Valium gocce e disulfiram

Buongiorno,
ringrazio anticipatamente chi vorrà rispondere.
Sono una collega specializzanda in (...).
Una domanda veloce: sto assumendo da tempo il disulfiram per un problema (ovviamente) di alcolismo.
Mi è stato prescritto anche il Valium, che ho trovato in farmacia solo nella formulazione in gocce. Dal momento che questa contiene etanolo (anche se in bassissime quantità), è possibile una reazione con il disulfiram?
Grazie per l'attenzione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

In altre parole lei assume il disulfiram ma anche il valium. Mi sfugge però la logica di questo. Il valium si usa nella gestione dell'astinenza, dopo di che parte la terapia con disulfiram, quindi perché prescrivere il valium a questo punto ?

Tecnicamente sì, qualsiasi fonte di etanolo, in maniera proporzionale alla quantità di etanolo che entra, può produrre una reazione

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore per la pronta risposta.
Sospettavo non fosse il caso di assumerlo, mi interessava però l' opinione di uno specialista.
Il Valium è stato prescritto per la gestione dell'astinenza (come dice giustamente lei) e poi mantenuto; i due farmaci (valium e disulfiram) sono stati introdotti contestualmente (assieme ad altri).
Lei ritiene quindi che la prescrizione del disulfiram sarebbe invece dovuta avvenire in un secondo momento?


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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

banalmente per la possibile interazione (anche se stiamo parlando di quantità di alcol piccole, non dell'assunzione di alcolici come bevanda) è opportuno separare i due momenti, ma soprattutto il valium non necessita di essere mantenuto, è ridotto e scalato fino alla sospensione con la dovuta gradualità.
La terapia fondamentale per l'alcolismo, se è il disulfiram, può essere inserita quando l'alcol non c'è e l'astinenza è superata. In teoria la prova la reazione "tossica" col disulfiram dovrebbe essere fatta proprio sotto controllo medico in maniera "lieve". Se questo non accade si attende che accada in occasione delle ricadute, e a seguire si instauri il meccanismo di "avversione".
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Utente
Utente
Gentilissimo dottore,

grazie per l'esauriente risposta, ho capito perfettamente.
Il valium è sempre stato assunto in compresse (quindi non c'è mai stato pericolo di interazione), solo in questi giorni (essendo fuori città) si è presentato il problema della formulazione in gocce, da qui la domanda del mio primo post.
Il farmaco è stato mantenuto perché ho anche un problema di abuso (dipendenza?) da benzodiazepine, quindi si è ritenuto opportuno procedere ad uno scalaggio estremamente graduale ed in tempi piuttosto lunghi.
L'astinenza "fisica" è senz'altro (al momento attuale) superata (ed è stata gestita in regime di ricovero); parimenti le ricadute in passato ci sono state e sono state numerose (purtroppo).
Non ho mai sperimentato la reazione "tossica", se e quando decidevo di bere semplicemente buttavo il disulfiram.
Ad oggi sono circa due mesi di assunzione del farmaco e astinenza assoluta.
La ringrazio di nuovo.

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dopo
Utente
Utente
Gentilissimo dottore,

mi perdoni se abuso della sua pazienza e competenza.
Approfitto della sua disponibilità per chiederle un parere circa la mia attuale terapia.
Premetto che la diagnosi (che in un primo momento fu di disturbo bipolare "minore") è ad oggi quella di un disturbo depressivo maggiore ricorrente associato ad alcolismo (dipendenza).

La terapia è la seguente:

Fluoxetina 20 mg 1 cp la mattina
Tegretol RM 400 mg 1 mattina e 1 sera
Campral 1 cp mattina, pranzo e sera
Disulfiram 200 mg 1 mattina e 1 sera
Baclofene 25 mg 1 mattina 1 pranzo 2 sera
Valium 10 mg mattina, pranzo e sera
Seroquel RP 200 mg 1 cp sera

Si è giunti a questo schema dopo innumerevoli tentativi.
Che ne pensa?
Grazie ancora.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

La terapia è sempre quella di un disturbo bipolare minore però. E statisticamente parlando la diagnosi più probabile associata all'alcolismo è questa.

Ci sono tre terapie anti-alcolismo:

il campral è sottodosato (ha una dose standard, così è sottodosato, non si prevede che funzioni)
il disulfiram può essere utile se somministrato da altri in maniera controllata.
Il baclofene è una cura possibile.

Ci sono dei farmaci stabilizzatori (ovvero antibipolari) che hanno dimostrato utilità nei casi combinati con l'abuso alcolico, e che andrebbero quindi presi in considerazione (analoghi al tegretol, che però non ha mostrato utilità al di fuori della sindrome d'astinenza).

Il valium è invece (a parte la dose piccola) un residuo di cui non si capisce il senso.
[#7]
dopo
Utente
Utente
Grazie infinite dottore per la risposta. Chiarissimo.

Mi sembra di capire che lei ritenga la terapia senz'altro "migliorabile".

Per quanto riguarda la diagnosi non so, le ho riferito quel che mi è stato detto.
E' possibile che abbia ragione lei, io da tempo ho imparato, pur essendo medico, ad esimermi da qualunque ipotesi; dopo anni di calvario mi limito ad affidarmi e sperare si sia imbroccata (a livello diagnostico) la strada giusta, o quanto meno una terapia che mi dia un po' di sollievo (ancora non ci siamo, purtroppo).

Mi incuriosisce molto il discorso degli stabilizzatori utili nell'abuso alcolico, mi rendo però conto che non può indicarmeli; posso solo dirle che ho in passato assunto Gabapentin, Lamictal e i sali di litio, oltre a praticamente tutti gli antipsicotici atipici. Sempre con effetto assolutamente "neutro", ovvero nessun effetto collaterale e nessun beneficio.

Sul dosaggio del campral chiederò lumi al mio psichiatra.

Il valium è ancora lì, forse impropriamente, perché è per me impossibile concepire anche solo l'idea di eliminare l'alcol e al contempo le benzodiazepine.

Grazie ancora per la gentilezza e competenza.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 991 248
Gentile utente,

Il gabapentin è un esempio, dipende anche dalla dose, mentre ad esempio per il litio è noto che non funziona nei bevitori come antimaniacale, e non sembra che riduca il consumo di alcol.

Una revisione della letteratura un po' datata ma disponibile on line è http://www.gipsicopatol.it/issues/2005/vol11-3/maremmani.pdf


[#9]
dopo
Utente
Utente
Moltissime grazie dottore, ho letto e trovato l'articolo davvero interessante.
In effetti ho assunto anche l'acido valproico per un periodo (scusi se ho dimenticato di menzionarlo).
Non le rubo altro tempo e di nuovo la ringrazio.
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