Emetofobia

Salve.. Sono emetofoba da tantissimi anni e sono propensa a credere che tutto sia iniziato in terza elementare quando mi capitò di sentimi male a scuola e di vomitare su una mia compagna a ricreazione. La ricordo come un'esperienza traumatica ma al contempo mi ricordo che all'epoca mi sentii confusa, quasi come se non sapessi neanche cosa significasse "vomitare". Ora, alla soglia dei 20 anni di età, posso contare al massimo altri 2 episodi di vomito.
Crescendo è emerso sempre di più un aspetto della mia personalità che odio: la mia sensibilità. Tento sempre di nasconderla. Ho avuto una madre iperprotettiva che invadeva la mia privacy in ogni modo e un padre che si è occupato solamente della mia istruzione senza tener conto del fatto che il mio mondo non può girare sempre e solo intorno a quello.
Molto spesso i miei non hanno perso occasione di farmi sentire una fallita al cospetto del fratello genio che ho. Io sono la "pecora nera" della famiglia insomma.
Fino a 3 anni fa la mia emetofobia l'ho gestita solo all'occasione... Nel senso che quando si presentava una situazione di pericolo avevo paura ma la cosa finiva lì. Alla fine della quarta superiore cominciai ad avere attacchi d'ansia/panico a scuola durante le lezioni ma la colpa la davo allo stress di fine anno scolastico. Con l'inizio della quinta iniziò anche il periodo più brutto della mia vita. Ho passato mesi interi con attacchi di panico continui a scuola (dovuti alla paura di vomitare e di non poter "scappare" da quel contesto) che hanno influito sul mio rendimento in modo devastante. A marzo sono scoppiata e ho detto tutto a mia madre che mi ha portato da una psicologa. Sono stata meglio anche forse per il fatto che qualcuno finalmente sapeva qualcosa e non mi sentivo così sola... Insomma ho fatto la maturità alla meno peggio e ora che sono all'università si sono presentati altri problemi. All'inizio del primo anno ho detto a mia madre di stare con una ragazza (la mia prima ragazza) e il nostro rapporto è degenerato. Mi ha detto di essere contronatura, di essere il disonore della famiglia e cose di questo genere. Due mesi più avanti, con l'inizio del secondo semestre del primo anno, inizio ad avere attacchi d'ansia fortissimi, non riuscivo più a seguire le lezioni. Mi sento sempre soffocare e mi sento qualcosa che risale in gola e che butto giù deglutendo. Mi è capitato di parlare a mia madre di come mi sento e mi dice che è colpa della "scelta di vita"che ho fatto e questo mi fa arrabbiare tantissimo perché io sto benissimo con la mia ragazza e non è certo colpa sua. Quindi la mia domanda è questa: è possibile che la mia fobia abbia trovato libero sfogo in questa difficile situazione familiare? A volte mi capitano anche degli attacchi d'ansia di dubbia natura che mi portano un po' di nausea (che è una caratteristica comunque a questi attacchi) ma sembrano non essere dovuti specificamente alla mia fobia... Grazie in anticipo per le risposte!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
l è possibile che la nausea e la paura di vomitare siano delle somatizzazioni dell'ansia che a sua volta probabilmente deriva dalla sofferenza vissuta a causa della conflittualità con tua madre, dalla quale non ti senti compresa né tanto meno accettata.
Quindi per rispondere alla tua domanda innanzi tutto eviterei sia le autodiagnosi che sono solitamente fuorvianti sia le interpretazioni colpevolizzanti come quella da te ipotizzata.

La conflittualità nei rapporti con i tuoi genitori non sono conseguenza della tua paura di vomitare ma della difficoltà da parte loro ad accettare il tuo orientamento sessuale.
In questo caso sarebbe consigliabile un incontro tra i componenti del nucleo familiare e uno psicologo per approfondire alcuni aspetti: l'atteggiamento colpevolizzante relativo all'omosessualità, la tendenza a strumentalizzare questo aspetto per legittimare un atteggiamento svalutante nei tuoi confronti.
Naturalmente parliamo di dinamiche familiari consolidate che non possono essere trasformate con un singolo colloquio, ma potrebbe essere una preziosa opportunità per avviare un processo di cambiamento.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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