Come comportarmi con mia figlia

Buongiorno,vorrei sapere come comportarmi con mia figlia.Mi spiego:sono separata ormai da 6 anni;all'epoca la bambina aveva tre anni.Tramite avvocati e consulenze è stato deciso per l'affidamento condiviso dato anche per la vicinanza di abitazione mia e del papà.La bambina si è "adattata" anche se a volte faceva domande a cui cercavo di dare risposte che lei potesse capire.E' capitato alcune volte che non volesse stare dal papà(perche comunque non è un papà presente)però parlare con il papà non ha cambiato le cose perchè lui mi ha sempre detto che aveva fatto di tutto(anche raccontare parecchie cose non vere) per tenere la bambina solo per farmi un dispetto.Adesso sono appunto 6 anni che la bambina vive questa situazione.Noi abbiamo dei nuovi compagni che comnque vogliono molto bene alla bambina anche se per me non è semplice perchè il papà fa commenti poco positivi sul mio compagno davanti alla bambina.Adesso la bambina frequenta la quarta elementare e stanno iniziando i cambiamenti;sta diventando più chiusa e per farle dire se c'e qualcosa che non va bisogna fare fatica.L'altro giorno guardando il tablet con cui aveva giocato ho visto che aveva fatto una ricerca su internet di-cosa vuol dire famiglia-e-immagini di famiglia.Cosa poso fare per aiutarla ad aprirsi di più e parlare di ciò che pensa e cosa posso fare per aiutarla a capire la nostra situazione di famiglia allargata?Spero in un Vostro aiuto.Grazie.Buona Giornata.
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Dr.ssa Anna Maria Manicone Psicologo 6
Gentile signora,
penso che in questo momento di cambiamento il bisogno primario per sua figlia sia quello di sentire la vicinanza dei suoi due genitori, fisica e soprattutto emotiva. Genitori separati ma sereni e in accordo tra loro, sembra una contraddizione e invece è proprio ciò che costituisce un ambiente sano per la bambina. Che tipo di rapporto ha con il papà della bambina? Conflittuale o collaborativo? E la bambina come percepisce questo rapporto?
E’ positivo che i nuovi rispettivi compagni le vogliano bene, ma questo, ahimé, probabilmente non basta.
Per quanto riguarda la chiusura che si sta manifestando in questo periodo, a mio avviso, più che cercare a fatica di far parlare la bambina, il che potrebbe paradossalmente farla chiudere ulteriormente, le suggerirei di restare in ascolto, anche dei suoi silenzi, e continuare a farle sentire la sua vicinanza emotiva, magari dedicando ogni giorno un momento della giornata solo a voi due, senza interferenze, anche solo per fare una passeggiata. Magari già lo fa, mi piacerebbe avere più dettagli su come trascorrete le vostre giornate e il vostro tempo insieme. Scrive che il papà non è presente. Sarebbe opportuno un suo maggiore coinvolgimento, non tanto in termini di quantità di tempo trascorso con la bambina ma in termini di qualità del rapporto, ascolto, vicinanza, tenendo presente che la bambina ha bisogno non tanto di una famiglia allegra e felice come si vede in alcune pubblicità ma di 2 genitori presenti, su cui sapere di poter contare e coerenti tra loro. Per cui eventuali disaccordi o malcontenti verso i rispettivi partner andrebbero affrontati non in sua presenza.
Un caro saluto, restiamo in ascolto

Dr.ssa Anna Maria Manicone
Psicologa
Giudice Onorario Minorile
Mediatrice familiare
Consulente di orientamento scolastico e professionale

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa,grazie per aver risposto.Le dico che da quando noi genitori ci siamo separati abbiamo affrontato alcune volte il discorso di dare un'educazione simile da ambo le parti per non scombussolare ulteriormente la bambina:Purtroppo il papà a parole diceva si d'accordo e poi a fatti non era così.Il rapporto tra me e il papà non è tutto rose e fiori,a volte ci sono delle discussioni,ma non sono mai avvenute in presenza della bambina,anche se il papà ha l'abitudine di esprimere qualsiasi tipo di giudizio sugli altri anche in presenza della bambina,come ad esempio quando ho fatto conoscere il mio compagno prima a lui e poi alla bambina,il papà ha espresso pareri poco piacevoli davanti alla bambina che poi ci ha riferito le cose dette.In più il papà non è presente,non la segue a scuola,nei compiti,nel catechismo...Se la bambina deve fare una visita o per gli incontri a scuola sono io che ci penso e l'accompagno anche nei giorni in cui è con il papà perchè lui"non ha tempo"queste cose le fa tutte la sua compagna...Infatti per informazioni o altro io parlo con lei perchè è la compagna che segue la bambina nei giorni in cui è dal papà.Io ho un'attività che mi tiene fuori casa per tutto il giorno,ma con l'aiuto di mia mamma cerco di gestirmi in modo da poterla andare a prendere a scuola,essere presente alle riunioni e ad esempio il sabato pomeriggio tengo chiusa l'attività per passare il tempo con la bambina.I nostri passatempi variano.....a volte passiamo il tempo a colorare o guardiamo un film insieme,o si esce per dei giri o compere.Dico che sono fortunata perchè abitando di fianco ai miei genitori,ho mia mamma che mi da una mano in casa quindi riesco ad avere più tempo da dedicare alla bambina.Le dico che tramite avvocati e consulenti scelti dal tribunale avevano deciso per l'affidamento condiviso non ero affatto d'accordo ma non ho potuto fare niente;cioè avrei potuto rivolgermi di nuovo al tribunale ma non l'ho fatto perchè non volevo di nuovo far passare a mia figlia questi incontri con la psicologa scelta dal tribunale che non mi sono piaciuti per niente.Grazie per l'attenzione.
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Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile signora,

Comprendo il disorientamento e, anche, malessere... dovuto proprio a questo senso di frustrazione, che continua a reiterarsi nel tempo, causa comportamenti del marito.

Da un punto di vista affettivo ed emotivo, sicuramente avere regole ben precise ed uno stile educativo autorevole aiuta a dare tranquillità e chiarezza alla bambina.

La coppia non deve dimenticare di essere e rimane sempre una "coppia genitoriale", anche se non è più "coppia amorosa"!

Ciò che, infatti, tranquillizza da un punto di vista emotivo i figli e' proprio quella capacità di mostrarsi insieme con la coppia e per la coppia!

A volta temono di essere loro la causa dei litigi dei genitori ... e così iniziano a sviluppare un forte senso di colpa.

Da un punto di vista un po' "tecnico" diciamo... è importante rivolgersi ad uno psicologo infantile, per cercare di capire come si sente questa bimba e i bisogni che nutre.

Questo può rappresentare anche un aiuto per i genitori su come gestire il rapporto tra loro e con la bimba.

Nel caso in cui non si dovessero sortire risultati, allora bisognerebbe presentare al giudice una relazione che certifichi che la bimba non è serena, soprattutto con il papà... in modo che questi possa, concretamente, riuscire a cambiare atteggiamento su sollecitazione e motivazione del giudice.

Spero in una riflessione costruttiva...

Siamo, comunque, in ascolto per qualsiasi condivisione!


Un caro saluto.
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Dr.ssa Anna Maria Manicone Psicologo 6
Mi sembra che la bambina sia davvero fortunata a poter contare su una mamma attenta come lei, sui nonni, oltre che sull'affetto o almeno la collaborazione dei rispettivi nuovi partner. Però nessuno può sostituirsi alla figura paterna che, da quello che scrive, non è partecipe alla sua vita.
Ribadisco l'importanza dell'ascolto quotidiano e costante e della qualità del rapporto di entrambi i genitori con la bambina.
La disposizione da parte del giudice dell'affidamento condiviso ha proprio l'obiettivo di salvaguardare il rapporto del minore con entrambi i genitori, è una decisione presa nell'interesse del minore, previa valutazione del caso e metterla in discussione, rivolgendosi nuovamente al tribunale, a mio avviso, avrebbe esacerbato il conflitto con conseguenze negative per la bambina stessa.
Le suggerisco, se non l'ha già fatto, di parlare con il suo ex coniuge del cambiamento che sta notando nella bambina e consultare insieme uno psicologo, sarebbe utile per comprendere i suoi vissuti e cercare insieme di aiutarla.
La saluto cordialmente, restando in ascolto