Mio padre ha un'amante

buonasera a tutti,
è la prima volta che mi appresto a scrivere per chiedere un consulto psicologico. premetto che sono un ragazzo di 23 anni, frequento il quarto anno di università con ottimi risultati, e da molti anni, che io ricordi, soffro di episodi "depressivi" ( o almeno, questa è una "mia autodiagnosi"i). mi spiego meglio: spesso alterno periodi di tranquillità a periodi di grande tristezza interiore, magari scatenati anche da una idiozia. per esempio in generale ritengo di avere avuto un rapporto abbastanza conflittuale coi miei amici, nel senso che io ho sempre avuto la tendenza ad annullare me stesso per compiacere gli altri e per non perdere le persone: ciò mi ha portato a rimanere sovente deluso da queste e ha causato essenzialmente tutti i miei episodi di grande sconforto. fortunatamente almeno in questo recentemente mi pare di aver trovato una relativa calma, grazie soprattutto a un carissimo amico che mi è stato molto vicino in tutti questi anni e che io vedo come un fratello. tutto questo panegirico per introdurre il mio problema attuale: ho scoperto che mio padre ha un'amante. pensavo almeno di poter contare sulla mia famiglia, credevo che almeno questa fosse " per sempre" e fosse immune da "rischi". invece purtroppo un mio sospetto che durava ormai da qualche mese si è trasformato in realtà e dopo aver spiato alcuni messaggi e conversazioni credo proprio di avere la certezza delle mie affermazioni. mio padre ha 58 anni e mia madre 54. lei si è sempre del tutto annullata per lui. non posso dire che mio padre non mi abbia fatto capire, a suo modo diciamo, l'affetto che aveva per noi, questo perché è sempre stato fisicamente molto assente a causa del lavoro, ma anche diciamo non molto presente proprio a livello " fisico" mentre a me sarebbe piaciuto un padre come quello di molti miei amici, magari che mi abbracciasse o ogni tanto mi dicesse qualcosa di rincuorante. devo dire che economicamente non mi ha mai fatto mancare nulla: spesso sfogo questa mia tristezza nell'acquisto compulsivo di cose che non mi servono, spesso molto costose, e credo che lo faccia anche mia madre. credo anche che questa mia ricerca di amicizie molto forti sia una reazione alle assenze di mio padre: mi faccio influenzare per esempio da questo mio amico, che con me è molto "protettivo" e devo dire sempre disponibile. ovviamente nessuno sa di tutto ciò perché esteriormente sorrido sempre: sono stato educato così, rido come un idiota, sono sempre fuori casa e in vari locali con vari amici e tutti pensano che io sia la persona forte del gruppo, quello a cui non importa nulla di niente, quello che mira solo ai soldi e al successo,e credo che, in fondo, lo pensino anche i miei genitori. sta di fatto che questa scoperta mi ha sconvolto e non so cosa fare. non so nemmeno se questa sia la sezione giusta, ma non riesco più a concentrarmi su nulla perché sono inibito da questo peso che per me è immenso. mi scuso per la poca coerenza del messaggio. grazie a tutti.
MC
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Caro ragazzo, penso che questa scoperta sia dura da inghiottire, ma le consiglio anche di non fare nulla, tanto meno parlare con sua madre e scatenare l'inferno e neanche con suo padre.. Come figlio non conosce la loro verità relazionale, può essere una sbandata di suo padre, frequente a quest' età , spiace dirlo ,tempo in cui si affaccia " le demon du midi".. cioè la consapevolezza che la vita, la giovinezza sono a termine.. con tutti i bilanci del caso e spesso le reazioni sono queste..
Cerchi di essere vicino a sua madre, una chiacchiera in più, una telefonata, un abbraccio possono essere un raggio di sole per donne che a volte vivono i cinquantanni non sempre felicemente.. E parli con suo padre, non di questo , ma di sè , dei suoi studi, dei suoi progetti.. spesso i figli , presi dalle loro adolescenze, non si rendono conto quanto silenzioso bisogno di loro hanno i loro genitori..
Cosa ne pensa ?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
per prima cosa grazie mille per la celere risposta. penso che abbia ragione sul non dire nulla: in verità pensavo già all'inizio di non parlare di questa cosa a mia madre, perché lei si è sempre annullata per mio padre e probabilmente per lei sarebbe un colpo davvero durissimo. pensavo di prendere mio padre di petto e di chiedergli spiegazioni, almeno per capire se si tratti di una cosa seria o solo di una sbandata, in quest'ultimo caso potrei anche capire...o meglio non capisco però vorrei tentare di sistemare la situazione... d'altronde mi sembra vigliacco far finta di nulla e fingere che nulla sia accaduto. ora però non so cosa fare, perché secondo me negherebbe tutto anche di fronte all'evidenza dei fatti. io credo che mia madre sia relativamente felice in questo momento, anche se non comprendo come possa non sospettare nulla, vista l'evidenza della situazione...mio padre si comporta come un quindicenne, tutto il giorno col cellulare a mandare messaggini come se nessuno lo vedesse. sicuramente mia madre è sempre stata molto vicina a mio padre anche quando le parti erano di molto invertite: lei molto bella e anche di famiglia molto benestante, mio padre l'esatto opposto. i miei nonni materni non hanno mai visto di buonissimo occhio, infatti, questa situazione, tuttavia io ho sempre fermamente creduto che alla fine mio padre avesse dimostrato il suo valore sia lavorativamente che umanamente, mentre ora questa cosa mi apre dei dubbi immensi. mi rendo conto che un consulto tramite pc non potrà mai essere esaustivo, ma non comprendo proprio come dopo tutto ciò si possa tradire così una persona. il punto è che in questo modo non tradisce solo mia madre, ma anche me.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

credo di comprendere la sua sensazione di sentirsi "tradito" da suo padre; è assai comune che un figlio si senta "tradito" o "abbandonato" o "messo da parte" quando le dinamiche di coppia tra i genitori subiscono delle modificazioni.

Il fatto è che si tratta appunto di "dinamiche di coppia" e, per quanto i figli ne siano inevitabilmente coinvolti, è giusto che siano i due protagonisti a prendersi le responsabilità di ciò che sta accadendo loro.

Così come lei si è accorto dei comportamenti adolescenziali, da quindicenne, come lei li definisce, di suo padre, è possibile che anche sua madre abbia intuito qualcosa; di certo non possiamo sapere quali siano le emozioni che vivono entrambi, quali le consapevolezze, quali le eventuali parole che si siano detti al riguardo.
E' per questo che concordo con il parere della collega, dr.ssa Muscarà Fregonese, sul fatto di non fare nulla, di non assumere un ruolo attivo in questa vicenda.

Per quanto possa essere doloroso il suo vissuto, per quanto lei si senta impotente di fronte a questa situazione, è giusto che lei ne resti fuori.
Stia vicino a sua madre, come suggerisce la collega, e a suo padre; in questo modo potrà ridare loro un senso di famiglia che, magari, in questo momento si è un po' smarrito nel loro immaginario.

Quando i figli diventano giovani adulti, il senso di famiglia può assumere valori differenti e possono essere necessari degli assestamenti comportamentali, cognitivi ed emotivi per ricostruire dinamiche relazionali di coppia funzionali.
Lei è figlio unico?

Ha mai pensato di contattare un collega della sua zona di persona? Non tanto per la questione che ci pone in questo suo consulto, quanto per quella che definisce una <<grande tristezza interiore>> che, forse, avrebbe bisogno di essere accolta ed ascoltata.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

la scoperta di cui Lei ci parla rappresenta sempre un passaggio pesante della "vita da figlio". Rompe l'immagine paterna, ma anche l'immagine della coppia genitoriale che i figli desidererebbero sempre "felici e contenti" come nelle fiabe.
Ma il legame di una coppia che rimane assieme molti anni è quanto di più complesso si possa immaginare; e nel corso del tempo può andare incontro a sfilacciamenti e distanze.

La cosa risulta più dolorosa quando è unilaterale, mentre l'altra continua ad essere affettuosa e affezionata.

Certo questa scoperta non avrà favorito il Suo stato d'animo, per cui appoggio il suggerimento del Collega nella risposta qui sopra.

Quanto al fatto di :
<< prendere mio padre di petto e di chiedergli spiegazioni, almeno per capire se si tratti di una cosa seria o solo di una sbandata, in quest'ultimo caso potrei anche capire.... <<
non sta ai figli chiedere spiegazioni su ambiti che non appartengono loro...

Saluti cari.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/