Disturbi alimentari: aiuto! voglio guarire!

Buonasera,
sono una studentessa di 21 anni. Premetto di essere sempre stata una ragazza piuttosto sensibile ed eccessivamente responsabile, a tratti maniaca del controllo. Da bambina ero piuttosto cicciottella, tuttavia con la crescita sono dimagrita fino a raggiungere, verso i sedici anni, il peso di 50 kg per 160cm (grazie soprattutto ad una buona alimentazione e ad una costante attività fisica). Purtroppo due anni fa sono iniziati i miei problemi: in concomitanza con l'esame di licenza liceale e i test universitari, sono entrata in crisi con il mio ragazzo. Ho iniziato un periodo di pseudoanoressia: mangiavo a malapena e in meno di due mesi sono arrivata a pesare 44 kg. Dopo il diploma le cose si sono riassestate: sono tornata, più unita di prima, con il mio ragazzo; mi sono diplomata con il massimo dei voti e sono entrata alla facoltà di medicina. Ho quindi ricominciato a mangiare. Ahimè, il ritorno all'alimentazione ha provocato il problema contrario: ho iniziato ad abbuffarmi periodicamente, perdendo il controllo, di cibi dolci e ipercalorici, sino a stare male e a provocarmi il vomito. Il trasferimento all'Università mi ha ulteriormente destabilizzata, in quanto mi ha privata anche dello sport per l'intero anno passato. Quest'anno, decisa a riprendere in mano il controllo, mi sono iscritta al CUS e ho ricominciato ad allenarmi. Ho subito trovato giovamento dalla palestra, per me una grande valvola di sfogo e uno sprone a controllare le entrate di cibo. Mi sono quindi illusa di essere "guarita", ma in queste feste ho avuto una grave ricaduta. Sono persino arrivata ad avere incubi riguardo il mio aspetto fisico. Nonostante tutti mi facciano i complimenti sulla mia splendida linea, lo specchio è diventato il mio peggior nemico: non faccio altro che guardarmi e disgustarmi per le mie imperfezioni! E' un anno che tutto questo va avanti e sono stanca: voglio guarire, e stavolta sul serio! Ma mi vergogno terribilmente! Cosa posso fare?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 121
è cadute in una delle classiche trappole in cui la ricerca del controllo sul cibo e sulla linea le fa perdere letteralmente il controllo.
cosa fare? è d'obbligo il ricorso ad uno specialista psicoterapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Cara ragazza,
nella sua famiglia qualcuno si è accorto del suo rapporto disturbato con il cibo? Qualcuno si è accorto che non è serena?
Mi associo alla risposta del mio collega: deve rivolgersi subito ad uno psicoterapeuta. I disturbi alimentari tendono ad essere ciclici ed a cronicizzare se non trattati adeguatamente. Se non trascorre troppo tempo dall'esordio del problema, si risolvono abbastanza rapidamente. Se rimanda, invece, si creano strati e strati di malessere: in tal caso faticherebbe a districarsi dai problemi effettivi e dai problemi creati dalla paura di affrontare il problema.
Immagino che il suo anno di sofferenza pesi come un macigno: approfitti di questo dolore e metta da parte la vergogna.
Non c'è nulla di cui vergognarsi: ogni persona ha il suo modo di esprimere un disagio, per lei si tratta del rapporto con il cibo e con il corpo.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
www.giselleferretti.it
https://www.facebook.com/giselleferrettipsicologa?ref=hl

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Gentilissima dott.ssa
La mia famiglia si è accorta del mio dimagrimento improvviso due anni fa e del mio rifiuto di mangiare; mia madre cercò anche di portarmi da uno specialista, ma io mi rifiutai. Da quando ho ripreso a mangiare ho nascosto a tutti il mio disagio, ed essendo studentessa fuori sede nessuno in famiglia si è reso conto di quello che mi sta accadendo. L'unico a captare qualcosa è stato il mio ragazzo, che si è detto preoccupato per la perenne insoddisfazione verso il mio aspetto fisico. Potrei confidarmi con lui? Il solo pensiero di parlarne a qualcun altro mi terrorizza e so che da sola non riuscirei a seguire una terapia in modo costante
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Certamente che può confidarsi con lui se se la sente e se crede che sia in grado di aiutarla nel percorso di cura. Tuttavia non escluda di parlarne con la sua famiglia. Se ne erano accorti, hanno provato ad aiutarla.
Se sa già che non seguirebbe la terapia da sola, si faccia accompagnare: nella scelta del curante, nel percorso, in tutto quello che serve.
Capisco lo spavento, ma le assicuro che più aspetta e più sarà peggio.
A volte è peggio il pensiero, una volta che avrà "vuotato il sacco" sarà tutto più semplice.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Ragazza,

probabilmente il rifiuto di andare da uno specialista come suggerito da sua madre può essere inquadrato nel tentativo (illusorio) di riuscire a mantenere il controllo su di sé e sul cibo, basta un po' di esercizio fisico, ritorna in forma e in questo modo sente di avere la situazione sotto controllo, ma come vede bene anche lei il malessere va ben aldilà dell'aspetto fisico che magari esternamente appare "in linea" e viene anche apprezzato, ma che lei non vive altrettanto bene, alternando periodi di restrizione a momenti in cui si abbuffa.

Se crede può confidarsi con il suo ragazzo, ma non sarà sufficiente, il passo necessario è quello di rivolgersi a specialisti in disturbi dell'alimentazione; cos'è che la terrorizza nel parlarne con qualcuno? Si vergogna? Di cosa?

Un cordiale saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

[#6]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Gent.ma dott.ssa,
Ho paura di parlarne perché so che nel momento in cui lo farò il problema diventerà reale e irrisolvibile in modo autonomo; essendo stata sempre una ragazza autonoma, perdere il controllo su me stessa mi terrorizza. Inoltre, temo tantissimo il giudizio che gli altri potrebbero avere su di me, ho il terrore di essere compatita. Mi odio perché proprio io, una studentessa che vuole dedicare la propria vita aiutando gli altri attraverso la medicina, non riesce ad aiutare se stessa ed è caduta in un cliché del genere!
Lei e i suoi colleghi mi state, comunque, aprendo gli occhi: stavolta non potrò farcela da sola
[#7]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Credo che in poche righe lei abbia toccato dei punti fondamentali tra cui:
- se ne parlo il problema diventa reale: prendo consapevolezza di avere una difficoltà in questo campo, devo chiedere aiuto e già il fatto di farlo è come una piccola "smagliatura" nel suo immaginario di ragazza autonoma e (forse) perfezionista

- il giudizio degli altri: forse perchè pensa che la considerazione e il rispetto degli altri dipendono dal non fare errori e nel non avere problemi.

Il mio augurio è che lei si faccia aiutare e ritrovi la serenità nel proseguire la sua vita e inoltre che possa diventare un ottimo medico e come ottimo medico le chiederei: se una sua paziente avesse un disagio, delle difficoltà, la aiuterbbe a chiedere aiuto?

Un caro saluto
[#8]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Il disturbo alimentare sta lì ad indicare proprio questo: ha perso il controllo e non è autonoma. O meglio, segnala che l'idea che essere autonomi e indipendenti è illusoria. Ognuno di noi ha potere su alcune cose, ma non su altre, l'indipendenza è sempre parziale, perché in quanto esserti umani siamo sempre interdipendenti. Soprattutto quando siamo in difficoltà, ma non solo.
Quando è felice non ha forse il desiderio di condividere lo stato di gioia con i suoi cari?
Perché non dovrebbe essere così anche nella sofferenza?
L' unico giudizio che deve temere e contrastare è quello di sé stessa nei suoi confronti.
Vedrà che gli altri saranno ben contenti di starle vicini.
[#9]
dopo
Attivo dal 2014 al 2020
Ex utente
Gent.mi dottori,
Scrivo solo per ringraziarVi del servizio che offrite mediante MedicItalia e dei consigli e del sostegno che mi avete offerto: prendendo il coraggio a due mani, mi sono finalmente rivolta ad uno specialista e mi sono confidata con il mio ragazzo. Ora mi sento molto motivata e soprattutto capita: sono sicura che riuscirò a superare il mio problema.
Ancora mille volte grazie!
[#10]
Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
Che bella notizia sentirla così fiduciosa!

Grazie a Lei per questo messaggio, siamo lieti che questo servizio l'abbia aiutata, le facciamo i nostri più cari auguri per tutto.

Un caro saluto,
[#11]
Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Ha fatto un grande gesto di amore verso se stessa.

Anche da parte mia le auguro il meglio per tutto!

Un caro saluto

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