Attacchi di ansia, tornano sempre?

Buongiorno, sono una ragazza di 21 anni e vi scrivo per chiedervi un'informazione riguardo agli attacchi di ansia. Ho vissuto due attacchi di questo tipo,il primo un anno fa, il secondo lo scorso luglio. In entrambi i casi mi sono recata al pronto soccorso per via delle vertigini, giramenti di testa,sensazione di svenimento, aumento del battito cardiaco, aumento della pressione sanguigna e sensazione di panico generale. La prima volta non sapevo di cosa si trattasse,e mi è stato detto che si trattava di un attacco da stress, nel secondo caso mi sono recata al pronto soccorso perchè mi prescrivessero un sedativo.Mi è stato prescritto un ansiolitico (EN), che ho preso solo nei giorni immediatamente successivi all'attacco, sporadicamente. Ho consultato per qualche seduta uno psicologo, ma non mi ha rivelato nulla di illuminante. Ora mi sembra di non provare più quel senso di ansia, ma continuo ad avere paura che possa tornare, anche perchè lo psicologo mi ha riferito che gli attacchi possono presentarsi periodicamente per tutta la vita. Mi sento ancora ipersensibile emotivamente ma non provo più quell'ansia anticipatoria immotivata che per un mese mi ha bloccato.Volevo quindi chiedervi se è possibile che gli attacchi si presentino un paio di volte e poi mai più,in una fase passeggera,vista anche la mia età, se posso ritenermi "guarita" definitivamente, o se è più probabile che si tratti solo di una fase positiva, prima della prossima corsa al pronto soccorso.
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Tommaso Vannucchi Farmacologo, Psichiatra, Tossicologo 7.6k 390 1
Gentile utente
fra i vari fattori scatenanti gli attacchi di panico,oltre che quelli ambientali,vanno considerati(e non per ultimi!!) quelli di natura neurobiologica(genetica, etc);pertanto sarebbe utile che si facesse visitare da un collega psichiatra per eventualmente (se nel suo caso fosse ritenuto opportuno) intraprendere una terapia farmacologica specifica(con tempi e modi ben codificati.

Tommaso Vannucchi

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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

è probabile che si sia trattato di due episodi di attacchi di panico, essendo scomparsa anche l'ansia anticipatoria non sarebbe necessario alcun trattamento.
Per quanto riguarda il futuro "tutto può succedere, nulla può succedere"; il disturbo da attacchi di panico è sostanzialmente un problema di "soglia", tutti siamo esposti ma ognuno con una "soglia" diversa, questo non le deve impedire assolutamente di vivere la sua vita normalmente come una ragazza di 22 anni.
Una curiosità, alle 3 di notte ancora sveglia?

Cordiali Saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gli attacchi di panico, non da stress (è una dizione un pò generica che induce a pensare che siamo stressati e quindi vengono gli attacchi) posson tornare. La paura che tornino invece è soltanto il segno che hanno lasciato, perché ci hanno molto spaventato. Quindi per un pò rimane e tende a svanire. In persone predisposte invece può rimanere a lungo e condizionare, ma mi par di capire che nel suo caso stia diminuendo. L'uso dell'ansiolitico è ogni tanto, e non abitualmente, soprattutto se le dovesse venire in mente di usarlo per controllare questa paura di un nuovo attacco. L'ansiolitico non previene gli attacchi, mentre si può restarvi legati proprio per questa sua funzione anti-fobica, che all'inizio permette di "fregarsene" della paura e continuare a fare le normali attività.
Se l'ansia non se ne dovesse andare o dovessero tornare nuovi attacchi, allora si faccia valutare da uno psichiatra.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Grazie mille a tutti per le risposte. Ammetto che non mi abbiano consolato molto, in sostanza sono predisposta geneticamente e ho una soglia alta di predisposizione. Spero comunque di dimenticarmene un po', perchè l'idea di poter perdere in qualsiasi momento il controllo della mia mente mi ha spaventato molto e ancora mi disturba.A parte l'attacco di per sè, il fastidio che più mi ha impressionato è stata una sensazione di torpore e di poco equilibrio fisico con forti capogiri che ho percepito per circa un mese ininterrottamente dopo l'ultimo attacco(tanto che ho fatto una risonanza magnetica cerebrale che non ha mostrato nessuna anomalia significativa). Non avevo riferito che lo psicologo mi aveva consigliato gli antidepressivi al posto dell'ansiolitico. In ogni caso, non credo che inizierò, ora che sto meglio, una cura farmacologica regolare, perchè ho provato in parte gli effetti degli psicofarmaci, e non posso pensare di conviverci tutti i giorni. Riguardo alla curiosità, è vero, vado a letto tardi(e sto su un sito medico alle tre..questo già mi fa preoccupare..)grazie comunque ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quali effetti di psicofarmaci ha provato ? Citava solo EN preso una volta ogni tanto. Non esistono "gli psicofarmaci", ogni tipo di medicina è un discorso a parte.
Se le era stata consigliata una terapia, è libera di non seguire l'indicazione, ma per nessuna ragione particolare. "Adesso sto meglio" è una giustificazione a posteriori per quella che credo sia una ritrosia (comprensibile) a curarsi, forse per diffidenza riguardo alle medicine, per paura di fantomatiche dipendenze (che è un altro modo per dire che si vorrebbe liberarsi del disturbo punto e basta). Comunque, se la cosa non si risolve perlomeno ha già saputo qual'era il consiglio, ricontatti lo psichiatra e gliene chieda conferma.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Prima dell'EN avevo assunto VALIUM per calmare la tachicardia serale che ha preceduto in un paio di occasioni il secondo attacco (tralasciando un altro sedativo di cui non ricordo il nome preso in occasione di un paio di viaggi in aereo). Sicuramente non ho sperimentato gli effetti nello specifico di ogni farmaco, ma in generale, forse anche per via del fatto che si trattava di prime somministrazioni, la sensazione che mi hanno provocato è stata di spossatezza, fiacchezza totale e poca capacità di concentrazione.E una volta passato l'effetto della prima ora, una sensazione di depressione molto forte.Adesso sto meglio nel senso che la mia condizione è di perfetto controllo delle mie azioni (prima non riuscivo a mangiare e faticavo a uscire di casa).Sicuramente la dipendenza mi spaventa molto. Il mio era infatti un tentativo di capire se dovrei ritenermi una persona che ha un problema cronico o comunque da curare. Grazie per la puntualizzazione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Per forza, lei ha preso due sedativi con lo stesso meccanismo d'azione. I farmaci anti-panico sono di altro tipo.
Come le dicevo la dipendenza è un problema di evitare la cura sperando che la malattia non resti, o al limite una cura che però la debelli in un ciclo solo. Ribadito che è con il disyurbo che deve farei conti e non con la malattia, l'unica dipendenza che si può sviluppare è con i farmaci tipo en e valium, se assunti per lunghi periodi.
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Psichiatra, Psicoterapeuta attivo dal 2007 al 2012
Psichiatra, Psicoterapeuta
Carissima
Da quello che descrivi sembra proprio che tu abbia avuto degli attacchi di panico. Una volta che abbiamo identificato il problema è stato fatto un importante passo avanti! (Spero che tu ne abbia già parlato anche con il tuo medico di medicina generale?)
Adesso bisogna conoscerne i motivi. Che non sono solo biologici!
Ti consiglio, per la tua serenità, di affrontare il problema non solo attraverso l'approccio farmacologico.
Fatti consigliare uno psichiatra che abbia anche la possibilità di seguirti attraverso una psicoterapia (autorizzata!) e sottoponiti con fiducia ad un ciclo di sedute (ne bastano 5 o 6 al massimo!).
Questo è ciò che penso sulla base della tua età e delle comprensibili preoccupazioni per il tuo futuro.
In bocca a lupo!
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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Scusatemi solo una precisazione di un dettaglio che non ho capito, ma questa cura farmacologica regolare sarebbe in grado di curare la mia predisposizione genetica definitivamente(garantendomi a un certo punto con certezza che non avrò più attacchi), o la terrebbe semplicemente sedata durante il periodo della cura?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Nessuna delle due cose. La terapia farmacologica mantiene in cervello in una condizione tale da evitare che la tendenza agli attacchi si consolidi, e induce quindi una regressione delle condizioni neurochimiche alla base della sua perpetuazione. Potendovi essere sia una base genetica predisponente, sia nuovi fattori destabilizzanti derivati dall'ambiente, non esiste una cura che garantisca con un ciclo l'immunizzazione contro nuovi episodi di malattia.
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Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

non enfatizzi la "predisposizione genetica" o "effetto soglia", probabilmente ne esiste pure una per chi più facilmente si "commuove davanti ad un suggestivo tramonto"; se ora si sente bene, come lei afferma, non deve fare nè terapie farmacologiche nè psicoterapie.

Cordiali Saluti
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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Si,in effetti questa era anche la mia idea..grazie a tutti comunque per l'interessamento.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Gentile utente,
aver 1, forse 2 crisi di ansia acuta non significa necessariamente sviluppare un disturbo da attacchi di panico. La frequenza dei suoi sintomi ,a distnza di un anno non giustifica la diagnosi di dap. Non è quindi affatto una regola, nel suo caso, che gli attacchi di ansia debbano ripresentarsi. se attualmente si sente bene, anch'io concordo nel non ritenere necessaria alcuna terapia.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Buongiorno, volevo aggiornarvi a distanza di otto anni, magari il mio caso può essere utile. Non ho più avuto episodi di attacchi di ansia incontrollati e non ho più preso ansiolitici. Per quasi un anno o due ho portato l'en con me ma senza mai usarlo, era uno scrupolo psicologico.Non ho fatto nessuna terapia se non impormi di uscirne a tutti i costi cambiando qualche aspetto della mia vita che non mi piaceva. Ho imparato a riconoscere i sintomi delle mie somatizzazioni, sono rimasta una persona iperemotiva, ansiosa e mediamente ipocondriaca, ma non ho più perso il controllo delle mie sensazioni. Ad oggi credo che il mio fosse uno stato depressivo e che il problema dell'ansia si possa gestire imparando a conoscersi e cambiando alcuni aspetti concreti della propria vita. Saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

No, semplicemente come le avevo fatto presente episodi isolati che non tendono a ripetersi non assumono un decorso automatico. Stando meglio riprende a fare le cose che vuole.
Il concetto di essersi ripresa con le proprie forze invece è sbagliato. Il disturbo non prende piede, e la persona non ci deve farei i conti.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Buonasera, capisco cosa intende e sono d'accordo, ci sono gravità diverse e situazioni diverse e il mio caso era evidentemente non patologico o comunque il disturbo non ha preso piede. Però non è stato un percorso passivo, è stato molto impegnativo per me interrompere quel circolo ansia-somatizzazione estrema-attacchi, insomma ci ho messo del mio, perché quegli stati d'animo sono tornati, soprattutto in quel periodo, e ho dovuto usare tutta la volontà del mondo per non ricaderci, anche se in effetti forse non erano più così estremi, forse era anche l'età. Ora a distanza di anni quando ho sintomi fisici che non riconosco come già analizzati e conosciuti e sono in un periodo di stress mi spavento molto e l'ansia diventa ipocondria, somatizzazioni, penso alle peggiori ipotesi, mi informo su tutto, forse è la nuova variante del problema. Ora Insomma non sono diventata un'altra persona, però non mi é più successo di avere la pressione altissima, non vedere bene e sentirmi svenire, dovere prendere un ansiolitico per stare in piedi, non sentirmi padrona di me. Non voglio certo dire che non bisogna curarsi o sottostimare i problemi di panico e ansia in generale, che tra l'altro credo siano influenzati anche dalla genetica, e danno disturbi anche fisici molto pesanti (per esperienza), ma dare speranza sul fatto che la volontà, la consapevolezza e anche i cambiamenti concreti in certi ambiti della vita, possano avere molto valore.
Grazie per la risposta.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

No, perché non è una speranza. Non si deve sperare di avere dei superpoteri. Si può sperare che le malattie ci lascino in pace.
Sperare di farcela da soli può significare questo, in soldoni, ma invece poi per molti diventa l'idea che abbiamo mandato via le malattie con fantomatici poteri del tipo "forza di volontà", e non è così. Non mandiamo le malattia via con la volontà, né con la consapevolezza, I cambiamenti, invece, sono di regola il risultato di un nuovo benessere.

Siccome molto spesso le persone ritardano poi le cure nel momento in cui stanno male perché magari anni prima erano riusciti a risolvere da soli, ecco, questo è il risultato di una idea errata, che non è servita a guarire prima e invece poi gioca a favore di un ritardo nel curarsi.
[#18]
dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Le faccio una domanda che riguarda il presente. Mi sono comparsi sintomi nuovi da qualche giorno: tensione alla nuca, lievi acufeni, vago formicolio all'avambraccio e alla mano sinistra(già controllato con elettromiografia lo scorso anno e valutato come sindrome olecranica), e al polpaccio sinistro. Ci possono stare tutti perché soffro di scoliosi grave, poggio lievemente di più su gamba e braccio sinistro, sono in un periodo stressante e ho la sublussazione della mandibola. Io ovviamente sono molto preoccupata per la sclerosi multipla, ho letto di tutto peggiorando la situazione e sono entrata in uno stato ansioso (mangio poco, dormo male e ho reflusso). Ho prenotato le visite specialistiche per questa settimana. Se anche si scoprirà qualcosa di grave, so bene che ora non sono giustificata ad essere ossessiva prima del tempo. Cerco di controllarmi e di razionalizzare e di arrivare in fretta ad una risposta chiara. Lei mi consiglierebbe una terapia farmacologica, o pensa che se avessi anni fa iniziato una terapia farmacologica ora non avrei questi pensieri? Grazie.
[#19]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Se sta male adesso, quando avrebbe dovuto iniziarla ? Quel che esprime contiene una componente ansiosa, poi sta al medico valutarla, comunque sì, andrei a farmi valutare dallo psichiatra.
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dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Buonasera, intendevo iniziare la terapia a 21 anni con i primi (e ultimi) attacchi di ansia. Alla fine sono andata dal neurologo che mi ha prescritto una rm per sospetti problemi al cervelletto. Paradossalmente dopo la visita ero più tranquilla di prima, certo convinta del peggio, ma rassegnata e senza paura o tristezza, come se a quel punto anche le ipotesi peggiori non mi risultassero più terrorizzanti, ma accettabili. Più tranquilla del giorno prima. Però la rm l'ho voluta fare il giorno stesso, perché appunto il non sapere per me è comunque peggio del sapere cose negative. Insomma non c'è nulla al cervelletto e oggi sono tranquilla. I sintomi non erano tutti da somatizzazione evidentemente, forse dovuti alla schiena (li ho ancora ma non ci faccio più caso). Resta comunque interessante quanto la mente possa condizionare il corpo. Resto dell'idea di non andare da uno psichiatra, non credo di averne bisogno, anche nel momento di stress peggiore, un paio di giorni fa, riuscivo a 'vedermi da fuori' e valutare il mio disturbo non perdendo del tutto il controllo e sapendo che sarebbe stato passeggero. Saluti
[#21]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Non capisco esattamente che senso abbia tutto questo pensare se avrebbe o meno dovuto iniziare la cura prima. Fino ad ora è stata qui a esaltare il fatto di esserne uscita da sola, adesso ribalta il discorso.
Aveva descritto una situazione perfetta, adesso subito dopo descrive una situazione di ansia multiforme che è tornata apparentemente in pochi giorni.
C'è qualcosa che non torna.
[#22]
dopo
Attivo dal 2008 al 2016
Ex utente
Esponevo il mio caso, una situazione non certo perfetta, ma neanche patologica, altalenante, di cui ho preso coscienza nel tempo, passando dagli attacchi di ansia di otto anni fa (gestiti anche con un minimo supporto farmacologico), alla situazione sotto controllo successiva, senza farmaci. Giusto per rispondere alla mia domanda iniziale con la mia esperienza: no, gli attacchi di ansia non tornano sempre. Buona giornata.
[#23]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Se si sta male si ha la libertà di andarsi a far vedere. L'unica cosa da evitare è il ragionamento, inutile, per cui siccome tot anni fa la cosa è passata da sola, passerà sempre da sola.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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