Mi sento a disagio e in colpa

Buongiorno e buona domenica! Sono qui per esporre questo problema che ho notato da un pó di tempo: ultimamente mi sento sempre in colpa per ció che faccio o dico, come se fosse inappropriato o non abbastanza. E questo, naturalmente, mi porta ad uno stato di disagio che in certi momenti riesco a gestire e in altri momenti no. Passo a qualche esempio per farvi comprendere queste mie sensazioni: l'altro giorno sono stata a casa del mio ragazzo (per un pó c'é stata la sorella, ma poi siamo rimasti da soli); ecco, questa scelta di stare con il mio ragazzo a casa sua mi ha fatto sentire terribilmente in colpa perché ho dovuto dire a mia madre che ero in tutt'altro posto (per quanto abbia un bellissimo rapporto con mia madre, lei non vuole che io vada a casa del mio ragazzo con i genitori assenti, e credo che questo sia dovuto al fatto che a 22 anni mi vede ancora come la sua unica bambina); ecco, a 22 anni una ragazza potrebbe essere libera di scegliere come trascorrere il tempo, e invece é come se mi sentisse per certi versi intrappolata. Mi fatto sentire in colpa il fatto che i genitori del mio ragazzo abbiano saputo che io ero andata a casa (io avevo detto loro che non ci sarei andata, perché ero veramente in imbarazzo).
Queste sono piccole perline di quanto io mi senta sempre fuori posto o che non dica o non faccia mai la cosa giusta al momento giusto. Non so spiegarmi il motivo, e volevo sapere se questo poteva essere dovuto ad un'infelicitá familiare che attualmente sto vivendo in famiglia, a pregressi episodi adolescenziali di bullismo femminile e solitudine, o mancanza di un'autostima efficace. Vi ringrazio per l'attenzione e la disponibilità e vi auguro una buona giornata!!
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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazza,
leggendo lo storico dei suoi consulti mi viene in mente l'idea che lei possa trascorrere molto tempo a pensare e ripensare agli avvenimenti, alle scelte, alle sue paure.

Ed ipotizzo anche che lei non si trovi a suo agio nel comunicare apertamente agli altri le sue idee, i suoi punti di vista, i suoi bisogni, ed a difendere i suoi diritti, nel rispetto di quelli degli altri.

In altre parole, mi sembra che da una parte "amplifichi", anche se non di certo volontariamente, la portata delle conseguenze delle sue azioni; dall'altra, dia molta importanza a ciò che gli altri pensano di lei, cercando di evitare che si possa pensare o dir male di lei stessa.

Cosa pensa di queste mie ipotesi?
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dopo
Utente
Utente
Si, concordo sul fatto che tengo molto a ció che pensano gli altri, non tanto alle cattiverie che volontariamente o non spesso si dicono (per quelle, purtroppo, bisogna abituarsi), ma tanto per la stima o l'idea che le persone hanno di me: lo so che non sono perfetta, peró quantomeno cerco di essere sempre equilibrata in tutto, e questo aspetto mi fa stare bene.
Per quanto riguarda 'l'amplificare', a volte lo faccio (non sempre, fortunatamente, altrimenti non camperei piú!), e non lo faccio appunto volontariamente, ma mi rendo conto che certe volte sono troppo pesante e faccio ragionamenti contorti fino alla noia.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
Solitamente disagi come questi partono da terre lontane: le terre dell'infanzia.

Da come è stata educata.
Da come è stata amata.
Se la sua autostima è stata rinforzata
Se è stata cresciuta con quote di autonomia o di dipendenza.
Se l'amore è stato barattato con l'obbedeienza...


In passato, sempre su questo sito, ci aveva scritto perché monitorava il suo rapporto di copia e per la sua vita intima e sessuale.

Quindi, forse - ma siamo online e lo prenda con le pinze - c'è un conflitto tra autonomia e dipendenza.


Tra l'essere la donna adulta, sessualmente indipendente ed appagata, ed essere ancora la bambina di mamma...

Tra il fare ciò che crede, come rimanere a casa dei suo ragazzo - del resto ha già 22 anni ed è è il suo ragazzo - ed il sentirsi obbligata a dire bugie per aderire ad un "modello di brava ragazza" che le hanno cucito addosso...

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Dottoressa, cosa mi suggerisce? Non posso iniziare nessun tipo di lavoro su me stessa con queste basi oppure é possibile modificare qualche aspetto?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Certo che è modificabile ...

La prima tappa é porre una diagnosi competente e completa, poi stabilire le cause del suo disagio e lavorarci su

In funzione del clinico che sceglierà e della su formazione, cambierà il percorso, ma la nata è sempre il suo benessere.

Il bullismo comprende una serie di comportamenti violenti intenzionali di tipo fisico o verbale ripetuti nel tempo nei confronti di una determinata persona. Si può manifestare anche in modo virtuale online e sui social network (cyberbullismo).

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