Paura del giudizio altrui

Buonasera dottori,
tempo fa già chiesi un consulto in merito alla possibilità di cominciare una psicoterapia. Non l'ho ancora fatto ma vi spiego perché: ho voluto fare una sorta di esperimento su me stesso. Soffro di agorafobia (ne ho parlato col mio curante descrivendogli i sintomi). Ho voluto vedere come la mia ansia si sarebbe evoluta, ho deciso di non respingerla e di ascoltarla, di lasciarmi travolgere da essa, nonostante sia difficile. Ebbene, l'ansia non è diminuita, però in compenso questi mesi sono stati mesi di profonda riflessione su me stesso, in cui ho capito e accettato cose che avevo nascosto perché forse mi davano fastidio. Ho capito che sono una persona che teme il giudizio degli altri (deriva dal fatto che già dalle elementari da me ci si aspettava sempre il meglio, ed era quello che effettivamente portavo a casa, cioè i migliori voti della classe). Ho scoperto che non riesco ad esprimere i miei sentimenti, né "positivi" né "negativi", ho scoperto che sono una miniera di cinismo, rabbia, aggressività repressi. Chi mi conosce (in realtà nessuno mi conosce, né tantomeno io, almeno fino a poco tempo fa) mi vede come una persona sempre tranquilla che si lascia scivolare tutto addosso.Ho capito inoltre di essere troppo attaccato alla casa, al nido. Ho paura di poter stare male (in particolar modo, di vomitare, altra mia fobia) in un posto che non sia casa. Vedo la casa come l'unico luogo sicuro, Ma, ultimamente, la casa stessa a volte mi mette tristezza, perché capisco di essere fuggito da ciò che mi spaventa. Di conseguenza, allontanarmi da casa (a piedi, in bici, in auto) è fonte di ansia che si manifesta con sintomi fastidiosissimi (mi rincuora il fatto che siano almeno innocui).
Ho capito tante altre cose di me, tutto questo può essere ricondotto al mio FORTE desiderio di indipendenza che deve fare i conti con una paura del nuovo, del diverso ancora PIU' FORTE.
Insomma, sono in una fase di conoscenza di me stesso, eppure non vedo miglioramenti (anche se, a onor del vero, vorrei raccontare del fatto che circa 2 settimane fa, in concomitanza con l'arrivo dei primi miti soli primaverili, il mio umore è decisamente migliorato e mi sono sentito capace di fare cose che non avrei fatto in inverno, come se il clima abbia avuto un'influenza sulla mia ansia). La domanda è: ho capito tante cose su di me, ho capito cosa mi fa paura e penso che queste paure siano una manifestazione del disagio. Ho paura della libertà, una paura che deriva dalla forte attrazione verso di essa. Mi serve un aiuto esterno comunque? Come se ne viene fuori? Devo continuare da solo, è la strada giusta o comunque devo arrendermi all'evidenza che ciò non è possibile? Scusate la lunghezza del post.
Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
comprendere cose su sè non equivale a risolvere i suoi disagi.
Come lei stesso dice, ha capito molte cose, ma i suoi disagi restano.
Il fai da te conduce a tentativi per prove ed errori che costano dispendio di tempo ed energie, ma non risolvono, anzi portano con sé il rischio di peggioramenti o cronicizzazioni.

Sarebbe opportuno pertanto che si rivolgesse a un nostro collega se intende far fronte in modo efficace alle problematiche e ai disagi esposti.
Pertanto se i suoi timori di allontanarsi da casa, di affrontare il nuovo, di essere giudicato dagli altri le impediscono la conquista di una autonomia fortemente desiderata inficiando la sua qualità di vita , non esiti ad affidarsi auno psicologo psicoterapeuta senza mettere altro tempo in mezzo.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Utente
Utente
Grazie dottoressa per la risposta tempestiva. Se dovessi però rivolgermi ad uno specialista della ASL, potrebbe questi almeno per le prime volte venire da me? Vede, soffrendo di agorafobia, trovarmi in auto (sia a guidare sia come passeggero) mi genera una crisi acuta di ansia, quindi muovermi diventa impossibile (non essendo la sede ASL nella mia città). E, a titolo informativo, uno specialista privato potrebbe fare altrettanto?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Uno specialista ASL lo potrà incontrare solo in sede, privatamente dipende dal professionista che interpella.
Non si fermi di fronte al timore di affrontare, evitare non fa altro che rinforzare le paure e lasciarci dove siamo.

Cominci col sentire telefonicamente un nostro collega, è il primo passo dopo quello di aver scritto qui.




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Utente
Utente
"Non si fermi di fronte al timore di affrontare, evitare non fa altro che rinforzare le paure e lasciarci dove siamo"

Lo so benissimo a mie spese che l'evitamento peggiora la situazione, però io ci provo ad affrontarle ma spesso gli esiti sono negativi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Se parte con premesse di fallimento, il comportamento che adotterà di conseguenza confermerà la sua ipotesi iniziale.

Tra l'altro occorrerebbe imparare a tollerare qualche fallimento, facendone però tesoro, traendone esperienza per non incorrere nei medesimi errori oltre a considerare anche gli esiti positivi, mica sempre può andare malo, non crede?.

Comprendo il suo scoraggiamento, ma non se ne faccia sopraffare, consulti un collega.

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Utente
Utente
Non tutto va sempre male, questo è naturale, alcune piccole vittorie le ho conquistate, però basta un nulla e bisogna ripartire da capo. Le faccio un esempio: qualche settimana fa mi era difficile perfino portare a spasso il cane, ora lo faccio senza quasi nessun problema (aiutato, come avevo scritto, soltanto dai primi soli primaverili)...Poi però capita che un singolo episodio negativo cancelli tutti i progressi. Tutto questo genera sfiducia.

Comunque ho dimenticato di scriverlo (anche perché mi è ritornato alla mente adesso dopo tanto tempo) che 7-8 anni fa ebbi due o tre incontri con una psicologa della asl, ma ricordo poco perché ancora sinceramente dell'ansia non sapevo nulla né "capivo" perfettamente quella situazione: essere lì, con mia madre tra l'altro, mi sembrava strano, surreale. Lasciai perdere. A dimostrazione che tutto quello che provo è una manifestazione di un disagio ben radicato ed antico, che però ignoro. E qui vorrei farle un'altra domanda: siccome sono confuso sul metodo che dovrei scegliere in caso di psicoterapia, vorrei sapere se il mio percorso mirerà a ricercare cause lontane o magari rimosse oppure se si focalizzerà sul risolvere il mio problema attuale (paura del giudizio, paura di allontanarsi da casa, paura di certi spazi aperti, paura del vomito etc etc)
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Ricercare le cause non equivale a risolvere, suggerirei un percorso focalizzato e attivo, il primo passo è comunque la diagnosi

Legga qui per meglio orientarsi nella scelta dello specialista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Un caro saluto
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Utente
Utente
Recupero questo post di qualche giorno fa perché ho finalmente deciso di inziare una psicoterapia...Giovedì avrò il primo incontro con lo psicologo della ASL.
Però oggi è successa una cosa che mi ha fatto sprofondare, il mio umore è a pezzi. Ero fuori con un amico e ho avuto un'altra crisi di ansia. Mi ha chiesto cosa avessi e li ho spiegato tutto, ma il parlare non mi ha giovato affatto, anzi! Mentre parlavo, mi sentivo peggio, mi sentivo letteralmente svenire, ho dovuto stendermi e respirare, ma questa crisi mi ha condizionato la giornata, visto che a distanza di 12 ore ne sento ancora gli effetti. Io non so quello che mi aspetta, ma se parlare fa questo effetto sto iniziando ad avere seriamente paura. Nn vedo la psicoterapia come una possibilità, ora mi sembra proprio una tortura (considerando inoltre il fatto che sono io a dover andare alla ASL, quindi durante il viaggio so già come starò, essendo agorafobico).

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente, Lei ha fatto tanti passi avanti nella conoscenza di sè.
Ma conoscere non significa in automatico cambiare.
E così non riesce a modificare i suoi disagi di cui già ci scrisse nel 2014.

Anzi, ora tende a riproporre quella paura della guida e dell'uscire, per la quale ricevette alcune indicazioni in
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/447655-iniziare-una-psicoterapia.html
segno di una resistenza al cambiamento.

Riguardo al parlare col Suo amico e con lo Psicologo, sono due "parlare" ben differenti.
Si avvii con fiducia alla psicoterapia.





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentili dottori,
recupero questo consulto di quasi due mesi fa perché vorrei aggiornarvi: ho finalmente cominciato un percorso di psicoterapia ad indirizzo cognitivo-comportamentale. Ho fatto 4 sedute finora, ma già dopo la seconda ho ripreso a fare cose che non facevo più, mi sentivo più fiducioso verso me stesso (ho ripreso ad uscire, ad allontanarmi di più da casa, a guidare su strade che non percorrevo da tanto tempo ormai)...Possono sembrare sciocchezze ma io le percepisco come piccole vittorie personali. Vorrei però chiedervi una cosa: nel riprendere a fare queste azioni c'è sempre una (tollerabilissima) ansia di fondo, nel senso che non sono mai completamente tranquillo. Col passare del tempo tornerò come prima? Riuscirò a fare tutte queste cose -ed altre- senza un'immotivata ansia di fondo, seppur leggera?
Grazie in anticipo!
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

fa piacere il ragguaglio che Lei ci dà
e sono lietissima di quanto - riprendendo dal dicembre 2014 - ci dice:

<<ho ripreso ad uscire, ad allontanarmi di più da casa, a guidare su strade che non percorrevo da tanto tempo ormai...Possono sembrare sciocchezze ma io le percepisco come piccole vittorie personali.<<

Sono proprio grandi vittorie, considerato che in pochissime sedute ha vinto paure che ormai da molto tempo La bloccavano.
E dunque - essendo già seguìto - le domande che Lei pone qui puù tranquillamente porle alla Sua terapeuta hce, conoscendoLa di persona- Le darà Le risposte più adeguate.

Abbia fiducia in questo/a Professionista, con cui in breve tempo ha gia fatto un bel pezzo di strada.



[#12]
dopo
Utente
Utente
Gentili dottori, vorrei nuovamente aggiornarvi e porvi una domanda. Dunque, ogni giorno tento di fare sempre qualcosa in più, anche di piccolo, e a volte ci riesco, altre no. Vorrei però sapere una cosa che sta iniziando a sconfortarmi. Alcune cose le ho riprese a fare (tipo alcune strade) e molte volte non mi danno problemi; poi però arriva quel giorno in cui quelle stesse cose mi scatenano una forte ansia, e a quel punto mi demoralizzo anche se cerco di mantenermi positivo. Come mai accade tutto ciò? E' normale? Per quanto ancora devo consolidare?
Inoltre, vorrei chiedervi anche una cosa in merito alle sedute di psicoterapia: in che cosa dovrebbero consistere? Io sono alla settima (cadenza settmanale), ma finora si sono svolte tutte allo stesso modo (si parla di cosa si è fatto durante la settimana e si discute a riguardo)...Non vorrei sembrare ingrato (visto che comunque dei miglioramenti ci sono stati), ma mi sembrano monotone e ripetitive (ad ogni seduta il dottore mi ripete bene o male sempre le stesse cose, o dice cose che già intuisco da me)...E' questa la prassi?

Vi ringrazio!
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile utente,
il fatto che talvolta ancora le capiti di provare ansia non la deve sconfortare, visto che comunque dei cambiamenti positivi ci sono stati; piuttosto tenga presente che l'obiettivo non è quello di farle scomparire completamente l'ansia, quanto piuttosto quello di gestirla in modo più funzionale, senza farsene sopraffare.

Per quanto riguarda lo svolgersi delle sedute le rinnovo l'invito dei Colleghi di affidarsi con fiducia al terapeuta che la sta seguendo.

Cordialmente

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Utente
Utente
<<...l'obiettivo non è quello di farle scomparire completamente l'ansia, quanto piuttosto quello di gestirla in modo più funzionale, senza farsene sopraffare>>

Ma questo cosa implica esattamente? Se io volessi prendere l'auto e andare fino a Roma avrò comunque ansia anche se saprò gestirla? Io vorrei ritornare allo stato in cui anche se dovevo andare a Roma ero tranquillissimo, senza pensieri disfunzionali né necessità di tentare di cambiarli in pensieri più funzionali al contesto.
Grazie ancora per la pazienza!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
in psicoterapia se ci sono delle perplessità è fondamentale che se ne possa parlare liberamente anche se riguardano il ,modo di impostare il percorso terapeutico da parte dello specialista.
Il processo di cambiamento non equivale semplicemente alla scomparsa del sintomo e al recupero della condizione precedente ma è un'esperienza molto più profonda e coinvolgente nella quale la persona individua le proprie risorse e attinge ad esse progressivamente in modo sempre più autonomo.
Al fine di fornirle un ulteriore spunto di riflessione la invito a leggere il seguente articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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