Vertigini con debolezza agli arti

Buongiorno Dottore,

da fine luglio soffro di vertigini con debolezza agli arti inferiori e superiori (soprattutto alle mani)

premetto che a gennaio ho sofferto di dolori al petto (dolori intercostali mi ha diagnosticato il mio medico di base) ed ho assunto per quasi 2 mesi un FANS (Seractil 2 volte al giorno), a giugno ho iniziato ad avere problemi di stomaco (reflusso gastroesofageo) che, secondo il mio medico, è causato dai FANS presi in precedenza, ho quindi iniziato ad assumere del Levopraid per 10 giorni e del Lansoprazolo 30 da allora fino a pochi giorni fa.

Ho fatto una visita dal neurologo martedi mattina, mi ha fatto test dell'equilibrio, mi ha chiesto se soffrissi di stress per lavoro o altro, io gli ho risposto che per il lavoro no, ma che mi sono molto preoccupato per i dolori che avevo al petto ed allo stomaco; questo è l'esito:

"Da circa un mese e mezzo presenta una sintomatologia vertiginosa soggettiva associata a ipostenia ad entrambe le mani. Il disturbo ha avuto un andamento in miglioramento.
L'esame obiettibo neurologico è nella norma (non nistagmo, ben eseguite le prove cerebellari, mantiene il Romberg, esegue la marcia in tandem senza difficoltà, Unterberger negativo, non deficit focali).

In conclusione: vertigini soggettive in miglioramento. esame neurologico normale. Da rivedere in caso di riacutizzazione dei sintomi."

Mi consiglia di fare ulteriori accertamenti o solamente di mettermi tranquillo?

Grazie

Buona Giornata
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Se il neurologo non ha ritenuto opportuno prescrivere ulteriori accertamenti non vedo perché continuare.
Piuttosto vuole aggiungere qualche informazione su di sè?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Buongiorno Dottoressa,

Grazie per la risposta

certo: sono un ragazzo di 33 anni, alto 173 cm e peso 66,5 kg circa; non fumo, non bevo alcolici, gioco a calcio 1-2 volte a settimana con gli amici, come lavoro vendo televisori e faccio inventari/allestimenti in centri commerciali

Faccio circa 3 km a piedi al giorno e, nel tempo libero, mi piace stare al computer

Non ho mai avuto problemi di salute, ho avuto tutti questi problemi (dolori intercostali, reflusso, vertigini) nel giro di 6 mesi e devo ammettere che mi sono parecchio spaventato, anche perchè, nello stesso periodo ho perso 3 amici per infarto e tumore

Attualmente non assumo farmaci, ho preso per 2 mesi dei FANS e per 2-3 mesi del Lansoprazolo 30 (più 10 giorni di Levopraid)

Grazie

Buona Giornata
[#3]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, le vertigini sono un fenomeno complesso e l'impressione di movimento ondulatorio è molto difficile da sostenere per la persona che la sta vivendo. Non si ha il controllo di quello che sta accadendo e l'esperienza sembra infinita, anche per il fatto che mentre la si vive non si sa quando terminerà. Chi conosce la terribile esperienza del terremoto, può capirlo facilmente.
E immagino bene che lei sia spaventato, è comprensibile.

In relazione alla domanda della collega e a quella del neurologo che le ha chiesto se si trova in una situazione di stress, le andrebbe di dirci di più?
Lei dice che a livello lavorativo non le sembra di trovarsi in nessuna situazione difficile. Sono indiscreto se le chiedo come va a livello personale, se se la sente di parlarne?

Le chiedo questo perché anche in relazione agli altri disturbi, per quanto probabilmente legati all'uso dei farmaci, ci potremmo trovare anche in un'area relativa alle somatizzazioni. È un'ipotesi che andrebbe approfondita.

Detta in soldoni, l'organismo si carica di un peso che lei porta dentro, come se lei fosse chiuso in se stesso e non potesse esprimersi. E questo, alla lunga, provoca un'affaticamento del suo corpo che, sovraccarico, soffre e lascia emergere un malessere interiore.

È una questione simbolica, ma anche organica. Le faccio un esempio, a volte diverse persone hanno un alito cattivo o sudano quando sono molto tese, magari in vista di un incontro importante che devono sostenere. Le emozioni sono del corpo e lo condizionano a livello neurobiologico. Allora, se restiamo nel mio esempio, possiamo chiederci se la tensione per questo incontro è giustificata e comprensibile oppure se è eccessiva ed è legata eventualmente ad alcune caratteristiche personali che interferiscono nell'incontro.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Buonasera Dottore,

Grazie per la risposta

Purtroppo ho vissuto il terremoto di 3 anni fa (senza conseguenza per fortuna), quindi capisco bene

Cosa intende per "a livello personale"? Rapporti personali?

Non sono fidanzato quindi non ho problemi sentimentali ed in famiglia va tutto bene, non ho problemi con parenti e/o amici. Quello che mi ha veramente spaventato in questi mesi, è la durata delle patologie che ho avuto, anche se il medico mi ha sempre rassicurato, io ho sempre avuto paura di avere una grave malattia, forse proprio perchè non ho mai avuto nessuna malattia e non sono abituato.

Capisco benissimo il fatto di sudare quando si è tesi: io ho paura dell'aereo e, alla fine del mio primo viaggio, avevo le mani che grondavano dal sudore.

Grazie

Buona Serata
[#5]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Immagino che si sia spaventato, ma fortunatamente il medico ci rassicura.
Può temporeggiare se in questo momento si sente bene e vedere come vanno le cose.
Qualora i disturbi si ripresentassero può valutare ulteriori accertamenti medici. Speriamo comunque di no, cerchiamo di essere ottimisti.

Tornando un momento agli esempi che facevamo, ha capito perfettamente. Ha ricondotto il fenomeno delle "mani che grondavano di sudore" alla paura dell'aereo.

Potrebbe essere la stessa cosa con i suoi disturbi, se non hanno un'origine strettamente organica, come sembra suggerire il referto neurologico. Allora qual è o quali sono le emozioni e i vissuti che li provocano?

Qualora i disturbi si dovessero ripresentare e gli esami medici fossero ancora negativi, potrebbe essere interessante tentare di rispondere a questa domanda, anche se sembrerebbe non rintracciare niente al momento. Potrebbe anche valutare di fare una chiacchierata con uno psicoterapeuta. A volte quando siamo dentro le situazioni non è facile vederci chiaro da soli, mentre insieme a qualcuno diventa possibile.

Un caro augurio,
Enrico de Sanctis
[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie Dottore,

Io penso che la risposta stia nella paura di morire.

Ho paura di volare perchè ho paura di morire cadendo; mi spavento delle patologie che ho avuto perchè ho paura di morire di malattia.

Non so se possa c'entrare qualcosa con le mie attuali vertigini, ma io ho sempre sofferto le vertigini nel senso di paura dell'altezza, anche solo salire sulla sedia o sulla scala (per prendere qualcosa sull'armadio) mi ha sempre dato molto fastidio e, spesso, mi sono rifiutato di salirci. Non vado in motorino e non vado in bicicletta, mi piace stare coi piedi appoggiati a terra.

Ricordo che 2-3 anni fa mi erano venuti dei dolori intercostali (durati circa 3 mesi), mi ero preoccupato, ma non avevo assunto farmaci e sono passati da soli; questa volta mi sono stati prescritti dei FANS che mi hanno "distrutto" lo stomaco e quindi si sono aggiunti altri sintomi ai sintomi che avevo già; poi, ripeto, poco prima ho purtroppo perso 3 amici per infarto e tumore, quindi il pensiero che potesse capitare anche a me c'era.

Nonostante il mio medico mi avesse sempre rassicurato; quando gli ho portato il referto del neurologo, mi ha detto che sapeva già che era colpa dello stress e dell'ansia, forse mi ha fatto fare comunque la visita per farmi vedere che non ho niente e per provare a tranquillizzarmi.

Sinceramente non pensavo che lo stress e l'ansia potessero causare tutti questi problemi fisici; quando sentivo qualcuno soffrire di stress e/o depressione, non capivo bene quale potesse essere il problema, ora capisco che non è per nulla una cosa simpatica da vivere; anche se, penso, che la depressione sia molto peggio dell'ansia.

Grazie

Buona Giornata
[#7]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Quello che dice è importante. E lo è anche la sua consapevolezza che certe tensioni causano malessere.

I vissuti di cui sta parlando sono delicati e riguardano paure profonde. E l'associazione che lei fa con la paura del l'altezza c'entra e merita attenzione.
Le lascio una suggestione, senz'altro da approfondire dal vivo, sulla base delle sue parole.
A volte è importante stare con i piedi appoggiati a terra, a volte è importante volare in termini simbolici, rischiare. Ha ragione a dire che fa paura, che disorienta e smuove come una vertigine, ma è la vita. Pensi a un uccello che inizia a volare. Se non corre il rischio di cadere e di morire, non volerà mai, non vivrà mai la possibilità di esplorare il mondo e di emozionarsi.


[#8]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Buongiorno Dottore,

Si, ha ragione: è un po' come il bambino che non impara ad andare in bici se non vuole rischiare di cadere

Penso sia anche una cosa genetica, visto che mio papà ed i miei nonni hanno la stessa paura dell'altezza.

Grazie

Buona Giornata
[#9]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Sa che pensavo allo stesso esempio del bambino sulla bici? Prima o poi le rotelle qualcuno dovrà togliergliele. Altrimenti, da grande, dovrà farlo da solo.

Può essere genetica, ma non si soffermi solo su questioni di tipo organicistico. C'è una complessità di elementi in gioco. Ci può essere un fattore che passa attraverso le generazioni, come se la paura viene trasmessa nei gesti, attraverso i divieti, come sensazione umorale.
Immagini se un padre fosse con un bambino ed emettesse un sussulto di paura di fronte a un animale innocuo. Il bambino probabilmente avrebbe paura. Ma di chi è quella paura all'origine? E il bambino a quel punto si avvicinerà all'animale per capire se è innocuo o meno?

Mi vengono ora in mente le parole di una nota scrittrice americana, di nome Annie Proulx, in un bel libro che si intitola Avviso ai naviganti. Diceva:
"'"Papà, c’è un cane bianco', disse piagnucolando la bambina terrorizzata dal cane bianco. 'Papà il cane sta raschiando la porta, chiudi a chiave!', e si è messa a urlare. Avrei dovuto aprire la porta per mostrarle che non c’era nessun cane, e invece l’ho chiusa a chiave. E lo sai perché? Perché temevo di trovarcelo sul serio, il cane, tanta era la forza della sua paura".

Mi sembra che stiamo percorrendo una strada importante, non so se lo condivide. Poiché online non possiamo proseguire, credo che per lei continuare a fare questa chiacchierata dal vivo con uno psicoterapeuta, possa essere di grande valore.
Lavorando sulle emozioni, i suoi disturbi potrebbero essere riletti in un modo differente, come d'altronde suggerisce il referto medico quando parla di "vertigini soggettive", segnalando cioè l'assenza di un rilievo meramente organico. Con un possibile lavoro psicoterapeutico, potrebbe gestirli in un modo nuovo e superarli. Se sente che il nostro dialogo può interessarla, diciamo che può rappresentare un assaggio di quello che potrebbe essere il lavoro vero e proprio.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#10]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie Dottore

Ne terrò conto, mi è stato molto utile

Buona Giornata
[#11]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Buongiorno Dottore,

a distanza di più di un mese le scrivo ancora per un consiglio: non ho avuto miglioramenti, tutti i giorni penso alla malattia che potrei avere pensando che sia il neurologo che il mio medico possano essersi sbagliati

ora sento i muscoli di braccia e gambe quasi sempre stanchi

questo stato d'ansia mi dura tutto il giorno, in alcuni giorni è più lieve e non ci penso molto, ma in altri è più accentuato, quindi ci penso di più e mi preoccupo di più...

ad esempio:

- quando avevo dolori al petto, pensavo di avere un infarto (ora non ho più dolori al petto)
- quando avevo dolori di stomaco (reflusso gastroesofageo), pensavo di avere un tumore allo stomaco o al pancreas
- ora che ho questa debolezza (ipostenia mi hanno detto i medici) a braccia, mani e gambe, penso di avere SM o addirittura SLA (e, quando ci penso, ho un notevole aumento del battito cardiaco)

ho avuto 3 conoscenti che sono morti per questi motivi nel 2015

mi dica sinceramente: la mia è ignoranza in materia? nel senso che, senza conoscere niente nell'ambito medico, mi faccio le diagnosi da solo, nonostante i medici professionisti me ne abbiano fatta un'altra

io gioco a calcio, sento che ho le gambe stanche già nel riscaldamento, però poi, durante la partita, corro come al solito per 90 minuti senza problemi di fiato o gambe...anzi, a partita finita riuscirei a giocare ancora

attualmente continuo ad assumere Lansooprazolo 30 una volta al giorno per il reflusso

2 settimane fa, sono tornato dal mio medico (in quanto avevo l'influenza) e gli ho spiegato ancora la situazione, soprattutto per il formicolio alle mani, lui mi ha detto di non prendere assolutamente farmaci al di fuori del Lansoprazolo e di non fare ulteriori visite. Mi ha inoltre detto che, per uscire da questa situazione, ci possono anche volere 9-12 mesi.

Lei cosa ne pensa?

Un'ultima domanda se possibile Dottore,

siccome sono perfettamente ignorante in materia e mi piacerebbe avere più opinioni:

come mai l'ansia debilita così tanto il fisico? la psiche può creare così tanti disturbi al fisico?

io, da 4-5 giorni, ho i muscoli molto fiacchi 24 ore su 24, è normale?

la notte dormo senza problemi, mi alzo, penso subito al problema che ho e sento già i muscoli fiacchi...faccio la mia solita strada a piedi e mi sembra di aver fatto una maratona, poi faccio qualcosa che mi distrae e non noto più questa debolezza muscolare...ad esempio: come ho detto in precedenza, quando gioco a calcio non sento minimamente la fatica e corro per 90 minuti

Grazie

Buona giornata
[#12]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, mi dispiace che stia vivendo ancora uno stato di malessere.
Dalle sue parole, le vertigini non si sono ripresentate, questa è comunque una notizia positiva.

Restano da capire altre cose. La debolezza di cui parla da una parte, i dubbi e le paure che vive, interpretando la sua sintomatologia in modo anche molto grave dall'altra. Ad esempio arriva addirittura a ipotizzare malattie neurodegenerative, nonostante il parere rassicurante dei medici.

Entrambi questi aspetti, la debolezza e la lettura che lei dà di questo suo malessere, devono essere approfonditi in modo adeguato.

Nel fare le sue interpretazioni non è "ignorante" in materia, non si tratta di questo. Probabilmente alcuni suoi vissuti personali generano in lei tutto questo.

I vissuti di cui sto parlando possono essere particolarmente stabili e modificarli non è sempre semplice. Non mi stupisce quindi che la situazione non sia cambiata.
Valuterei di fare una chiacchierata con uno psicoterapeuta, in modo da affrontare il suo malessere.

In questa sede voglio lasciarle un pensiero, non so se può esserle utile. A volte è necessario correre qualche rischio per vivere meglio, esprimersi e seguire i propri desideri ad esempio, anche se può fare paura. Non vale la pena restare fermi.

Questo mio pensiero è legato alla lettura del suo racconto nonché al finale, in cui fornisce una possibile risposta alle sue domande, una possibile soluzione, quando dice: "Faccio la mia solita strada a piedi e mi sembra di aver fatto una maratona, poi faccio qualcosa che mi distrae e non noto più questa debolezza muscolare...".
Chissà se il disagio nasce quando fa la "solita strada", mentre quando fa qualcosa che la distrae o, potremmo dire, la attrae... quando cioè cambia la "solita strada", il malessere passa.
Forse nella solita strada lei non si diverte poi tanto, forse non è se stesso, non vive un senso di piacere e libertà?

Relativamente alla sua domanda sulla psiche, il corpo esprime le emozioni.
Se vede psiche e corpo non più separati è più semplice rispondere alla sua domanda. Lo ha detto lei benissimo, quando ha riferito che la paura dell'aereo le faceva sudare le mani.
Non sottovaluterei questo esempio, che trovo prezioso. Possiamo anche chiederci come nasce la paura dell'aereo. Questo perché se la paura passa, le mani non suderanno.
E chissà se la paura ha a che fare anche con la debolezza di cui sta soffrendo nonché con le vertigini.

Ci tengo a dirle che il suo racconto è molto vasto e delicato, e merita uno spazio idoneo per essere approfondito.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#13]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Salve Dottore,

La ringrazio molto per la risposta

Come avrà sono sempre stato parecchio ansioso, partendo dalle verifiche delle medie fino agli esami dell'università, passando per approcci con le ragazze o anche solamente guardare la partita della squadra del cuore.

Alcune persone mi hanno parlato di Ipocondria, ho quindi letto questo articolo:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html

mi ci ritrovo perfettamente, a parte il riquadro riguardante il turismo medico reale ed il cambio del medico di base...oltre a non aver mai coinvolto i conoscenti nelle mie paranoie

Io sono soddisfatissimo della mia vita, sia quella famigliare, che quella sociale che quella lavorativa. Coi miei parenti vado perfettamente d'accordo, lo stesso vale coi miei amici ed al lavoro non ho nessun tipo di problema, anzi, ci vado anche volentieri.

Questa particolare ansia è iniziata quando ho iniziato ad avere dolori al petto ed allo stomaco e, contemporaneamente, 2 miei conoscenti sono morti rispettivamente di infarto e di tumore al pancreas nel giro di poche settimane (e questa è una cosa che ho raccontato anche al neurologo)

Io penso che, non avendomi trovato anomalie neurologiche (per fortuna), mi sia rimasto questo dubbio sul perchè mi tremino le mani e sul perchè sia sempre stanco...e sono convinto che sto cercando risposte che non troverò mai, visto che è un problema che è solo nella mia mente.

Come le dicevo, la mia è una paura di avere malattie gravi; prima avevo paura di avere un principio d'infarto o un tumore, ora invece non più, ora ho paura di avere SM o SLA (nonostante abbia letto che i sintomi sono diversi da ciò che provo io) e, sono convinto che, se mi passasse questa debolezza, non avrei più paura di questo.

Grazie della disponibilità

Buona Serata
[#14]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Ho letto l'articolo, parla di schemi mentali che si riattivano. Anche se non utilizzo questo linguaggio, personalmente ritengo indispensabile modificare quegli schemi, in modo tale da risolvere la condizione di ipocondria, di cui ci parla.

Inoltre credo importante poter riflettere anche sulle ragioni per cui inizia a sviluppare l'ipocondria. Lei ci parla di dolori al petto e della morte dei suoi conoscenti, ma potrebbero esserci ulteriori motivi da ricercare.

Capisco quando dice che se la debolezza passasse non avrebbe più paura. Ma alla prossima avvisaglia o sintomo anche lieve, lei tornerà a interpretare in modo grave quel disturbo e starebbe nuovamente male. Può tuttavia decidere di aspettare che la debolezza passi e sperare che non si ripresenti più nessun disturbo fisico, questa è una scelta.

Personalmente penso che sia importante poterci prendere cura di noi stessi. E se lei dovesse decidere di farlo, sono sicuro che riuscirà a comprendere meglio il senso dei suoi vissuti e a cambiarli, scoprendo nuove cose di sé e del mondo intorno a lei.
Anche per darsi l'occasione di vivere con minore ansia quelle situazioni di vita belle, come ad esempio l'approccio con le ragazze e una possibile vita sentimentale, perché no, appagante.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#15]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie Dottore,

io penso che, questa mia paura, sia anche data dal fatto che non ho mai avuto nessun tipo di problema medico fortunatamente e che quindi non sia in grado di riconoscere l'entità del problema

come quando, ad esempio, un calciatore che non ha mai subito infortuni gravi, prende una forte botta o distorsione al ginocchi e, non avendo la cognizione del dolore, ha paura di essersi rotto qualcosa

Grazie

Buona Serata
[#16]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Mi sembra importante la sua osservazione. Certo ora bisogna capire perché la diagnosi dei medici non la rassicura.

In questo consulto sono emersi aspetti di sé che meritano molta attenzione. Se il nostro dialogo può avere suscitato interesse in lei, potrebbe essere un buon punto di partenza per un lavoro su di sé, qualora decidesse di farlo. Io lo valuterei con cura, dato che i medici non rilevano problemi organici.
Quindi possiamo essere sereni da questo punto di vista e, se crede, può affrontare la sua preoccupazione che sembra avere una base emotiva.
[#17]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Il mio dottore sostiene che, siccome non sto bene, io penso che qualche dottore "debba per forza" trovarmi qualcosa di anomalo a livello fisico e che, poichè non si può trovare, io non mi fido perchè continuo a non stare bene, nonostante abbia avuto il parere di 2 neurologi e del mio medico di base.

Le chiedo una cosa Dottore: molte altre persone hanno questa ansia per troppa paura delle malattie oppure capita poche volte?

Grazie

Buona Serata
[#18]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È anche vero che lei sta cercando un dialogo qui, in un'area che non è medica.
Quindi forse lei stesso è interessato a cercare altro, rispetto al discorso organico.

Nella mia esperienza situazioni simili alla sua capitano sì. Ma con un buon lavoro si superano.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#19]
dopo
Attivo dal 2014 al 2016
Ex utente
Grazie Dottore

Buona Serata
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