"Blocco dello studente"?

Salve, scrivo perchè sostanzialmente, non so cosa mi prenda. Ho sempre studiato con piacere. Mi piace organizzare lo studio: suddivido il lavoro in base ai giorni che ho a disposizione. Leggo tutto il materiale di studio e sottolineo a matita. Rileggo e sottolineo con vari colori le parole chiave, prendo appunti a margine, creo piccoli schemi ove necessario. Ripeto. Nel ripasso sono sempre stata incostante: lo rilegavo sempre alla fine, spesso non ricordavo nulla di quello che avevo studiato e dovevo fare due interi cicli di ripasso. Comunque anche così me la sono cavata con una bella media alta. Ora però mi ritrovo a buttare pomeriggi interi fissando il libro, senza riuscire a leggere nemmeno una parola. Sto preparando anatomia patologica (studio medicina), e tutti gli studenti della facoltà si sono accuratamente preoccupati di fare quello che io chiamo "terrorismo psicologico" perchè già l'esame di per sè è lungo e complesso, ma il prof sarebbe particolarmente accanito. Non pensavo che questo mi avrebbe condizionata, e se invece lo stesse facendo? Non lo so. Uff che nervoso. Ho paura che alla fine di questi mesi in cui studierò questo immenso tomo, non mi ricorderò nulla e che avrò sprecato tempo e che ci impiegherò un'eternità a passare questo esame, molto piu di quello che ci mette uno studente medio. Non ho nessun amico con cui studiare e che magari mi spinga a farlo. Come posso ritrovare la forza per mettermi a studiare? Ormai il senso di colpa e il rimorso mi bloccano sempre di piu, cerco di scappare sprecando sempre piu tempo in sciocche attività che non mi fanno pensare, e quando provo a studiare non concludo nulla e mi distraggo volontariamente. Se inizio procedo a rilento e sento che il tempo che ho a disposizione, sempre minore, mi schiaccia. Le sera sono carica di energie e mi ripeto che finalmente domani sarà il giorno giusto, che con tutte le forze che ho e la buona volontà, finalmente studierò. Ma poi ovviamente non si verifica. Non so come affrontare questa situazione e come uscirne. Grazie, buon sabato.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazza,
capita che un esame risulti particolarmente ostico e impegnativo.
Credo che il terrorismo psicologico di cui parla abbia concorso a detrminare in lei uno stato di preoccupazione e pensieri negativi sull'esito futuro.

<Ho paura che alla fine di questi mesi in cui studierò questo immenso tomo, non mi ricorderò nulla e che avrò sprecato tempo e che ci impiegherò un'eternità a passare questo esame>

Lo studio richiede mente sgombra da pensieri e preoccupazioni, cosa che sembra non le stia accadendo date le premesse con le quali si affaccia nel preparare questo esame. Sembra evidente poi che non riuscire a concentrarsi e dunque studiare con profitto la faccia sentire al punto di partenza o quasi...così il tempo preme e l'ansia si fa strada distogliendola dallo studio e facendole procrastinare i suoi programmi.

Provi a leggere qui può trovare alcuni utili spunti
http://www.polimi.it/fileadmin/user_upload/Studenti/Spazio_ascolto/studiare_bene.pdf

Un grande in bocca al lupo



Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

se già l'esame è duro di suo e anche i compagni di corso "aggravano" lo scenario con il "terrorismo psicologico" come dice bene lei certo non aiuta, ma sembra che questo piuttosto che spingerla a studiare di più, invece sembra atterrirla, quasi come se si fosse già convinta che non ce la farà, visto che tutti dicono che l'esame è difficile e anche il professore non scherza allora vuol dire che non ce la posso fare, forse per questo tende a distrarsi, quasi a mollare la presa, ad "arrendersi" e ad alimentare sensi di colpa verso se stessa.

Magari è solo un momento e piuttosto che "perdere" le giornate a rimuginare sul fatto che dovrebbe studiare, ma poi non ce la fa, e si sente ancora peggio, stacchi, si prenda uno/due giorni e faccia tutt'altro.

Potrebbe sembrare una perdita di tempo, ma talvolta può aiutare a ri-ossigenare la mente e poi a riprendere con più energia.

Per i compagni di studio, se non ci sono si potrebbero trovare e potrebbe essere lei stessa a chiedere di studiare insieme. Cosa ne pensa?

Inoltre vedo che è un po' sottopeso e ciò potrebbe toglierle energie e incidere su questa mancanza di voglia e concentrazione.

Cordialmente

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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Dr.ssa Rosa Riccio Psicologo, Psicoterapeuta 247 5 14
"Non so come affrontare questa situazione e come uscirne."

Gentile ragazza, sembra che superare questo esame e superarlo bene sia una cosa molto importante per lei. Così importante da essere quasi un imperativo. Come mai? Sembra quasi che non possiamo permetterci di essere improduttive nello studio (cosa che, in realtà a volte accade a tutti) e dunque alla fine di una giornata di studio siamo così preoccupate di dare un "voto" alla nostra produttività che questa stessa preoccupazione ci impedisce di concentrarci sullo studio stesso.
Le giornate passano e noi siamo così terrorizzate dal fatto di non essere capaci e "performanti" che questo stesso terrore ci impedisce di rilassarci e orientare la nostra attenzione sullo studio.
E' un circolo vizioso questo e deve uscirne altrimenti sarà difficile recuperare la serenità necessaria per affrontare una sfida così importante.

Il mio consiglio è quello di farsi aiutare da un collega a interrompere questo circolo vizioso, una consultazione potrebbe darle molti spunti su cui riflettere.

un caro saluto

Dr.ssa Rosa Riccio
Psicologa-Psicoterapeuta
www.cantupsicologia.com

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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Gentile ragazza, sembra dunque che sei stata sempre diligente, accurata e metodica, sia nella fase di studio che di ripasso. Sempre impeccabile, perfetta e organizzata. Hai sempre avuto ottimi risultati. Questo esame sembra scardicare questa perfezione, mettere un po' in crisi questa procedura, forse divenuta un po' stancante, noiosa e meccanica, forse proprio perché estremamente perfetta. Magari hai voglia adesso di rilassarti e di trovare un altro metodo, o di fare spazio anche ad altro, fosse anche solo un momento in cui non devi pensare, non devi apprendere e non devi memorizzare, non devi raggiungere sempre il massimo e dimostrare a tutti che sei eccellente. Queste pause, rinvii, momenti passati a fissare il libro, possono sembrare inconcludenti, strani per te che sei sempre stata super-efficiente, e la tentazione sarebbe di eliminarli, di tornare al più presto ad essere la "macchina" da studio che eri prima, anche considerando che l'esame tosto (e ci si mettono pure i compagni ad aumentare l'ansia, come se non bastasse). Però, anche questi spazi vuoti, in questa fase del tuo rapporto con l'apprendimento, con luniversità o con te stessa, possono avere il loro significato da accogliere. E' vero che non rientrano nei canoni del perfetto studente, ma possono avere un valore proprio per quello. Interrompono la marcia militare, ti fanno prendere respiro, liberano spazio per elaborare altri significati, per fare qualcosa che non sia per forza dove ricordare quel particolare di anatomia scritto in quella pagina, ma che sia più legato alle emozioni o semplicemente diverso. Fanno spazio ad un funzionamento che non sia per forza meccanico e assoluto, ma preveda anche spazi di creatività e, se vogliamo, di "ozio creativo", in cui ridefinire il rapporto conlo studio e con te stessa in generale, per non confinare te stessa solo nel ruolo di studente, che è solo uno dei ruoli. In fondo anche la momentanea inefficienza, per assurdo, può essere produttiva, preliminare a un cambiamento e a una riorganizzazione del modo di studiare, per renderlo flessibile. In fondo, per quanto efficiente, ogni metodo di studio deve poi evolversi, altrimenti diventa rigido, monotono e pesante, soprattutto per una personalità in crescita. A volte, in questi casi, si usano aprocci paradossali, cioè invece di cercare come rimediare all'inefficienza e rimettersi subito in riga, si posson oprogrammare sessione di non-studio, mettendosi davanti al libro, col proposito, paradossale, di non apprendere, di non fare niente, di fissarlo proprio a vuoto. Per assurdo, poi si riprende anche il ritmo, con modalità diverse, sperimentando nuovi modi.
Ovviamente, lo scrivo come semplice divulgazione, per dire che esistono tanti modi, anche non classici, per affrontare il blocco dello studente e che non equivalgono a "riparare" un motore per farlo subito ripartire. Lo studente non è un motore che deve sempre girare al massimo per dismotrare di valere. Lo studente è una persona in una fase complessa di crescita, di ridefinizione del rapporto con gli altri (genitori, insegnanti, amici, ecc), con le loro aspettative, spesso elevate. L'apprendimento è molto legato alle emozioni, non è un serbatoio di nozioni da ingurgitare nel minor tempo possibile. Questo è solo un punto di vista, poi ciascuna situazione è diversa e il modo più opportuno di affrontarla può essere trovato solo di persona, con un professionista, andando al di là del semplice funzionamento scolastico, esplorando cosa c'è oltre alla "macchina perfetta da esami". Questo momento di imperfezione, in fondo ti rende ancora più umana e perfetta! In bocca al lupo

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