Conseguenze di una (mancata) dichiarazione d'amore

Da marzo circa sono innamorato di un ragazzo, io sono gay, lui, pur non avendolo visto con nessuna ragazza, etero. Abbiamo studiato nella stessa città per 5 mesi e abbiamo trascorso molto tempo.insieme.

Una volta tornati nei rispettivi Paesi a fine luglii, abbiamo continuato a sentirci, il più delle volte perché io lo.contattavo.
A metà ottobre è venuto a trovarmi, siamo stati tre giorni insieme e, per me, sono stati meravigliosi. Dopo la sua partenza, sono stato moto male per il distacco e ho realizzato quanto sono innamorato.
A distanza di un mese, mi sento meglio ma mi domando cosa fare.

Da un lato vorrei starmene zitto e buono e aspettare che questa cotta mi passi.
Alcuni amici mi hanno consigliato di dichiararmi, anche per liberarmi di questo amore impossibile, ma ho.molta paura di perderlo come amico. Penso.non riuscirebbe più a guardarmi con gli stesi occhi se sapesse che sono attratto da lui.

Pensavo di cominciare con un coming out ma non sono sicuro di cosa sia meglio.fare...
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

è la distanza (siderale) che passa tra la certezza di un'amicizia e il rischio di una dichiarazione d'amore.

Ma su questo non serve consultarsi con amici. E' una scelta personale, di cui solo Lei si assumerà le conseguenze.

Non c'è un "meglio", ma un "meglio per sè".

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve, come dice la collega, è una scelta personale.
Mi rendo conto che non si trova in una posizione semplice. Se gli comunica il suo sentimento rischia di rompere il vostro equilibrio, se non glielo comunica e non si espone non sarà mai se stesso fino in fondo né avrà l'occasione di conoscere ciò che lui pensa.

Leggendo anche i precedenti consulti, mi sono chiesto se il suo amico sa della sua omosessualità. A quanto diceva qualche mese fa, aveva parlato di sé solo ai familiari e non aveva avuto ancora storie sentimentali. Mi chiedo se questo c'entri anche con il rapporto che oggi lei ha con la sua omosessualità.

Se non sono indiscreto e ha voglia di parlarne, lei e il suo amico ne avete parlato?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Capisco che non esiste una scelta migliore in senso assoluto, sono comunque combattuto tra l'accontentarmi di quello che ho, un'amicizia bella, o fare un passo ulteriore, con la certezza pressoché assoluta che mi dirà di essere etero.

Rispetto ai consulti passati, ne ho parlato con un paio di amici, che mi consigliano di parlarci per liberarmi di questo peso, anche se, non sentendola una scelta mia, sarei propenso per non farla e farmi passare questa cotta nel tempo.

Venendo alla Sua domanda, una notte, mentre stavamo chiacchierando, mi ha domandato quanto importante fosse per me l'immagine che do di me stesso e poi mi ha riferito che qualcuno gli aveva chiesto se fossi gay. Lui aveva risposto loro che pensava di no ma li invitava a domandarmelo direttamente.
A ciò ho reagito con un certo imbarazzo e, con una certa sofferenza, per paura di perderlo, ho mentito, dicendogli che non era vero.

Non capisco cosa intende quando scrive: "A quanto diceva qualche mese fa, aveva parlato di sé solo ai familiari e non aveva avuto ancora storie sentimentali. Mi chiedo se questo c'entri anche con il rapporto che oggi lei ha con la sua omosessualità".

L'unica considerazione che mi viene da fare è che non sono particolarmente attratto dai ragazzi dai tratti effeminati e forse per questo finicoo per innamorarmi di etero.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Quello che mi sento di dirle in questa sede riguarda due aspetti relativi al suo racconto.
Uno non dipende da lei, l'altro sì.

Quello che non dipende da lei purtroppo tocca accettarlo per come si presenta nella realtà. In altri termini se il suo amico non fosse interessato, bisogna accettarlo anche se è doloroso.

Quello che dipende da lei è il modo di vivere la sua omosessualità. Allora mi sono chiesto se il titolo del suo post, "Conseguenze di una (mancata) dichiarazione d'amore" non potrebbe darci un'indicazione preziosa. Le "Conseguenze di una (mancata) dichiarazione d'amore" non potrebbero essere a loro volta la conseguenza di una (mancata) dichiarazione di sé?
La sua espressione: "Ho reagito con un certo imbarazzo e, con una certa sofferenza, per paura di perderlo, ho mentito, dicendogli che non era vero", è emblematica a riguardo e non possiamo trascurarla. Non parliamo più soltanto del suo amore per lui, ma parliamo di sé e di quello che vive all'idea di essere gay e di dirlo a una persona cara. I sentimenti che descrive sono intensi e non è di poco conto sentire che essere se stessi significa rischiare di perdere una persona.

Questo discorso mi sembra potenzialmente aprire molti capitoli della sua storia e potrebbe avere molte implicazioni. Una l'ha già intuita, cioè amare un eterosessuale potrebbe significare non realizzare il proprio sentimento con tutto quello che comporta. Potrebbe significare avvicinarsi all'omosessualità senza viverla completamente. Potrebbe per certi versi essere una garanzia.
Se tuttavia sente che questa ipotesi non è vera, possiamo senz'altro scartarla. Dalle sue parole, mi sembra che lei dica: lo amo e non c'è tanto da dire.
Noi non ci conosciamo, ed è giusto che lei sia critico relativamente alle mie idee. Oltretutto il nostro è un discorso che resta aperto e va senz'altro approfondito in una sede idonea.

Sto pensando a un'ulteriore implicazione di una (mancata) dichiarazione di sé che può interessarci. Se il suo amico avesse saputo prima di lei, forse sarebbe venuto fuori tutto un po' prima. Sarebbe stato ugualmente difficile, ma magari lei avrebbe avuto qualche elemento in più per capire e gli avvenimenti forse sarebbero stati più immediati.
L'unico modo di costruire un legame autentico, d'altronde, è essere se stessi, anche se può essere rischioso perché non sappiamo cosa pensa l'altro di noi.

È anche possibile che tutte queste cose, e tante altre, coesistano. A mio parere l'essere umano è una irriducibile complessità.

Ci tengo a farle un'ultima annotazione. La parola "mancata" l'ho messa anch'io sempre tra parentesi, perché attraverso quelle parentesi, che lei ha scelto di inserire, sento un senso di possibilità.
Da una parte c'è la negazione della dichiarazione dovuta al verbo "mancare". Dall'altra ci sono il dubbio e la possibilità che attraverso le parentesi quella parola si sciolga e lasci emergere, per quanto faticoso sia, la sua libertà di esserci.

Sono passati alcuni mesi dal suo consulto "Orientamento sessuale e amicizia", ma mi permetto di citare una sua affermazione, perché è a mio avviso emblematica: "Sono molto riservato e non amo le chiacchiere". Se questo lo sentisse ancora dentro di sé, ancora vero, è un punto importante che merita la nostra attenzione e va approfondito. Il mio consiglio, per quello che è possibile fare in questa sede, è questo: ogni tanto li lasci parlare!

Ecco, tutto questo dipende da lei. Forse l'amore per il suo amico non cambierebbe. Però è anche vero che avreste più occasioni di confronto e movimentereste maggiormente questa situazione nel suo divenire, rendendola autentica.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
[#5]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la Sua risposta articolata, dottore.

Quando condividevamo il periodo di studio, non avevo fatto coming out, se non in famiglia. Ora le cose sono leggermente cambiate.
Quindi.non avrei problemi a dirgli che sono gay perché qualora avesse una reazione di rifiuto, sicuramente non merita che perda del tempo con lui.
E questo sono intenzionato a farlo.

Vivo la possibilità di rivelargli il mio amore in modo complicato: io, personalmente, non l'avevo contemplato perché, ritenendolo etero, non ne capivo il senso.
Sia un mio.parente che un mio amico, forse venendo mi soffrire molto, mi consigliavano di dichiararmi, perché mi avrebbe aiutato a superare la cosa e anche perché non ho la certezza di che risposta potrei avere da lui.

Questo fatto di non saper che risposta potrei avere da lui.mi è entrato.come un tarlo: ma che risposta mai potrei ricevere da un etero?

Da un lato, vivendo a 1200km di distanza, chissà quante saranno le occasioni per rivedersi: penso poche e quindi mi dico che potrei tentare il tutto per tutto. Dall'altro lato non vorrei perdere un amico rivelandogli la mia attrazione.

Le chiedo solo, nella speranza di.non abusare della sua disponibilità, di fornirmi dei criteri.per capire se dichiararmi o no.
Personalmente penso che non ne valga la pena ma magari potrebbe farmi bene!
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Per me l'importante è che lei si guardi dentro onestamente. Una volta chiarito dentro di sé, come dice, che non c'è un problema relativo al coming out poiché ha integrato l'omosessualità in se stesso, valuterei in base a quello che sento e ai miei obiettivi.

Mi chiederei che cosa prevedo accadrebbe dicendoglielo, che cosa desidero e che cosa rischio. Ad esempio mi chiederei in che senso potrebbe farmi bene?

Ascoltando se stesso, troverà i criteri giusti, che non sono quelli degli altri, ma i suoi.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis