Ansia, inadeguatezza, vergogna

Non so nemmeno perché scrivo qui. Dovrei avere delle domande da porvi, ma in effetti ho solo tanti problemi, ma nessuna domanda.
Vivo tormentata da sbalzi d’umore, ansia, paure, sensi di colpa, vergogna.
ci sono momenti in cui mi sento così inadeguata da pensare di non essere in grado di stare in mezzo alla gente.Io mi rendo conto che questi pensieri non hanno ragione di esistere. Ma non applico questo ragionamento nella realtà.
Ogni volta che parlo con qualcuno, ci penso per ore ed ore. mi vengono ricorrentemente in mente cose dette in passato, penso di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. Penso a come mi stava guardando la persona che parlava con me, e che probabilmente stava pensando a quanto sono stupida, o a quanto sono storti i miei denti. Poi penso che probabilmente questa persona stia ancora deridendomi. Ma poi penso che nessuno (tranne me) si mette a pensare per giorni ad una semplice conversazione. e quindi probabilmente a questa persona non importa niente di me. quindi inizio a credere che solo una matta rimugina per giorni su queste cavolate. Ed ecco che inizia tutto da capo.Questo malessere mi ha tolto la felicità.Però è mutevole. Un giorno sono triste, il giorno dopo invece sono arrabbiata. scoppio. Mi sfogo in un’ira funesta contro chiunque. Pentendomi di ogni parola detta nel corso dell’attacco d’ira. Attacco durante il quale perdo ogni controllo, io odio perdere il controllo. A seguito dello scatto di rabbia non ricordo mai bene quello che ho detto, e così credo di aver detto cose orribili, anche se magari non è così.Non ho più gioia nel fare le cose. nulla mi appaga mai pienamente.Ho recentemente sconfitto una delle mie più grandi paure: l’acqua. A 26 anni ho finalmente imparato a nuotare+o-, si pensi che fino a 3 mesi fa avevo l’affanno quando l’acqua mi arrivava all’ombelico.Questo ogni tanto mi riempie di orgoglio, ma in genere la mia soddisfazione dura solo l’ora in cui sto in piscina. Appena esco mi dico che dovevo fare di+, che sono 25 anni in ritardo, che il mio istruttore penserà che sono un’incapace perché imparo più lentamente degli altri, che con la cuffia sono ridicola. Non ho nemmeno la soddisfazione di sbattere in faccia a mio padre il fatto che ci sono riuscita, dato che non mi domanda mai come va a nuoto, io non glielo dico mai che ce l’ho fatta.
Mi rendo conto che questa situazione sia insostenibile, allora faccio l’unica cosa che so fare per risolvere i problemi:cerco informazioni. Ho letto tanto in internet di problemi relativi alla fobia sociale, a disturbi di personalità,ecc. Ma mi sembrano soltanto una montagna di scuse che servono solo a giustificare il mio stato di fallimento. È impossibile che tutti su questa terra abbiano comescusa “dei genitori ipercritici”, “un’infanzia difficile”, “una bassa autostima”. io ho un lavoro, una laurea, due genitori, degli amici e un fidanzato. forse il mio problema, SONO PROPRIO IO.
(scusate se non si capisce niente, questo spazio è davvero piccolo). vi ringrazio.
[#1]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signorina, da quello che dice i suoi problemi sono proprio dovuti all'insicurezza. E tale tipo di insicurezza spesso viene impressa nella mente da genitori ipercritici che non danno liberta' e autonomia anche di fare errori ai figli.
La sua vita andrebbe analizzata, rivisitata, andrebbero elaborate le sue rabbie, le sue frustrazioni, perche' lei possa comprenderle, accettarle, fronteggiarle.
Purtroppo non c'e altro da fare.
Lei puo' continuare a pensare di essere "proprio lei", senza andare alle origini, ma non credo che riuscira' a risolvere..
Che ne pensa?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Cara ragazza,

comprendo il suo dolore, la sua frustrazione e, anche, la rabbia che "arriva" da questa sua lettura..

A volte colpevolizzarsi semplifica le cose, nel senso che non ci mette di fronte alla dura realtà, di aver chiaro che forse abbiamo "non vissuto" una vita?

Il nostro " grido" è di essere " visti", riconosciuti...

Il suo è il grido di aiuto che, in questo momento, bussa alla porta per chiedere permesso: posso capire se anch'io ho il diritto di "esserci"?

Partirei dall' autostima... questa sconosciuta, che rappresenta le fondamenta della nostra vita... la fiducia in se stessi che, immancabilmente, ci permette di " osare" e di esserci, con tutte le "intemperie" da affrontare!

Emozioni, bisogni, desideri... dove sono? Li ho mai ascoltati?

Forse solo adesso inizio a darmi il permesso... E inizierei proprio da qui... A darmi il permesso di entrare in punta di piedi in questa vita che, ancora, non riconosco " mia"!

Iniziando da queste riflessioni, possiamo cominciare a vivere, prendendoci cura di noi stessi...

Il distacco da questo " cordone ombelicale " di tensioni, di richieste, aspettative, che gridano all' indipendenza.

Un percorso impegnativo e significativo, che può essere sperimentato solo in un setting di Psicoterapia, dove, finalmente, potrà iniziare ad essere se stessa, senza giudizi altri..

Grazie per il desiderio di condivisione.


Siamo in ascolto,

Di cuore
[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Bassa autostima e genitori iper critici vanno a braccetto.

La fiducia in se stessi parte da lontano, da come e soprattutto stiamo siamo stati amati.
Da quante volte ci hanno detto " bravi" anche sbagliando e così via ...

Se ritiene questo spazio troppo piccolo ed è evidente il suo bisogno di eseere ascolta e riconosciuta,
Valuti l'ipotesi di rivolgersi ad un nostro collega.


Anche dalle ferite d' infanzia si può guarire .....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Dr.ssa Anna Maria Manicone Psicologo 6
Gentile ragazza,
le sue parole esprimono rabbia e tristezza per la situazione che descrive diventata insostenibile.
“Ogni volta che parlo con qualcuno, ci penso per ore ed ore. mi vengono ricorrentemente in mente cose dette in passato, penso di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato “
Da quello che scrive mi sembra che sia una persona molto controllata con gli altri in modo tale da evitare di dire o fare cose sbagliate. Ma qual è la conseguenza di questo continuo controllarsi? Paradossalmente, è proprio la perdita del controllo, così di tanto in tanto la rabbia esplode e lei si ritrova a dire o fare cose che non avrebbe mai voluto. Odia perdere il controllo ma proprio per questo non può evitarlo. È un circolo vizioso che si autoalimenta.
Dedica molto tempo a pensare ai propri difetti e a come gli altri possano vederli. Chissà quanti difetti hanno anche gli altri, mi chiedo se riesce a vederli o è concentrata solo su di sé e su ciò che non va.
Dalle sue parole mi sembra di cogliere anche un desiderio di “farcela”, di riuscire a vincere le sue ansie e paure con tutte le conseguenze che comportano. Un po’ come ha fatto con la paura dell’acqua, che ha sconfitto affrontandola. Immagino che fino a pochi mesi fa le sembrava impossibile riuscirci e invece ce l’ha fatta e questo la gratifica e la rende orgogliosa. Ma questo senso di soddisfazione dura poco perché subito dopo racconta, a noi ma innanzi tutto a se stessa, che poteva fare di più, che è arrivata in ritardo a questa conquista…e così il gusto stesso della conquista svanisce. Anche perché mi sembra di capire che la tiene per sé.
L’ha mai condivisa con qualcuno di importante?
Mi chiedo se ha preso in considerazione l’idea di condividere queste sue difficoltà con uno psicologo, faccia a faccia. Penso che con l’aiuto di un professionista potrebbe imparare ad affrontare le sue ansie e a riconoscere il suo valore, legato a quello che lei è e non al giudizio degli altri.
Un caro saluto, restiamo in ascolto

Dr.ssa Anna Maria Manicone
Psicologa
Giudice Onorario Minorile
Mediatrice familiare
Consulente di orientamento scolastico e professionale

[#5]
dopo
Utente
Utente
grazie a tutti voi per le vostre risposte.
ho pensato più volte di rivolgermi ad un vostro collega. ma non posso che chiedermi come questa cosa possa aiutarmi. voglio dire: trovare la genesi dei miei problemi, che beneficio mi darebbe? ormai sono fatta così. non è come la paura dell'acqua. questo è il vivere di ogni giorno. non riesco a focalizzare la cosa che mi preoccupa e buttarmici, come ho fatto con l'acqua. lo psicologo mi aiuterebbe ad imparare ad accettare le mie debolezze, quindi?
inoltre, io davvero continuo a chiedermi come sia possibile che ogni cosa che mi tormenta abbia una spiegazione legata a qualcos'altro. e come può questo ragionamento valere per tutti?(es: tutti quelli con bassa autostima probabilmente avevano genitori ipercritici?) come spiegavo nella mia domanda: sarà mai possibile che ogni lato debole e sbagliato del mio carattere dipenda da qualcosa che l'ha scatenato? voi escludete a priori che i problemi siano semplicemnte innati? non capisco come mai, ma quando sento queste cose, continuano a suonarmi come scuse, giustificazioni per coprire delle mie evidenti mancanze caratteriali. io non voglio che questa cosa che ho detto suoni come una mancanza di rispetto nei confronti della vostra professione, sia ben chiaro! è solo che quando leggo di determinati disturbi della personalità, non posso fare a meno di chiedermi dove sia il confine tra "veri problemi che vanno curati" e "mancanza di personalità". e io, se mi fermo a riflettere, ho paura di essere semplicemente una persona piccola.
[#6]
Attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentilissima,

il fatto che lei abbia chiesto il nostro "supporto", per un confronto... ci fa pensare che una riflessione l'abbia fatta o almeno si è "incuriosita" di questo suo "modo di essere"...

Nel momento in cui lei si sentisse in equilibrio e a suo agio, nulla toglierebbe di un vissuto accolto e consapevolizzato di questo genere.

Noi ci siamo espressi al meglio e per il meglio, ma la decisione rimane unicamente sua.


Si dia tempo, un tempo debito per il suo "sentire" e per il suo "esserci"...


Un caro saluto
[#7]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
una psicoterapia consente di comprendere come certe acquisizioni siano avvenute in eta' infantili, quando la nostra percezione di noi stessi e del contesto era determinata dallo stadio evolutivo.
Con l'eta' adulta si hanno delle risorse dell'Io maggiori e si puo' fronteggiare le proprie aree fragili in modo diverso. Cio' avviene con il sostegno regolare del terapeuta.
Ci pensi e valuti cosa desidererebbe fare.
I migliori saluti
[#8]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza, mi unisco al coro del Colleghi, tutti di formazioni simili e diverse le diciamo la stessa cosa, provi a cambiare gli occhiali con cui guarda il mondo, che non è così duro, giudicante, minacciante come le pare sia ora..come ha imparato da piccola , con gli occhiali di allora ..Ora uno sguardo nuovo è possibile.. coraggio ci vuole, certo..!
Restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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