Ritardo del linguaggio 33 mesi

Gentile Dottore/Dottoressa,
vi scrivo per avere un parere rispetto a mio figlio di 33 mesi che presenta un ritardo dello sviluppo del linguaggio, nel senso che non dice nessuna parola, raramente mi chiama “mamma”. Emette alcuni versi di animali e suoni di automobili. Talvolta produce alcuni “discorsi” non utilizzando vocaboli di senso compiuto, quando gioca con personaggi oppure alzando la voce rivolto a noi genitori quando è arrabbiato.
Comunica tuttavia perfettamente utilizzando gesti che comprendiamo facilmente (es. se ha sete mi conduce fino al frigorifero e mima il gesto di bere).
Ha frequentato fino a un mese fa uno spazio creativo dove effettuava attività psicomotoria e gioco con pari: le maestre non hanno mai riferito problemi di comportamento sociale.
Per questo ritardo ha eseguito finora una visita ORL (negativa), una visita foniatrica (negativa), un esame audiometrico (negativo) ed una visita NPI in regime privato circa 3 mesi fa di cui copio la valutazione: “[…] il piccolo ha eseguito una valutazione mediante scale Griffith’s ottenendo un QG pari a 87 con i seguenti punteggi parziali: Locomotore: 100; Personale e Sociale: 85; Udito e Linguaggio: 48; Coordinazione occhio-mano: 83; Performance: 120. Il punteggio si colloca ai limiti inferiori della norma, si evidenzia un profilo disomogeneo con particolare compromissione dell’area linguistica sia in input che in output.Durante l’esecuzione dei vari items il bambino è stato collaborante ma con necessità di essere richiamato sul compito per tendenza a passare velocemente da una cosa all’altra. Tuttavia se stimolato riesce a completare correttamente tutte le prove. Il linguaggio appare deficitario prevalentemente in espressione, indica correttamente figure su un libretto e discrimina correttamente tra oggetti. Conosce e indica varie parti del proprio corpo e su una figura. Appare utile una valutazione psicomotoria finalizzata ad un percorso mirato”
Come consigliato ha quindi eseguito diverse sedute di neuropsicomotricità, ma non abbiamo assistito a particolari miglioramenti. Ora siamo in attesa della presa in carico presso il Servizio Materno Infantile della ULSS.
Ora mi trovo in una situazione di sconforto perché siamo continuamente rimbalzati da uno specialista ad un altro senza avere nessuna risposta precisa. Tra un mese inizierà l’inserimento alla materna e spero avverrà una svolta in positivo, anche se la psicomotricista opziona la possibilità che venga isolato dagli altri bambini per la mancanza di comunicazione verbale.
Aggiugno che gioca moltissimo, prediligendo i giochi fisici e le macchinine, ma anche libretti. Non ama il disegno e il colorare. Riguardo lo sviluppo psicomotorio vorrei segnalare che anche altre tappe sono state conquistate in ritardo, come la deambulazione autonoma raggiunta a 21 mm (però possibile con minimo sostegno fin dai 14) e che attualmente il controllo sfinterico non è ancora raggiunto.
Vi ringrazio anticipatamente per l'attenzione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile signora,

posso chiedere come vi ponete voi genitori con il bimbo rispetto tutte queste situazioni descritte, come parlare o togliere il pannolino?
Le chiedo questo perché se voi assecondate sempre il bimbo, senza stimolarlo correttamente e porre anche qualche ostacolo (ovviamente calibrato sulle capacità ma anche adatto all'età del bimbo), è chiaro che non toglierà il pannolino e sarà anche pigro ad apprendere il linguaggio.

Per quanto riguarda gli specialisti, mi spiace che l'iter sia rallentato ma nel frattempo il pediatra che cosa dice a riguardo?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
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Gentile Dottoressa,
sicuramente il mio bambino non avendo frequentato il nido ma essendo stato accudito dalle nonne é stato un po' "viziato", ma non direi che viene sempre assecondato, di certo non da noi genitori. Ma anche riguardo questi argomenti non capisco cosa é giusto fare perché ho avuto consigli discordanti da parte dei vari professionisti che abbiamo incontrato: chi mi dice di non insistere a voler togliere il pannolino se per lui non é il momento, chi mi dice di mantenere invece la linea dura ma dolce, chi mi dice di far finta di non capirlo quando mi chiede qualcosa senza parlare, chi invece mi dice di rispondere affinché non diventi frustrante per lui. In tutto questo la pediatra non si espone, o meglio asseconda semplicemente le mie richieste perché "meglio fare per niente che non fare e poi pentirsene". Non so più cosa pensare.
Grazie per la risposta precedente.