Carcinosi peritonale e ipertermia

La mia compagna ha 41 anni e nel novembre del 2007 è stata operata per un adenocarcinoma al sigma retto. L'intervento è stato giudicato radicale e il mese successivo ha iniziato la terapia adiuvante folfox. Tuttavia il CA 19-9 ha ripreso subito a crescere in modo esponenziale e alla settima somministrazione (10 marzo 2008) era tornato a 2200. Un altro centro a cui ci siamo rivolti ha consigliato l'immediata sospensione della terapia e una PET di controllo. La PET del 04 aprile ha evidenziato una grossa captazione all'ovaio dx (45mm) e due più piccole ai lati del retto a 12 cm di altezza. L'ingrossamento dell'ovaio dx era già segnalato nella TAC precedente all'intervento di novembre solo che, per errore umano sicuramente non voluto da nessuno, è stato esaminato con esame istologico l'ovaio sx nella norma: l'ovaio dx era una metastasi. Il nuovo intervento del 09 di maggio non ha potuto più essere radicale nonostante l'asportazione di tutto il tumore solido visibile (ora ha la stomia, asportazione di ovaio dx e sx, utero già asportato in precedenza) in quanto il liquido del peritoneo era ormai risultato positivo. Il 20 di giugno una risonanza all'addome segnala ancora l'assenza di malattia visibile ma i marcatori sono CEA 10,5 e CA 19-9 581 e si ritiene opportuno non tardare troppo l'inizio della terapia Folfiri (9 luglio) anche se la ferita perineale tarda a chiudersi completamente. Il 7 agosto i marcatori sono saliti: CEA 59 e CA19-9 1850 e si decide di non rimandare ulteriormente Avastin. Alla fine di agosto i marcatori sembrano fermarsi (il CEA a 46) e ora siamo in attesa dei nuovi esami sperando in un trend discendente dei valori. I medici ci hanno comunque detto che la situazione è grave e le cure dei palliativi
La mia compagna si sente bene, in effetti gli unici disturbi che ha finora avuto sono stati quelli post-operatori. Mangia con appetito e non ha perso peso. Non avverte particolari dolori. Dall'inizio della cura non ha flautolenza e ha un leggero rigonfiamento dell'addome.

Le mie domande sono:
1) La via chirurgica è ormai completamente preclusa? Ho letto di interventi di asportazione completa del peritoneo che, seppure sperimentali e devastanti, possono prolungare di molto la sopravvivenza del paziente.

2) Di fronte ad una resistenza alla terapia tradizionale, si può applicare efficaciemente l'ipertemia anche se il liquido del peritoneo risulta positivo? Se si, può essere abbinata alla terapia attuale o è in alternativa? Ho constato dai consulti finora avuti che non tutti i reparti di oncologia sono a favore dell'ipertermia.

Se possibile, vi chiedo anche dei riferimenti di centri dopo poter verificare le possibilità che abbiamo.

Vi ringrazio molto. La mia compagna è madre di due bambine che sono la sua forza è sta affrontando tutto con fiducia nella guarigione. Non vorrei lasciare niente di intentato.
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Dr. Salvo Catania Oncologo, Chirurgo generale, Senologo 33.4k 1.2k 61
Gentile utente,
chiede riferimenti sulla ipertermia e li potrà trovare anche su questo sito

https://www.medicitalia.it/minforma/oncologia-medica/

scriva una mail al dr. Pastore, se non dovesse rispondere su questa pagina.

Cordiali saluti

Salvo Catania, MD
Chirurgo oncologo-senologia chirurgica
www.senosalvo.com

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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Caro Amico,

la terapia che sta effettuando la tua compagna è corretta. Per quanto riguarda l'ipertermia si può abbinare se non è presente versamento ascitico massivo. Essa può potenziare l'effetto locale dei farmaci e senza dubbio sinergizza con essi (in effetti la via migliore, quando possibile, è la combinazione della metodica con la terapia medica). L'asportazione del peritoneo di cui parli va valutata da occhio molto esperto. Si tratta di un intervento non sempre fattibile e gravato da rischi. A mio avviso puoi rivolgerti per chiedere un consiglio su questa procedura specifica al Prof. Deraco (a Milano) che pratica la peritonectomia con chemioipertermia intraoperatoria. Per ulteriori dettagli invece sulla ipertermia capacitiva che io pratico ti rimando al mio sito www.ipertermiaroma.it

Sempre a disposizione, un caro saluto

Carlo Pastore

Dr. Carlo Pastore
https://www.ipertermiaitalia.it/

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per i riferimenti, attendo la verifica dei marcatori in settimana e la successiva TAC total body per un contatto diretto.

Grazie, grazie ancora.
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Di nulla, figurati...

un salutone

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it
[#5]
dopo
Utente
Utente
Egregio Dottore, dalla nostra ultima di inizio settembre la storia di Maria è proseguita in questo modo. La terapia folfiri + avastin stava dando effetti eccezionali (i marcatori erano quasi rientrati alla fine di ottobre e sintomi quasi assenti) ma all'undicesimo ciclo (primi di dicembre) la malattia ha manifestato resistenza ed i marcatori sono violentemente risaliti (CEA 35 e CA19-9 900 al 21 dicembre). TAC torace tutto OK, risonanza addome superiore OK ma l'area pelvica presenta un ispessimento della cupola vaginale con fistola e un nodulo sul muscolo elevatore dell'ano. Le analisi hanno dato esito negativo per l'uso del Cetuximab. Le indicazioni di chirurghi e oncologi di Modena, dove sono tornato per un consulto, sono stati di terapia palliativa per il dolore. L'oncologia di Casarano (Le) dove abbiamo fatto terapia finora, sta provando da un mese con Mitomicina con fluoro a somministrazione continua, ma con scarse probabilità di risposta. Difatto Maria nell'ultimo mese ha dolori all'addome (specie intorno alla stomia) e alla schiena, fastidi quando urina. Senza lassativo ha difficoltà a svuotarsi. Oggi fa una scintigrafia e mercoledi ripete i marcatori.
Ho scritto come da lei suggerito al Dott. Deraco ma mi ha detto che purtroppo per Maria non ci sono indicazioni chirurgiche nè di chemioterapia intraoperatoria.

Maria ha ancora le sue forze, bada da sola alle sue due bambine e i valori dell'emocromo sono tutti nella norma. Tutti gli oncologi che ci stanno intorno hanno parere decisamente negativo riguardo all'ipertermia ma, piuttosto che stare a guardare io vorrei proporle anche questa strada.
L'ipertemia esterna può dare dei risultati nel caso di Maria? Si può fare anche con la stomia? (ho sentito in dei forum tra pazienti che può dare violente bruciature e tutta la pelle intorno alla stomia è molto arrossata e sensibile.

Se è possibile, le chiedo anche il riferimento di qualche paziente curato con ipertermia con suo stesso male presso la sua struttura. Un confronto positivo potrebbe rincuorarla più di un medico ... comincia ad essere molto stanca e sfiduciata.

Mi scusi per la lunghezza e la ringrazio per l'attenzione che vorrà darci.

Mario
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Dr. Carlo Pastore Oncologo 3.9k 133 1
Caro Mario,

mi rendo perfettamente conto della situazione difficoltosa. In effetti la terapia con mitomicina C e 5-Fu in i.c. rappresenta una terapia di salvataggio con un fattore rischio/beneficio sbilanciato. Si tratta di una malattia politrattata e quindi poliresistente. Si può tentare di abbinare l'ipertermia e magari provare ad ottenere una stabilizzazione. La stomia non rappresenta un problema e se si sta attenti durante le applicazioni non vi è pericolo di ustione. Ho avuto delle esperienze positive in termini di diminuzione del dolore e di stabilizzazione di malattia anche se il tutto è molto soggettivo e variabile da paziente a paziente data la policlonalità della popolazione cellulare che compone un tumore soprattutto se politrattato.

Resto a disposizione,

un caro saluto

Carlo Pastore
www.ipertermiaroma.it