Affrontare la malattia

Salve a tutti, qualche tempo fa al mio migliore amico è stato diagnosticato un cancro al timo al secondo stadio. C'erano buone possibilità di salvarsi grazie a cicli di radioterapia e chemio. Nonostante questo, la nostra amicizia si è rafforzata ancora di più andavamo insieme alle sedute e continuavamo a fare tutte le nostre attività da ragazzini però ultraquarantenni con una amicizia trentennale.
Purtroppo la malattia è stata più dura del previsto, e le cure non hanno risposto bene, la situazione è quindi peggiorata.
I medici hanno riferito che non essendo diminuita la massa era impossibile procedere con una operazione chirurgica. Con un ciclo continuo di chemio la sua aspettativa potrebbe arrivare persino a 2 anni o quasi, però lui si è fatto dire anche in caso l'aspettativa di vita senza i cicli di chemio, la risposta è stata 5 mesi.
Era una domanda che mi aveva spiazzato, poi ho capito il perchè. Un giorno viene a casa mia e mi dice che non ha intenzione di proseguire con la chemio dicendomi che 5 mesi in questa terra insieme al migliore amico ed ai parenti più cari è accettabile, mentre 1 o più anni di chemio o in ospedale con dolori e uno stile di vita peggiore non lo accetterebbe.
Io sono rimasto spiazzato e gli ho risposto che non lo avrei lasciato morire e che era sbagliato arrendersi già e che questa decisione non riuscivo a capirla. Lui mi ha risposto che se la penso cosi sono solo un egoista che non accetta il fatto che ci rimangano da trascorrere 5 mesi assieme.
Abbiamo litigato ferocemente, lui se ne è andato dicendo che voleva solo la comprensione di un amico e trascorrere i suoi ultimi 5 mesi viaggiando con me ed infine restare tranquillo con i suoi familiari.
Secondo voi ho sbagliato? Come dovrei pormi di fronte a questa situazione?
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Dr. Daniele Terriaca Psicologo 8 20
Caro utente, capisco perfettamente la sua rabbia ed è comprensibile ch lei voglia fare di tutto per aiutare il suo amico e voglia vederlo vivere il più possibile. Tuttavia io credo che in queste situazioni ci è davvero molto difficile immedesimarci in un vissuto così forte, profondo e doloroso come quello che sta vivendo il suo amico.
A mio parere quello che lui le sta chiedendo è un atto di amore e di fiducia nel rispettare quello che lui vuole fare. So che non è facile ma io credo che la cosa più importante in questi momenti sia sentirci amati, capiti, sostenuti. Provi quindi a riparlare con il suo amico e a capire le sue ragioni e soprattutto a esprimere affetto e calore. Io credo che questo possa essere molto importante per lui.

Un saluto cordiale

Dr. Daniele Terriaca
http://www.danieleterriaca.it
Psicologo Psicoterapeuta

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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6 11
Salve,
Sono d'accordo con il collega Terriaca che mi precede.

Quello che chiede il suo amico è comprensione, amore e rispetto.
Nessuno meglio di lui può sapere cosa è meglio fare.
Non lasci trascorrere nemmeno un giorno , il tempo adesso è la cosa più preziosa che avete: vada da lui e riagganci in ogni modo il rapporto e non aprite di nuovo questo discorso, quello che vuole lui in questo momento è stare bene e circondarsi di persone che ama e che lo amano.

Un caro saluto.

Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 578 66
Gentile utente,
di fronte al termine della vita ci si trova turbati, spaventati, impreparati; sia il suo amico che Lei. Si risponde dunque come meglio sembra al momento.

Poi, riflettendoci meglio, Lei potrebbe pensare che il Suo amico è padrone della propria vita.
Che se preferisce 5 mesi da vivo a 2 anni da malato è una scelta che spetta solo a lui e che in ogni caso va rispettata.

Speriamo che ci sia ancora spazio di ricucitura tra Voi. Sarebbe veramente triste che lui si sentisse abbandonato solo perche ha preso un decisione sulla PROPRIA vita. E Lei invece vuole imporgli la Sua.

Facciamo molta fatica a rispettare, in queste scelte estreme, amici e genitori; cioè le persone che abbiamo più vicino. Ma senza questo loro "se ne andranno" in solitudine.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/