Calo di concentrazione e di motivazione, ultimi esami e ansia pre-laurea

Buonasera, sono una studentessa universitaria e ho appena finito la triennale, anche se mi mancano 5 esami prima della laurea, prevista tra 7 mesi.
Premetto che il mio percorso universitario non è stato proprio sereno: primo anno, alte aspettative deluse, difficoltà nello studio, 0 esami dati.
Quindi, ho cambiato corso, 1° andato bene, 2° anno iniziato bene, ma ho avuto un progressivo calo: poi, un evento mi ha provocato forti problemi di ansia, non riuscivo a studiare ed ero bloccata con gli esami; rischiavo di dover ripetere il 2° anno, così all'inizio del 3° anno ho iniziato una psicoterapia per i miei problemi di ansia, per i quali ho fatto molti progressi (ho lavorato molto sui pensieri disfunzionali), mi sono fatta coraggio, ho studiato duramente, non senza notevoli difficoltà, e sono riuscita a non perdere l'anno.
Nonostante il grande traguardo, da quel momento ho avuto alti e bassi, fino ad arrivare a ora.
Quest'estate, non ero riuscita a dare esami a giugno, infatti ero preoccupata; così a luglio, decisa a non voler più rimandare, mi sono rimboccata le maniche, ho fatto un programma di studi e ho dato l'esame, che ho superato.
Arrivato agosto, mi sono rilassata (forse) troppo, dopo lo stress di luglio, e ho studiato pochissimo l'esame di settembre; nonostante mi fossi detta che non avrei più procrastinato (cosa che faccio spesso, purtroppo, e so essere una brutta abitudine), è da inizio settembre che non riesco a concentrarmi; ho notato che, inizialmente, non provavo ansia: di solito, in prossimità di un esame, sopraggiunge quell'ansia che tende a "farmi fare" e a farmi accelerare lo studio; questa volta, mi sentivo fin troppo tranquilla e non riuscivo a capire perché. Sentivo, in pratica, che la mia mente non stava collaborando.
Ho rimandato l'esame al successivo appello, ma non è cambiato niente.
Poi, però, passando i giorni e concludendo sempre meno, qualche giorno fa ho cominciato a sentirmi seriamente preoccupata: sono scoppiata a piangere.
La verità è che ho paura di non farcela a terminare gli esami prima della laurea e questa paura mi sta facendo perdere di fatto la motivazione; la paura accresce l'ansia e l'ansia mi porta a distrarmi di continuo e non mi permette di concentrarmi.
Ora, a 10 giorni dall'esame, ho fatto davvero poco; nonostante ciò, continuo a studiare quel che riesco e non voglio arrendermi, perché in passato, per paura e ansia, ho rimandato studio ed esami e sto lottando per eliminare questa brutta abitudine. Non mi piace arrendermi!
Tuttavia, vorrei dei consigli. Come faccio a ritrovare la motivazione per gli esami che mi mancano, soprattutto quando la laurea sarà sempre più vicina? Come posso combattere l'abitudine a procrastinare? Grazie delle risposte!


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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, che Facoltà fa ? Spero che gli sudi intrapresi la interessino davvero, che la facoltà le sia congeniale, la motivazione nasce da questo.. Dovrebbe cercare di darsi dei tempi e degli obbiettivi ogni giorno , un certo numero di pagine per esempio, fatte le quali Lei esce , in modo da avere anche degli spazi di tempo liberi per riposare la mente.. Fa bene a non voler procrastinare, perchè se si comincia è difficile ritrovare il passo..Ha provato a ripassare con qualche altra studentessa , non tutti i giorni magari, ma con orario da concordare..? Succede che vicini alla laurea si abbia paura, si rallenti, .. è la vertigine.. si pensa che poi comincia la vita vera e che quella è la prova del nove..succede , succede, la invito ad avere fiducia in sè stessa e nel futuro, un passo alla volta le prove si superano e momenti di esitazione , di paura di non farcela sono molto diffusi, lo vediamo qui ogni giorno..Molti auguri per tutto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
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Utente
Utente
Buongiorno dott.ssa, innanzitutto grazie per la risposta.
Frequento Tecniche di Laboratorio Biomedico.
L'ultimo anno di liceo, studiando biologia, ho scoperto ciò che avrei voluto studiare all'università. Niente mi appassiona di più della biologia e della medicina.
Così, mi sono iscritta a biologia, ma, una volta iniziati i corsi, mi sono trovata a dover studiare materie come botanica e zoologia, che non mi interessavano per niente, o fisica e matematica, nelle quali avevo notevoli difficoltà, dato che al liceo non erano state trattate adeguatamente.
Insomma, un corso troppo generico, non del tutto incentrato sul bio-medico.
In questo senso, le mie alte aspettative erano state deluse.
Mi sono iscritta ad una professione sanitaria, tecniche di laboratorio biomedico, perché mi ha sempre affascinato lavorare in un laboratorio.
I corsi mi sono piaciuti tanto e, avendo iniziato il tirocinio già dal 1° anno, mi sono subito fatta un'idea del tipo di lavoro che sarei andata a fare e, difatti, mi piacerebbe.
Solo che nel corso di questi anni, ci sono state notevoli difficoltà: tra chi gestisce il corso, ci sono delle tensioni, quindi non c'è comunicazione e collaborazione e noi studenti ne abbiamo subito tutte le conseguenze.
Infatti, il corso è molto disorganizzato, spesso i professori si sono assentati dalle lezioni o hanno fatto meno ore di quelle previste; il tirocinio è stato fatto male (a volte, non potendoci seguire, ci hanno lasciato andare a casa o ci facevano portare da studiare, oppure spesso ci hanno firmato delle ore senza aver di fatto frequentato!); infine, non ci è stato concesso di scegliere dove fare la tesi e, difatti, la stiamo facendo quasi tutti nel laboratorio che (guarda caso) è diretto dalla presidentessa del CdL.
Nonostante i reclami, le lettere e le riunioni, non è mai cambiato nulla.
Tutte queste situazioni mi hanno profondamente deluso, stancato e demotivato.
Ora sono contenta che sia quasi finita, sono stati 3 anni terribili, però, attualmente, sono in crisi, mi sento bloccata.
In realtà, fino a qualche mese fa, non avevo intenzione di continuare gli studi, però poi ho capito di non volermi accontentare, di voler ambire a qualcosa di più.
Da circa un anno, mi sono appassionata al tema dell'alimentazione e ho capito di volerne fare un lavoro, vorrei diventare una nutrizionista.
Questo nuovo progetto di vita mi ha come dato una "nuova luce" da seguire, nel "tunnel buio" del mio percorso universitario.
Leggo molto sull'argomento e ho già iniziato a comprare dei libri a riguardo.
Solo che...credo che stia fantasticando troppo.
Mi sto focalizzando troppo sul futuro, su questo sogno e sto perdendo di vista l'obiettivo "laurea".
Forse, rispetto a questo mio grande progetto, la laurea è andata in secondo piano?
Eppure so che studiare ora, finire gli esami, stendere la tesi e laurearmi sono la condizione senza la quale non potrò diventare ciò che voglio...
Vorrei solo ritrovare la motivazione per andare avanti, riscoprire il piacere di studiare queste cose...
Inoltre, in generale, non è che conduca proprio una vita soddisfacente: il mio ragazzo, purtroppo, vive in un'altra città; nella mia città, non esco mai perché non ho amici (con i miei colleghi non sono mai andata d'accordo); amo cantare, ma sono ferma da 4 anni (prima di trasferirmi per studiare, avevo un gruppo); vorrei fare tante cose, ma penso sempre di non avere tempo per via dello studio, quando poi a casa ne perdo tanto...
So che è un periodo, ma voglio essere felice ora, non aspettare le "condizioni giuste"; mi sforzo ogni giorno di essere positiva e ottimista, ma non è semplice...
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Grazie della sua bella risposta, trovo molto positivo avere un progetto.. essere nutrizionista.. e crederci, ma pragmaticamente credo che la laurea sia il prerequisito , bisogna farla, quindi se come le dicevo, Lei si organizza i tempi, può farcela benissimo.. anche se non le piace più tanto, è una bella carta in più da giocarsi e valorizza tutte le sue fatiche, tormenti, entusiasmi e pazienze.. Non trova ? Cari auguri per tutto..
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dopo
Utente
Utente
Grazie a lei dell'attenzione.
So bene che la laurea è il prerequisito, per cui proverò ad organizzare meglio i tempi, cercando di smettere di procrastinare, dato che mi porta solo ad avere sempre più ansia e a rimandare, come in un circolo vizioso.
Ora, a 10 giorni dall'esame, continuerò a studiare, anche se so che sarà impossibile prepararlo adeguatamente.
Non so se avrò il coraggio di presentarmi; non ho la "faccia tosta" di presentarmi ad un esame impreparata, non l'ho mai avuta (tranne quando rischiavo di perdere l'anno), perché odio fare scena muta o sbagliare risposta.
So bene che, non facendo questo esame, mi "slittano" tutti gli altri e, per questo, temo di non riuscire a sostenere tutti gli esami in tempo prima della laurea, è la mia preoccupazione maggiore.
So anche che se mi impegno e pianifico adeguatamente, posso farcela, ma dovrei avere più fiducia in me stessa e nelle mie capacità; essendo consapevole della mia tendenza a procrastinare e dell'ansia ad ogni esame, sostenuto il quale ho bisogno di tempo prima di iniziare a prepararne un altro, è come se fossi già certa di non farcela. Non è una bella prospettiva...



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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Le pongo una domanda che sembra scollegata dalla Sua difficolta'.
Ma vorrei che pensasse con calma alle risposte:

Immagini di essere laureata e di avere tutte le credenziali per iniziare a lavorare.
Ecco:
come si sente?
Da dove inizierebbe?
Avrebbe uno studio privato?
Farebbe un concorso?
Avrebbe aiuti?
E in famiglia?
E i rapporti con i clienti?
Con chi avrebbe piu' facilita' o difficoltà?

Ecco. Pensi a tutte queste ipotesi.
Poi ci risentiamo!
I migliori saluti!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta.
Mi sentirei innanzitutto soddisfatta. Penserei a quante ne ho passate per arrivare fin lì, ma con un grande senso di gratificazione. E mi sentirei felice, perché starei per fare ciò che che desidero, cioè un lavoro che mi piace davvero e che mi darà senz'altro soddisfazioni.
Il mio desiderio è di avere uno studio privato: anche se non saprei da dove iniziare per aprirne uno, comunque inizierei ad informarmi, a ricercare il locale più idoneo e partirei con tutte le pratiche burocratiche necessarie.
Se riuscirò a realizzare questo progetto, spero comunque di avere al mio fianco una persona che sia disposta ad aiutarmi, qualora ne avessi bisogno (da un anno ho una relazione a distanza, ma sono molto felice con il mio partner; vedo lui nel mio futuro).
Avere uno studio privato mi permetterebbe di gestire i tempi delle visite e avere tempo da dedicare alla mia famiglia, che per me sarebbe la cosa più importante.
Con i clienti mi piacerebbe instaurare dei rapporti di fiducia; credo fortemente che la sana alimentazione sia la chiave del benessere psico-fisico dell'uomo e mi piacerebbe molto aiutare le persone che hanno problemi legati all'alimentazione, che hanno bisogno di perdere peso o che, più semplicemente, hanno bisogno di consigli. Penso che sarebbe una cosa che farei volentieri anche senza compenso.
Mi piacerebbe anche, una volta acquisita una certa esperienza, scrivere dei libri sull'alimentazione.
Per quanto riguarda la domanda "Con chi avrebbe piu' facilita' o difficoltà?" cosa intende esattamente?

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Intendevo dire se avrebbe difficolta' con persone malate, o bambini a cui ad esempio dovere vietare alimenti che amano..
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dopo
Utente
Utente
No, perché ciò che indicherei sarebbe solo per il loro benessere.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
La mia e' una idea che mi sono fatta on line quindi senza tutti i "crismi" necessari a fare una diagnosi.
Ecco io ho idea che Lei si rappresenti a livello cosciente il suo futuro lavoro in un modo un po' troppo edulcorato. Una favola forse. Non vede i problemi della realta'. Neanche un dubbio.
Ecco. Potrebbe essere che a livello inconscio lei non voglia sottoporre al "crudele esame di realta`" questa rappresentazione idilliaca.
E faccia percio' in modo che tale esame di realta' non possa avvenire. In realta'.
Come ripeto questa mia e' una sensazione. Potrebbe essere una ipotesi ma non e' assolutamente una diagnosi.
I miei auguri cara signorina, per tutto.
[#10]
dopo
Utente
Utente
Lei, quindi, pensa che stia fantasticando un po' troppo?
Sì, bè, ammetto che anche io stessa mi sono resa conto che, probabilmente, immaginare un futuro così, forse troppo perfetto, potrebbe provocarmi una forte demotivazione, nel caso in cui si presentassero grandi ostacoli, o una forte delusione, nel caso in cui non riuscissi a realizzarlo.
Non ho pensato che la strada per raggiungere questo obiettivo sia priva di difficoltà, anzi, le prime difficoltà le sto già incontrando ora...
Tuttavia, vorrei dirle una cosa: prima di avere questo progetto, avevo paura, solo a pensarci, di affrontare un altro corso di laurea, perché avrebbe significato altri esami, altre ansie, altri soldi, etc..., non osavo pensare di andare avanti, di ambire a qualcosa di più...
Ora, però, questo non mi spaventa più. Io voglio qualcosa di più, non voglio accontentarmi. Avere questo obiettivo, ora, mi dà motivazione.
La mia intenzione, dopo questa laurea, è di trovare lavoro come tecnico di laboratorio, per guadagnare qualche soldo per la magistrale.
Tuttavia, so che potrei non trovare lavoro subito; so che, una volta trovato, potrebbe significare dovermi trasferire; so che potrebbe voler dire studiare e lavorare insieme, ma sono pronta ad affrontarlo, per realizzare questo progetto.
Questi giorni, anche se di fatto sono stati poco fruttuosi per lo studio, mi hanno comunque portato a guardarmi dentro, a riflettere e a capire ciò che voglio.
Ho solo bisogno, in questo periodo, di ritrovare la mia strada e riprendere il cammino da dove ero rimasta...
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signorina,
Penso allora che questi momenti siano utili anche a fare il punto della situazione per poi riprendere a camminare su una strada "normale".
Fatta di speranze, desideri, ma anche timori e difficolta'.
Non e' la sola studentessa ad avere sogni e aspettative. Guai se non fosse così!
E' pero' importante che la realta' sia sempre tenuta ben presente, per fronteggiarla come si deve!
Ci mandi Sue notizie!
[#12]
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Utente
Utente
Sì, ha ragione, ho vissuto con la mente troppo proiettata nel futuro, nell'ultimo mese; dovrei semplicemente ritornare con i piedi per terra, cercare di focalizzarmi sul presente, o su un futuro quantomeno più prossimo (laurea o, meglio ancora, prossimo esame), ed affrontare la situazione attuale con azioni pratiche.
Vi ringrazio profondamente per le risposte e non esiterò a riscrivere per farVi avere mie notizie!
Buona serata!


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