Tumore testa pancreas

Buongiorno.
A mio padre, 78 anni, 6 gioni fa è stato diagnosticato un tumore alla testa del pancreas. Questo il referto della RM Colangiografia che ha portato alla diagnosi:
"
L’esame evidenzia dilatazione delle vie biliari intraepatiche e del coledoco fino al tratto preampollare.
A tale livello il coledoco presenta stenosi concentrica con aspetto filiforme del lume che si estende per 2 cm circa.
Regolare appare lo sbocco in sede papillare. Si associa anche restringimento del Wirsung con dilatazione della porzione a monte.
I reperti sono compatibili con neoformazione della testa pancreatica.
Non apprezzabili focali alterazioni di intensità di segnale a carico del parenchima epatico.
Presenza di piccole formazioni cistiche parapieliche a sn. Lieve dilatazione della pelvi renale omolaterale.
"
Questi alcuni degli esami del sangue di 3 giorni fa:
Amilasi totale: 245; Bilirubina totale: 4,71; Bilir diretta: 3,89; Bilirub indiretta: 0,82; AST(GOT): 111; ALT(GPT): 173; Fosfatasi Alcalina: 1177; Gamma GT: 330; CEA: 2,1; CA-125: 11; CA-19.9: 44; Lipasi: 954; Urea: 79; Creatinina: 1,70; Ferritina: 776.

A maggio i primi esami con valori delle transaminasi alti ma meno di questi. Una prima ecografia non evidenziava nulla di che. Un successivo consulto da uno specialista diagnosticava "steatosi epatica". Siamo ai primi di agosto, quando le condizioni fisiche di mio padre non riportavano ancora nessun sintomo. I valori delle transaminasi però crescevano arrivando ai valori riportati sopra, c.a.
Allora fa una TAC con mezzo di contrasto all'addome la quale riporta: "che c'è la colecisti particolarmente dilatata (piena di bile ma apparentemente senza calcoli), sono dilatati anche il coledoco che porta la bile dal fegato nel duodeno, le diramazioni delle vie biliari all'interno del fegato, e il canalino di uscita del pancreas (cosiddetto condotto di Wirsung), il quale alla fine si unisce a Y col coledoco proveniente dal fegato. Sembra che veramente non ci siano masse tumorali in addome e nel fegato, che facciano pensare a metastasi del tumore della prostata. Il radiologo ha avuto l'impressione che il problema possa risiedere nel punto in cui il coledoco e il condotto di Wirsug si uniscono a Y. Li potrebbe esserci un restringimento che fa dilatare tutte le vie a monte. In che cosa consista questo restringimento è ancora da chiarire".
Dimenticavo di dire che mio padre è stato operato il 16/2/2006 per l'asportazione totale della prostata cusa tumore alla prostata..
Siamo al 26/8, per chiarire viene deciso di fare la RM, con il risultato di cui sopra. Nel frattempo, cioè già dalla settimana dopo il 17/8, ma non prima, mio padre comincia ad accusare qualche stanchezza in più e qualche disturbo intestinale. Ma il vero peggioramento inizia dal 25/8 in poi, da quando, ad oggi, la stanchezza lo porta a stare quasi sempre sdraiato, mangia poco e ad oggi ha già perso 3 kg c.a., ha assunto un colore giallastro (blirubina!?), e le mani bianche, ha molto prurito un pò dappertutto, e continui disturbi intestinali.
Domani abbiamo una visita presso un equipe chirurgica che dovrebbe dirci cosa possiamo fare. L'oncologo ci ha detto che questi esami "sembrerebbero" permettere un intervento chirurgico.
AIUTO!!
Che ne pensate? È l'intervento chirurgico a breve la cosa migliore che ci possiamo sentir dire domani? Quanto a breve? Cosa comporterebbe sulla condizione fisica del paziente? Altrimenti?...
Ho letto, qui, e su internet in generale, cosa vuol dire "tumore al pancreas"; almeno io e miei cari non vogliamo illuderci, ma vorremmmo fare tutto ciò che, adesso, senza rimpianti possibili sul passato, è possibile fare per migliorare la condizione fisica e l'aspettativa di vita di mio padre.
Grazie a tutti quelli che vorranno, spero a brevissimo, darci un aiuto.
GRAZIE
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Carissimo utente,
l'intervento chirurgico rappresenta, in questi casi, la migliore opzione in grado di avere il massimo risultato in termini di radicalità della malattia, anche se questo purtroppo non si traduce spesso in guarigione; pertanto vengono consigliate terapie adiuvanti(chemioradio) in grado di aumentare, anche se spesso al costo di una tossicità non indifferente, la quota di controllo locale di questo tumore, considerato ancora uno dei maggiori "big Killers" dell'oncologia.
Comunque vale la pena, se è possibile in considerazione delle condizioni genrali del paziente, lottare.
Ci tenga aggiornati

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

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Utente
Utente
Grazie Dr. Alongi per la sua risposta e per la spinta a lottare, che diviene duro quando si ha che fare con uno dei "big killers" da un giorno all'altro.
Quando lei dice che ".. vengono consigliate terapie adiuvanti...", si riferisce ai casi in cui l'estensione della malattia non consente subito l'intervento e quindi si prova prima con la terapia adiuvante per sperare di poter intervenire chirurgicamente in un secondo tempo? Pensa che questo possa essere il caso di mio padre?
Contando ancora nel suo aiuto, e di chiunque altro, cercherò comunque di tenervi aggiornati.
Grazie.
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Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
Adiuvante è inteso come "di completamento" all'intervento chirurgico, se esso è stato non radicale o se ci sono fattori di rischio alto di possibile recidiva(molto spesso).
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Utente
Utente
Ho capito. Grazie ancora.
A presto.
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Utente
Utente
Buongiorno a tutti.
Come promesso aggiorno la situazione di mio padre a seguito della visita avuta col chirurgo.
La diagnosi è confermata, e fra una settimana lo chiamano per il ricovero. Questo dovrà servire a fare prima tutti gli accertamenti preliminari ad un possibile intervento. Cioè cardiologo, anestesista,...
Il dott ha insistito molto sulla necessità di fare questi accertamenti, anche in virtù della storia clinica pregressa di mio padre, oltre che delle condizioni attuali. Purtroppo però non si è voluto esprimere molto sulla possibilità di effettuare un intervento come la duodenocefalopancreasectomia o quale altro tipo di intervento possa essere fattibile. Mi è sembrato di intuire, anche perché, appunto, non ha voluto dire di più, che sarà solo al momento dell'intervento che si capirà cosa è possibile "asportare". Ha parlato, questo sì, e spero che non possa essere considerata una cosa negativa, che nel caso che non sia possibile fare altro, allora si dovrà ricorrere ad interventi "palliativi"..
Insomma, purtroppo, la visita, breve, con poco tempo per fare domande, magari anche con la mia incapacità di fare quelle giuste, mi ha lasciato con qualche speranza ma con moltissimi dubbi e vuoti.
Quindi chiedo a voi: ma possibile che dalle immagini della tac e della RM, dal vedere e tastare il paziente, ecc.., non si riesca già ora a capire esattamente quanto è esteso il tumore, quali organi ha colpito, e quindi, prima di "aprire" a sapere già se e quale intervento è possibile? Per vedere le cose al negativo, forse ha già visto che l'estensione è più di quello che sembrava e allora l'intervento non è possibile e per questo ha parlato degli interventi palliativi? Eppure, dal referto tac+rm sembra ad esempio che il fegato non sia toccato! Giusto?

(Sia della TAC che della RM ho il cd ma non saprei come farvelo vedere, e comunque ora ho recuperato il referto esatto della TAC addome completo effettuata il 26/8, mentre la RM è del 1/9, che vi riporto:
"Esame eseguito in acquisizione volumetrica prima e dopo somministrazione di mdc ev.
Non si apprezzano alterazioni densitometriche focali a carico del fegato, reni e milza, fatta eccezione per piccole cisti corticali del rene dx; non si rilevano formazioni litiasiche radiopache delle vie urinarie.
Colecisti distesa con dilatazione delle vie biliari principali e del coledoco(senza formazioni radiopache riferibili a litiasi); quest'ultimo presenta ispessimento parietale con spiccato enhancement (anulare) nel suo tratto terminale che necessita di un ulteriore approfondimento diagnostico. Non si apprezzano tumefazioni del pancreas che presenta lieve dilatazione del Wirsung (3 mm circa).
Ritardata eliminazione del mdc e v da parte del rene sx che appare di dimensioni lievemente superiori al controlaterale.
Presenza di linfoadenopatie non superiori al centimetro in sede intercavo-aortica e paraortica sx.
Sporadici linfonodi con diametro compreso tra 10 e 15 mm in sede inguinale bilateralmente in esiti di prostatectomia. Non si rilevano lesioni ossee strutturali focali né liquido libero in addome."
)

Quali altri impedimenti ci potrebbero essere all'effettuare la duodenocefalopancreasectomia?
Riguardo le condizioni generali di mio padre che possano aumentare i rischi dell'intervento, il mio medico mi ha detto che in questi casi si valutano le condizioni di: cervello, cuore, fegato, reni. Giusto? E mio padre non dovrebbe avere grossi problemi su nessuno dei 4..
Poi però c'è il discorso dei tempi. Il chirurgo ha detto che mio padre è itterico, e che fra una settimana lo sarà di più. D'altronde le sue condizioni stanno peggiorando a vista: mangiando poco, in tre settimane ha già perso 5 kg. Ha disturbi intestinali e prurito un pò dappertutto e molta stanchezza. Dolori non ne ha. Quindi, vi chiedo, aspettare una settimana 10 gg per il ricovero non potrebbe portare le sue condizioni e l'estensione della malattia a tal punto da impedire l'intervento che invece oggi magari sarebbe possibile??
Ma i tempi sono questi, dicono, non si può fare niente..., l'ospedale è un ospedale pubblico e ci sono tanti altri pazienti.
Scusate, come vedete pongo a voi le domande che forse non ho fatto al chirurgo, ma non ti danno il tempo e sono sempre vaghi, vi assicuro!
Chiedo aiuto a voi per cercare di colmare i miei vuoti e per cercare, anche io, di fare le cose giuste nei prossimi giorni che saranno in ogni caso decisivi per cavalcare quella piccola speranza che abbiamo..
Grazie.
A presto.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
E' molto difficile dare una "dritta" in questo caso. Questi sono i limiti del mezzo mediatico.

Tenga presente che spesso i chirurghi, nonostante la diagnostica per immagini abbia fatto dei passi da gigante, all'atto chirurgico trova delle situazioni che impongono modifiche di quanto in programma (come solitamente specificato anche nel consenso informato che dovrà firmare prima dell'intervento).

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

[#7]
dopo
Utente
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Grazie Dr D'Angelo.
Infatti, avevo intuito, anche per quello che mi aveva spiegato il mio medico, che la precisa entità dell'intervento il chirurgo la decide solo al momento, e quindi non vuole esprimersi prima con esattezza.
Certo avrei voluto sentirmi confermare che la diffusione della malattia non è per ora eccessiva (fegato non toccato, ...) e che quindi l'intervento sembra possibile, sia esso la duodenocefalopancreasectomia o simile. Cosa che non è stato, il che non contribuisce certo ad alimentare la pur flebile speranza.
In più c'è questa attesa che al momento ci fa stare ancor peggio: vedendo con i miei occhi la condizione fisica di mio padre peggiorare, mi chiedo, e chiedo soprattutto a voi, se questo coincida anche con il progredire del tumore tale poi da pregiudicare un intervento che magari oggi sarebbe possibile.
Grazie
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
cREDO CHE COMUNQUE UN CHIRURGO SAPPIA VALUTARE L'URGENZA DI OPERARE ED A VOLTE SI RIMANDA DI QUALCHE GIORNO PER PERMETTERE CON DELLE CURE, AL PAZIENTE DI RECUPERARE ENERGIE, PRIMA DELLO STRESS OPERATORIO.

Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.

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