Come interpretare

Salve. Come da testo del consulto, vi chiedo gentilmente di aiutarmi ad interpretare il comportamento di mio figlio di 6 anni. Ha iniziato da pochi giorni la scuola primaria e, con mio grande stupore, ritorna oggi da scuola e mi dice che si è fidanzato. In effetti già il terzo giorno di scuola volle sedersi vicino una bimba (che prima dell'inizio della scuola non conosceva). Quando io ero piccola ricordo benissimo che ero molto più matura e che queste cose del fidanzarsi ho iniziato a valutarle sicuramente quando ero più "grande". Come dovrei interpretare questa cosa? Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

come vuole interpretarlo? Non le pare un gioco?
Posso chiederle se le dà fastidio?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Si, detto sinceramente mi dà molto fastidio perchè il più delle volte si tratta solo di un "gioco", ma alcune volte dal gioco possono derivare spiacevoli situazioni. Non è un segreto, infatti, che molti bambini si trovano a vivere situazioni familiari "preoccupanti" che li espongono ad esperienze "non adatte" alla loro età. Se dovessero esserci richieste esplicite inopportune mio figlio non credo che me ne renderebbe partecipe, perchè già sa che non sarei assolutamente d'accordo.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ok, tutto può accadere, ma ecco perché bisogna essere presenti con i bimbi con la giusta quota di preoccupazione :-)
Magari potrebbe cogliere l'occasione, Lei insieme a Suo marito, per parlare di questi temi con Suo figlio.
Ma stia serena, esattamente come insegna a Suo figlio un sacco di cose non vedo perché non insegnare anche a dire di no a richieste sconvenienti o addirittura pericolose.

Legga qui: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/2138-abuso-sessuale-sui-minori-e-sue-connotazioni.html

e anche: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Saper dire di no è un'abilità sociale molto importante, anche per un bimbo di sei anni. Può creare giochi e situazioni col Suo bimbo per insegnargli tutto ciò.

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Probabilmente l'unica cosa che ho capito è questa e cioè che nonostante i miei gravi traumi dell'infanzia ( ma non so come io abbia fatto) ho cresciuto un bambino con un'autostima oserei dire eccessiva. Intanto però vedo che i genitori di un mio amico che mandavano il figlio a 4 anni all'asilo da solo (sic!) e che quando tornava a casa doveva cuocere pure la pasta (a 4 anni!!) per farla trovare pronta ai genitori che di lì a poco sarebbero rincasati da lavoro, hanno ottenuto risultati strabilianti in fatto di educazione e maturità, tanto che il figlio durante il tragitto asilo-casa non volle accettare neppure un passaggio in auto da parte dello zio che conosceva benissimo! Mio figlio invece è molto furbo e nonostante io gli abbia insegnato a dire di no da quando era in fasce, lui, quando gli va disattende tale regola e poi, poichè sa che io disapproverei, risolve tutto non parlandone. Non so come fare
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

ho riletto il consulto precedente e vorrei chiederLe se ha poi seguito i consigli dei miei Colleghi? Perché non si occupa della Sua sofferenza in modo da poter essere più serena come mamma?
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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Perchè potrei essere più serena, certo, ma molte volte il ragionamento logico-matematico la vince sul resto. Questo per dire che anche se io fossi più tranquilla, ci sarebbero comunque le stesse probabilità iniziali di incorrere in spiacevoli situazioni, probabilità che vengono aumentate, in questo caso, dal contesto creatosi. Ecco perchè volevo capire come posso comportarmi. Intanto rinnovo i ringraziamenti per la sua assai cortese disponibilità
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Sì, ci sarebbero le stesse probabilità, che abbiamo tutti a dire il vero, ma il modo di affrontarle sarebbe diverso. Ciò che fa la differenza non è il problema ma il modo in cui ci attiviamo per risolverlo.
Per la situazione specifica ribadisco che non possiamo sapere se davvero si cela un pericolo o un semplice e ingenuo gioco.

Cordiali saluti,
[#8]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Ok, però ciò che mi ha infastidita è stato che mio figlio me lo ha raccontato solo stasera, e non stamattina quando più volte gli ho chiesto cosa avesse fatto a scuola. Inoltre non me lo ha detto chiaramente, ma farfugliava sottovoce cose del tipo "mamma sono fidanzato". Poi gli ho chiesto di ripetere e lui già era come se si fosse pentito di essersi fatto "scappare quella confessione" e si vedeva che le mie domande lo infastidivano.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Non sottoponga Suo figlio ad un interrogatorio su ciò che fa a scuola, altrimenti sarà proprio questo atteggiamento ad allontanare il bimbo. Faccia venire a lui la voglia di raccontare e poi non potrebbe darsi che il bimbo fosse un po' in imbarazzo? Magari ha appreso da qualcuno che questi sono temi che generano un certo pudore...
[#10]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Non saprei, ma il fare la mamma-amica mi mette a disagio, nel senso che se poi mi dice cose che non gradisco vorrei poter essere libera di poter disapprovare o di poterlo mettere in punizione, cose che, seguendo la teoria psicologica applicata ai cani (perchè, mi spiace ammetterlo ma da quanto ho capito vedendo altri, i figli devono avere un "capo branco" come per i cani) non sarebbe fattibile perchè anzichè far seguire un premio di rinforzo positivo dopo la "confessione", si va a dare una emozione negativa per i rimproveri o la punizione.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Scusi, ma perché non prova a resettare tutto:

- nessuno le dice di fare la mamma-amica
- i bimbi non sono cani e credo che Lei stia perdendo di vista che deve relazionarsi con una persona e non con un cane. Mi pare debba imparare a rendersi la vita più semplice, molto più semplice.

Suo marito di che parere è?
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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Mio marita conta, per caritá, ma non mi fido di ciò che mi consiglia sui figli poichè lui è il classico genitore che con i figli non gioca mai, ha sempre altre cose da fare, e se lo chiamano alla fine trovo lui che guarda il cellulare e i figli che giocano da soli... È molto calmo e mi ripete sempre che mi faccio mille problemi, ma lui, però, è il mio opposto, cioè si preoccupa solo se qualcuno muore, e non sto esagerando
[#13]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
A dire la verità Dottoressa è come se mi sentissi "schiacciata"dal peso delle scelte che comporta fare il genitore. Io non volevo figli, proprio per la mia infanzia rovinata; l'unica cosa che volevo era cercare di evitare i problemi il più possibile. Però, dopo insistenze a perdifiato di mio marito, decisi che probabilmente ero pronta a fare la mamma. Ma non era così perchè per una persona ansiosa e paranoide all'infinito come me l'ultima cosa da fare è accollarsi i problemi che possono portare i figli (di qualunque tipo essi siano). Secondo lei ne potrò mai uscire?
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Buongiorno Sig.ra.
In accordo con la mia collega io proverei a guardare l''evento' di cui è venuta a conoscenza, il presunto fidanzamento del bambino, attraverso altri canali di osservazione.
E' un fatto, il racconto di suo figlio, un fatto legato semplicemente a come il bambino lo percepisce al quale dà un suo significato del tutto da scoprire.
Tutto ciò che poi lei invece vive e prova in relazione a queste parole non è altro che una conseguenza emotiva legata a suoi pensieri, ricordi, risonanze interne con la sua infanzia, anticipazioni di un futuro che come tale è inesistente.
Perchè non fa semplicemente il genitore (e non certo l'amica) e prova a cogliere le parole di suo figlio come un'opportunità per ascoltarlo, stargli vicino, ascoltare il senso delle sue parole? Ascolti i suoi sentimenti ed insegni al suo piccolo a riconoscere i suoi bellissimi sentimenti o le emozioni (che a volte possono essere anche forti come la rabbia o la paura) e a distinguerle dalle situazioni in cui automaticamente potrebbe rispondere a richieste non adeguate.
La comunicazione è al primo posto e le punizioni, la paura di essere sgridato ecc non fanno crescere ma inibiscono e aumentano rischi di vario tipo.
Un caro saluto

Dr.ssa Daniela Benedetto
Psicologa e Psicoterapeuta EMDR Roma
tel. 3396306112 www.danielabenedetto.it
Visite in presenza e da remoto (on line)

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dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Grazie mille dei suoi consigli, Dottoressa Benedetto, li apprezzo molto. Il problema è che io non so come si faccia a stare tranquilla, in effetti non ricordo di esserlo mai stata. Il rapporto con mio marito ha iniziato ad incrinarsi da quando sono arrivati i figli ed io gliene faccio una colpa perchè non ha voluto capire che forzandomi non avrebbe ottenuto nulla di positivo, difatti i problemi fino ad allora "latenti", riemergono con forza ogni qualvolta ci sono preoccupazioni per i figli. Come faccio ad amare così tanto i miei figli e allo stesso tempo non essere felice?
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Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile Signora,
è importante che lei valorizzi ciò che sente come un limite nella sua vita di coppia e in quella genitoriale.
Credo che sia importante osservare la vostra coppia in funzione non solo del vostro legame affettivo che vi ha unito e vi ha permesso di mettere anche al mondo i bambini ma anche quelle che sono le vostre responsabilità in ambito genitioriale.
La condivisione non solo dei valori ma anche dei compiti e della presenza quotidiana a fronte degli eventi che di volta in volta i piccoli e la relazione con loro presentano.
Una famiglia si desidera in due e si mette al mondo in due. Il percorso prosegue in due al di là del rapporto d'amore tra i coniugi.
Valutate obiettivamente cosa, quanto, come ognuno di voi investe nella genitorialità al di là degli impegni lavorativi.
Parallelamente io approfondirei a livello individuale i 'traumi infantili' di cui fa cenno per comprendere quanto ora incidano sulle dinamiche di relazione attuali.
Un caro saluto
[#17]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Grazie per i suoi interventi dottoressa. Quante lacrime che ho versato al solo pensiero che un giorno i miei adorati figli andranno via di casa... Cioè soffrire della sindrome del nido vuoto già 20 anni prima credo sia davvero preoccupante, soprattutto in relazione al fatto che prima dei figli non avevo questo perenne senso di tristezza
[#18]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Dottori chiedo ancora il vostro aiuto. Poco fa mi è capitato di leggere un post a questo indirizzo

http://unamammagreen.com/i-miei-figli-dimenticheranno/

Ancora sto piangendo. Ma che mi succede? Non riesco a capire queste emozioni fortissime, direi esagerate, che provo pensando ai miei figli. Leggetelo per favore e capirete cosa provo.
[#19]
Dr. Daniela Benedetto Psicologo, Psicoterapeuta 204 5 12
Gentile signora purtroppo il video non riesco a vederlo ma mi pare di comprendere che la sua mente elabori pensieri ansiogeni riguardo al momento in cui i suoi figli spiccheranno il volo. La drammatizzazione dell'evento futuro le crea una condizione da lei definita come esagerata. Sarebbe auspicabile che lei possa lavorare su di se', magari mediante un aiuto di uno psicologo psicoterapeuta, affinché possa approfondire queste dinamiche inteapsichiche e permettersi di accompagnare i suoi figli lungo il percorso di crescita e a lei di separarsi serenamente, felice del percorso intrapreso.
Buona serata, un caro saluto
[#20]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Intanto Dottoressa grazie infinite per aver risposto a quest'ora. Non è un video, ma un commovente scritto che sento praticamente mio. Non riesco a smettere di piangere e, in tutto questo, mi chiedo se possa esistere al mondo un'altra mamma che si strugge d'amore così e che si consuma pian piano come io sto facendo.
Grazie ancora.
[#21]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Signora,
non comprendo dove sta il problema.

Suo figlio ha soltanto sei anni e dice, simpaticamente, di essersi fidanzato.

Da mamma sarei felice
Sia perché ha accesso alle emozioni, che perché mi rende partecipe delle sue emozioni.


Forse sta iper valutando la situazione.

Si goda i sei anni del bambino e stia al gioco, altrimenti corre il rischio che non le racconterà più niente...e, solitamente, da grandi saranno " altri" i racconti.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#22]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

Lei chiede: "Secondo lei ne potrò mai uscire? "

Proprio per questa ragione e perché è importante che Lei risolva le problematiche di cui ci aveva già parlato in passato, è importante che Lei possa affrontarle con uno psicologo psicoterapeuta ma non qui, dove il nostro aiuto è limitato purtroppo, ma direttamente.

Inoltre, mi permetta un'osservazione: l'amore struggente della mamma dovrebbe essere riequilibrato. Più che un amore struggente, il figlio ha bisogno di un amore sano. I genitori crescono insieme ai figli, quindi si faccia aiutare in questo passaggio difficile.

Cordiali saluti,
[#23]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Grazie per le vostre gradite risposte, e grazie per la vostra disponibilità. Vorrei capire se è sbagliato credere che un figlio possa rimanere sempre con i genitori, nel senso che se dovesse un domani verificarsi, questo dovesse essere un grave problema
[#24]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile signora,
Ha solo sei anni....

Perché pensa al domani?

Sarebbe un peccato imaginare un figlio senza una "propria" vita: famigliare, affettiva, sessuale. ...ecc..


I rapporto con i genitori sono legami forti e non si recidono nel tempo, ma cambiano per forma e contenuto.

[#25]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
Lei non desiderava bambini e li ha fatti per compiacere il compagno.
Ora è una madre che prefigura il nido vuoto e già ne soffre.
Forse è il caso di ri-equilibrare questi due poli affettivi: marito - figli.
Questa lettura ritengo possa aiutarLa:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3332-mamma-e-amante.html

Riguardo alla "fidanzata" del figlio 6enne, vorrei rammentarLe che i primi innamoramenti nascono proprio nell'età suddetta; non per tutti i bambini/e, ma per il 30% circa.. Questo lo riscontro costantemente quando - in occasione di formazione - faccio una domanda su ciò, ed alza la mano proprio circa un terzo degli adulti frequentanti.

Dove sta il problema per Lei?
Sono i sentimenti amorosi che La impauriscono?
Prefigura che il primo innamoramento sia l'inizio della fine (nido vuoto)?
Cosa teme?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#26]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Non so per quale motivo, ma questa cosa dell'essere fidanzato ha amplificato delle emozioni e delle paure che già provavo prima. L'amore smisurato per i miei figli e la paura che, per colpa delle "usanze occidentali" (ad es. favorire in tutti i modi il distacco già da piccolissimi per la nanna o per il nido) l'amore tra genitore figlio possa piano piano affievolirsi fino a diventare nulla più che un mero legame di sangue. Non so, forse è perchè io non sento alcuna mancanza dei miei genitori, nè provo amore nei loro confronti. Però vedo che anche quelli che mi circondano (ad es. mio marito) non sono affatto legati da amore verso i genitori, o almeno non da amore in senso proprio. Poi non mi spiego come io possa aver fatto a tirar su dei figli con così tanta autostima, visto che io non ne ho. Io volevo continuare "a modo mio" nella crescita ed educazione dei figli (da appena nati fino ad oggi, appena mi cercano io mi precipito da loro; non ho mai desiderato uscite, parrucchiere, pizzeria o altro che non si potesse fare insieme ai miei figli, ogni sera racconto una favola inventata da me che li fa addormentare con il sorriso sulle labbra; fortunatamente ho la possibilità di giocare con loro almeno 3 ore al giorno; sacrifico volentieri acquisti per me per comprare loro libri e giocattoli; ecc.. Mio marito in tutto ciò non passa neppure 15 minuti al giorno con i figli e non so davvero come faccia, credetemi. Io vivo per loro e se devo essere sincera, dovessi tornare indietro non rifarei la scelta di diventare mamma perchè per me fa troppo male. Se un giorno dovessero allontanarsi da me e non avere più quel rapporto che abbiamo adesso, credo che mi sentirei fallita perchè avrei sacrificato tutto (credetemi) per qualcosa che non volevo andasse a finire così. E sarà pure giusto che i figli un giorno se ne vadano via, ma non per me che avendo ben presente quanto sa essere breve la vita, in questo amore per loro ho trovato la mia unica ragione di vita.
[#27]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Sacrificare se stessi non equivale ad essere dei genitori equilibrati.

Lei è donna, moglie e mamma, non solo mamma ...

Rifletta su questi scambi ne guadagneranno anche i suoi figli.

Provi a leggere questo materiale sulla maternità



https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/2019-calo-del-desiderio-sessuale-e-nascita-del-primo-figlio.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3364-donne-mamme-acrobate.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4262-mamme-o-carriera-o-mamme-in-carriera.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/444-essere-madri-stili-e-copioni-di-maternita.html-

Ed anche questo sui nuovi equilibri tra maternità e coppia.

http://www.valeriarandone.it/interviste/234-mia-farmacia-marzo-2013/
[#28]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
<<Se un giorno dovessero allontanarsi da me e non avere più quel rapporto che abbiamo adesso, credo che mi sentirei fallita perchè avrei sacrificato tutto (credetemi) per qualcosa che non volevo andasse a finire così.<<

La Sua visione della maternità non ritengo gioverà molto ai suoi bimbi.
Sacrificare "tutto"... significa che un giorno potrebbe "presentare loro il conto", nel momento in cui - se crescono bene - sarà giunto il momento che se ne vadano, verso una vita autonoma .

"SE" dovessero allontanarsi da me, Lei dice...
Le auguro che ciò accada; un figlio rimane con la madre quando è disabile, impaurito, malato.
Al contrario, quando il genitore "diventa inutile" significa che ha adempiuto adeguatamente al proprio ruolo e funzione facendo sì che il figlio cammini nel mondo con le proprie gambe, come avviene del resto in tutto il mondo vivente.
E allora rimane "solo" l'amore, non la funzione o il ruolo.

<<in questo amore per loro ho trovato la mia unica ragione di vita.<<
Fin che è in tempo, provi ad individuare qualche altra "ragione di vita", al fine di rendere il rapporto con loro più equilibrato.



[#29]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Davvero grazie per le vostre risposte e per i vostri spunti di lettura. Dunque sto sbagliando, direi quasi tutto... Ma come si fa a cambiare se credo davvero in ciò che faccio? Racconto un episodio: primi giorni di scuola, quasi tutti i bimbi piangono. La maestra chiede ai genitori di restare per un pò per far calmare i piccoli. Dopo 2 minuti rimango solo io (gli altri genitori hanno lasciato lì i loro figli in lacrime e si sono "dileguati"). Mi chiedo: a questo punto, cos'è giusto? Non comprendo i limiti del mio e dell'altrui agire nei confronti dei figli. Se la mamma deve essere una persona che non risponde sempre ai bisogni dei figli, che li lascia piangere disperati, che pur potendo stare con loro preferisce fare altro, che non ritiene giusto dover giocare con loro perchè solo i bimbi devono giocare, che li costringe ad una socializzazione forzata, che ritiene che il suo compito sia assolto nel momento in cui veste e sfama un figlio, allora io non sono una mamma. Perciò come posso definirmi?
[#30]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Lei mette insieme comportamenti adeguati e non, in una specie di minestrone.

Le suggerirei di accogliere l'invito della Collega per qualche colloquio psicologico.
Le tematiche che Lei porta sono talmente importanti da andare oltre le possibilità online.

Un curiosità: ha letto le letture consigliatele? Ce ne dà riscontro?

Saluti cordiali.

[#31]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Una mamma, se pur difficilissimo da fare, dovrebbe facilitare il distacco, l'integrazione e l'individuazione...

Se ci sarà sempre lei che consolerà, che non farà fare loro degli sbagli, che gli organizzerà il gioco e che li soccorrerà ....non saranno mai in grado di farcela da soli.

Lei c'è e ci sarà sempre, ma mantenendo la giusta distanza.

Legga le letture e se desidera ne riparliamo
[#32]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Anzitutto grazie di cuore per la vostra disponibilità. Mi ritrovo in molti punti dei vostri articoli, tra gli altri e nello specifico:
- nell'articolo della dott.ssa Brunialti "mamma e amante" ho riscontro dei problemi derivanti da una maternità per compiacere altri (mio marito) e poi nell'interposizione dei figli al marito;
- negli articoli della dott.ssa Randone "donne,mamme,acrobate" mi ritrovo soprattutto nel fatto che spesso la mia maternità è accompagnata da feroci sensi di colpa, infatti quando i miei figli mi chiedano di giocare non riesco a dire di no se non quando davvero impossibilitata a farlo, perchè so che questi momenti non torneranno più.
Mi faccio sempre le stesse domande, ma senza mai trovare una risposta esaustiva e soddisfacente. Osservo molto le altre mamme e spesso mi chiedo: fino a che punto è considerato giusto rispondere ai loro bisogni. Quasi sempre mi capita di sentire mamme dire: "odio la domenica e le vacanze estive perchè i figli ti stanno sempre tra i piedi". Io in queste occasioni devo sempre far finta di essere d'accordo con loro perchè (mi è già capitato) se io dovessi dire la verità, e cioè che non vedo l'ora che arrivi la domenica per stare di più con loro, che vorrei ci fossero più vacanze, ecc.., loro mi guarderebbero come si guarda un folle. Io davvero non capisco come fare, forse dovrei ( ammesso che ci riuscissi mai) diventare più egoista?
[#33]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Potrebbe andare in consultazione, uno psicologo l'aiutera nella disamina complessa di quello che abita in lei e le impedisce di essere più equilibrata
[#34]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Posso chiedervi cosa (rispetto a tutto ciò che vi ho scritto) io faccio di giusto nel rapporto con i figli? Vorrei avere un vostro gentile parere, grazie
[#35]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
ci chiede di "leggere" nelle Sue parole e di darne un giudizio.
Ma ciò non è proprio possibile.
Solo di persona, nell'interazione terapeutica, è possibile comprendere azioni e pensieri di una mamma (o di una persona, più in generale).

[#36]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Va bene. Grazie mille di cuore a tutti per aver dedicato il vostro tempo a rispondere ai miei quesiti,grazie grazie grazie
[#37]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Non trattasi di giusto o di sbagliato, ma di qualcosa che non fa stare bene né lei né i suoi figli....


Gli psicologi non giudicano, ma aiutano

Auguri per tutto
[#38]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Lieti se Le siamo stati utili.

[#39]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
E proprio mentre intravedevo uno spiraglio di positività, ecco che mi piomba addosso un'altro problema. Chiedo scusa se torno a scrivervi ma stavolta sono davvero arrabbiata. Mio figlio torna da scuola e SOLO nel pomeriggio mi dice "la mia fidanzata è un pò stupida perchè si fa toccare da me". Alchè io (mordendomi mille volte la lingua) gli ho chiesto con calma ulteriori specifiche, sperando di aver capito male, e invece no, avevo capito benissimo!!! Lui le tocca le parti intime!! A 6 anni e senza mai aver assistito ad alcuna scena di sesso nè dal vivo nè in tv! Sono davvero amareggiata, dopo aver fatto di tutto dall'età di 3 anni che gli ripeto che le parti intime sono una cosa preziosissima e personale e nessuno deve permettersi di toccarle. Gli ho detto che assolutamente non deve farlo mai più e che deve rispettare le persone e non permettersi in nessun modo di sfiorare gli altri, maschi o femmine che siano. Ma si può?! Sono arrabbiata nera perchè io queste cose non me le sognavo neanche, anche perchè se mi fossi comportata male mio padre mi avrebbe massacrata di botte. Allora mi vien da pensare: devo fare anch'io così?? Secondo voi che devo far adesso? Devo parlare con le maestre affinchè tengano d'occhio ed impediscano queste assurde situazioni? VI PREGO AIUTATEMI PERCHE' TRA UN PO' DO' DI MATTO
[#40]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile mamma,

tra i 3 e 6 anni la curiosità per le zone intime - scoperte da poco nella loro differenza tra maschi e femmine - è davvero forte e naturale. E non da oggi; quasi tutti gli adulti ricordano maschietti che per scherzo abbassavano le mutande alle femmine o che curiosavano nei bagni.

La presenza vigile dell'adulto fa sì che queste curiosità non trascendano in toccamenti invasivi del corpo dell'altro/a, anche se consenziente visto che può avere le stesse curiosità.
Parlare - senza drammatizzare - con la maestra dei comportamenti del proprio figlio è una buona idea.

Nel contempo però il bambino deve ricevere informazioni serene sulle differenze corporee M/F.
Se egli non ha a disposizione una mappa (libretto con immagini, letto assieme a Lei) è logico che vada ad esplorare "il terreno" direttamente.

Al proposito Le consiglio, di Perrotta Giommi, Educazione sessule per piccolissimi, Ed Mondadori.





[#41]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Provi a leggere questa lettura.

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1311-la-sessualita-dei-bambini-spaventa-i-genitori.html

In ogni caso non è detto che dica la verità...
Possono essere fantasie, carezze non sessuate...
Non amplifichi in funzione del suo vissuto, botte ed insegnanti controllanti non credo siano indicati.
[#42]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Grazie per le celeri risposte. Lui la differenza tra maschio e femmina la conosce perchè ha una sorellina più piccola e lui è presente quando le cambio il pannolino ed ad ogni sua curiosità ho sempre risposto adeguatamente all'età ma senza equivoci, quindi escludo che possa essere una pura curiosità perchè conosce le differenze tra maschio e femmina. Io ci vedo malizia, e non capisco proprio da dove l'abbia presa, giacchè quando me lo dice lo fa con vergogna. Se fosse un gioco lo direbbe serenamente. Sono davvero esausta ogni giorno un problema
[#43]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Legga la lettura, troverà parecchi spunti su come gestire questa situazione normalissima....
[#44]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Si l'ho letta, e la trovo molto interessante e veritiera. Il punto però è che se non insegno a mio figlio che prima del "piacere" viene il rispetto, non si andrà mai avanti. Lui, soprattutto perchè maschio, deve imparare prima che a soddisfare le proprie esigenze, a rapportarsi verso il prossimo con rispetto e dignità e ricercare anzitutto un approccio "sociale" e non di mero "comodo". Non so ma io con il maschio sento una grande responsabilità per un futuro delle donne più libero e dignitoso
[#45]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
Da dopo che mi ha confessato l'accaduto mi ha visto un pò "fredda", e adesso ha detto che è triste perchè l'ho sgridato. Io non ho ancora capito come devo comportarmi
[#46]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Proseguendo così corre il rischio di danneggiarle la sua spontaneità, la sua affettività e la sua futura sessualità.

Si faccia aiutare da un nostro Collega se visu, per trovare la giusta distanza affettiva ed educativa

Online non è possibile fare altro.
[#47]
dopo
Attivo dal 2013 al 2019
Ex utente
ok grazie
Disturbi di personalità

I disturbi di personalità si verificano in caso di alterazioni di pensiero e di comportamento nei tratti della persona: classificazione e caratteristiche dei vari disturbi.

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