Paura di parlare in pubblico

Buongiorno, scrivo per chiedere un consulto su un problema un po' particolare. Faccio un lavoro che mi porta a volte a dover parlare in pubblico. Qualche tempo fa mi è capitato, durante una di queste occasioni, di bloccarmi mentre parlavo e di non riuscire ad andare avanti, e sono stato costretto a fermarmi per qualche minuto prima di poter andare avanti. Da quel momento mi ha preso la paura che possa succedermi di nuovo, così ogni volta che devo parlare diventa una vera sofferenza, prima e durante (anche se non mi è più capitato un blocco come quella volta). Preciso che sono in generale una persona piuttosto ansiosa (in passato ho sofferto anche di attacchi di panico, problema che però al momento è risolto).
Vorrei chiedere qualche consiglio per affrontare il problema.
Grazie in anticipo e un cordiale saluto
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Dr. Adriano Raffaele Principe Psicologo 70 3
Gentile utente,
spesso tendiamo a voler essere troppo precisi e questo per noi diviene un problema.
Sembrerebbe che lei ogni qual colta voglia essere "prefetto", "impeccabile" e "preciso" entri in agitazione.

Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per iniziare un percorso e possibilmente risolvere questi problemi che la affliggono da tempo.

per specificare ed aiutarla in modo accurato le domando:
che tipo di cura ha fatto quando le sono venuti gli attacchi?
quando sono iniziati?
ha fatto indagini ematologiche sui livelli ormonali e funzionamento tiroideo?

Cordialmente,

Dr. Adriano Raffaele Principe
Psicologo Infanzia e Adolescenza - CTU -
Psicoterapeuta Psicoanalitico
Collaboratore Università di Chieti

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
Gentile Utente,

la paura di parlare in pubblico ci sta, soprattutto dopo l'episodio che ha descritto, in cui ha temuto qualcosa, come fare una figuraccia, non essere competente, ecc...
Però adesso è importante superare questo piccolo intoppo.
Bloccarsi mentre si parla in pubblico può capitare per molte ragioni, ma si può facilmente imparare a superare questi ostacoli. Ad esempio chi sa gestire una pausa di silenzio (in cui ad esempio ha perso il filo del discorso o non si ricorda qualcosa) può essere utile al pubblico per fare più attenzione (ad es. se uno si era distratto, percependo il silenzio, s'interrogherà quanto meno sulle ragioni di tale silenzio e comincerà nuovamente a prestare attenzione), ma nel frattempo è utile all'oratore perchè riprende fiato, raccoglie le idee e riparte.
Probabilmente nel momento in cui Lei si è inceppato, ha iniziato ad andare in ansia, e i pensieri catastrofici hanno preso piede, alimentando il disagio del momento e paralizzandola ulteriormente.
Tutto ciò si supera con l'esperienza. Ma anche con alcuni "trucchetti", ad esempio quello che Le ho detto sopra, l'uso delle slides, se può, perchè non permettono di perdere il filo del discorso e comunque rappresentano una sorta di guida, ma anche imparando a stare a proprio agio nel ruolo e con gli altri.
Dal momento che per lavoro Le capita spesso di parlare in pubblico, potrebbe trovare anche libri molto utili (quelle delle ed. RED ad es.) che suggeriscono tecniche per parlare in pubblico.
Tenga anche presente che chi, come Lei, deve parlare in pubblico, è spesso costretto a prepararsi benissimo prima di affrontare la platea: ad es. Roberto Benigni non lascia nulla al caso, ma è tutto studiatissimo.
Prepararsi bene prima, imparando anche a gestire le obiezioni e piccoli inconvenienti, toglie già una buona quota d'ansia.
Posso chiederLe da quanto tempo fa questo lavoro?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, grazie per le vostre risposte. Al dott. Principe rispondo che gli attacchi di panico risalgono a circa 3 anni fa, e ho seguito una terapia farmacologica, che dopo circa un anno ha portato alla loro cessazione; ma l'episodio da cui è nato tutto è ancora precedente.
Alla dott.ssa Pileci, che ringrazio per i suoi consigli, rispondo che sono più di 10 anni che faccio questo lavoro, e in precedenza non avevo avuto mai problemi. Il fatto è che le occasioni in cui mi capita di parlare in pubblico non sono così frequenti, ma sono anzi piuttosto sporadiche; proprio per questo, penso, mi manca quell'assuefazione che mi aiuterebbe a vincere la paura, ma ogni volta è come se ripartissi da zero. In effetti, soprattutto dopo quell'episodio, preparo sempre accuratamente quello che devo dire, ma questo non mi aiuta a superare del tutto l'ansia, perchè mi resta la paura di bloccarmi e di andare nel panico.
Grazie ancora e un cordiale saluto
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Dr. Adriano Raffaele Principe Psicologo 70 3
Come lei stesso ha notato i modi in cui ha gestito i suei episodi sono stati molto meccanici e non sono stati risolutivi.
Gli psicofarmaci agiscono sui pazienti con il principio di un terzo (1/3),
ovvero:
1/3 dei pazienti ha una scomparsa del sintomo
1/3 ha una parziale dimissione del sintomo parziale
1/3 non ha effetto da psicofarmaci.

dalle sue parole credo di capire che lei ha capito di dover cercare ed intraprendere un'altra strada per tentare di affrontare questi sintomi?
[#5]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 503 41
"mi resta la paura di bloccarmi e di andare nel panico."

Sembra che Lei abbia appreso tale paura, ma è possibile depotenziarla e superarla.
Non ho capito se in passato si era rivolto anche ad uno psicologo psicoterapeuta per il problema d'ansia.

Cordiali saluti,
[#6]
Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Buongiorno,
oltre all'episodio in cui ha avvertito un "blocco nel parlare" molto del disagio che lei avverte dipende dai suoi pensieri attuali inerente l'episodio. Mi spiego meglio: probabilmente avrà iniziato a pensare " e se capiterà sempre così... cosa potranno pensare gli altri su di me?...ho fatto la figura dello sciocco ect.." Praticamente i pensieri non sono molto utili per affrontare le situazioni anzi possono portare ad un allontanamento della situazione stessa per far abbassare l'ansia.
Ove , come è successo nel passato con gli attacchi di panico, si fosse rivolto ad un professionista, potrebbe anche in questo caso affrontare la situazione in tal modo per abbassare " il livello di paura " esperito in quella situazione e trovare pensieri, emozioni e comportamenti più funzionali non solo in quella situazione ma anche nelle altre.

Resto a disposizione.

Dr.ssa Roberta Fuga Psicologa - Psicoterapeuta cognitivo - comportamentale e Grafologa Roma
www.psicoterapeutadiroma.it
Via San Roberto Bellarmin

[#7]
dopo
Utente
Utente
In realtà nel caso degli attacchi di panico non mi ero rivolto a uno specialista, ma soltanto al medico di famiglia, che mi aveva consigliato di tentare prima questa cura con i farmaci, poi, nel caso non avesse dato gli effetti sperati, di intraprendere eventualmente altre strade: ma dato che il problema degli attacchi di panico si è in effetti risolto, non mi sono mai rivolto ad uno psicologo o psicoterapeuta.
Penso che la dott.ssa Fuga abbia colto esattamente il punto in merito ai pensieri che generano la mia ansia ("cosa potranno pensare gli altri su di me?...ho fatto la figura dello sciocco ect.."). Non ho però ben capito il concetto della frase successiva ("praticamente i pensieri non sono molto utili per affrontare le situazioni anzi possono portare ad un allontanamento della situazione stessa per far abbassare l'ansia"). E' chiaro che io mi sforzo di allontanare questo tipo di pensieri negativi, però questi finiscono per ripresentarsi ugualmente, così da condizionarmi (penso appunto che sia questo il cuore del problema).
Grazie ancora per le vostre risposte
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Attivo dal 2014 al 2019
Psicologo
Gentile Utente,
da quanto scrive sembra che il "blocco" avuto durante l'esposizione l'abbia condizionata a tal punto da instaurare la "paura della paura", ovvero il timore che possa succedere di nuovo la prossima volta che dovrà esporsi, oltre ai pensieri correlati inerenti il giudizio altrui, etc...
Al fine di evitare che questo circolo vizioso permanga e si amplifichi col passare del tempo, potrebbe esserLe utile rivolgersi ad un terapeuta cognitivo comportamentale con il quale impostare un programma comportamentale di esposizione graduale alle situazioni da lei ritenute fonte di ansia o disagio e apprendere qualche tecnica per rimodulare i propri pensieri. Il contenuto di quest'ultimi infatti mantiene, ed in alcuni casi generala, la sua ansia di parlare in pubblico.
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Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
... quando avverti l'emozione di ansia, paura etc... determinata da alcuni pensieri per risolvere tale situazione probabilmente non affronti le situazioni o metti in atto dei comportamenti volti a rassicurarti . (per rispondere all'affermazione : "praticamente i pensieri non sono molto utili per affrontare le situazioni anzi possono portare ad un allontanamento della situazione stessa per far abbassare l'ansia")

In tal modo l'ansia a breve termine si abbassa ma a lungo termine porta a stabilizzarsi della paura. Concordo con il collega che si è manifestata " la paura della paura", ossia il solo pensiero di situazioni pubbliche ti porta a provare ansia ed a preoccuparti come se vivessi tali situazioni realmente.

Rinnovo il fatto di provare ad affrontale tale momentaneo aspetto della tua vita con uno specialista.

Resto a disposizione.

[#10]
dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per questi comsigli. Approfitto ancora della vostra gentilezza per chiedere in che cosa consistono queste tecniche per rimodulare i pensieri e vincere l'ansia e la 'paura della paura'
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Dr.ssa Roberta Fuga Psicologo, Psicoterapeuta 23
Buongiorno,
un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla ad affrontare in modo più utile i pensieri e le emozioni che prova modificando di conseguenza i comportamenti. Ogni persona è unica e poiché, generalmente, prima di iniziare un trattamento ci sono alcuni colloqui conoscitivi per approfondire il disagio ed eventuali problemi correlati, sarebbe opportuno parlarne eventualmente con il professionista che la seguirà. Non esiste in terapia una tecnica applicata in toto a tutti in quanto spesso il nostro lavoro risulta ricco di sfumature e di variabili.
Probabilmente modificare il modo in cui si parla prima degli episodi per lei fonte di ansia, potrebbe aiutarla a vivere meglio quei momenti.

Ma tutto questo inserito in percorso di psicoterapia con chiari obiettivi e strettamente collegato a lei.
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Dr. Adriano Raffaele Principe Psicologo 70 3
La psicoterapia è ricca di sfumature, tutte valide a livello scientifico.
Forse sarebbe opportuno che lei andasse a vedere di persona.
Cordialmente,