Ansia, depressione e isolamento

Salve, soffro da sempre di ansie ingiustificate in qualsiasi contesto, confronto, prova, test.
Da che ho memoria son sempre scappato da qualsiasi situazione potenzialmente difficoltosa.
Prima degli ultimi mesi e dell'ultimo anno ho sempre tentato di assolvermi e nascondere i problemi che si sono accumulati, ma guardandomi adesso indietro vedo la mia vita come una serie lunga di occasioni mancate, appuntamenti e impegni annullati all'ultimo minuto.Quello che faccio è rifugiarmi nella sicurezza di casa o di un luogo sicuro. Entrare in un bar per comprare un pacchetto di caramelle? Magari lo faccio ma quanti pensieri, quante titubanze. Prendere il bus e andare dall'altra parte della città? Faccio anche questo, ma quante ansie e poi quella gente che osserva? Cosa vuole in realtà? Cos'hanno da guardare? E così a ruota nei rapporti con medici, "autorità", persone sconosciute, insegnanti ecc.: sensazioni di difficoltà nell'articolare dei pensieri che mi rappresentino e che facciano valere le mie ragioni e i miei bisogni.Queste ansie hanno pesantamente condizionato e invalidato i miei percorsi scolastici e lavorativi.
Due anni fa ho vissuto un anno all'estero in cui ho lavoricchiato, ma in cui in realtà le mie ansie hanno continuato a seguirmi. Ho cercato di annullarle con stati spesso di alterazione e di eccessi che non hanno fatto altro che accrescere le mie difficoltà nei momenti di lucidità.
A questo quadro c'è un paradosso che non sono mai riuscito ad abbattere: fondamentalmente le persone, i loro bisogni e i rapporti che intrattengono tra di loro non mi piacciono. Potrei definirmi asociale o misantropo, ma in realtà sono molto selettivo.Troppo. A livelli estremi.
E' come se avessi una naturale predisposizione ad entrare in sintonia soltanto con persone a loro volta problematiche e con conflitti, ansie o tarli ma soltanto se declinate in salsa nichilista.
Ho sempre avuto una visione ironicamente cinica della società, delle relazioni e della vita in generale che mi appare come una enorme rincorsa verso la morte che vede i partecipanti mettersi in difficoltà tra di loro in un mare di ipocrisie, false apparenze e tornaconti personali consci o inconsci.Rapportarmi con persone "non problematiche" e diverse da questa sommaria descrizione è per me sempre stata un impresa complicatissima. In società mi sento come se il mio vero io comandasse una marionetta del mio io visibile e questo non fosse mai se stesso ma dovesse compiere uno sforzo mentale e fisico incredibile essere presente.Nell'ultimo anno in particolare attraverso una depressione molto forte che ha annullato in me qualsiasi forza di volontà rendendo le giornate una serie infinita di ore passate tra sonnolenza e anedonia. Ho spesso pensieri ossessivi anche suicidi, conversazioni interne che si accavallano per ore una dopo l'altra su quella che è la mia condizione e sui miei problemi.
Vorrei tentare di prendere in mano la mia vita e e inizierò una terapia nonostante molte (ovvie) resistenze.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

La domanda qual'è ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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