Bimbo che picchia e minaccia la mamma

Salve,
sono alle prese con dei comportamenti di mio figlio (3 anni) che mi fanno molto soffrire. È spesso molto irascibile, nervoso, pieno di rabbia e mi picchia spesso sia quando è arrabbiato con me sia quando è arrabbiato con altri. Ultimamente è arrivato anche a dirmi:"mamma ti voglio uccidere" o"tu non mi piaci" non ti voglio bene" non ti voglio più". Capite naturalmente quanto queste frasi mi facciano soffrire.
Il bimbo in questione ha 3 anni e mezzo ed è il secondo figlio. E' un bimbo sveglio, intelligente, da sempre molto attivo, caparbio e volitivo. Ha un fratello di 6 anni. È stato amato e coccolato da quando è nato. Sia da me sia dal suo papà sia dai nonni. Sia io che mio marito siamo due genitori attenti. Non esageratamente apprensivi ed abbastanza equilibrati. Entrambi lavoriamo. Io mezza giornata. Ho sempre cercato di dedicare cure ed attenzioni ad entrambi i miei figli, cercando però allo stesso tempo di farli crescere indipendenti. Amandoli e curandoli ma nello stesso tempo non vessandoli con troppe attenzioni. Ho sempre cercato di educarli con amore, correggendo gli atteggiamenti errati con la comprensione e con le parole più che con la violenza (non botte ma rimproveri). Non so dove ho sbagliato e vorrei capirlo. A volte ripenso al passato e le uniche colpe che mi posso addossare sono forse quelle di aver ripreso a lavorare quando lui era ancora troppo piccolo (6 mesi -ma solo metà giornata ed il piccolo rimaneva coi nonni) o forse quella di averlo trascurato quando aveva 2 anni a causa di un brutto incidente del fratellino maggiore che aveva allora 4 anni e che si ruppe la gamba in seguito ad un incidente stradale. Rimase a letto immobile per 4 mesi ed il tutto (tra intervento, convalescenza a letto, ripresa e fisioterapia durò in totale per 9 mesi circa). Forse il fratellino minore (il bimbo per il quale chiedo il consulto) si è sentito messo da parte e privato delle giuste attenzioni.
Non so. Io amo entrambi allo stesso modo ma comprendo che questi atteggiamenti del piccolo esprimono un forte rancore nei miei riguardi.
Non so cosa fare. Come devo reagire a queste sue frasi così forti? Cosa devo fare quando mi da calci e pugni?
Potreste darmi dei consigli? Passerà da solo questo momento? Cosa posso fare io? Col fratello più grande non mi è mai capitato. Ho parlato con la maestra ma a quanto pare a scuola non è aggressivo né coi compagni né con le maestre. Temo che sia un comportamento che riservi tutto ed esclusivamente alla "sua mamma"


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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Non so cosa fare. Come devo reagire a queste sue frasi così forti? Cosa devo fare quando mi da calci e pugni?>

Gentile Signora,
lei come si comporta quando il suo bimbo fa questo?
Come reagisce? E il papà?
Quali comportamenti starebbero per questi aggettivi < E' un bimbo sveglio, intelligente, da sempre molto attivo, caparbio e volitivo. ?>
In che modo stimola l'indipendenza?

Il significato dei comportamenti di un bimbo si possono comprendere alla luce delle sue peculiarità personali, delle dinamiche interattive dei contesti in cui cresce, tipo di attaccamento, fase di sviluppo (tre anni è un'età in cui ancora una certa oppositività, aggressività, sarebbero presenti in genere).

Da quanto tempo si comporta così?
Com'è il rapporto tra voi genitori come coppia, il clima familiare?
Tra voi e il fratello, quest'ultimo e lui, e globalmente?
Parlate mai delle differenze tra loro quando vi possono sentire?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

Lei mi sembra spaventata dalle reazioni del piccolo. L'altro figlio non le aveva avute? Oppure Lei non prevedeva che i bambini possano essere così aggressivi verso chi li educa con tutto l'amore e l'attenzione possibili?

Perchè Le chiedo ciò? Perchè occorre prendere in considerazione ambedue i poli della relazione: il bambino, la sua mamma.

Tornando a Lei dunque, sembra che Lei interpreti le manifestazioni aggressive del bambino "riservate" a Lei come una squalifica della Sua azione educativa, come un rancore verso di Lei. E non - come talvolta accade anche tra adulti - che ce se la prende con chi è più "vicino" affettivamente, con chi si sa che non ci abbandonerà neppure difronte ai comportamenti più aggressivi e/o ingiustificati.




Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Monica Zoni Psicologo 164 13
Gentile Signora
posso capire quanto il comportamento del Suo bambino l’abbia spiazzata e preoccupata


Molti comportamenti che i bambini esprimono vanno visti i all’interno del contesto in cui nascono, tenendo conto di eventuali situazioni che possono spiazzare o dare un carico di emozioni non contenibili.


E'importante ora, come genitore, dare una risposta adeguata per confermare e contenere queste emozioni.
Suo figlio è ancora in una fase della crescita in cui è difficile comprendere il “rispetto verso l’adulto” e queste esplosioni di rabbia sono per lui emozioni che non riesce a contenere e che vanno oltre i limiti dell’educazione da lui ricevuta e che amplificandosi fanno si che il bambino ne perda il controllo rendendolo incapace di fermarsi senza l’aiuto dell’adulto.

E’ compito del genitore cercare di intervenire riconoscendo il sentimento che il bambino sta provando e successivamente cercare di contenere l’emozione, attraverso il contatto visivo, abbassandosi alla sua altezza, e cercando di parlargli per veicolare in maniera costruttiva la sua rabbia. L’intervento che attua il genitore aiuta il bambino a rientrare nei limiti che sono le regole della famiglia dando per primo l’esempio di fermezza ma non di aggressività.

Le consiglio inoltre un libro da leggere insieme al Suo bambino:

"CHE RABBIA!!" di Mireille D'Allance



Dr. Monica Zoni, Psicologa clinica, Milano sud e Skype
zoni.monica@gmail.com cell. 3394939556

[#4]
dopo
Utente
Utente


> Grazie, grazie mille per i consigli e l'attenzione.  Grazie a tutte. Consigli, suggerimenti,  guide sono proprio ciò di cui ho bisogno. Conferme o smentite sul mio modo di reagire agli atteggiamenti del mio bimbo. Libri da leggere che mi possano indirizzare. Ho sempre cercato proprio di leggere ed informarmi,  per cercare di riuscire al meglio nel compito più complicato ed importante della vita che è quello di un genitore. Cercando però anche di tenere in gran conto l'istinto materno che spesso è una guida molto importante (avendo avuto io stessa un esempio di genitore - mamma- molto positivo)
Per rispondere ad alcune delle vostre domande:
1. Il rapporto tra me e mio marito è ottimo. Ci amiamo e rispettiamo da più di 20 anni (tra fidanzamento e matrimonio). Mi ritengo una donna molto fortunata,  ancor di più oggi, con tante coppie che vanno a rotoli, di avere un compagno di vita che mi ama, mi trasmette fiducia, sicurezza, tranquillità,  certezze. Certo, come ogni coppia che si rispetti non posso negare che a volte capitano alcune incomprensioni,  qualche litigio, ma sempre nei limiti della norma e sempre utili a comprendersi e capirsi meglio. Siamo sempre molto uniti nella gestione e nell'educazione dei figli. Ci consultiamo, parliamo dei problemi che man mano sorgono e cerchiamo di trovare delle strategie comuni e condivise.
2. Il rapporto del papà con i due figli è buono. Certo, lavora tutto il giorno.  Ma si dedica a loro con amore e passione.
3. Anche il rapporto tra i due fratellini mi sembra buono.  Trascorrono molto tempo assieme.  Litigano spesso,  ma allo stesso tempo si cercano,  giocano bene assieme.
4. Il mio rapporto col grande è buono. Lui è sempre stato un bambino abbastanza tranquillo. Dolce, coccolone,  sempre desideroso di abbracci e baci. Come tutti i bambini a volte perde il controllo,  ma ascolta i rimproveri. 
5. Sono stata molto in ansia per l'arrivo del fratellino ed ho cercato di non far nascere nel primo genito gelosia. ( forse però ho esagerato? E fatto sì che accadesse il contrario? Me lo chiedo,  per spiegarmi il "rancore" che noto nel bimbo di 3 anni)
6. Si, lo ammetto, facciamo delle differenze tra il primo e secondo figlio. Proprio perché il primo è più buono e giudizioso,  mentre il secondo è molto testardo e non rispetta quasi mai regole e divieti.  E ci è sicuramente scappato davanti al piccolo la frase "il grande è più calmo, il piccolo invece è molto discolo".
7. Il piccolo è stato da sempre meno coccolone,  meno propenso a baci ed abbracci, più restio a manifestare il suo amore (che sono certa c'è e pure tanto, nei miei confronti). Ho sempre però cercato di rispettare questo suo modo di essere, abbracciandolo e coccolandolo spesso ma non insistendo troppo se lui si ritrae.
8. Andiamo al punto più critico. Come reagisco quando da botte e mi dice quelle frasi? (Atteggiamento che dura ormai da circa 4 mesi)
Botte: i primi tempi lo ignoravo. Adesso ogni volta che lo fa dico con voce ferma e dura:" nooo...non si fa.  Non si da botte alla mamma.  Alla mamma devi dare baci e abbracci. Sei arrabbiato per qualcosa? Dimmi qual è il problema". Provo anche a fare qualche ipotesi. Pensi che la mamma non ti vuol bene? Ma lo sai che non è così.  Tu sei la cosa più importante per me. Oppure " sei geloso del fratellino?  Ma lo sai che la mamma vuol bene a tutti e due". Spesso mi abbasso e lo gurdo proprio dritto negli occhi. Lo prendo e lo abbraccio.
Gli dico che la cosa mi dispiace molto e gli faccio promettere di non farlo più. Lui dice di si...ma poi...alla successiva occasione succede di nuovo.

Frasi "pesanti": quando mi spiazza e mi spezza il cuore con frasi del tipo "io non ti voglio" tu non mi piaci" "te ne devi andare da questa casa" ho reagito in modi diversi. A volte gli ho detto:"non mi vuoi? Va bene, allora vado via. Prendo tutte le mie cose e me ne vado e tu ti scegli un'altra mamma proprio come piace a te". Vi chiedo se ho sbagliato a reagire così. Forse si, me lo sento, perché una volta il piccolo si è dispiaciuto così tanto di questa mia reazione che ha cominciato a piangere pieno di dolore e mi ha abbracciato forte forte e mi ha riempito di abbracci e baci (cosa insolita per lui, come vi dicevo) a quel punto gli ho detto che non era vero, che non me ne sarei mai andata e non lo avrei mai lasciato, perché lui è la cosa più bella che ho e senza di lui non potrei vivere.
Da quel pianto disperato non reagisco più così, alle sue frasi, che ancora si ripetono purtroppo, rispondo dicendo: anche se tu non mi vuoi io invece ti voglio. Non me ne andrò mai, anche se lo dici, perché ti voglio troppo bene e so che in fondo in fondo neanche tu lo vuoi. Lo dici solo perché sei arrabbiato.
Così è meglio secondo voi? Consigliatemi qual è la cosa giusta da fare. E ditemi, vi prego, se il suo è un comportamento che rientra nella "norma" e che potrò correggere col vostro aiuto, o se secondo voi è successo già un danno irreparabile che potrò risolvere solo rivolgendomi direttamente ad uno specialista (come voi) ma di persona.
Capite naturalmente che la frase che mi ha ferito di più è stata quella:"ti voglio uccide". Non penso questo possa rientrare nella norma.
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Dr. Monica Zoni Psicologo 164 13
Gentile Signora,


il desiderio più grande per un bambino è sentirsi accettato così come è....
E' possibile che Lui non si senta accettato perché mostra caratteristiche di personalità differenti dal primo ?

Non credo che Voi abbiate creato danni irreparabili, ma conviene, a Lei e a Suo marito consultare uno specialista che Vi guidi nel superamento di questo periodo difficile di gestione di Vostro figlio.
Buone cose
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
<<Sei arrabbiato per qualcosa? Dimmi qual è il problema". Provo anche a fare qualche ipotesi. Pensi che la mamma non ti vuol bene? Ma lo sai che non è così. Tu sei la cosa più importante per me. Oppure " sei geloso del fratellino? <<

Queste sono domnde a cui neanche un adulto talvolta saprebbe rispondere.
Spesso i genitorio sbagliano perchè impostano la relazione sul piano verbale e dunque razionale. Che per un bambino di tre anni è .. di là da venire.

Bene invece:
<<rispondo dicendo: anche se tu non mi vuoi io invece ti voglio. Non me ne andrò mai,<< che si rivolge direttamente all'affettività.

Essere seguiti, e non solo dal pediatra, che si occupa del bambino, ma da un Collega anche psicoterapeuta può far sì che questa situazione di disagio per tutti Voi non si consolidi, bensì evolva per bambino e genitori.



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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara signora, concordo coi Colleghi del tutto ed aggiungo qualche riflessione.. quando il bimbo dice queste cose terribili le legga così.. come una rabbia d'amore che non trova le parole e che lo travolge, conviene non discutere, non siamo sul piano razionale, lo abbracci , lo baci dicendogli, dai, che non è vero, noi ci vogliamo bene ,lo so.. ricordi che la verità è nel pianto di quel giorno.. Cerchi , a qualsiasi prezzo di tempo, faccende tralasciate, e cene fatte di formaggio, di uscire con lui, da solo, voi due, come un segreto, andiamo a comprare le scarpe, le matite, il gelato , ma da soli, certo che è geloso , gelosissimo, il problema dei secondogeniti è che devono e vogliono essere diversi, gli .. tocca essere così, non riesce a competere col fratello coccolone.
Poi gli compri un nuovo peluche da portarsi all'asilo, in tasca, a letto, oggetto transizionale classico che serve a rassicurarlo quando Lei non c'è e lui teme, pensa, di non essere visto, amato ..
Abbia pazienza e non si angosci, questi momenti brutti passano anche se saprete valorizzare gli aspetti vivaci del carattere di questo bimbo.. fargli fare sport anche competitivi, per esempio..
Molti auguri cara signora ,è un temporale che passa..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie, grazie a tutte. Grazie dottoressa Fregonese, spero con tutto il cuore che sia un temporale che passa e mi muniro' di un ombrello grande quanto una casa e resistente come il piombo. E per costruire questo ombrello avrò bisogno di consigli e indicazioni come quelli che mi avete dato. Pelusche, uscite a due, segreti con lui, abbracci e baci, niente più domande al piccolo ma solo risposte certe che gli diano conferme affettive...proverò subito a mettere tutto in pratica e spero ardentemente di riuscire presto a superare la cosa. Ci credo, ne ho la forza, ne ho soprattutto il fortissimo desiderio.
Grazie ancora di cuore.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> Non so dove ho sbagliato e vorrei capirlo
>>>

Difficile essere precisi a distanza, ma se davvero è così ben motivata e intenzionata a capire, perché invece di procurarsi libri non sceglie la via più breve e chiede un consulto psicologico di persona, a un collega?

Di solito la ragione di tali comportamenti è semplice, purché si abbia la volontà di riconoscerlo: se i bambini si prendono certe libertà, è perché i genitori permettono che ciò avvenga.

Se lei alle bizze di suo figlio risponde con interrogativi profondi e tentativi di portarla sul piano morale ("alla mamma certe cose non si fanno") difficilmente otterrà qualcosa. Anzi, in quell'esatto momento l'avrà già data vinta a suo figlio. Un bambino di 3 anni non è capace di grandi ragionamenti e sottigliezze morali

Alcuni bambini nascono dotati di un temperamento più forte, altri meno. Ma spetta al genitore insegnare, in caso di eccessi, quali sono i limiti che non devono assolutamente essere superati. Anche in modo deciso, se serve.

Se non insegnate voi per primi regole e disciplina ai vostri figli, chi dovrà farlo al posto vostro?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com