Ansia da paura di separazione

Buongiorno,
sono un ragazzo di 30 anni sposato da un anno con una ragazza di 26 con cui sto complessivamente da quasi 10 anni. Da circa 5 mesi il mio matrimonio è entrato in crisi, prima mia moglie mi ha confidato la sua insoddisfazione sessuale (causata da un mio problema, sempre esistito ma che lei per lungo tempo ha sostenuto non fosse un problema, e per cui sono attualmente in terapia da un sessuologo), poi però mi ha confidato che il problema è più ampio e di non essere più sicura di amarmi. Anche lei quindi è andata in terapia per capire cosa vuole dalla sua vita e capire se stiamo attraversando un periodo di "stanca" del rapporto (sarebbe il primo e dopo 10 anni praticamente senza un litigio potrebbe anche essere "fisiologico") oppure se veramente non è più innamorata di me. La sua intenzione, dice (e io le credo), è comunque quella di rimettere a posto le cose, anche se ovviamente non può garantirmi che l'esito della terapia sarà questo. Inoltre in questi mesi ha stretto molto i suoi rapporti con il suo testimone nonchè migliore amico (amico anche mio)... la prima cosa a cui ho pensato è stato logicamente che si fosse innamorata di lui e che quindi mi volesse tradire ma ne ho parlato con lei e credo di poter escludere che sia questo il problema, piuttosto il problema, a mio vedere, è che lui, essendo al momento il suo principale consigliere, la stia "lavorando ai fianchi" per convincerla che la causa di questo suo periodo di malessere sia io, così che lei si decida a lasciarmi e lui abbia campo libero (lui è single, non ha praticamente amici e l'unica persona veramente importante nella sua vita è mia moglie, quindi sebbene lui neghi sono convinto che il suo obiettivo sia quello di averla tutta per sè)... io so perfettamente che mia moglie è una persona intelligente e in grado di decidere autonomamente, ma so anche che le persone in difficoltà sono più fragili e quindi più facilmente suggestionabili, specialmente dalle persone cui vogliono bene, quindi sapere che devo convivere, e fare buon viso, a uno che sta cercando di "portarmi via" mia moglie, mi fa dare di matto.
Vivo questa situazione molto male, in parte per il disagio che mi fa provare questa situazione con mia moglie, la paura di perdere l'unica persona che io abbia veramente mai amato, di veder crollare tutti i progetti che avevamo fatto e su cui ho impostato la mia vita, di aver sacrificato parte degli anni più belli della mia vita per costruire una cosa che poi sul più bello si è rotta, la paura di vedere un altra persona che si prende la mia vita ecc..., ma soprattutto mi sono reso conto che in questi 10 anni progressivamente mi sono come "accartocciato" sul nostro rapporto, rinunciando progressivamente alle amicizie, agli interessi, alla mia famiglia, alla mia vita sociale... Io sono sempre stato una persona piena di amici (lo sono ancora, ma buona parte dei miei amici più cari è andata altrove in cerca di fortuna, quindi ovviamente non ci si sente e vede più come una volta)
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
<<mi sono reso conto che in questi 10 anni progressivamente mi sono come "accartocciato" sul nostro rapporto, rinunciando progressivamente alle amicizie, agli interessi, alla mia famiglia, alla mia vita sociale...<<

Gentile utente,
Che difficile momento sta vivendo.
Da un lato la crisi della moglie, dall'altro un impoverimento della Sua identità...
La paura di veder crollare tutto il progetto di vita è grande. Ma nel contempo è anche necessario guardare a fondo la situazione, per non buttare anni preziosi di vita.

Sua moglie è seguita psicologicamente. E Lei?


Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Buongiorno,
la ringrazio moltissimo per la rapida risposta.
credo mi abbia tagliato parte del testo per superato limiti di carattere. Provo a incollare il seguito.

con una vita sociale soddisfacente, ho sempre ottenuto risultati brillanti in quello che facevo (almeno fino ad iniziare il lavoro, in cui invece non mi sto realizzando come il successo negli studi e le qualità che mi sono sempre state riconosciute potevano fare presagire, e questo per me è motivo di frustrazione), ho sempre recitato la parte del leader all'interno dei gruppi in cui mi sono trovato... e su questa sicurezza in me stesso basavo la mia stabilità mentale che mi ha permesso negli anni di superare quasi con indifferenza (o meglio, così pensavo) diversi traumi affettivi, sentimentali, un grave lutto ecc...
Poi progressivamente ho smesso di fare tutte queste cose, probabilmente perchè pensavo che il rapporto con mia moglie, bellissimo ed intensissimo, potesse bastarmi, ed evidentemente ho poggiato tutta la struttura che reggeva la mia autostima, la mia stabilità mentale e la mia capacità di "ignorare" il dolore, sulle certezze datemi dalla mia relazione.
Ora che queste certezze sono crollate, mi ritrovo solo, insicuro, con un lavoro che non mi piace, in cui non mi applico, rendo male e quindi in cui non godo della stima di colleghi e superiori, travolto da vecchie paure e traumi che sono tornati a galla tutti insieme, senza un vero amico con cui confidarmi e con un grosso buco nero nel mio futuro.
Ho parlato di tutto ciò con una terapeuta (il mio sessuologo era in ferie ed io comunque avevo l'intenzione di gestire le due cose separatamente), ma questa mi ha detto che prima di iniziare un eventuale percorso devo chiarire le cose con il mio sessuologo. Questo infatti ha applicato un metodo (credo si chiami cognitivo-comportamentale) che comporta l'isolamento del problema sessuale dal mio contesto psicologico e dal mio vissuto, per lavorare solo su di esso tramite opera di autoconvincimento e di "potenziamento emotivo"; non ha voluto sapere nulla del mio vissuto, dei miei traumi e delle mie paure. Ed è un approccio che capisco e che, in un altro periodo della mia vita, avrei probabilmente apprezzato. La terapeuta invece applica un altro metodo, che prevede una profonda introspezione con l'analisi del vissuto, dei traumi e del passato.
Io credo di aver bisogno di fare un introspezione profonda, per fare finalmente i conti con tutti gli scheletri del mio armadio e capire veramente chi sono e cosa voglio. Tuttavia, ho anche bisogno di recuperare un po' di lucidità a breve, per poter gestire al meglio questa delicata situazione familiare e prenderla per tempo prima che sia troppo tardi.
Devo riuscire a mantenere la calma ed a tollerare la presenza costante del suo amico, perchè la mia insofferenza è chiaramente percepita da mia moglie che, convinta di non fare nulla di male (e per carità, da parte sua è così), ovviamente si risente nei miei confronti. So che se fossi nel pieno delle mie forze, non dovrei temere la competizione di questa persona, ma in queste condizioni non riesco veramente a gestire la cosa.
D'altra parte devo anche capire cosa voglio:
- ho la forza e la volontà di provare a salvare la mia famiglia? E nel caso ci riuscissi, ho la volontà di accettare la presenza ingombrante del suo amico, di perdonare serenamente e realmente alcuni comportamenti di mia moglie che io ho reputato non corretti nei miei confronti, di dimenticare tutta questa sofferenza e di ripartire con i nostri progetti ora brutalmente accantonati? Ho veramente intenzione di stingermi in maniera indissolubile (ad esempio facendo dei figli) con una persona che si è dimostrata instabile e nel giro di pochi mesi è riuscita a mettere in discussione quanto faticosamente costruito in 10 anni? E se il problema di oggi si ripresentasse tra 4-5 anni con dei figli di mezzo? Oggi la separazione potrebbe essere relativamente "indolore", siamo economicamente indipendenti, non abbiamo grossi beni in comune, siamo giovani e abbiamo il tempo e le potenzialità per rifarci una vita... tra qualche anno, magari con dei figli ed una casa di proprietà comune non sarebbe più così...
- a spingermi è l'amore per mia moglie, la paura del fallimento, l'orgoglio di non perdere la "battaglia" con l'amico o cosa? E se davvero non amassi più mia moglie, avrebbe un senso tutto questo?
- il fatto che io stia facendo progetti dettagliati di "fuga" nel caso che la situazione non si aggiustasse (in tal caso sto progettando di licenziarmi, con i soldi che ho da parte andare in Sud America e passarci il maggior tempo possibile, se possibile creandomi una vita lì come ho spesso fantasticato in passato) è un tentativo di convincermi che c'è ancora vita dopo la separazione, o è sintomo che tutto sommato sono convinto che la cosa migliore sia lasciar perdere e dedicarmi a me stesso? Mi sono già informato su prezzi dei voli, spostamenti interni, stavo quasi per prenotare, quindi al momento è un po' più di una fantasia...
- come starei da solo? Prima di lei ci stavo relativamente bene, a parte l'insoddisfazione per l'assenza di sesso, ma ai tempi avevo 20 anni ed una vita piena di successi, cose da fare, persone da frequentare... Oggi come starei?

Questa è la mia situazione attuale, ma il mio sessuologo è in ferie, torna tra 5 giorni ma ho appuntamento con lui tra 12. Il problema è che in questo momento non ce la faccio ad aspettare così tanto, dormo male, ho attacchi di ansia e panico, per quanto cerchi di convincermi non riesco ad essere spigliato con mia moglie e quindi non riesco a far nulla per indirizzare le cose nel verso che vorrei... Tuttavia, se la terapeuta con cui ho parlato ha insistito tanto sul fatto che io parlassi prima con il mio sessuologo (che ovviamente è anche psicologo) per valutare la sua disponibilità a fare un percorso introspettivo ed in tal caso valutare con chi dei due intraprenderlo, un motivo valido ci sarà... E d'altra parte se devo instaurare con la persona che sceglierò un rapporto di fiducia, di certo comportarmi in maniera "scorretta" non è il miglior modo per iniziare.

Ho bisogno di un consiglio su cosa devo fare. Forzo la mano e chiamo la terapeuta dicendo che non riesco ad aspettare? Io vorrei resistere ma non ce la faccio, come posso vivere decentemente questi giorni in modo da poter fare le cose come previsto ed iniziare il mio percorso terapeutico nel migliore dei modi? Come si vede dalla lunghezza del mio posto ho un fiume in piena dentro di me e rischia di strabordare da un momento all'altro, non credo di riuscire a resistere tanto tempo.

Credo di amare ancora mia moglie e credo ancora in un futuro con lei, ma ci sono troppe domande a cui devo dare una risposta prima di decidere che direzione prendere in questo snodo fondamentale della mia vita...

Vi ringrazio per il vostro aiuto, anche solo per il fatto di aver letto così tanto.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
<<Io credo di aver bisogno di fare un introspezione profonda, per fare finalmente i conti con tutti gli scheletri del mio armadio e capire veramente chi sono e cosa voglio. Tuttavia, ho anche bisogno di recuperare un po' di lucidità a breve, per poter gestire al meglio questa delicata situazione familiare e prenderla per tempo prima che sia troppo tardi. <<
Di tutto ciò potrà parlare con il Suo terapeuta. E' il momento di fare il punto sulla sua vita
Contattare il terapeuta prima della seduta?
Dipende dagli accordi che avete preso: talvolta lo si accetta, altri non lo ammettono.

Sessualità: di che problema soffre?

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro Signore,
L'importanza dei temi che la fanno soffrire e' tale da meritare tutta l'attenzione e il tempo possibile.
E' comprensibile che Lei invece senta il desiderio di appoggiarsi a qualcuno che possa aiutarLa a fare questo lungo percorso che deve fare.
Non sara' una cosa di giorni. In alcun caso.
Le elaborazioni da fare sono tante.
E' in gioco la Sua vita, il Suo matrimonio, il Suo lavoro.
Chieda magari un colloquio rapido con lo psicoterapeuta, per alleggerire un po' la pressione che percepisce su di se' e attendere in modo meno penoso!

I migliori auguri!
Ci scriva di nuovo se lo gradisce!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
soffro di eiaculazione precoce. Ne ho sempre sofferto ma, come dicevo, per tanti anni abbiamo "ignorato" il problema.

Con la terapeuta con cui ho fatto il primo colloquio non abbiamo fatto particolari accordi (mi ha spiegato come funzionerebbe la terapia se decidessi di farla con lei). Ma appunto ha insistito che io parlassi con il mio sessuologo (da cui vado da circa 2 mesi) per valutare se da parte sua ci fosse la disponibilità a intraprendere questo percorso, e quindi per decidere se continuare con lui o passare da lei.

Capisco perfettamente la sua richiesta sia in termini di correttezza professionale nei confronti del collega, sia in termini di chiarezza per la relazione che dovremmo andare eventualmente ad instaurare, ma appunto, con il mio sessuologo non potrò parlare prima di 5 giorni se riuscissi a "beccarlo" in un momento di buco tra un paziente e l'altro (son già passati 7 giorni dal colloquio e quindi le mie capacità di resistenza sono abbastanza provate) e comunque è un discorso un po' lungo che forse richiederebbe una seduta e l'appuntamento ce l'avrei tra 12 giorni... francamente 12 giorni ora come ora mi sembrano un'eternità. Come penso si veda ho un incredibile bisogno di parlare, già solo il fatto di aver scritto mi ha dato sollievo, ancor di più le sue risposte.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Contenta di esserLe utile.
Forse già solo un ascolto online è in grado di diminuire la pressione interiore che sente e che è del tutto giustificata dalla pesante situazione che vive come persona e coma membro della coppia.

Per quanto riguarda il comportamento della psicoterapeuta, è consono alle linee guida dell'etica professionale, e ciò dà prova della serietà della professionista.

Per il trattamento dell'eiaculazione precoce, la sessuologia possiede buoni strumenti, ma l'ansia dovuta a questa situazione non aiuta...

Saluti cordiali.



[#7]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
purtroppo ha ragione, infatti quando ho iniziato le sedute dal sessuologo (e ancora sembrava solo un problema sessuale magari accompagnato ad un periodo di stress e non certo un qualcosa da mettere in gioco praticamente tutta la mia vita) avevo registrato dei discreti progressi ed ero assolutamente convinto che ce l'avrei fatta.

Con il precipitare della situazione questi progressi sono scomparsi, e soprattutto non vedo come potrei continuare un percorso dove mi si chiede di autoconvincermi di essere forte, sicuro e potente quando non riesco a guardare con serenità neanche alla più banale delle cose.

Anche io vedo nella richiesta della terapeuta un segnale di serietà e professionalità, solo che appunto, i minuti sono eterni e ho paura di poter sbottare (è già successo) e fare qualche scenata a mia moglie, il che di certo non aiuterebbe a raddrizzare la già delicata situazione... Mi spaventa tantissimo questa attesa e vorrei quantomeno capire come fare a stemperare un po' la tensione...
[#8]
dopo
Utente
Utente
Peraltro le due scenate che ho fatto a mia moglie riguardanti il suo amico, per cercare di farle capire quelle che secondo me sono le sue (di lui) reali intenzioni, e per manifestarle il mio malessere nei riguardi di questo rapporto che a tratti è ormai diventato morboso, hanno ovviamente sortito l'unico effetto di farli avvicinare ulteriormente, peggiorando quindi la situazione.
L'unica cosa che devo fare è mantenere la calma, cosa che mi è sempre riuscita molto bene nella vita anche in circostanze in cui non era assolutamente facile, ma che ora mi sembra veramente un'impresa impossibile...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Immaginavo, leggendola, che si trattasse di e.p.

"Tuttavia, se la terapeuta con cui ho parlato ha insistito tanto sul fatto che io parlassi prima con il mio sessuologo (che ovviamente è anche psicologo) per valutare la sua disponibilità a fare un percorso introspettivo ed in tal caso valutare con chi dei due intraprenderlo, un motivo valido ci sarà... "

Solitamente, escluse le cause organiche, la cura dei disturbi sessuali andrebbe effettuata in coppia, visto che c'è una copia.

Chieda a sua moglie, se non è già troppo tardi, di partecipare alla sua terapia sessuologica.


Le allego delle letture sul'e.p ed una canale salute con una video intervista, su cui potrà riflettere.

Le disfunzioni sessuali non curate, prima o poi scompaginano la coppia dalle fondamenta.....

https://www.medicitalia.it/salute/andrologia/119-eiaculazione-precoce.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3854-si-puo-prevenire-l-eiaculazione-precoce-quell-incontrollabile-fretta-del-piacere.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1358-eiaculazione-precoce-e-pensieri-ossessivi-e-catastrofici.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/963-eiaculazione-precoce-primaria-e-mancanza-d-erezione-secondaria.html-
https://www.medicitalia.it/news/psicologia/3220-eiaculazione-precoce-basta-con-la-formula-uno-dell-amore.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
<<vorrei quantomeno capire come fare a stemperare un po' la tensione...<<

Non è disonorevole utilizzare strategie di ordine pratico: vada a correre, prenda un aperitivo coi Suoi colleghi o anche da solo, quando sta per sbottare esca di casa (tanto, ha visto che non produce nulla di utile sbottare), stacchi con la mente dalla situazione (è periodo di ferie, no? anche per la mente...).

E, in coppia, la inviti a prendere un gelato ma senza andare sull'argomento. A fare una passeggiata senza diventare pesante.

[#11]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse,
innanzitutto vi ringrazio nuovamente. Come già detto, in questo momento in cui non ho nessuno con cui confidarmi ma ho una bomba dentro che fatico a non far esplodere, le vostre parole sono per me un conforto.

Dr. Randone: è stata mia moglie a propormi di andare dal sessuologo, io avevo provato due differenti andrologi, il primo mi aveva prescritto un antidepressivo per sfruttare l'effetto collaterale della dapoxetina, ma non mi sentivo a mio agio a prendere psicofarmaci (probabilmente perchè sapevo che c'era tanta roba dentro di me che era pronta a riemergere), mia moglie era contraria, quindi l'ho preso una volta ma non ho proseguito. Il secondo mi ha prescritto una pomata anestetica, che ha sicuramente migliorato la qualità e la durata dei nostri rapporti ma non è stata risolutiva ed anzi, ha reso il tutto ancor più "meccanico" (l'utilizzo della crema richiede tempo e va pianificato, eliminando quindi la spontaneità del rapporto nonchè ogni forma di romanticismo, cose che mia moglie ha più volte detto di non gradire). Siamo quindi andati in coppia dal sessuologo (da cui sono attualmente in cura) il quale ha però detto che la presenza di mia moglie non era necessaria, e che avrei dovuto intraprendere io un percorso individuale. Così mia moglie ha deciso di intraprendere anche lei un percorso con la sua psicologa, ed abbiamo iniziato quindi due terapie parallele, sebbene la mia fosse decisamente focalizzata sul problema sessuale, la sua invece più ad ampio raggio. Credo che se proponessi a mia moglie una terapia sessuologica di coppia mi direbbe di sì, lei continua a ripetere che la sua volontà è quella di rimettere a posto le cose quindi non vedo perchè rifiutare. Secondo lei in una situazione come quella che le ho descritto potrebbe avere un senso provare questa strada? Ed in tal caso, sarebbe conciliabile con i rispettivi percorsi psicologici? Al momento abbiamo entrambi da risolvere questioni ben più grandi rispetto al problema sessuale, anche se sono consapevole che una miglior intesa a letto sarebbe un ottimo primo passo per rimettere le cose a posto...

Dr. Brunialti: le strategie che lei mi propone sono assolutamente valide ed ho già provato a metterle in pratica ma ho diverse difficoltà. In primis, il tempo che mia moglie non passa al lavoro o con me, lo passa con l'amico, quindi "isolandomi" per cercare di stemperare non farei altro che creare ulteriori spazi per lui ottenendo quindi un effetto "boomerang" (saperla con lui non farebbe altro che aumentare la mia stizza)... Idem vedermi con gli amici (quelli che sono rimasti in città), sebbene sia magari un po' più facile distrarmi, ma mi sento quasi in imbarazzo perchè non riesco a mascherare il mio disagio e non voglio farmi vedere in queste condizioni... Con i colleghi non ho rapporti extralavorativi, come le dicevo non riesco ad applicarmi sul lavoro e di conseguenza non rendo bene, loro ovviamente mi valutano per quello che vedono in ufficio e di conseguenza non hanno molta stima nei miei confronti (faccio un lavoro impiegatizio effettivamente molto poco stimolante, ma anche per quelle poche cose che potrebbero stimolarmi faccio comunque molta fatica a trovare una qualche sorta di entusiasmo, e questo già ben prima che la mia situazione familiare prendesse questa piega)...
Con mia moglie faccio molte cose, trascorriamo comunque molto tempo insieme sia da soli che in compagnia (e qui purtroppo c'è quasi sempre anche l'amico), spesso non cadiamo sull'argomento ma non riesco a scacciare una sensazione di malinconia come se fossero gli ultimi momenti che passiamo insieme, e quindi dovessi prepararmi in qualche modo a dirle addio. Per me oltre che mia moglie è anche la persona con cui sono praticamente cresciuto, ci siamo fidanzati che eravamo poco più che ragazzini (io 20 lei 17), siamo cresciuti insieme ed abbiamo attraversato insieme le varie tempeste che la vita ci ha messo di fronte... Quindi oltre che salutare mia moglie è un po' come se dovessi salutare il mio migliore amico... So che non è così, quantomeno non ora, e so anche che facendo così non faccio altro che favorire la realizzazione di queste mie paure perchè se voglio che mia moglie si ricordi perchè mi amava non può certo farlo in una situazione di malinconia, silenzio, tristezza ecc... Putroppo però non riesco a resistere a queste sensazioni che mi assalgono... Per questo ho bisogno di iniziare quanto prima, so che se riesco a recuperare un briciolo di serenità sarà per me più facile salvare la mia famiglia, la determinazione c'è tutta ma sono come paralizzato dalla paura...
[#12]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
<< so anche che facendo così non faccio altro che favorire la realizzazione di queste mie paure <<

La consapevolezza non è tutto, ma aiuta.
Sicuramente il momento è grave, nessuno può dire se ce la farete; ma in ogni caso curare la qualità del "qui e ora" è importante.

[#13]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Siamo quindi andati in coppia dal sessuologo (da cui sono attualmente in cura) il quale ha però detto che la presenza di mia moglie non era necessaria, e che avrei dovuto intraprendere io un percorso individuale."

Non posso sindacare l'operato del collega,avrà avuto i suoi buoni motivi, ma sarebbe meglio lavorare dentro e per la coppia.

Legga le letture capirà cosa intendo.

[#14]
dopo
Utente
Utente
Gentili Dottoresse ancora grazie. Il vostro aiuto mi è veramente di conforto.
Un'altra caratteristica di questi miei giorni sono forti sbalzi d'umore, stamattina come si sarà notato ero in preda alla disperazione più totale, ora invece sto cercando di focalizzarmi su quella luce che, pur piccola, continuo a vedere in fondo al tunnel... Capita spesso, senza che ci sia un motivo preciso, però alla prima cosa vagamente negativa (un messaggio senza risposta, vederla chattare con l'amico, anche solo qualcosa che mi rimandi alla situazione) il crollo è dietro l'angolo. Ora riesco anche a sorridere, pur sempre con una punta d'amaro... Devo cercare per quanto possibile di pensare positivo, riportare un po' di serenità in casa e riprendermi mia moglie... il problema è che, senza adeguato supporto, basta un niente per farmi risprofondare nel disagio di stamattina (che comunque rimane purtroppo la sensazione predominante). Avete qualche risorsa da consigliarmi per cercare di tenere a bada i cattivi pensieri e imparare a reagire alle difficoltà senza farmi travolgere da esse? Credo che potrebbe essermi d'aiuto in attesa del supporto psicologico vero e proprio...
[#15]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ascolti,
Lei attribuisce una importanza immensa alla Sua e.p.
Forse proprio troppa!
Pensa davvero che il tempo in cui Sua moglie sta fra le Sue braccia sia tutto?
E che sia questo "tempo" a condurla dal suo "amico"?
Lei e' libero di farsi tutto il male che vuole, ma io ci penserei un po' su, con serenita'.
Valuti quale "appeal" possa avere Lei sulla Sua donna, in senso ampio, e non meccanico.
Quali seduzioni fatte di desiderio Le possa offrire.
Questo sta a Lei scoprirlo e sperimentarlo. Senza mettere un carro senza ruote "davanti ai buoi". Senza dare per scontato di avere perso prima di iniziare a lottare!
Spero di averLe suggerito un modo di reagire come persona, di difendere il Suo amore. Prima del suo "orgoglio di maschio".
Ok?
[#16]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Esposito, la ringrazio ed apprezzo l'intento di "spronarmi", lo apprezzo veramente ed è anche qualcosa di cui ho bisogno in questi momenti. So che è una lotta che posso vincere e so che voglio vincerla, a tratti sono anche convinto che la vincerò, senò probabilmente sarei già altrove a leccarmi le ferite...
L'e.p. è indubbiamente un problema, mia moglie mi ha manifestato diverse volte la sua insoddisfazione da quando tutta questa storiaccia è iniziata, mi ha anche detto che "avesse potuto" (nel senso, fosse stata libera da vincoli sentimentali e morali nei miei confronti) avrebbe provato altri uomini, se non altro perchè nella vita ha avuto solo me (stessa cosa a parti inverse, quindi non mi sento di fargliene una colpa, anche se sentirselo dire non è stato di certo piacevole)... quindi non si può certo dire che non sia un problema.
Tuttavia sono assolutamente consapevole che il problema è di ben altra natura e non solo sessuale, anzi, a questo punto la componente sessuale è forse secondaria, anche se, come dicevo, ritrovare un po' di piacere nell'intimità sarebbe sicuramente d'aiuto ma non tanto per il piacere in sè, quanto per ritrovare quelle piccole cose, gli sguardi, le carezze, i nomignoli, gli scherzetti ecc... che facevano parte della nostra complicità e che ora invece, pur nei momenti che passiamo insieme a letto, non ci sono più.
Sicuramente ci sono altre mie "mancanze" che hanno fatto allontanare mia moglie da me, ci sto pensando, credo di averne individuate alcune, altre me le ha segnalate lei stessa, altre credo le scoprirò quando inizierò il percorso con lo psicologo... D'altra parte credo che colpevolizzarsi non serva a molto, e soprattutto ho capito che forzarsi di cambiare per farle piacere non serve a nulla, anzi, mi si ritorce contro... Se le cose sono andate così sicuramente ci saranno responsabilità da entrambe le parti, oltre che cause esterne su cui purtroppo non si ha il controllo... Il problema è che ora sono razionale e riesco a vedere abbastanza chiaro in queste cose, se tra 10 minuti mi risponde male ad un messaggio o mi dice che si va a prendere l'aperitivo con l'amico, niente di più facile che torni a vedere tutto nero come stamattina... Il problema è che soffrendo vorrei che le cose si risolvessero in poco tempo, ma sono consapevole che non sarà così e soprattutto che la soluzione che voglio io è quella che fra tutte richiede più tempo, quindi devo imparare a convivere con questa sofferenza ed a trasformarla per quanto possibile in energia positiva. Devo però fare i conti con questi frequenti "crolli" che mi portano a pensare che sia tutto inutile... So che non ha senso e che è controproducente, faccio del mio meglio per impedirlo ma purtroppo non sempre ci riesco...
[#17]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ok!
Allora abbiamo realizzato che l'e.p non e' IL problema. E' un "tappo" ad un altro problema che Lei non vuole vedere.
Se Sua moglie Le dice di "andarsi a prendere l'aperitivo con l'amico" il problema e forse la soluzione stanno altrove.
Molto lontano da dove Lei pensa.
Non posso dire nulla da qui ma cerchi altrove.
Il problema e' relazionale e forse Sua moglie vorrebbe che Lei lottasse di piu' per Voi due.
E' la mia sensazione!
Quando sara' in terapia si faccia carico di queste frasi e Le elabori.
Se e' Lei a volere perdere Sua moglie forse dovrebbe prenderne coscienza!
In bocca al lupo!
[#18]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dr. Esposito,
queste sue parole contengono sicuramente una chiave di lettura importantissima della mia storia. La terapia mi serve anche e soprattutto per capire quello che realmente voglio io, se certe domande me le pongo in stile "de vulpe et uva" o se c'è un qualcosa sotto ai miei dubbi. Certo, visto che non sono risposte facili e veloci devo trovare il modo di non perdere mia moglie almeno finchè non avró maturato la convinzione che sia quello che realmente voglio, ma al momento quello che so è che devo resistere, lottare per la mia famiglia e iniziare quanto prima la terapia... Grazie mille ancora, mi è stata di grande conforto.
[#19]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ok!
Sono lieta di esserle stata di aiuto!
Ci faccia avere Sue notizie, se lo gradira'!
I migliori saluti!
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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