Sono un ragazzo introverso ma tranquillo

Sono un ragazzo introverso, tranquillo. Negli ultimi anni ho realizzato di aver registrato, in passato, traumi (Nonno e papà suicidati, una mamma psicotica da quando ero piccolo, un tumore diagnosticato a 29 anni guarito, una nonna padrona che mi ha cresciuto e a cui non va mai bene niente) che mi ha condizionato il rapporto con le altre persone, anche con l’altro sesso. Credo di soffrire di una sindrome evitante, rapportarmi con gli altri, nonostante a lavoro e nella vita privata abbia diversi amici, mi crea sempre un malessere. Nel tempo ho capito che la mancanza di affetto avuta in passato, una figura assente di padre e una madre come ho descritto , ha creato un mostro quando frequento una ragazza che mi piace: la mia forte voglia di amare ed essere amato, chiedono sempre conferme, vivono di gelosie, dubbi che non mi fanno vivere serenamente il rapporto. Da qualche mese mi sono innamorato della mia coinquilina russa. Ora stiamo cercando di condividere la nostra storia insieme, mi pare sia presa ma anche lei è una ragazza particolare, molto timida, a volte insicura, che ha bisogno dei propri tempi per lasciarsi andare (anche se lo sta facendo). I problemi arrivano in particolare quando esco con i suoi amici, non mi piacciono, bevono tutto il tempo, sono molto goliardici e scherzano tra loro e lei in modo aggressivo (forse perché sono russi ); lei poi per divertirsi beve, inizia a comportarsi in maniera stupida (ai miei occhi) e per me risulta difficile interagire con lei in questo stato. Così si arriva a liti che finora finiscono il giorno dopo oppure nella stessa serata con il sesso anche violento. A me lei, in questi momenti di ebrezza, mi scende, perde la mia stima, ma cerco di sopportare perché poi mi rimprovera che per me non va mai bene nulla e la voglio cambiare. Io sono molto innamorato, ma a 35 anni, non vorrei assistere a queste situazioni e vivo la cosa in modo lacerante con gelosia e paura di perderla.. insomma passo troppo tempo tra momenti di grande euforia e felicità (quando siamo soli) e momenti di delusione quando vedo che si vuole divertire (per me) troppo e in modo stupido per una ragazza di 29 anni. Non so che fare, se sia io il problema con tutto il disordine che mi porto dentro, o se, nonostante l’amore che provo per lei, se sia lei ad essere sbagliata per uno come me. Vi chiedo un consiglio.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
La sua storia di vita è molto complessa e costellata da sofferenza e da dinamiche familiari faticose, così come immagino debba essere stata la sua crescita psichica ed emozionale

L'incontro tra due individui, anche se scaldato dall'amore, non è mai facilissimo....ed è l'incontro tra due passati, due stili educativi differenti, due inconsci, due immaginari ed anche due sguardi differenti sul mondo.....e sul divertimento.

Consideri che i 29 anni della sua ragazza non saranno mai equiparabili ai suoi che, in realtà, sono molto di più.....

Datevi tempo, ascoltatevi e parlate tanto, con il cuore in mano..,,soltanto così si può costruire un amore

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
tante difficili vicende famigliari La hanno portato ad attendere un amore per riparare ferite.

Chissà se questa ragazza è quella "giusta" per Lei, o se forse è la differente provenienza geografica e culturale a frapporsi.

Se così fosse, questa differenza La ritroverà anche dopo, nella vita di coppia e nella genitorialità.


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
la riflessione che faccio è la seguente: prima di innamorarmi stavo bene, mi concentravo sulle mie passioni, sul lavoro, non avevo pensieri di alcun tipo, riuscivo a leggere un libro ecc ecc. Ora che sono innamorato mi sembra di vivere sulle montagne russe (scusate la battuta) tutti i giorni, passo dall'euforia alla depressione e la mia testa è totalmente in balia della mia ragazza. Quindi la deduzione che faccio è che senza l'amore, se questo è quello che debbo vivere, si sta più tranquilli e in pace con se stessi. Probabilmente c'è qualcosa in me che non funziona correttamente, bassa autostima implica il mettersi sempre alla prova e quindi lo stare male di non essere all'altezza dell'altro. La domanda che sorge successiva è: perchè debbo consegnarmi all'amore se la mia vita diventa poi un tumulto di emozioni da cardiopalma.. e ne varrà la pena? non è forse che l'amore sia un demone più povero di quello che si pensa e che viene mitizzato nelle aspettative e nel nostro retaggio culturale?
facendo un paragone culturale con quello che faccio, l'amore è come un investimento di cui non conosci ne la scadenza ne la volatilità del prezzo in cui oscillerà il tuo stato d'animo. Di solito per fare una scelta d'investimento tra due titoli, ipotizziamo che uno sia lo status di single senza pensieri e l'altro quello dell'amore per una determinata persona, bisognerebbe sapere la scadenza e la remunerazione periodica dell'investimento... nel caso dell'amore tutti credono e vorrebbero che non avesse una scadenza e tutti credono all'inizio che la remunerazione sia molto alta, ne siamo proprio certi e convinti, ma molto spesso leggo e sento che il rendimento di questo sentimento non sempre è positivo rispetto alla situazione da single senza pensieri.. chissà cosa rimarrebbe dell'amore tolto tutto il retaggio culturale che ci portiamo dietro nella nostra crescita, tutta l'educazione sentimentale che ci viene insegnata e si impregna nelle nostre aspettative...

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Sì , è vero che "consegnarsi all'amore" porta sulle montagne russe.
eppure molti vi si consegnano, per i motivi più disparati: passione, fuga dalla sulitudine, sesso, ecc.

Esistono anche persone che non lo fanno, e la ritengo una scelta legittima e di tutto rispetto.
Quello di cui qui si sta argomentando è se "fuggire" sia onorevole oppure, detta psy, sia fonte di benessere psichico; o al contrario se sia il caso di -prima- guarire ferite e -poi- vedere il da farsi.

Questo però sta a Lei valutarlo di persona con un terapeuta.