Ansia e disturbi gastrici

Buongiorno. Da ormai 3 mesi sono in uno stato psico-fisico che nemmeno io riesco a spiegare.
Tutto iniziò venendo da una forte fase di stress lavorativo, ma ciò non mi aveva mai spaventato e anzi, ho sempre svolto con impegno e grande volontà qualsiasi mansione. All'improvviso, inspiegabilmente, accusai disturbi gastrici con inappetenza e nausea importante, spesso anche diarrea. Ma la cosa non mi spaventò più di tanto perchè i sintomi assomigliavano parecchio ad una normale gastroenterite. Poi invece mi accorsi che questi sintomi stavano andando troppo oltre, una settimana, due, tre.. no, non era un virus, ma qualcosa di più. A tutto ciò si attivò ulteriore ansia (sono già particolarmente ansioso di mio, immaginatevi dopo qualche settimana di disturbi fisici). La nausea era diventata talmente presente da non farmi più mangiare, iniziai a perdere peso. La voglia di dormire, di piangere e di lacerarmi dentro pensando di avere le più svariate patologie. Così, in poco tempo chi mi stette accanto decise di iniziare a sottopormi ad una serie di esami. Esami del sangue, ecografia addominale, fisioterapista (cervicale), gastroscopia, niente che potesse giustificare quel senso di inappetenza e nausea così persistente e debilitante. In realtà un'accenno di gastrite antrale e un leggero reflusso, ma a detta del gastoenterologo assolutamente niente di che.
Così la voglia di correre ai ripari anche per il mio stato di salute mentale. Sono attualmente in cura da una psicoterapeuta e sono ad appena due sedute, ma i pianti e lo star male fisico non mi abbandonano. La prossima settimana correrò nuovamente ad esami diagnostici per valutare se qualche nervo possa interferire con tutti questi sintomi, infatti a causa del mio lavoro soffro in particolare di disturbi cervicali, ma attualmente... nulla giustifica, se non probabilmente la mia ansia che accorgo stia lavorando parecchio, il mio quadro attuale.
Davvero l'ansia può arrivare a debilitare così tanto una persona? Escludendo patologie organiche, la psicoterapia può far finalmente scemare o ridurre questo senso di visione buia, priva di gioie, alternata a brevissimi momenti euforici, derivati da una sintomatologia a livello gastrico priva di fondamenta?
Un'altra cosa assai debilitante? Il fatto di avere a che fare con innumerevoli eruttazioni, come se ad ogni pasto avessi fatto il cenone di Natale.
Immaginate inoltre di essere seduti a tavola, guardando il piatto, avresti tutta la voglia di mangiare, dentro di te la voce continua a ripetere "fino a qualche mese fa mangiavi i tavoli, ora fatichi a finire un primo, non hai niente a livello di stomaco, mangia!!", ma alla fine ti riduci a tal punto che mangi gran parte del contenuto a sforzo, perchè ti rendi conto che serviranno poi le forze. Spero che possa trovare anche in voi un punto di forza per reagire, grazie!!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Sono attualmente in cura da una psicoterapeuta e sono ad appena due sedute, ma i pianti e lo star male fisico non mi abbandonano.>

Gentile Ragazzo,
due sedute sono davvero pochissime per apprezzare benefici da un percorso psicoterapeutico, dunque si affidi alla sua curante per curarsi a dovere, senza naturalmente trascurare le cure mediche del caso ed eventuali altre indagini se prescritte dal medico.

In linea generale l'ansia si esprime in molti modi anche con somatizzazioni o sovrapporsi a un disturbo organico peggiorandolo.
Le preoccupazioni poi non fanno altro che alimentare sintomi e ansia.

Continui dunque con fiducia il percorso appena iniziato per far fronte in modo efficace ai suoi disagi.

Legga qui
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1064-quando-il-corpo-va-in-ansia-i-sintomi-fisici-dei-disturbi-d-ansia.html

Cordialità

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie dottoressa, il link che mi ha consigliato di leggere mi ha "immerso" in quello che sto sostanzialmente vivendo. Mi rendo conto che l'ansia lavora forse soprattutto quando ci sentiamo apparentemente rilassati ma non è così, infatti è raro che durante la giornata abbia momenti di tranquillità e distaccamento da pensieri negativi e di conseguenza dai miei sintomi!
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Certo, poiché essendo ansioso lei continua a rimuginare, occorre lavorarci sopra.
Dai disagi di natura ansiosa si può uscire anche in tempi non necessariamente lunghi con i trattamenti appropriati, come ad esempio le psicoterapie attive e focalizzate.


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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Aggiungo qualche parola al parere della collega Dott.ssa Rinella che condivido.
La Sua ansia e' molto somatizzata e un particolare lo indica: le eruttazioni.
Esse dicono che mentre mangia, a causa probabilmente di fretta o di tensione inconsapevole, Lei "ingoia" aria. E indubbiamente cio' le crea fastidio allo stomaco che, riempito in modo rapido di aria, non riesce piu' ad essere ricettivo al cibo.
Mangia in modo tranquillo? In un ambiente idoneo? Concetrato sul pasto? Oppure discute, si guarda intorno oppure riflette su dei problemi?
Che ne pensa?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
dopo
Utente
Utente
Ho sempre mangiato di fretta, la mia concezione di pasto non è mai stato grande sinonimo di tranquillità, sono abituato a consumare il piatto in breve tempo. Ma tutto questo non mi ha mai creato grossi problemi... o almeno, probabilmente fino a pochi mesi fa. Mangio quasi sempre in compagnia, a casa, e adesso ormai raramente nei ristoranti e/o luoghi affollati. Durante il pasto rifletto su mille problematiche, soprattutto sulla mia situazione attuale. Spesso purtroppo questa cosa mi porta ad associare il pasto ad un momento non più piacevole. Eppure ripeto, è stato un passaggio rapido : mangio tanto, bene e con grande piacere (ero particolarmente ingrassato ma non mi preoccupava la cosa) --> non riesco a mangiare ma ho fame, mi sforzo e mi rendo conto di doverlo fare per reggermi in piedi. Non ho un rifiuto del cibo, anzi.. ho sempre amato la buona tavola, solo che non riesco perchè nausea e inappetenza mi accompagnano per quasi tutta la giornata. Ma ripeto, cause organiche al momento non sembrano essercene.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Durante il pasto rifletto su mille problematiche, soprattutto sulla mia situazione attuale...questa cosa mi porta ad associare il pasto ad un momento non più piacevole> Appunto, mentre focalizzare l'attenzione sul momento presente, anziché rimuginare, aiuterebbe.

In ogni caso è alla sua terapeuta che deve esporre ogni cosa dato che la segue direttamente, diversamente da noi.

Cordialità
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