Rapporto con i gentori che mi preclude la serenità di cui ho bisogno

Buonasera,
ho un rapporto malato con i miei genitori.Sembra di stare alla "sagra dell'ipocrisia".Padre-padrone, presuntuoso, arrogante, anaffettivo, narciso, irrispettoso e menefreghista, non conosce i propri figli come dovrebbe(per esempio non sa che uno dei miei fratelli è mancino), ha sempre tradito mia madre senza sforzarsi di nasconderlo a noi figli, vive una seconda vita mostrandosi alla società come, invece, una persona seria e perbene che crede nei valori della famiglia. Madre che ha sempre "accettato" questa situazione, non ha mai difeso noi figli, anzi, si è sempre coalizzata con lui contro di noi, che per loro eravamo il peggio del peggio, sempre umiliati, offesi e criticati (sopratutto io). Dopo ben 10 anni durante i quali ho cercato di compensare alle loro mancanze con i miei fratelli, che sono la mia vita e ai quali cerco di dare sempre buoni consigli, ed esserci sempre quando hanno bisogno,mia madre si è "svegliata" da questo oblio realizzando che mio padre è un pessimo marito(oltre che pessimo padre, ma questo non l'ha ancora realizzato). Ha deciso, quindi, di sfogarsi con me su tutte le cose che lui le fa, ancora oggi, mancandole di rispetto e dicendo falsità. Il mio problema è che, dopo aver fatto le scenate davanti i miei fratelli non lo lascia(perché è debole, sola, e quasi lo giustifica in fondo,e poi la figlia più piccola vive ancora con loro) e, coinvolgere me,quando tanto non lo lascia, ed anzi pare che vogliano anche comprare un'altra casa(che coerenza è mai questa?!)mi fa capire quanto è egoista e io stupida a consigliarla.Sono perennemente afflitta da minacce da parte loro di ogni tipo. Qualunque cosa, anche farmi una piccola vacanza col mio fidanzato(da 4 anni, che nemmeno chiamano per nome), al poter studiare per gli esami all'Università serenamente, me la rendono difficile e penosa. L'estate per me è una sofferenza, dopo che studio tutto l'anno mi angoscio all'idea di dover andare per le vacanze da loro(mi costringono) dove non posso uscire, dove vengo insultata e criticata, dove non c'è silenzio, si litiga in continuazione, e a tavola c'è un'atmosfera imbarazzante. Durante l'anno se non gli rispondo al tel mi minacciano.
Sono comunque molto fortunata: ho un fidanzato splendido, dei fratelli meravigliosi. Sto però contando i secondi per chiudere i rapporti con i miei, e per farlo devo finire l'università e trovarmi un lavoro.Ho bisogno di capire come posso allontanarmi -almeno emotivamente- da loro per ora,perché non riesco altrimenti, ad avere le forze e la serenità per raggiungere gli obiettivi per me indispensabili per costruirmi un futuro.Piango spesso perché mi sento impotente,non posso scegliere nulla, devo x forza vederli e sentirli, mi fanno i dispetti, spesso mi tagliano i fondi, mi picchiano. Purtroppo con i miei fratelli non posso condividere tante mie sensazioni e l'unica "cavia" diventa il mio fidanzato, che mi sostiene e sopporta ma che non merita una ragazza così triste ed abbattuta.Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Lei ha già 25 anni, che non sono pochi!

Anche se non è economicamente indipendente potrebbe esserlo psicologicamente, si faccia aiutare da un nostro collega ade lavorare queste emozioni così contrastanti ed ambivalenti i

I suoi genitori, nel bene o nel male la loro vita l'hanno già fatta, ora lei pensi a se stessa

Consideri inoltre, che in fidanzato che fa da cavia, non esiste a lungo.... L'amore ha bisogno anche di leggerezza, di allegria, di cose belle..::

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente

Ogni gruppo sociale (es la famiglia) ha un proprio equilibrio determinato dai componenti e dalle dinamiche dei componenti del gruppo stesso.

Nella sua famiglia ad es la mamma e il papà colludono: se lui è autoritario lei è sottomessa ed è chiaro che tengono fuori ogni intromissione dei figli se cercate di spostare questi equilibri.

Salvo poi, al bisogno, tirar dentro lei attribuendole un ruolo nel mezzo. Qui è lei che deve avere la forza e il coraggio di spostarsi da questo ruolo lasciando che l ' equilibrio della coppia genitoriali si assesta senza essere coinvolta.

In questo caso lei deve imparare a vivere la sua vita. Prendere le distanze significa questo, non scappare...

Cordiali saluti

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica