Vorrei dare un nome al mio malessere

Salve dottori, sono una ragazza di 23 anni che da un paio d'anni vive un grande malessere. Inizio col dirvi che già da piccola avevo sempre paura di non star bene, anche una semplice febbre mi faceva aver paura di chissà cosa, quindi questa paura di star male e di morire fa parte di me fin da quando ho memoria ma non so proprio da cosa nasca. Diciamo che questa paura è diventata più forte quando ho cominciato a soffrire di derealizzazione soprattutto in luoghi affollati e situazioni di stress fino a quando due anni fa ho avuto un attacco di panico così forte che le mie paure sono diventate incontrollabili. Sono molto più ipocondriaca, prendere qualsiasi medicina per me è un dramma perchè ho paura di effetti negativi sul mio organismo, ho paura di fare viaggi lunghi, di star male lontano da casa, insomma l'ansia la fa da padrona nella mia vita. Ho fatto alcune sedute da una psicologa dell'asl ma ho avuto una brutta esperienza quindi sono andata per qualche mese da una psicoterapeuta privatamente ma ma ho dovuto smettere perchè non potevo permettermela. Inoltre, non mi ha aiutata molto. Quello che sembra sfuggire a tutti è che per me è di vitale importanza dare un nome al mio malessere. Ho bisogno di sapere cosa contro combatto così da sentirmi meno impotente. Oltre a ciò che vi ho descritto durante la giornata ho degli "attacchi di malinconia", li chiamo così in quanto il mio umore cambia a causa di un pensiero o una qualsiasi cosa mi scaturisca questa irrequietezza, questa tristezza verso la mia esistenza, una sorta di disperazione che mi fa sentire in un tunnel senza uscita. E così comincio ad analizzare cosa mi provoca questa tristezza (e paura di morire) e più mi sforzo di capire e più sto peggio fino a che comincio ad agitarmi anche fisicamente e mi sembra di perdere il controllo della mia mente. Vorrei sapere cosa pensate che sia in base a ciò che vi ho scritto (so che una diagnosi non è possibile attraverso internet). Depressione? Ansia? Che nome ha? Ho davvero bisogno di saperlo. So che dovrei affidarmi all'aiuto di voi dottori ma purtroppo al momento non ne ho la possibilità economica e come ho già detto ho avuto una brutta esperienza con l'asl e non ci tornerei. Ho davvero tanta paura di non riuscire più ad essere felice e di vivere in questo modo per sempre. Vorrei avere la spensieratezza e la serenità che avevo fino a 3 anni fa. A volte penso: e se un giorno dovessi sentirmi stremata fino ad arrivare al suicidio? Voglio chiarire che non sarei mai capace di fare una cosa simile nè l'idea mi ha mai sfiorata ma non capisco perchè questo pensiero mi venga in mente mettendomi paura nonostante non lo farei mai, forse sarà solo la paura di perdere il controllo perchè di fatti non avere il controllo di me ma essere dominata da questo malessere mi fa stare molto male. Vorrei solo essere felice ma non ci riesco. Spero in un vostro piccolo aiuto per cercare di capire cosa contro combatto. Grazie in anticipo.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazza,
come lei ci dice, " l'ansia la fa da padrona nella mia vita", quindi sembrerebbe predominante un disturbo d'ansia.
Deve comunque considerare che un 'ansia protratta ed invalidante facilmente comporta vissuti depressivi che possono spiegare gli altri sintomi che descrive (crisi di malinconia).

Sarebbe opportuno capire da cosa si origina la sintomatologia ansiosa, anche se esistono approcci come la TBS, che prescindono dalle cause remote, almeno inizialmente.
Sul mio sito può trovare degli articoli su cause e terapia del disturbo da attacchi di panico.
Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,

<<Quello che sembra sfuggire a tutti è che per me è di vitale importanza dare un nome al mio malessere. <<

Si vede che il dare un nome, cioè un'etichetta, non è stato considerato prioritario dai colleghi precedenti. D'altra parte Lei combatte contro una diagnosi o contro dei malesseri?

<<più mi sforzo di capire e più sto peggio fino a che comincio ad agitarmi anche fisicamente e mi sembra di perdere il controllo della mia mente.<<

Eviti di entrare in un circolo di pensieri ossessivi, stoppandoli fin dall'inizio e facendo dell'altro.

Dispiace che non posso continuare l'esperienza con la Psicologha che ha incontrato di persona. Una psicoterapia specifica la potrebbe molto aiutare.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentili dottoresse, vi ringrazio di cuore per le vostre celeri risposte. Io non so da cosa possa originare tutto il mio malessere ma so che sin da piccolissima ho sempre avuto una fortissima paura delle malattie e quindi di morire. E forse trovandomi in una situazione come questa, dalla quale non riesco ad uscire, mi sembra di andare in contro alla morte. E come vi ho già detto mi preoccupa molto il fatto che spesso in questi momenti bui mi venga in mente "e se un giorno dovessi uccidermi?" anche se non lo farei mai perchè voglio disperatamente essere felice e vivere. Ma allora perchè mi viene in mente mettendomi paura? Purtroppo questo malessere che ho tra altri e bassi (e ora è un basso) mi spinge a farmi domande continue per cercare di capirmi proprio perchè non riesco a comprendere come ho fatto a ridurmi così, a cambiare così: ho paura di viaggiare, di star male lontano da casa, ho paura che non riuscirò a costruirmi un bel futuro, ho perso le aspirazioni, mi sono legata alla routine e non riesco più ad essere SERENA nonostante sia fidanzata e il mio compagno mi rende felice e quindi anche la mia vita lavorativa e sociale risente di tutto questo. E mi sforzo di capire queste brutte sensazioni che provo, questa angoscia come se la mia vita potrebbe presto terminare o come se non mi darà mai la felicità che voglio. Questa forte angoscia e paura di morire che provo è molto simile a un bruttissimo stato d'animo che una volta ho provato in un sogno e che non scorderò mai: feci quest'incubo in cui scoprivo di avere un tumore al cervello e quindi capire che non sarei guarita e che sarei andata in contro alla morte mi faceva sentire disperata e senza speranze e diciamo che queste sensazioni di angoscia e paura sono quelle che provo negli "attacchi di malinconia". Quindi secondo voi sono ansiosa e depressa? La psicologa dell'asl (quella con cui ebbi una brutta esperienza) mi parlò di nevrosi d'ansia mentre la psicoterapeuta mi disse che non ero depressa perchè avevo nulla che lo facesse pensare e mi diceva solo di fare esercizi di respirazione e trovare un lavoro per sbloccarmi e riattivarmi ma non mi dava le spiegazioni che cercavo, quelle che mi aiutassero a capirmi e affrontare tutto questo. Secondo voi riuscirò ad essere di nuovo felice e spensierata?
Volevo dire un'ultima cosa alla dott.ssa Brunialti che mi ha chiesto "D'altra parte Lei combatte contro una diagnosi o contro dei malesseri?". Io combatto contro il mio malessere però poter dare un nome a questo malessere mi farebbe sentire meno impotente, identificarlo forse mi farebbe sentire un po' più forte.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
forse anche il fatto di voler "catalogare" in qualche modo ciò che prova è, in fondo, una ricerca di controllo.
D'altro canto, ciò che più preme per la sua serenità è trovare come uscire da questa situazione, cercando di individuare quali possano essere i cambiamenti utili ed efficaci per affrontarla. Cambiamenti che dovrebbero avvenire sia fuori sia dentro di Lei.

Legga i seguenti articoli e provi a vedere quanto di Lei ci ritrova e quali riflessioni le stimolano:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/895-la-trappola-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3715-la-rimuginazione-ossessiva-come-risolverla.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4051-i-pensieri-ossessivi-possono-diventare-reali.html

Cordialmente,

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
<<mi spinge a farmi domande continue per cercare di capirmi proprio perchè non riesco a comprendere come ho fatto a ridurmi così<<

Come Le dice anche l'esperienza (oltre che noi), non si rivela una strada produttiva.


<<La seconda psicologa non mi dava le spiegazioni che cercavo<<

Può darsi - è probabile - lo facesse intenzionalmete, proprio per evitare il rimuginare e il controllo di cui sopra.

Finchè riterrà di dover essere Lei a "condurre il gioco" nella terapia, la psicoterapia non Le servirà a nulla.
Purtroppo.




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Utente
Utente
Gentilissima dott.ssa Scalco purtroppo ritrovo gran parte di me in ogni articolo che mi ha suggerito,soprattutto il primo e io secondo che riguardano l'ansia e l'ipocondria e leggendo i successivi riguardo i pensieri ossessivi e il rimuginare mi sono accorta che il mio continuo cercare di capire e analizzare le mie sensazioni forse è diventata un'ossessione? Volevo quindi chiederle: allora quando nei momenti bui mi viene la paura di poter arrivare al suicidio un giorno (nonostante non sarei mai capace di farlo ma voglia vivere serena e essere felice) è un pensiero ossessivo? E questa forte angoscia (che io descrivo come un sentirsi morire) che mi prende non facendomi vivere bene è depressione? Ad esempio, questa sera dovrò uscire per conoscere la fidanzata di mio fratello e tutto ciò a cui riesco a pensare è al fatto che ho paura di potermi sentire male, di avere un attacco d'ansia oppure che arrivi quella angoscia fortissima che mi spegne e mi fa avere paura di tutto, facendomi poi sentire derealizzata e disperata. Grazie al suo intervento e quello della dott.ssa Brunialti ho capito che devo sforzarmi più che posso a non rimuginare per non entrare in quel circolo vizioso che mi fa stare peggio ma voglio chiedervi: secondo voi riuscirò un giorno ad avere una vita serena, spensierata e normale oppure questa malinconia e questa ansia mi trasformeranno in una persona che perderà il controllo di se e della propria vita? Cosa pensate abbia scaturito questa grandissima paura della morte che avevo già da piccolissima? Sono ridotta così dopo un fortissimo attacco di panico avuto due anni fa e la situazione ha cominciato a peggiorare proprio dopo quell'evento. (mi trovavo in macchina per arrivare a Salerno da Napoli)
Ringrazio davvero di cuore per la vostra disponibilità.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile ragazza,
predire il futuro non è nelle nostre ... competenze, ma certamente esistono terapie adeguate per i disturbi che Lei lamenta.


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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<ho capito che devo sforzarmi più che posso a non rimuginare per non entrare in quel circolo vizioso che mi fa stare peggio>>

Esatto, anche se da sola può non essere molto semplice riuscire a farlo.


<<una persona che perderà il controllo di se e della propria vita>>

Quello del controllo è un tema critico ricorrente in chi ha problematiche di tipo ansioso, che si declina in varie modalità: timore di far del male a se stessi o ai propri cari, timore di fare gesti osceni, timore di cambiare orientamento sessuale, e altre paure più o meno fantasiose...
In terapia questo è dunque uno degli aspetti principali da affrontare.


<<Cosa pensate abbia scaturito questa grandissima paura della morte che avevo già da piccolissima?>>

Difficile dirlo: bisognerebbe conoscere meglio la sua storia di vita e, magari, non sarebbe sufficiente neppure questo. Ma, come le scrivevo più su, ciò che è più importante ora è prendere atto che c'è un problema e trovare il modo più efficace per risolverlo. Pensi a che valore ha la sua serenità e il suo equilibrio e decida di conseguenza.

Cari saluti.
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Utente
Utente
Gentili dottoresse, c'è un'ultima cosa che vorrei chiedervi. In questo ultimo anno ho cercato di farmi forza anche e soprattutto grazie all'aiuto del mio fidanzato e di reagire al problema (in quanto ho smesso di lavorare perchè non riesco a prendere mezzi pubblici senza star male e quindi ho paura di viaggiare) e un po' ci sono riuscita e ci sono addirittura periodi in cui mi sento molto meglio, periodi in cui la paura del mio malessere mi tocca di meno e mi permette di essere più serena. Ma quello che vorrei chiedervi, come può una persona come me, che non ne ha la possibilità economica, chiedere aiuto ad uno specialista? Ho provato più e più volte a parlarne con i miei genitori che purtroppo non capiscono il mio malessere, tendono a sottovalutare e sminuire questi problemi credendo che sia io che vada a crearmeli e che basti non pensarci per stare meglio (l'ultima volta che ne ho parlato con mio padre, mi ha risposto che per stare meglio dovevo riavvicinarmi a Dio e alla chiesa). Perciò, sia la psicologa dell'asl che quella privata le ho dovute pagare da sola, con i miei risparmi, che ora ho terminato e, non lavorando, non saprei proprio come fare (come vi ho già detto, anche trovare un lavoro è complicato visto che ho davvero paura di prendere il treno a causa della gran folla, della claustrofobia e degli attacchi di panico). I miei genitori mi appoggiarono qualche mese fa solo nella scelta dello yoga, dal quale però non ho tratto grossi benefici, fino a quando ho dovuto rinunciare anche a quello sempre per motivi economici. Non ci sono quindi altre strade? So che nulla può sostituire la psicoterapia e l'aiuto di un esperto, ma magari se ci fosse qualcosa che posso fare per star meglio, almeno fino a quando non riesco a trovare un lavoro che mi permetta di pagarmi uno psicoterapeuta. Volevo anche aggiungere che la psicoterapeuta da cui andavo privatamente mi diede delle gocce, Lorazepam, che ho utilizzato per un annetto e poi le ho scalate fino a toglierle perchè non voglio dover dipendere dai farmaci e non voglio usarli a lungo e proprio per questo non ho preso il Cipralex che mi venne prescritto successivamente. Ho davvero difficoltà a prendere farmaci (tanto che ho scelto di non prendere la pillola prescrittami dal ginecologo dopo aver subito un'isteroscopia con rimozione di polipetto e diagnosi di iperplasia endometriale in quanto ho seriamente timore degli effetti indesiderati) e al bisogno uso delle gocce a base di valeriana, Sincrorem. Ringrazio ancora per il tempo che mi avete dedicato.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile ragazza,
Lei è in empasse.

- La psicoterapia non può farla per motivi economici (ma presso il consultorio oppure l'Asl si paga solo un piccolo ticket)
- i farmaci non desidera assumerli << perchè non voglio dover dipendere dai farmaci e non voglio usarli a lungo e proprio per questo non ho preso il Cipralex che mi venne prescritto successivamente. <<.

E dunque?

E' come se Lei si negasse le strategie che La possono far migliorare.
Per non dipendere dai farmaci dipende dai Suoi disturbi che, certamente, Le condizionano la vita più dei farmaci.

[#11]
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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Brunialti, ho già tentato la strada dell'asl ma dovevo pagare comunque un ticket di 30 euro ogni 3 visite e mi hanno detto che diversamente non si poteva fare ma purtroppo ho avuto davvero una brutta esperienza andando lì, sia per quanto riguarda i pazienti che incontravo sia per i dottori che mancavano di tatto e professionalità quindi tornarci mi farebbe solo star peggio. Per quanto riguarda i farmaci credo che anche questo faccia parte della mia ansia ma non riesco a prendere un farmaco se so che potrebbe portarmi effetti indesiderati gravi perchè quando lo prendo sto per tutto il tempo in uno stato di ansia veramente brutto da vivere. Capisco che queste cose mi danneggiano maggiormente ma il problema non voglio risolverlo con i farmaci ma con un aiuto da parte di una figura professionale. All'asl mi aggredivano continuamente per questa cosa dei farmaci, in modo anche aggressivo e il farmaco non è la strada che voglio perchè va solo a tamponare il problema (come è successo con il Lorazepam che ho assunto per un anno) io invece sono disposta a lavorarci su anche se richiederà più tempo e fatica.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
<<io invece sono disposta a lavorarci su anche se richiederà più tempo e fatica.<

Ma se ci ha giusto detto di non avere le risorse economiche? E' solo un alibi, così.

In ogni caso ritengo di aver espresso il mio parere professionale compiutamente. Ora sta a Lei.





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Utente
Utente
Gentile dottoressa, le assicuro che non è un alibi e cercherò di fare il possibile per mettere soldi da parte e potermi pagare una terapia però francamente non capisco come mai non venga compresa la mia volontà di non assumere farmaci. Non credo sia l'unica strada percorribile. Ho seriamente paura a prendere un farmaco che so potrebbe avere effetti collaterali non da poco e non mi va di prenderli perchè so che resterei in attesa di un qualche sintomo e vivere con questa preoccupazione non mi va perchè ne ho già molte altre. La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e i preziosi suggerimenti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
esistono possibilità di incontrare professionisti gratuitamente presso alcune associazioni, come il Centro Italiano Femminile (CIF) o la Croce Rossa che in alcune sedi offrono servizi come centro di ascolto o consultorio familiare:
http://www.cifnazionale.it/regioni/campania/province/napoli/presentazione
http://www.crinapoli.it/public/documenti/cicolari/2013/sportello_ascolto.pdf
Questi sono solo alcuni esempi che, pur non essendo esattamente ciò che fa al caso suo, potrebbero essere un punto di partenza per un colloquio in cui chiedere informazioni sulle realtà presenti sul suo territorio, che io non conosco.
Ad esempio, in alcune città associazioni di psicoterapeuti offrono sedute a prezzi moderati proprio per chi si trova in un periodo di difficoltà economiche. Oppure, alcune scuole di psicoterapia offrono sedute a basso costo se si consente loro di utilizzarle come materiale di formazione per gli specializzandi.

Come vede, qualche alternativa c'è...bisogna solo "scovarla"!

Saluti.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazza,
ha provato a far presente ai suoi genitori che queste sue paure le impediscono di lavorare e quindi sono molto più antieconomiche di una psicoterapia?
Esiste l'approccio terapeutico strategico breve che per i disturbi d'ansia di solito ottiene miglioramenti sensibili o la risoluzione dei sintomi in un numero limitato di sedute.
cordiali saluti
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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