Problemi di memoria, concentrazione, autostima

Salve, sono una ragazza di 22 anni e vorrei parlare di alcuni problemi che credo di avere, nella speranza che possiate indicarmi i passi da prendere per affrontarmi al meglio (per esempio se andare semplicemente da uno psicologo o se effettuare qualche altra visita).
Da sempre, anche da piccola, ho grossi problemi di memoria, una limitata capacità di concentrazione e affollamento di troppi pensieri che limitano le mie capacità intellettive, tutte cose che spesso dagli adulti nella mi vita sono spiegati con "pigrizia", ma che credo dipendano da altro e non so come affrontare, tanto che mi hanno appena portata alla rottura col ragazzo con cui stavo da più di 5 anni, cosa che mi ha spinto definitivamente a chiedere aiuto.
Faccio qualche esempio per spiegarmi meglio, sia "in piccolo" (spero non sembrino ridicoli) che "in grande":
- Quando a vado a fare la spesa senza la lista sono completamente persa, e anche con questa devo continuamente scorrerla perché man mano che la leggo la dimentico, specie se è scritta in maniera confusionaria.
- Quando in un testo manca la punteggiatura, è scritto tutto maiuscolo, a caratteri troppo grandi o troppo fitti, la lettura mi diventa così difficile da dover leggere molte volte prima di riuscire a capire, a volte così tanto che rinuncio.
- Anche se un testo è scritto bene, quando ho diverse preoccupazioni in testa mi risulta praticamente impossibile capire quello che leggo: capisco le singole parole, ma non riesco a unirle nelle frasi per capire il significato totale. Questo mi è successo spesso nello studiare per degli esami, portando ovviamente a scarsi risultati.
- Spesso ho la sensazione che penso a troppe cose tutte insieme, con il risultato di non riuscire a esprimerne bene neanche una: il mio cervello va in tilt e se cerco di parlare non ci riesco proprio.
- Quando cerco di concentrarmi su qualcosa (es. trovare lavoro) sono presto sopraffatta dallo sforzo e dalla situazione, e mi ritrovo a divagare e quindi a fallire. Questa tendenza è stata una delle maggiori cause della rottura col mio ragazzo, per quanto cerchi di cambiare e di "combinare qualcosa" finisco sempre da capo, con grandi ripercussioni sull'autostima: sono arrivata a credermi una persona "sbagliata" e a pensare che non dovrei esistere, e per quanto non voglia arrendermi è difficile.
Avrei voluto fare esempi più concreti, ma per il momento non mi vengono in mente. Aggiungo anche che ho sempre problemi a sentirmi a mio agio con gli altri, mi sento continuamente esaminata e non essendo espansiva fatico ad interagire, anche se sono anche molto ironica e non "musona" come posso sembrare ora.
So che sicuramente mi sarà utile essere seguita da uno psicologo, ma possono esserci anche cause più fisiche (es. ADHD)? Ci sono altre cose che posso dirvi per aiutarvi a "inquadrarmi", e quindi sapermi guidare meglio nel mio percorso per una vita più sana e tranquilla?
Grazie anticipatamente e scusate il papiro, ma è da tanto che mi tengo queste cose dentro.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, penso che sia opportuno che Lei , anche attraverso il suo medico di base, prenda contatto con un Collega de visu , il quale vedendola, interagendo con Lei, e chiarendo molti aspetti della sua vita che qui non conosciamo, possa decidere se fare o no un incontro con un neurologo.. mi domando , coi limiti del mezzo che utilizziamo, cosa fa, con chi vive, che famiglia , che educazione , che adolescenza ha avuto ??
Non siamo delle isole, ciascuno di noi porta con sè la propria storia , determinante anche se sembra lontana, noi qui leggiamo solo l'elenco delle cose e dei momenti che la preoccupano.
Mi sembra molto ansiosa, preoccupata di sbagliare.. contesto molto severo ed esigente ?
Cerchi di seguire questo consiglio , deve attivarsi Lei , per avere più serenità , aspettative e sogni realizzabili..
Ci riscriva se crede, saremo molto contenti di aiutarla.. Intanto calma e cerchi di volersi bene..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
Concordo con la mia collega Dott.a Muscara' circa le perplessita' che esprime.
Da quanto ci riferisce sembra che le Sue difficolta' siano basate su fattori emotivi.
Esistono dei test psicometrici che possono rispondere nel dettaglio alle sue domande, ma prima di effettuarli, comunque dietro una prescrizione psicoterapeutica suffragata da dati obiettivi, occorre assicurarsi dell'esigenza di effettuarli, perche' la prima causa delle difficolta' di "ripescaggio" dei dati mnemonici e' la "difficile/impossibile" scrittura dei dati in memoria dovuta a cause emotive.
La prima discriminazione va quindi operata a tale livello.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Attivo dal 2013 al 2017
Ex utente
Grazie delle risposte! Ora che ho cominciato a parlarne mi sembra che ci siano così tante cose da dire che non riesco a fare un discorso lineare.
Parto dalla mia famiglia e dalla mia educazione: ho vissuto in un ambiente molto confusionario e disordinato, e forse questa confusione non mi ha aiutata. Con mia mamma ho un rapporto complicato, credo che anche lei abbia problemi simili ai miei e non abbia mai saputo affrontarli, e ho sempre paura di diventare come lei: le voglio bene ed è una persona intelligente, ma è molto ansiosa, impulsiva, distratta, eccessivamente protettiva, e molto poco razionale. Quando si offende per qualcosa è capace di non parlarti per un giorno intero e fa molto la vittima, ma allo stesso tempo credo sia la persona più solidale che conosco, non è capace di non aiutare chi è in difficoltà.
Mio papà mi somiglia molto nel temperamento tranquillo e un po' timido, ma non ha mai saputo partecipare molto attivamente alla mia educazione in generale: credo che anche lui abbia problemi a rapportarsi negli altri e sia molto insicuro, e anche se da piccola ho sempre preso per oro colato qualsiasi sua opinione, col tempo mi sono resa conto che neanche lui poteva rappresentare un punto di riferimento affidabile.
Nel complesso ho avuto un'educazione abbastanza "libera", forse un po' troppo - se da una parte sono diventata comunque una figlia poco incline alle bugie perché non "spaventata" dai genitori, e con buoni valori (tolleranza e rispetto per il diverso, ad esempio), dall'altro credo che la mancanza di ordine, e in un certo senso regole, nella mia vita mi abbia resa poco preparata al resto del mondo, e forse la confusione dell'ambiente si è tradotta in confusione nella mia testa (questo me l'ha fatto notare il mio ragazzo).
Ho anche un fratello più grande, ma è andato presto via di casa e non siamo più vicini e a nostro agio come sono in genere i fratelli. Vorrei tanto recuperare il rapporto, ma ogni volta che parliamo mi sento a disagio, si sente che non viene naturale a nessuno dei due.
Sono stata un'adolescente insicura, ho una migliore amica storica che è sempre stata accanto a me e a cui voglio tantissimo bene, ma facevo (e faccio) fatica a rapportarmi coi coetanei, anche perché vivevo in un paese dove la mentalità media è un po' più ristretta e "cattiva" della mia (razzismo e pregiudizi in generale, tendenza al bullismo) e in cui mi sono sempre sentita un pesce fuor d'acqua.
Per quanto riguarda la memoria, vorrei aggiungere una cosa: mi rendo conto di avere dimenticato periodi interi della mia vita, anche a distanza di solo qualche anno e su cose importanti come la storia col mio (ex)ragazzo, o sulla mia vita prima di andare via di casa (3 anni fa sono andata a convivere con lui in un'altra regione dopo 2 anni di storia a distanza). Queste specie di vuoti mi fanno un po' di paura, ma quando ne parlo con qualcuno vengono sempre minimizzati, un po' come tutto. Faccio fatica a parlare anche coi medici proprio per questo, non sono mai stata presa sul serio e ogni volta che mi sento considerata paranoica ci rimango male, perché io vorrei semplicemente cominciare a vivere meglio: cerco sempre di migliorarmi e di affrontare le mie paure, ma dopo un po' vengo sopraffatta e riparto da capo, e oltretutto le rare volte in cui provo a parlarne il cervello mi si blocca, mi agito e non riesco a dire tutto quello che vorrei.
Mi rendo conto di tutte queste cose, e anche del fatto che c'è chi sta peggio di me, ma non riesco a uscirne, e per quanto non voglia arrendermi ormai sto cominciando a partire sempre dal presupposto che non ce la farò. Non capisco se i miei problemi di insicurezza abbiano causato gli altri o viceversa, o un po' tutt'e due.
Mi sembrava l'ora di parlarne, e farlo per iscritto mi ha aiutata: ovviamente so che il prossimo passo dev'essere parlare con uno psicologo in carne ed ossa, ma la cosa non sarà possibile per un po' (devo trasferirmi e non ho ancora deciso dove andare) e avevo bisogno di liberare un po' la mente dopo questa rottura che mi sta facendo soffrire molto.