Stadiazione adenocarcinoma colon

Gentili Dottori,
in data 06/08 ho subito un intervento al colon discendente-sigma per l'asportazione di un adenocarcinoma. La mia ripresa è stata ottima, sono stata dimessa in 4^giornata ed in questo momento, a parte i disagi legati alla sensibilità della cicatrice, direi che mi sento meglio di prima (almeno digerisco tutto ciò che mangio!)
Ieri ho ritirato il referto istologico che così riporta:

Materiale inviato:
Colon discendente-sigma. Anelli di resezione.

Descrizione macroscopica:
A)Tratto di colon non orientabile cm 9,5 di lunghezza, cm 6,5 e cm 6 di circonferenza aperta alle due estremità. A cm 2 dall'estremità più ristretta, neoformazione vegetante, ulcerata, stenosante, cm 3x2,8, infiltrante la parete a tutto spessore. 1-5)Neoformazione; 6)parete, random; 7,8)linfonodi.
B)Due anelli di resezione cm 2,5 e cm 2,3 diametro massimo; 4bl.

Diagnosi:
Adenocarcinoma del colon, G2, pT3pN0(0/11)pMx.
Adenocarcinoma moderatamente differenziato, senza componente mucinosa, infiltrante la parete a tutto spessore e, inizialmente, il tessuto adiposo periviscerale; modalità di crescita infiltrativa; necrosi presente; lieve infiltrato linfocitario peritumorale. Non evidenza di invasione vascolare, linfatica e venosa. Assenza di metastasi in 11 linfonodi periviscerali. Indenni da neoplasia gli anelli di resezione in mucosa colica, inviati a parte.

Snomed:
T-59460 M-81443 C16.-

Giovedì vedrò il mio medico curante (specializzato in oncologia) nell'attesa di consultare un altro specialista per le valutazioni del caso. Nella mia situazione cosa prevede il protocollo terapeutico? Vi sarei enormemente grata se vorrete intanto fornirmi i Vostri preziosi consigli. RingraziandoVi anticipatamente passo a salutarVi.
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Dr. Nello Salesi Oncologo 5
E' un tumore classificabile come IIA. Il quesito da porre è, se la stadiazione (ECografia Epatica, RX Torace) è negativa per lesioni secondarie, se fare o meno chemioterapia a scopo precauzionale.
In letteratura nei secondi stadi è ancora molto dibattutto: non tutti gli studi hanno dimostrato un vantaggio nei pazienti sottoposti a trattamento adiuvante rispetto a coloro che hanno fatto niente. In linea generale, di fronte ancora a tanta incertezza l'orientamento discriminante per selezionare i pazienti a trattamento chemioterapico precauzionale sono questi fattori:
-intervento d'urgenza
-perforazione intestinale
-marcatori tumorali (CEA, CA19-9) pre e post intervento alti
-G3 (nel suo caso siamo di fronte a un G2)
-comorbidità ed età (...e volontà) del paziente.

In soldoni, nel suo caso io sarei orientato per non fare chemioterapia adiuvante e farei esclusivamente follow-up ambulatoriale.

Dr. Nello Salesi

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dopo
Utente
Utente
Gent.le Dott.Salesi,
innanzi tutto La ringrazio per la Sua attenzione.
Prima dell'intervento è stata fatta TAC addome superiore ed inferiore che non ha rilevato nulla di particolare nonchè anche radiografia polmonare (credo più che altro per verificare l'esatto posizionamente del catetere venoso centrale) ma con medesimo risultato. Non credo che durante il ricovero, tra i controlli ematici, abbiano fatto anche i marcatori tumorali...!? Non c'era perforazione intestinale e l'intervento è stato urgente ma unicamente per scelta del chirurgo che è stato estremamente determinato...ed anch'io!! Scusi se approfitto ancora della Sua pazienza ma il fatto che si tratti di un G2 anzichè di un G3 gioca a mio favore? (non conosco la differenza) ed inoltre cos'è la comorbidità? La ringrazio sin d'ora se avrà il tempo di chiarirmi questi utimi punti.
Cordialmente.
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Dr. Nello Salesi Oncologo 5
Per comorbidità si intendono altre patologie oltre l'oncologica (es diabete, ipertensione arteriosa essenziale, ecc).
Il G2 è senz'altro un fattore prognostico favorevole rispetto a G3 che indica un tumore molto meno differenziato e potenzialmente più aggressivo.
Il problema è che le hanno già inserito un catetere venoso centrale, quindi i colleghi che l'hanno seguita sono già orientati per una chemioterapia precauzionale.
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Utente
Utente
Egr.Dott.Salesi,
ho appena letto la Sua graditissima replica e posso solo commentare che per mia fortuna almeno non soffro di altre patologie...
Le preciso inoltre che il catetere venoso è stato rimosso prima delle mie dimissioni, è stato infatti utilizzato unicamente per la terapia parenterale post-operatoria (questo mi potrebbe far ben sperare che non intendessero più doverlo utilizzare?)
Tra i medici dell'equipe che mi ha seguito, comunque, non c'era un oncologo quindi non so se questa possa essere una considerazione attinente.
La ringrazio ancora per la Sua attenzione e per il tempo che mi ha gentilmente dedicato.
Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile Dott.Salesi,
approfitto ancora della Sua disponibilità per porgerLe un quesito:
Anche il mio medico curante (specializzato in oncologia) ha definito il mio caso "borderline" ... confermandomi che è discussa l'utilità o meno di una chemio adiuvante - lui la consiglierebbe perchè - così ha detto - tra dieci anni io non debba dover trovarmi a rimpiangere di non averla fatta ...
Mi ha consigliato comunque di rivolgermi ad uno specialista oncologo della mia città che incontrerò solo giorno 2 di ottobre. Mi domando quindi: ho subìto l'intervento giorno 8 di agosto e tra non molto saranno trascorsi quasi due mesi. Ho letto, anche in altri consulti sul sito, che la terapia andrebbe iniziata al più presto...(entro un mese?)
Nell'ipotesi che mi venga consigliata (a questo punto non so cosa augurarmi) sarei già in ritardo per iniziarla...cosa comporterebbe? Ed inoltre: una terapia la cui utilità e quindi consigliabilità, per intenderci, potrebbe essere dubbia...avrebbe le medesime caratteristiche di "pesantezza" in termini di effetti collaterali o posso sperare in una cura più blanda e quindi più tollerabile?
Grata anticipatamente se avrà modo di darmi un Suo prezioso consiglio. Cordialmente passo a salutarLa.
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Dr. Nello Salesi Oncologo 5
La terapia adiuvante prima si inizia e meglio è. Di solito non si va oltre le 6-8 settimane dall'intervento chirurgico. Non esistono dati in letteratura riguardo l'efficacia e l'utilità della chemioterapia adiuvante se inizata in ritardo. Riguardo la tossicità, lei sarebbe candidato ad un trattamento con 5-Fluorouracile endovena (esistono varie schedule di infusione) o per bocca (Xeloda) che ha come effetti collaterali la diarrea, la mucosite, leucopenia e neutropenia.
In rarissimi casi ci si può imbattere in portatori genetici di deficit (completo o parziale) della diidropirimidina deidrogenasi (l'enzima che degrada il farmaco nell'organismo); in quei casi ci si può imbattere in tossicità nettamente più gravi poichè il farmaco non viene eliminato dall'organismo.
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Utente
Utente
Gentile Dott.Salesi,
principalmente desidero ringraziarLa per la Sua attenzione.
Mi sembra di intendere che la terapia iniziata in ritardo (nel mio caso almeno a 2 mesi dall'intervento) non avrebbe nessuna efficacia ed utilità...in pratica farla a questa data non servirebbe più a niente?? O questa forse è una mia errata interpretazione?
Per quanto riguarda la mia preoccupazione circa la eventuale tossicità questa è principalmente legata alla paura di subire conseguenze "estetiche" come ad esempio la perdita dei capelli.
Non mi manca il coraggio di affrontare ciò che serve ... ma ho tenuto nascosto ai miei genitori (parecchio anziani e quindi molto fragili) persino l'intervento chirurgico fingendo di essere andata in vacanza...non saprei proprio come spiegare una "imbarazzante calvizie"!
La ringrazio ancora per il prezioso tempo che mi ha dedicato, avrò la visita dall'oncologo dopodomani, può intuire la mia ansia e per questo Le domando scusa. Cordialità.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
Gentile Utente,
l'alopecia nel suo caso è molto rara con i farmaci che dovrebbe eventualmente eseguire.
Personalmente comunque ritengo che sia corretto valutare con il suo oncologo una decisione (terapia vs controlli) tenendo a bada i pro e contro; se poi decidesse per i soli controlli l'oncologo le sarà d'aiuto per la tempistica e la tipologia degli stessi.

Cordiali Saluti
Dr. Alessandro D'Angelo
(email: alessandro.dangelo@grupposamed,com)

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Utente
Utente
Gentile Dott.D'Angelo,
La ringrazio per la Sua "confortante" risposta.
Domani pomeriggio incontrerò per la prima volta il Dott.Bordonaro (Ospedale Garibaldi/Nesima-Catania)... - mi permetto di fare il suo nome perchè "isolano" come Lei...probabilmente lo conoscerà!
Attendo così di conoscere quali saranno le sue valutazioni e i suoi consigli in merito. Grata per la Sua attenzione cordialmente La saluto.
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Dr. Alessandro D'Angelo Oncologo 2.8k 64 17
lo conosco bene e penso che si stia affidando ad uno tra i più seri e scrupolosi professionisti
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Utente
Utente
Egr.dott.D'Angelo,
le Sue affermazioni mi rassicurano ulteriormente...da più fonti infatti mi è stata confermata l'affidabilità del professionista in questione. Spero proprio di mettermi nelle mani "giuste"!
Grazie.

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Utente
Utente
Gent.mi Dottori,
ieri ho avuto la visita con l'oncologo e si è infine optato unicamente per i controlli...questa sembrerebbe la decisione più comoda e facile...ma che carico di responsabilità!!
Il medico mi ha infatti detto che le condizioni che vengono prese in esame per decidere - nei casi come il mio - l'eventuale trattamento adiuvante sarebbero:
- T4
- G3
- OCCLUSIONE D'ESORDIO
- CAMPIONAMENTO LINFONODALE NON OTTIMALE

Nel mio caso solo l'ultima delle condizioni sarebbe presente - mi ha detto che il campionamento ottimale "oggi" sarebbe di 13 linfonodi ed io ne ho avuti refertati solo 11!

Vi riporto comunque qui di seguito le sue considerazioni ed il programma terapeutico prescrittomi - mi potrebbe essere di gran conforto una Vostra opinione (i Vostri precedenti consigli mi hanno "aiutata" anch'essi a prendere una decisione più consapevole e serena):

"La paziente appartiene ad un sottogruppo prognostico (N0) in cui il rischio di recidiva è basso e la riduzione dello stesso inducibile dalla chemioterapia adiuvante altrettanto ridotta; l'unico fattore prognostico che potrebbe indurci a consigliare il trattamento è un campionamento linfonodale inadeguato, ma che inadeguato è soltanto perchè mancano all'appello solo 2 (due) linfonodi....discusso quindi dei pro e contro dell'eventuale trattamento si giunge quindi alla decisione condivisa di astenersi dalla terapia adiuvante e programmare un follow-up clinico-strumentale come segue:
- Visita oncologica con dosaggio di CEA e CA 19.9 ogni 3 mesi per tre anni, poi ogni 6 mesi fino al 6° anno;
- Tac torace e addome completo ogni 6 mesi nei primi tre anni, poi annualmente fino al 6° anno;
- Colonscopia dopo 1, 3 e 5 anni dall'intervento.
Prossimo controllo tra 3 mesi con l'esito dei seguenti accertamenti:
- CEA e CA 19.9
- Tac torace e addome completo senza e con m.d.c."

Vi sono anticipatamente grata per l'attenzione che mi potrete ancora dedicare e Vi porgo i miei più cordiali saluti.

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