Rapporto con gli altri

Salve dottori,
fra qualche giorno mi trasferirò in un'altra città, dove ho trovato un lavoro e non conosco nessuno. Sono molto agitato perché da sempre ho delle difficoltà a relazionarmi con gli altri. Sono omosessuale, in passato ho subito atti di bullismo omofobo che mi hanno spinto a reprimere la mia sessualità e a sforzarmi di non apparire troppo effeminato. Ho quindi esercitato su di me un' estenuante pressione al controllo della situazione, del giudizio degli altri e di me stesso. Oggi ho accettato il mio orientamento e non mi voglio più nascondere, però non mi sembra che la situazione sia cambiata molto.
Penso spesso a come mi piacerebbe chiacchierare e scherzare con qualcuno, magari anche in gruppo, ma quando mi ci ritrovo cerco di evitare ogni situazione di confronto con gli altri o me ne sto zitto e buono. A volte non mi viene niente da dire, ed anche se so che è solo una mia impressione, mi sembra che tutti i pensieri che faccio siano autoreferenziali o troppo seri e pesanti, quando invece vorrei chiacchierare in un modo più leggero e ridere un po'. Altre volte temo di esagerare in qualche misura, magari gasandomi per poi finire a dire delle banalità o fare scena muta. Quando sono in gruppo e le voci si accavallano ho paura di non farmi sentire e che le mie frasi siano ignorate con imbarazzo, o che siano frasi scontate. Non mi interessa essere l'anima della festa ma vorrei non aver paura di trovarmi in una situazione che dovrebbe essere piacevole. Quando sono con qualcuno ho la paura costante che chi è con me si stia annoiando, o perlomeno che non si diverta tanto quanto si divertirebbe con altre persone che magari fanno più ridere e sono più spigliate. Talvolta penso che il mio umore sia sempre un po' nero e quindi quando mi ritrovo con qualcuno non ho niente da dire anche perché passo il mio tempo a pensare a cosa dovrei dire in una conversazione od altre cose su di me e sulla mia vita, e quando mi capita un fatto o episodio da raccontare me lo appunto nella testa con gioia perché almeno avrò qualcosa da dire, e se mi dimentico poi mi sembra di aver sprecato un' occasione.
Mi sento sempre gli occhi degli altri su di me e non è tanto la paura di non piacere, ma più di non fare ne caldo ne freddo a una persona, alla quale né non piacerò né piacerò, e quindi non avrà interesse a stringere amicizia o a frequentarmi.
Ogni secondo che passo con gli altri è come registrato e ispezionato nella mia mente, su come sia andato bene o male e non riesco semplicemente a godermi la compagnia di qualcuno, lasciando perdere ogni momento che è già passato.
Per quanto online sia difficile, vorrei chiedervi un consiglio su questa mia situazione, e capire se io debba combattere questo mio disagio o semplicemente cercare un modo per sopportarlo come fosse una parte di me, senza però privarmi del contatto con le altre persone.
Grazie.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile utente,
difficile dire cosa le renda difficile essere più spontaneo e spigliato. Lei ha descritto molto bene il problema, ma per capirne le cause o i fattori favorenti occorrerebbe conoscere altri aspetti della sua personalità, se ci siano tematiche che la preoccupano o la bloccano ecc.

Non necessariamente tuttavia bisogna risalire alle cause per risolvere un tale problema; potrebbe essere sufficiente cercare di cambiare nel presente la percezione che ha di se stesso e degli altri. Dovrebbe allo scopo consultare uno psicologo psicoterapeuta che utilizzi ad es. l'indirizzo strategico breve.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
>Gentile ragazzo, anche le .. abilità sociali sono frutto di apprendimento, si impara a stare con gli altri e soprattutto il successo dipende dalla capacità di spostare lo sguardo dal sè.. all'altro da noi.. per usare un termine tecnico..se considera gli altri interessanti, se ha voglia di conoscerli di confrontare i suoi punti di vista è già a buon punto.. fare delle domande, interessarsi a chi è, cosa fa, l'amico o l'amica che ha davanti, tenendo conto che tutti adorano.. raccontarsi.. è un grande passo avanti.
E soprattutto calma, non tutto il mondo è lì, pronto a sparare giudizi, a cogliere eventuali suoi errori..
Si rilassi, che com'è, va benissimo..
Auguri di giorni sempre più sereni e di nuovi amici..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

<<Ogni secondo che passo con gli altri è come registrato e ispezionato nella mia mente<<

Farsi da spettatore, in realtà impedisce di vivere il presente, le emozioni e le sensazioni - belle e brutte - che il presente causa.

<<non fare ne caldo ne freddo a una persona<<
capita a tutti noi, non si può piacere/dispiscere a tutti, per alcuni risultiamo una insignificante acqua tiepida.

Quando tutte queste domande e pensieri diventano talmente ingombranti da interferire con la vita e le relazioni, è utile avere un confronto di persona con un professionista della psiche, uno Psicologo, per riuscire a dare una risposta non generica ma personalizzata alla Sua domanda: "se io debba combattere questo mio disagio o semplicemente cercare un modo per sopportarlo".
Valuti se Lei attualmente si trova in questa situazione.







Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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