di tornare a studiare per conseguire la maturità linguistica. Un vero disastro. Per quanto ci provassi, non riuscivo a concentrarmi nello studio. L'immagine di me che mi ero creato, quella di una persona intelligente e colta, è crollata fragorosamente. Mi sono chiesto: e se non fossi davvero intelligente? Se la mia non fosse vera sete di conoscenza? So benissimo di avere pochissime possibilità con un misero diploma di licenza media, eppure non riesco a trovare lo stimolo che mi conduca a studiare serenamente e con passione. Negli anni ho sofferto e soffro di depressione, ho avuto episodi più o meno gravi di ipocondria, riscontro, inoltre, gravi problemi di socializzazione nonostante faccia parte di un gruppo di amici ormai consolidato. Nel novembre scorso ho intrapreso un percorso di "autoscoperta" con l'aiuto di una psicologa. Credevo di vedere finalmente la luce, mi ero persino deciso a riprovarci con il supporto di una scuola di recupero anni scolastici, ma una frase, letta quasi per caso su internet, mi ha sconvolto. Essa, a grandi linee, diceva che, a volte, crediamo di desiderare una cosa perchè essa ci pare buona e giusta, ma dentro di noi sappiamo che non è quel che desideriamo. La catastrofe. Il mio castello di carte è di nuovo crollato. Ora, in tutta sincerità, provo una fortissima vergogna al pensiero di parlare del mio stato attuale alla dott.ssa che mi segue, ho quasi l'impressione di farle un torto. Insomma... Non so cosa fare. Dovrei rassegnarmi al fatto di non essere una persona particolarmente dotata? Vi prego di scusarmi per la lunghezza del messaggio e vi ringrazio.
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Attivo dal 2013 al 2020
Psicologo
Gentile ragazzo,
trovare la propria dimensione e la propria strada non è sicuramente una scelta facile . Non di rado nel corso della giovinezza si possono prendere decisioni, credere che siano definitive, per poi tornare nuovamente sui propri passi. Spesso l'ansia e il disagio che scaturiscono dipendono proprio dalla nostra intenzione ferrea di "incasellarci", in un momento caratterizzato dalla dinamicità e dall' impossibilità di "fermarsi".
Dice di aver iniziato un percorso psicologico qualche mese fa, di aver sperimentato dei primi "miglioramenti", con una recente battuta d'arresto.
Parlare con la sua Psicologa, esporle i suoi nuovi timori e le sue perplessità, è di fondamentale importanza per ritrovare nuovamente il benessere. Non abbia timore di disattendere aspettative reciproche (sue e della psicologa), momenti di crisi possono essere del tutto fisiologici. Sincerità, fiducia e condivisione sono tutti gli elementi giusti di una buona relazione terapeutica.
Stia bene!
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dopo
Utente
Utente
Grazie mille, Dr. Mita.
Aggiungo, per completezza, qualche particolare: ho sempre desiderato l'approvazione altrui, infatti sono uscito dalle medie con una votazione piuttosto alta, ovvero "distinto". In seguito, ho deciso di abbandonare lo studio e mi sono dedicato praticamente al dolce far nulla, lavorando solo di tanto in tanto. Ho sempre gradito le attenzioni positive, godevo infinitamente nel pensare a me stesso come una persona intelligente e tenevo moltissimo a far notare le mie "conoscenze" agli altri. Ora, invece, mi sento decisamente un ipocrita. Una persona mediocre, senza capacità, buona per lavorare e sopravvivere come fanno tanti altri e non per inseguire chissà quale destino... Paradossalmente, ho persino smarrito il desiderio di acculturarmi autonomamente in ambito letterario e musicale, proprio perchè mi sembra di percepire una contraddizione di fondo nel mio "studio" da "autodidatta" contrapposto alla difficoltà di intraprendere un vero e proprio percorso scolastico e/o accademico.

Ad ogni modo, la ringrazio per le sue parole. Parlerò di tutto ciò con la mia psicologa senza timori. L'unica cosa che mi spaventa, a questo punto, è l'idea di dovermi rassegnare a un destino che tuttavia mi appare inesorabile.

Grazie ancora
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Attivo dal 2013 al 2020
Psicologo
Gentile Ragazzo,
è giovane, ha 28 anni e tutto il tempo dalla sua parte per costruirsi un futuro sereno e soddisfacente.
Errori e tentennamenti del passato possono anche averla aiutata nel capire cosa vuole lei oggi, permettendole quindi di puntare un obiettivo e raggiungerlo lavorando con costanza e dedizione.
Se non sarà lo studio, sarà altro ad occupare il suo tempo e a permetterle di ritrovare il suo giusto equilibrio e a realizzarsi professionalmente. L'importante è che sia sempre lei a scegliere, in base ai suoi interessi e alle sue inclinazioni/possibilità.Può approfittare del percorso psicologico anche ai fini di questo "orientamento"
Un caro saluto
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dopo
Utente
Utente
Grazie di nuovo, Dottore.
Una decisione dovrò pur prenderla, prima o poi. Dovrò insomma capire chi sono e cosa voglio. Ho gran timore per i colpi che potrebbe subire la mia immagine "pubblica", far vedere a tutti che non sono motivato a studiare contrasterebbe enormemente con il gusto che provavo per la cultura, sarebbe decisamente umiliante. Immagino, però, di non avere scelta.
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