Devo combattere o assecondare l'ansia

Salve, scrivo perché ho un forte dubbio, ovvero non so come comportarmi nei confronti dell'ansia, se assecondarla o contrastarla. Quando voglio fare una cosa ma la paura mi blocca sto malissimo, non mangio, ho nausea, stordimento e certe volte veri e propri attacchi di panico. Ho paura del cambiamento, cosa dovrei fare secondo voi? Non capisco se assecondando l'ansia e quindi rinunciando ai miei desideri possa farla sempre più mia, ma combattendola e dunque provando malessere pur soddisfacendo le mie esigenze può ampliare i sintomi?
Sono già in cura e chi mi segue mi spinge a combatterla ma ora mi sento sfinita, però mi sento anche molto frustrata nel rinunciare.

Grazie dell'ascolto.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
Gentile Ragazza,
insieme a questa sua richiesta ho letto anche quella inviata poche settimane fa, in cui esprimeva insoddisfazione rispetto ai risultati ottenuti nel percorso psicoterapeutico che sta seguendo da tempo.
La domanda che pone non può avere, a mio avviso, una risposta secca. Mentre può essere ben approfondita proprio nel corso delle sedute che effettua.

Da allora ha avuto modo di riparlarne con il suo terapeuta?

Cosa intende con l'espressione "mi spinge a combatterla"? Con quali modalità?

Cordialità.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
ASTI - Cell. 331 5246947
https://whatsapp.com/channel/0029Va982SIIN9ipi00hwO2i

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dopo
Utente
Utente
Nel senso che mi incoraggia a fare ciò che voglio, spiegandomi che non ho motivo di andare nel panico e che la mia ansia si basa su un "terribile che non esiste". Insomma che ho tutte le carte in regola per andare avanti e fare quello che voglio. Mi sprona insomma. Non mi tratta come un'invalida, cosa che invece accade con le persone che mi circondano, le quali se sto in ansia cercano di "proteggermi" tenendomi dentro una sfera di cristallo.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
E' ovvio che una psicoterapia tenda elettivamente a non autorizzare il paziente a venirne bloccato!
Che tipo di psicoterapia sta seguendo?
Avete analizzato le emozioni che producono l'ansia, le fantasie che la sostengono, i sogni che la riguardano?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Utente
Utente
Cognitivo comportamentale. Si mi aiuta a capire perché scatta quest'ansia, ma io non riesco a "leggermi" da sola, mi sento come un rebus. Questo perché penso troppo.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Questo perché penso troppo.>>

A quanto pare, però, questi suoi pensieri continuano a restare disfunzionali.
Le spiegazioni e gli incoraggiamenti del terapeuta non sono sufficienti: perché si attui un cambiamento è indispensabile una sua parte attiva nella terapia. Anche a piccoli passi, un gradino alla volta, ma se si vuole salire una scala non si può restare immobili.
A mio avviso, di questa sua difficoltà (<< non riesco a "leggermi" da sola, mi sento come un rebus>>) dovrebbe ancora discutere col suo terapeuta.

Saluti.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cambi approccio se con la cognitivo comportamentale non ha avuto risultati.
Una psicoterapia dinamica la potra' aiutare a comprendersi meglio e ad agire in base a tali acquisizioni!
Ci pensi e ci risentiamo quando lo desidera.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Io ci provo a mettere del mio, ma certe volte la paura mi immobilizza, sto prendendo in considerazione di integrare con una cura farmacologica.
Per il resto mi sembra brutto dire al terapeuta di cambiare metodo, anche perché sono ignorante in materia.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
La scelta della terapia psicoterapeutica e' solo Sua! A seconda di come Lei si sente e della alleanza che ha stabilito con il terapeuta.
Integrare con farmaci invece non lo e'!
Prenda contatto con uno psichiatra per una terapia farmacologica ad hoc.
I migliori auguri!
[#9]
dopo
Utente
Utente
Sì, lo farò presto dato che da sola non riesco a vincere questo disturbo. Ma in definitiva è peggio rinunciare ad una cosa che mette ansia e sentirsi dei perdenti o andare avanti pur subendo i miei malesseri? Tra l'altro ho una tremenda paura di dimagrire, l'ansia mi fa paura fino a un certo punto ma l'inappetenza per me è un dramma.
Grazie della disponibilità
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Non ingaggi una battaglia contro l'ansia! L'ansia non e' altro che una risposta ad uno stimolo che la produce.
Questo va individuato attraverso varie metodologie.
Lo stimolo "ansiogeno" e' quasi sempre inconscio e agisce a livelli silenti. Indagando con metodologie opportune (associazioni, sogni) si "decodifica".
Da quel momento in poi lo si puo' fronteggiare coscientemente.
Solo a seguito di tale attivita' scomparira' la risposta.
Ad esempio la Sua "paura di dimagrire" cosa rappresenta? Cosa associa al dimagrimento? Patologie? Povertà? Oppure cose "positive" ma che la spaventano?
E' un percorso di analisi quello che va fatto per neutralizzare la "risposta".
Spero di esserle stata utile!
I migliori saluti.
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<è peggio rinunciare ad una cosa che mette ansia e sentirsi dei perdenti o andare avanti pur subendo i miei malesseri?>>

Gentile Ragazza,
come scritto fin dalla mia prima replica, non è possibile dare una risposta a questo suo quesito. Sarebbe una risposta teorica, che inevitabilmente non tiene conto di tanti fattori e variabili soggettive. Cosa significa "peggio"?

E' proprio il quesito che è mal posto: in ogni caso Lei ne esce perdente, perché o rinunciataria o sofferente.
Meglio magari sarebbe domandarsi costruttivamente: cosa posso fare io per riuscire a vivere pienamente la mia vita, senza avere l'ansia come guida dei miei pensieri e delle mie azioni?

Non si tratta di chiedere al suo terapeuta di cambiare metodo, ma di esplicitargli le sue difficoltà e le sue incomprensioni rispetto al metodo proposto. Da quanto scrive, a me non pare che Lei stia sfruttando ancora a pieno le potenzialità del percorso terapeutico che sta effettuando, non mi sembra che Lei abbia chiaro come muoversi per dare inizio ad un miglioramento, per questo le ribadisco la necessità di ridiscuterne con il suo terapeuta.
Con tutti i limiti del consulto a distanza, a mio giudizio, non è ancora entrata nel processo di cambiamento ed è invece proprio questa "molla" che è necessario che scatti.

Saluti.

[#12]
dopo
Utente
Utente
Al dimagrimento associo la morte (colpa di mia madre che mi ha sempre fatto vedere il dimagrimento come una cosa tragica.). L'ansia che provo prima di uscire è dovuta al fatto che ho paura di cosa possa pensare la gente, quella di mangiare fuori la collego alla paura di sentirmi male, ma ci sono poi altri episodi banali dove l'unica risposta che riesco a darmi sul perché dei miei malesseri è "continuare a rovinarmi la vita e non riuscire a credere che un cambiamento positivo possa avverarsi".
Ma una volta che trovo la risposta non riesco a calmarmi lo stesso.
Alla domanda su cosa posso fare per vivere appieno senza ansia mi verrebbe da rispondere "fregarsene del giudizio altrui e agire senza pensarci molto". Ma "spegnere" la mente per me è molto difficile.
Ne parlerò sicuramente col mio terapeuta sperando di trovare il prima possibile le giuste risposte.
Grazie
Distinti saluti.
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