Abbuffate post dieta drastica

Da più di un anno, il rapporto col cibo é diventato per me un qualcosa di ossessivo. Ci penso praticamente sempre. Da piccola non mangiavo quasi nulla, facevo diverse ore di danza ed ero molto magra. Andavo avanti con cioccolatini, latte, merendine e pasta al sugo ma in quantitá limitate. Quando smisi di fare sport improvvisamente all'età di 15 anni, cominciai ad ingrassare e tutto quello che avevo nell'armadio era diventato troppo stretto per me. Non avendo molti soldi per permettermi di comprare nuovi vestiti, decisi di cominciare a dimagrire, anche perché non mi piacevo e mia mamma non si dimenticava mai di sottolineare la dimensione sproporzionata delle mie gambe. Pesavo circa 54 kg, ed ero alta 1, 56. Mangiavo solo frutta, verdura, carne e pesce. Spesso non cenavo e mi divertivo a ridurre sempre di più l'apporto calorico. Km a piedi ed in bicicletta, piscina, mai un attimo ferma per bruciare il più possibile. In tutto persi 9 kg. Oggi ho 18 anni e peso 49/50 kg. In questo ultimo anno sono passata da periodi di dieta ferrea a periodi di abbuffate che in questi ultimi tre mesi sono all'ordine del giorno. Prendo il pacco di biscotti e ne finisco la metà, poi passo al salato, per poi tornare al dolce. Non so più cosa fare per controllarmi. La paura di ingrassare mi tormenta, anzi, mi vedo ingrassata ogni volta che non rispetto la dieta. Meno mangio, più bella mi vedo. Ogni giorno cerco di tornare ai vecchi tempi, quando riuscivo a rispettare uno schema alimentare ma non ci riesco, anzi, faccio tutto il contrario. Non riesco nemmeno a vomitare perció assimilo veramente tutto. Mi chiedo se questa tortura che mi autoimpongo involontariamente possa finire un giorno e non avendo abbastanza soldi per pagare uno psicologo spero che voi possiate aiutarmi. Grazie di cuore!
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Lo psicologo può trovarlo anche in convenzione senza pagare troppo...ma è l' unica figura professionale che può aiutarla nel ritrovare benessere e serenità nel complesso rapporto con il cibo.

Quando il rapporto con il cibo è così conflittuale e di tipo compensatorio, si deve lavorare su altro, non sul cibo..
Il cibo diventa un amico, un amante, una madre amorevole, un utero caldo nel quale rintanarsi, un anti stress ed un antidepressivo.....

Restituirgli il suo significato di reale nutrimento, è compito dello psicologo

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

il mondo della danza è un mondo fatto di sacrifici e rinunce e in cui l'attenzione per il corpo è ovviamente centrale.
Non è raro incontrare nei nostri studi ragazze che hanno sviluppato un disturbo del comportamento alimentare e che praticavano danza o uno sport (es atletica leggera), in cui il corpo deve davvero essere esile.
Tuttavia, il modo in cui tu hai reagito quando avevi 15 anni alle modificazioni del tuo corpo mi pare degno di attenzione.
Ogni ragazzina di quell'età di vede troppo grassa, ma non perchè abbia davvero qualcosa che non va, quanto perchè quando si cresce sembra che il corpo si stia sformando. Tante adolescenti riferiscono di vedersi il sedere troppo grande, le cosce troppo grosse, ecc...
Se tuttavia l'attenzione per il corpo diventa eccessiva al punto da rinunciare ad altre attività per andare a camminare/correre/bici per bruciare calorie c'è qualcosa che non va. Mangiare e fare sport dovrebbero essere in prima battuta dei piaceri della vita.
Per te invece il cibo è un tormento, un nemico e il significato che attribuisci è l'equazione magra=bella e in forma=brutta.
A parte le conseguenze sul piano fisico (es scomparsa del ciclo, i capelli si rovinano e anche la pelle, gli organi cominciano ad andare in sofferenza, ecc...) vi sono aspetti psicologici molto importanti riassunti qui:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1211-i-disturbi-del-comportamento-alimentare-che-cosa-sono-e-come-si-curano.html
e soprattutto il digiuno spalanca la porta alle abbuffate.
Tutti noi se digiuniamo ad es. a pranzo arriviamo a cena affamati.
Qui è importante il concetto di controllo e di perdita del controllo che per chi soffre di un disturbo alimentare è molto importante ma da correggere.
Chiedi un aiuto qui... non per non voler prendere in considerazione il problema che, al contrario, mi sembra serio, ma da qui non è proprio possibile aiutarti, perchè il primo step è una valutazione medica accurata ma anche una valutazione psicologica. Mi sembrano infatti evidenti quei sintomi che possono far pensare ad un disturbo alimentare.
I tuoi genitori che pensano a riguardo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Mia mamma tende a dire che non ho nessun problema perché anche lei si abbuffa spesso, solo che non ha sensi di colpa e le sembra tutto normale. Dice di mangiare tanto e di non essere semplicemente a dieta. Del resto l'ha sempre fatto, con l'unica differenza che avendo un metabolismo veloce aveva pure un fisico spettacolare. Per lei sono un'adolescente come le altre ed é convinta che andare da uno psicologo oltre che costoso sarebbe quasi dannoso per me.
[#4]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

se tua mamma fa le abbuffate come te, è probabile che a casa tua questo comportamento sia ritenuto normale.
In realtà non è normale: manca una educazione alimentare ma anche emotiva (spesso chi ha questo tipo di problemi mangia per altre ragioni che non sono la fame, ma la noia, la rabbia, un senso di vuoto, ecc...).
Inoltre tu sei maggiorenne e, riconoscendo di avere un problema, puoi certamente prendere la decisione autonomamente e rivolgerti al consultorio della zona o ad un servizio di psicologia di un ospedale.

Saluti,
Dieta

Tutto su dieta e benessere: educazione alimentare, buone e cattive abitudini, alimenti e integratori, diete per dimagrire, stare meglio e vivere più a lungo.

Leggi tutto