Fistole complesse con Crohn

Buongiorno,
ho il m. di Crohn ileo-colico e da poco più di un anno una colostomia temporanea per curare un ascesso perianale molto doloroso, da cui si sono originate 2 fistole transfinteriche. Ho ancora in sede i 2 setoni messi contestualmente al drenaggio, le secrezioni sono molto scarse e non ho più disturbi perianali, anzi, godo di un benessere generale. Dato il recupero e le buone condizioni successive all'intervento, si è deciso di tenere da parte il biologico (sospeso dopo la prima induzione a causa dell'ascesso) in caso di fasi più critiche e di optare per una cura di mantenimento con azatioprina. Ora sto valutando le prossime tappe con l'équipe che mi segue, anche se, data la complessità della situazione, vorrei sentire anche altri pareri. Dagli ultimi esami (RM, rettoscopia, eco transanale) risulta che i tramiti fistolosi non si sono ancora chiusi e che persiste una lieve imbibizione, pur in assenza di flogosi. L'orifizio interno è in sede posteriore, al passaggio tra canale anale superiore e medio. Alla visita si riscontra dolorabilità sul piano posteriore, mentre il tono sfinterico risulta normale. Ora, dal consulto coi miei medici e con altri specialisti, le soluzioni proposte sono:
1) Riprendere il biologico per favorire la chiusura delle fistole;
2) No biologico, ma curettage per vedere se la bonifica aiuta le fistole a guarire mantenendo la cura in corso;
3) No biologico, ma fistulectomia a cono e chiusura dell'orifizio interno con flap endorettale.
Le mie riserve sul biologico sono che possa di nuovo formarsi l'ascesso e originare altre fistole (i pareri avuti finora sono contrastanti: secondo uno rischierei, essendoci ancora imbibizione, e quindi meglio drenare; secondo l'altro, coi setoni sarei al sicuro perché drenerebbero loro). A rendermi restia è anche la paura di avventi avversi, avendo ora trovato un mio equilibrio. Insomma, non vorrei andare a "svegliare il can che dorme".
Il dubbio sulla fistulectomia con flap, invece, è che possa espormi a incontinenza o non andare a buon fine, anche se mi è stato detto che con la stomia ci sono alte percenutali di riuscita.
Il tutto è complicato dalla natura recidivante del Crohn, per cui vorrei rimandare cure d'urto come il biologico a quando veramente necessarie e, allo stesso tempo, evitare di compromettere i muscoli con interventi invasivi e dall'esito incerto. La mia paura è trovarmi di nuovo in una situazione invalidante, come prima dell'intervento, o di avere problemi di continenza. Da paziente, l'opzione del curettage con mantenimento setoni è quella che mi da più fiducia, anche perché mi consentiterebbe di mantenere la mia normalità evitando di andare incontro a nuove incognite; mi rendo conto, però, che potrebbe non essere risolutiva. Quale sembrerebbe, per il momento, l'opzione più indicata?
Mi piacerebbe avere un vostro parere in merito. Vorrei anche sapere se si hanno già dei riscontri positivi della tecnica VAAFT su fistole da Crohn.

Grazie per l'attenzione.
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 304 2
Gentile utente, se vi è ancora imbibizione, io opterei ancora per il biologico, così da stabilizzare completamente l'acuzie del problema e poi procedere all'intervento proposto. Sulla vaft nel Crohn avrei qualche dubbio, ma è giusto che si esprimano gli specialisti che la curano.
Saluti

Dr. Sergio Sforza
https://www.medicitalia.it/sergiosforza/

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Sergio Sforza,
grazie per la risposta. La mia unica paura è che, prendendo il biologico, da quell'imbibizione possa formarsi di nuovo un ascesso o verificarsi infiltrazione dei tessuti, come mi era capitato con la prima induzione di Adalimumab, poi sospeso. I setoni attualmente in sede dovrebbero proteggermi da questo rischio? La ringrazio.
Un saluto cordiale
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 304 2
Si, i setoni ci sono proprio per scongiurare il pericolo della recidiva ascessuale.
Saluti
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Utente
Utente
Bene, mi interessava proprio avere un parere in più su questo aspetto e averne conferma è già rassicurante. Nel caso in cui col biologico si ottenesse la chiusura delle fistole, l'intervento chirurgico si limiterebbe quindi all'estrazione dei setoni?

Un'ultima riserva che mi rimane sui biologici è la tendenza alla recidiva e alla riapertura delle fistole una volta cessato quel tipo di terapia, che so non poter essere portato avanti oltre un certo numero di anni; mi chiedo quindi se, anche una volta eliminata l'attività infiammatoria perianale e chiuse le fistole, non rischio poi di ritrovarmi con gli stessi problemi al passaggio dal biologico a un altro tipo di terapia. La ringrazio per la disponibilità.

Saluti

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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 304 2
Gentile utente, il biologico, serve fondamentalmente a mettere le fistole in condizione di essere sottoposta all'intervento che le hanno prospettato.Cio che può succedere dopo non è prevedibile.
Se la patologia rimarrà sotto controllo con la terapia di mantenimento, potrà anche non avere più disturbi.
Saluti
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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
La ringrazio, terrò conto del suo parere.
Un saluto cordiale
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Dr. Sergio Sforza Chirurgo generale, Chirurgo apparato digerente, Colonproctologo, Chirurgo d'urgenza 9.5k 304 2
Di nulla e auguri.